giovedì 21 novembre 2019

A scuola di cinema: L'Inventore Di Favole (2003)

1995: Dopo essersi laureato presso l'Università della Pennsylvania, il ventitreenne Stephen Glass entra a far parte della redazione della prestigiosa e storica rivista New Republic, dapprima come stagista, ovvero a fare da galoppino, rispondere al telefono e controllare la corrispondenza. E in seguito come assistente editoriale.
Grazie alle sue capacità di scrittura e a indubbie capacità oratorie, Glass riesce a veder pubblicati i suoi primi articoli già l'anno successivo. Alcuni di questi causano delle polemiche e le persone coinvolte accusano apertamente Glass di essersi inventato tutto. Il direttore di New Republic, Michael Kelly, difende tuttavia il suo assistito e chiede che gli siano fatte delle pubbliche scuse.
Il successo derivante dagli articoli porta Glass a iniziare a collaborare nel 1997 con altre riviste quali Rolling Stone e Harper's.
1998: Charles Lane diventa il nuovo direttore di New Republic in sostituzione di Michael Kelly. Nel mese di maggio, la rivista pubblica un nuovo articolo di Stephen Glass intitolato Hack Heaven, in cui il giornalista descrive l'incontro tra un giovane e arrogante hacker di nome Ian Restil e i soci di una compagnia denominata Jukt Micronics, i quali intendono assumere il ragazzo come consulente per la sicurezza, dopo che costui è riuscito a penetrare nei loro archivi informatici.
Glass - parlando dei buchi legislativi all'epoca presenti nel sistema americano su questo tipo di accordi volti a incentivare chi comunque commette un atto criminale - conclude l'articolo citando una conferenza - tenutasi presso un hotel di Bethesda - sponsorizzata dalla cosiddetta Assemblea Nazionale degli Hacker, in cui Restil viene acclamato come un eroe.
Ma qualcosa in questo articolo non torna a due giornalisti di Forbes Digital Tool, Adam Penenberg e Kambiz Foroohar. Oltre a non trovare traccia dell'esistenza della Jukt Micronics, i due non riescono nemmeno a confutare i dati forniti da Glass nell'articolo, compresa la conferenza del paragrafo finale, quasi fossero inesistenti.
I due chiedono spiegazioni a Charles Lane, il quale a sua volta interroga Stephen Glass. Costui mostra allora un sito web della Jukt Micronics, seppur alquanto dozzinale, e biglietti da visita della società su cui sono indicati numeri di telefono ed e-mail. Ma ai numeri di telefono rispondono delle segreterie telefoniche e le mail tornano indietro come inesistenti. Il giorno prima, tuttavia, uno dei soci della Jukt Micronics, George Sims, aveva chiamato Lane, dichiarando di non voler commentare l'articolo.
Glass afferma che con ogni probabilità è stato ingannato e si scusa. I giornalisti di Forbes gli credono, Lane no. Chiede dunque di essere accompagnato presso l'hotel dove si è tenuta la conferenza descritta nell'articolo.
Glass lo porta in una lobby dell'Hyatt Hotel a Bethesda, in Maryland: lo spazio sembra alquanto stretto per quella grande conferenza descritta dal giornalista, eppure Glass afferma che c'è stata e di avervi assistito. Lane però scopre che, nel giorno in cui Glass dichiara si sia tenuta la conferenza, la lobby era chiusa.
Poco tempo dopo, inoltre, Lane trova le prove che Glass ha ideato il sito web dell'inesistente Jukt Micronics, ha creato falsi biglietti da visita e ha convinto suo fratello Michael a chiamare Lane fingendosi George Sims. L'intero articolo Hack Heaven è stato inventato di sana pianta. Stephen Glass viene dunque licenziato.
Ma qualcosa ancora non torna a Charles Lane. Indaga su un altro articolo scritto da Glass e capisce che anche questo è stato inventato. Conduce allora un'indagine interna, dalla quale emerge infine che, dei 41 articoli scritti da Stephen Glass per New Republic, almeno 27 sono stati inventati, in tutto o in parte.
Una pagina nera del giornalismo americano, che qualche anno dopo trova la sua via sul grande schermo.


La storia dell'ascesa e caduta di Stephen Glass viene descritta dal giornalista Harry Gerard Bissinger in un articolo che compare su Vanity Fair nel settembre 1998. Tale articolo viene opzionato l'anno successivo da Craig Baumgarten e Gaye Hirsch, della rete televisiva HBO, per ricavarne un film originale da trasmettere sulla TV via cavo. Per scrivere la sceneggiatura viene contattato Billy Ray.
Vi è tuttavia, nel periodo in cui lo scrittore è impegnato nella stesura, un cambio ai vertici della rete televisiva, cosicché, quando la sceneggiatura viene consegnata, il film televisivo su Stephen Glass non rientra più tra le priorità.
Il progetto rimane nel limbo per circa un paio d'anni, fino a quando la Cruise/Wagner Productions acquisisce la sceneggiatura dalla HBO e la sottopone alla Lionsgate, che si dimostra interessata. Billy Ray, che vi tiene molto, chiede e ottiene di poter essere anche il regista: è il suo debutto dietro la macchina da presa.
Billy Ray ne approfitta per compiere anche una piccola revisione alla sceneggiatura, incentrandola maggiormente sul personaggio di Charles Lane. A tal proposito, conduce delle interviste con tutte le persone chiave coinvolte nella vicenda. Prova anche a contattare Stephen Glass tramite i suoi avvocati, ma l'incontro non avviene.
Per evitare problemi legali, Ray deve sottoporre la sceneggiatura agli avvocati della Lionsgate, specificando la fonte di ogni passaggio e ogni dialogo.
Per il ruolo di Stephen Glass, viene scelto Hayden Christensen. Scelta curiosa se si pensa che, nell'articolo di Vanity Fair, descrivendo il suo periodo iniziale in redazione come verificatore di fonti, Bissinger definisce Glass il "Darth Vader dei dettagli".
Le riprese si tengono a Bethesda, Montreal, Los Angeles e Washington tra l'estate e l'autunno del 2002. In fase di montaggio finale, Billy Ray sente che manca un epilogo appropriato e così chiede e ottiene dei fondi aggiuntivi per dirigere una scena in cui Christensen/Glass si rivolge a un'immaginaria classe di studenti.
L'Inventore Di Favole (Shattered Glass) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 31 ottobre 2003. A fronte di un budget di circa 6 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare a livello internazionale poco meno di 3 milioni di dollari. Purtroppo il pubblico non premia questo film.
E Stephen Glass? Dopo aver abbandonato il mondo del giornalismo e aver pubblicato un romanzo intitolato The Fabulist (una sorta di sua autobiografia), sparisce per qualche anno dalle scene, riemergendone quando tenta di perseguire una carriera nel campo legale in California.
Pur lavorando come paralegale per uno studio, gli viene impedito di esercitare la professione di avvocato nei tribunali, poiché secondo la Corte Suprema non offre sufficienti garanzie di affidabilità. Un'ulteriore indagine, condotta durante la sua richiesta di approvazione come legale, porta alla conclusione che Glass abbia falsificato - in tutto o in parte - 42 articoli per le varie riviste con cui ha collaborato tra il 1996 e il 1998.
Chissà se un giorno Stephen Glass diverrà protagonista di un'altra storia.

3 commenti:

  1. Che mito! Sostanzialmente ha solo estremizzato quello che tanti giornalisti fanno nella realtà, ogni giorno!
    Non conoscevo questo film, forse davvero fu poco pubblicizzato all'epoca (mi spiace sia stato un flop). Ma lo recupererò perché la trama è intrigante :)

    Moz-

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