sabato 2 maggio 2020

The Mandalorian e gli insoliti affetti


Non avendo un amico ad Amsterdam che mi potesse prestare la sua connessione VPN, ho visto la prima stagione di The Mandalorian come tutti gli ordinari esseri umani, su Disney + al suo esordio in Italia e aspettando con pazienza il rilascio dell'episodio settimanale.
Ora che la prima stagione si è conclusa, aldilà delle lodi sperticate che trovate in giro per la rete e a cui mi associo, c'è un particolare che mi è rimasto impresso. Oserei dire la caratteristica che più di ogni altra ha reso questa serie un prodotto vincente finora.
The Mandalorian è una metafora dell'essere padre, o ancora meglio dell'essere genitore, aldilà delle convenzioni sociali e dei (pre)giudizi delle persone. E ne sono protagonisti due spiriti affini, loro malgrado.
Da un lato abbiamo appunto il protagonista, Mando alias Din Djarin, rimasto orfano in tenera età a causa di un attacco imperiale e poi adottato dalla Gilda, che però al suo interno non ha figure paterne o materne. È dunque un orfano a tutti gli effetti.
Dall'altra parte invece c'è il Bambino, unico nel suo genere in apparenza, rimasto prigioniero per chissà quanto tempo e oggetto di cacce e attentati che non tengono conto della sua vera natura di infante, vedendolo solo come una preda. La sua razza è ignota, non si sa se esistano altri nella Galassia come lui. Anche lui è dunque un orfano a tutti gli effetti.
Ecco dunque ciò che più lega questi due personaggi: essere cresciuti senza una famiglia. Essere soli al mondo. Questa è la ragione per cui Mando decide infine di prendere sotto la sua ala protettiva il Bambino, che a sua volta ha dimostrato di essergli affezionato salvandogli la vita.
Mando diviene così il vero padre del Bambino, pur non essendone il genitore naturale. Perché vecchie concezioni ancora presenti nella società portano alcune menti inferiori a pensare che i genitori possano essere solo quelli biologici, che solo loro siano titolati a dare un'educazione ai propri figli. Ma la figura del genitore non può ridursi a un semplice fatto biologico.
Essere genitore vuol dire ben altro, comporta educare e proteggere i propri figli da tutti i mali da cui da piccoli sono necessariamente indifesi. Ed è proprio questo che Mando fa nei confronti del Bambino, perché lui non debba subire il suo stesso destino.
Questa caratteristica ha portato a mio avviso molti spettatori, e credo non solo quelli di genere maschile, a identificarsi nel personaggio. In quanti inconsciamente avranno apprezzato quel rapporto di insolito affetto tra Mando e il Bambino, un rapporto a cui molti ambiscono, ma che sciocchi paletti della società a volte precludono. Sono coloro che vedevano la saga di Star Wars da piccoli e ora sono cresciuti, sono diventati adulti. Con tutte le gioie e i dolori che questo comporta.

5 commenti:

  1. L'ho visto mesi fa (tralasciamo il metodo) ma concordo con la riflessione. Mando diventa il vero padre del Bambino. Probabilmente ad un certo punto si assisterà anche ad un doloroso distacco, come capita anche nella vita reale

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Rimango curioso sulla seconda stagione, molto, che suppongo sarà incentrata sulla ricerca della "famiglia" del Bambino, vediamo se il distacco ci sarà.

      Elimina
  2. Bellissimo post.
    Vero, il significato potrebbe davvero essere quello, magari anche captato inconsciamente.
    Ma infatti, penso che voler essere genitore è qualcosa di innato.
    Solo io voglio essere figlio^^

    Moz-

    RispondiElimina
  3. Mentre tutti pensano a baby Yoda, ecco un'analisi profonda e apprezzata. E' stato bello passare di qua. Un abbraccio

    RispondiElimina