Può accadere che vediamo pellicole, di produzione americana, basate su fatti realmente accaduti modificati a uso e consumo della macchina cinematografica, per pensare alla fine:"Queste cose solo negli Stati Uniti possono accadere".
Si potrebbe dunque pensare che la storia di un ingegnere che costruisce un'isola artificiale, la dichiara una nazione indipendente ed entra per questo in conflitto col proprio Stato sia qualcosa di prettamente americano. E invece no, tutto quello che segue è accaduto in Italia.
Una pagina un tempo poco nota del secondo dopoguerra e dell'era del boom economico riemerge in L'Incredibile Storia dell'Isola delle Rose, diretto da Sydney Sibilia, scritto da Sydney Sibilia e Francesca Manieri e distribuito su Netflix a partire dal 9 dicembre 2020.
Giorgio Rosa (Elio Germano) è un ingegnere pieno di inventiva e al tempo stesso uno spirito libero, insofferente delle troppe regole che limitano la capacità espressiva di una persona.
Dopo essersi separato dalla fidanzata Gabriella (Matilda De Angelis), Giorgio Rosa ha l'idea di creare - fuori dalle acque territoriali italiane - una piattaforma che funga da isola artificiale, dove dunque non sussistano regole di alcun tipo e possa vivere libero.
A lui si uniscono ben presto altre persone, animate dallo stesso desiderio, e in principio l'isola sembra nulla più che una divertente e insolita attrazione turistica. Ma quando quest'Isola delle Rose chiede ufficialmente alle Nazioni Unite lo status di nazione indipendente, Giorgio Rosa entrerà in conflitto con quel tremendo nemico che ha nome Democrazia Cristiana.
Certe storie sono così surreali che si fa fatica a credere siano davvero accadute, e spesso quando si fa questo pensiero non si tiene conto del contesto storico e sociale in cui suddette storie si sono svolte.
La breve epopea dell'Isola delle Rose, durata poco più di un mese da quando ha richiesto lo status di indipendenza, è anche figlia di quel preciso periodo della storia italiana. La Seconda Guerra Mondiale era ormai alle spalle, una nuova generazione era emersa sulla scena, con nuove idee (che in quell'anno esplosero con le rivolte studentesche) che non incontravano il gusto della precedente generazione e vi era un generale benessere economico che permetteva un tenore di vita migliore.
Ovviamente c'erano molte ombre dietro questo scenario da fiaba e la pellicola riesce a catturare tutte queste sfumature, altrettanto ovviamente modificando la storia e gli eventi reali per renderli più appetibili da un punto di vista cinematografico (anche se le cose più incredibili sono davvero accadute, compresa alla data odierna l'unica "dichiarazione di guerra" - molto sui generis - compiuta dallo stato italiano nel dopoguerra).
Il peana di libertà e inventiva di Giorgio Rosa mal si concilia col sentore della politica e della chiesa di stampo conservatrice dell'epoca... questi due organi lo sono sempre stati, dopotutto, a seconda della convenienza.
Luca Zingaretti e soprattutto Francesco Bentivoglio creano dei perfetti "villain", nel ruolo di alcuni storici rappresentanti della Democrazia Cristiana, la forza di maggioranza dell'epoca, di persone che non hanno capito di essere ormai fuori dalla realtà, ma rimangono disperatamente aggrappate al potere distruggendo quel buono che la società italiana aveva creato fino a quel momento.
Dopo la trilogia "americana" di Smetto Quando Voglio e prima di Mixed By Erry, Sydney Sibilia ricrea un'altra piccola pagina della storia italiana poco conosciuta. Quegli eventi per cui qualcuno potrebbe dire:"Solo negli Stati Uniti sarebbero potuti accadere".
E invece no, la società italiana è di certo piena di queste piccole storie di coraggio, di libertà e volontà che sono andate a scontrarsi contro lo status quo. Anche se in questi casi è difficile che vinca lo sfavorito, ricordare e approfondire certi eventi potrebbe allargare gli orizzonti e ridurre i confini, di spazio e mentali, che albergano nelle menti umane.