Il popolo mutato da alieni giunti dallo spazio profondo, ecco chi sono gli Inumani. Sfruttando delle teorie pseudo-scientifiche anticonvenzionali già note ai loro tempi, Stan Lee e Jack Kirby (quest'ultimo così innamorato di quest'idea da riproporla successivamente in altra versione) hanno creato durante il loro lungo ciclo su Fantastic Four questa razza che si nasconde dagli umani sulle cime innevate dell'Himalaya e che è stata creata nel lontano passato dagli alieni Kree.
Kirby, come accennato, innamorato del concetto, ha poi lui stesso sceneggiato e disegnato delle avventure degli Inumani su Amazing Adventures. Conclusa quest'esperienza sulla serie antologica, gli Inumani ricompaiono infine nella prima serie regolare di dodici numeri a loro dedicata, pubblicata tra il 1975 e il 1977, scritta da Doug Moench e disegnata da George Perez, Gil Kane e Keith Pollard.
Il momento temuto per intere esistenze dagli Inumani è infine giunto. I loro creatori, gli alieni Kree, dopo secoli hanno deciso di rimettere mano alle loro creazioni e sfruttarli per i loro fini.
Il pretesto è una Guerra delle tre Galassie che coinvolge anche la Terra e per cui gli Inumani, come soldati speciali e carne da cannone, si rivelerebbero fondamentali.
I Kree, in maniera diretta o tramite loro agenti come Blastaar e Maximus, tentano così di soggiogare il popolo degli Inumani per catturarli e portarli su delle arche spaziali in grado di trasferirli sul pianeta madre Kree.
Ma contro di loro si oppongono Freccia Nera e la famiglia reale, i quali intraprenderanno un viaggio che da Attilan li porterà nelle distese dello spazio per concludersi infine sulle strade di New York.
Con ogni probabilità Zecharia Sitchin avrebbe gradito queste storie, e non è escluso che le abbia lette, poiché fanno proprio riferimento alle sue teorie, masticate sotto forma di fumetto, del popolo alieno (gli Antichi Astronauti) che ha plasmato l'umanità e che un giorno potrebbe tornare per raccogliere quanto ha seminato.
In questa serie questo ritorno avviene davvero e, sfruttando le premesse di Stan Lee e Jack Kirby, Doug Moench concepisce quella che appare come un'unica, grande saga - seppur suddivisa in mini-cicli - che va a esplorare angoli conosciuti e meno conosciuti del Marvel Universe, tra cui i pianeti minori appartenenti all'Impero Kree (in mancanza di Nibiru), per esplorare dunque più generi narrativi.
La space opera, la storia di ambientazione urbana, la città nascosta: tutte tematiche care alla narrativa di genere e che qui vengono inglobate per formare un tutt'uno.
Eppure, nonostante buone premesse e un'ottima parte grafica con tre artisti di livello, a quanto sembra la serie non ha avuto molto successo. Tanto che la trama principale, quella inerente la Guerra delle Tre Galassie, e un paio di altre sottotrame, rimangono irrisolte e almeno la prima viene risolta altrove, sulle pagine di Captain Marvel.
Salvo rari casi, gli Inumani non hanno mai avuto molta fortuna quando è toccato loro di essere i protagonisti e, quando George Perez viene portato via per andare a disegnare gli Avengers per la prima volta (come andare contro questa scelta?), il balzo diviene poi troppo ampio.
Ma le avventure spaziali, terrene e ultraterrene non terminano certo qui e altre ancora daranno un senso alle nostre giornate.
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