lunedì 28 dicembre 2020

The Mandalorian e i nuovi, insoliti affetti


Qualche mese fa analizzavo (ma diciamo che fu più un'impressione a caldo) la prima stagione di The Mandalorian, ravvisando in essa una metafora dell'essere genitore.
Ora che anche la seconda stagione si è conclusa, possiamo riprendere questo discorso. Anche stavolta troverete in giro per la rete lodi sperticate su questa serie scritte da gente più brava di me e a cui mi associo.
Io, dal canto mio, ho notato un'evoluzione di quel tema. Se la prima stagione era una metafora dell'essere genitore, la seconda diviene un'allegoria positiva del concetto di famiglia allargata.
Vi è in giro una convinzione, che alcune persone - a mio avviso non cattive, ma dalla visione limitata - cercano di inculcare a chiunque si "permetta" di avere una visione diversa dalla loro: che l'educazione e la crescita di un bambino siano appannaggio solo o del padre e della madre biologica, oppure delle "autorità" preposte (gli insegnanti, ad esempio).
E non se ne capisce il motivo: la bontà e i buoni insegnamenti possono giungere sia da queste persone che anche da persone non sposate, sole per scelta o che non hanno alcun titolo di studio. Così come la cattiveria può giungere sia dalla famiglia biologica che dalle persone estranee ad essa. Ma, in quest'ultimo caso, spetta proprio o ai genitori o a quelle autorità che devono vigilare sul benessere del bambino permettere che ciò non accada.
The Mandalorian offre una delle più belle visioni di famiglia allargata che si sia mai vista. Mando continua a essere presente nella vita di Baby Yoda/Grogu, ma attorno a loro si radunano altre persone, persone che tengono a cuore il loro benessere, persone che hanno sofferto e/o sono in cerca di un riscatto come Cara Dune, Bo-Katan e Ahsoka Tano. Donne indipendenti, le quali riescono a tracciare un proprio percorso, che tiene conto delle necessità del loro nuovo ruolo di "educatrici".
Costoro sono cresciute senza una famiglia, anche in senso lato (Ahsoka è una dei pochi Jedi rimasti in vita). Sono orfane calate in un mondo che devono ancora comprendere, come Grogu. Così come era successo per Mando, dunque, anche loro divengono le protettrici del Bambino.
Se nella prima stagione la figura "genitoriale" di riferimento era quella di un uomo, in questo caso ci si è concentrati molto sulle donne, con stupenda efficacia e senza retorica spiccia.
Arriva tuttavia il momento, nella vita di ogni genitore, in cui il proprio figlio deve staccarsi dalla sua ombra e iniziare a camminare con le proprie gambe. L'ormai celeberrima scena finale di questa stagione ci dice questo: Mando e gli altri hanno protetto il Bambino, lo hanno reso ciò che è adesso, ma ora tocca a qualcun altro portare avanti quel percorso di crescita.
Non sappiamo se la terza stagione tratterà il tema del distacco, evento potenzialmente traumatico per molti genitori. Quello che sappiamo è che la storia di Mando e Grogu è appena all'inizio.

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