Dopo il grande successo de La Notte dei Morti Viventi (Night of the Living Dead), che pur procura pochissime soddisfazioni monetarie ai due ideatori, George Romero e John Russo decidono di intraprendere strade creative separate, lasciando a ognuno la possibilità di dedicarsi ai progetti che preferiscono.
George Romero dirige altre pellicole negli anni successivi, ma è anche libero di proseguire per la via che ha contribuito a tracciare e nella maniera che preferisce, cosa che inizia a fare con Zombi (Dawn of the Dead).
John Russo, invece, scrive in prima battuta un libro intitolato Return of the Living Dead, che viene pubblicato nel 1979 e si configura come una sorta di sequel diretto, con toni cupi e sotto forma di romanzo del primo film.
La storia si svolge dieci anni dopo gli eventi de La Notte dei Morti Viventi, quando un bus ha un terribile incidente in una cittadina della Costa Est degli Stati Uniti, dove un reverendo, per nulla convinto che l'epidemia zombie sia terminata, si premura di piantare dei chiodi nel cranio a ogni funerale da lui celebrato.
Della sua congrega fa parte il rude Bert Miller, il quale ha tre figlie, Karen, Ann e Sue Ellen, che diventano le vittime di una banda di ladri e sequestratori. E a complicare le cose giungono pure i morti viventi.
Con questa trama, che sembra un film d'azione sotto forma di libro, la via per il cinema è inevitabile.
Nel 1980, il produttore Tom Fox opziona i diritti sul libro, con l'intento iniziale di farne un film a basso budget che veda lo stesso John Russo alla regia, coadiuvato dall'amico Rudy Ricci.
Pur mirando a una rapida uscita, il progetto si trascina per le lunghe. Nel 1983 viene scelto il regista, Tobe Hooper, e si decide che il film sarà realizzato in 3-D. Come sceneggiatore viene scelto Dan O'Bannon.
Nel marzo 1983, tuttavia, la Hemdale Film Corporation acquisisce i diritti sul film da Tom Fox e il progetto viene ancora rimandato. Tobe Hooper decide allora di abbandonarlo per concentrarsi su Space Vampires (Lifeforce).
A questo punto Richard Rubinstein, produttore di Zombi, emana una protesta formale perché il titolo della pellicola, derivato dal libro di John Russo, sia modificato, in quanto potrebbe confondersi con la saga ideata da George Romero e di cui si sta pianificando una terza parte.
La Motion Picture Association of America (MPAA) in un primo momento impedisce in via temporanea che quel titolo sia utilizzato ma poi, a seguito di un arbitrato e con decisione unanime, viene concesso alla produzione di poterlo adottare poiché il film è basato su un libro scritto in precedenza da Russo che presenta quel titolo.
Inoltre, ci sarebbe una sorta di accordo tra gentiluomini tra George Romero e John Russo per cui il primo può utilizzare la parola "Dead" nei suoi prossimi progetti, mentre il secondo è libero di utilizzare il termine "Living Dead".
La produzione tenta in più di un'occasione di entrare in contatto con George Romero per offrirgli il ruolo di produttore del film, ma costui non risponde, rimanendo fedele all'accordo che aveva fatto con John Russo di non interferire nei progetti altrui.
La regia viene dunque affidata direttamente a Dan O'Bannon: costui accetta ma a condizione che possa riscrivere interamente la sceneggiatura di John Russo. Non è infatti sua intenzione fare un seguito più o meno diretto de La Notte dei Morti Viventi in quanto ritiene quello un territorio esclusivo di George Romero e vuole cambiare tono al film.
Da serioso a fortemente ironico e ambientato in un mondo dove La Notte dei Morti Viventi è ciò che è nella realtà, ovvero un film seppur basato su eventi reali (cosa ovviamente impossibile).
Inoltre il regista decide di abbandonare subito l'idea della realizzazione in 3-D, non ritenuta interessante. C'è un altro aspetto che invece a suo dire deve essere preminente perché il film abbia successo presso il principale pubblico di riferimento: le scene di nudo, femminile ovviamente.
A tal proposito contatta una ballerina e attrice di basso profilo che lavora in uno strip club, Jewel Shepard. O'Bannon la conosce perché frequenta quel locale e spesso e volentieri beve qualche drink con lei o porta delle droghe che ingerisce o sniffa sempre insieme a lei, cosa che contribuisce a farlo entrare tra le sue grazie.
Jewel Shepard è interessata a partecipare, però si spoglia già nel locale e per delle riviste ed è più che sufficiente per lei. Suggerisce così il nome di una sua amica, anche lei attrice di basso profilo e modella con cui ha posato talvolta insieme: Linnea Quigley.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 9 luglio 1984, tenendosi in Kentucky e in California.
Il film è il primo a mostrare zombie in grado di correre, inoltre concepisce per la prima volta l'idea che gli zombie si cibino di cervelli umani.
A tal proposito, ad alcune comparse viene offerto un bonus di paga se si dichiarano disponibili a mangiare parti di cervello di vitella. Dan O'Bannon, che è attore a sua volta (tanto che in principio aveva pensato a interpretare anche un ruolo nel film), è il primo a farlo di fronte a loro per dare prova che non sta chiedendo qualcosa che lui non sia in grado di fare.
Quel discorso della nudità si applica decisamente ad ampi livelli per la succitata Linnea Quigley. Il suo ruolo comporta che debba correre nuda sotto la pioggia per ore, che anche quando non piove il suo personaggio non abbia vestiti addosso e, quando è nel suo aspetto da zombie, debba adottare un trucco speciale che le procura dei fastidi alla pelle e agli occhi.
Tutto questo, unito a qualche inevitabile stress lavorativo e, essendo una produzione a basso budget, condizioni operative non proprio eccellenti, porta a un certo punto l'attrice ad assumere del Valium.
Le riprese si concludono il 28 agosto 1984.
Il Ritorno dei Morti Viventi (The Return of the Living Dead) viene distribuito nei cinema americani il 16 agosto 1985. A fronte di un budget di 4 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare circa 14 milioni di dollari.
A questo punto si prospetta l'inizio di una nuova, collaterale saga dedicata ai morti viventi, come sta già accadendo con quella ideata da George Romero. Tanto che un sequel esce pochi anni dopo... ma questa è un'altra storia.
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