Le cronache finanziarie e anche giudiziarie di questi ultimi anni hanno parlato anche delle difficoltà di alcune banche, causa per certi versi di varie crisi economiche, nonché di scelte aziendali errate. Scelte che però si riverberano sui clienti delle banche, che sono perlopiù consumatori, esponenti del ceto medio.
Crisi che hanno coinvolto banche di questi ultimi anni hanno riguardato il Monte dei Paschi di Siena, molto "chiacchierato" a livello mediatico, e la Banca Popolare di Vicenza, la quale invece ha proprio chiuso i battenti.
Da queste premesse parte Cento Domeniche, diretto da Antonio Albanese, scritto da Antonio Albanese e Piero Guerrera e distribuito nei cinema nel novembre 2023.
Antonio Riva (Antonio Albanese) è un umile e onesto operaio, separato, tornitore che deve andare in pensionamento anticipato per evitare guai di natura fiscale all'azienda per cui lavora.
La sua vita si ripete costante giorno dopo giorno: la partita a bocce con gli amici, l'accudire la madre malata e una relazione extraconiugale che prova invano a tenere segreta.
Questo cambia quando la figlia Emilia (Liliana Bottone) gli annuncia che si sposerà. Antonio è un uomo di vecchio stampo e vuole pagare lui tutte le spese per il matrimonio. La spesa che si prospetta però è ingente e così si reca a chiedere un prestito alla banca presso cui è cliente da sempre.
Qui, con abili parole e lusinghe, un consulente lo convince a sottoscrivere un acquisto di azioni a tutela del capitale. Ma iniziano a circolare poi strane voci: che la banca sia in difficoltà e queste siano manovre per capitalizzare sui conti dei clienti. Antonio non crede a queste voci, ma ben presto avrà modo di ricredersi.
Si può ben notare come questo sia un progetto a cui l'attore Antonio Albanese crede molto. Non solo ne é l'interprete protagonista, ma ha anche curato la regia e scritto la sceneggiatura, la prima per lui di stampo drammatico.
Ovviamente la pellicola vuole puntare i riflettori sul tema delle speculazioni bancarie ai danni dei consumatori, carpendo la loro fiducia. Problematica che ha messo in gravi difficoltà economiche molte famiglie e a cui il film è dedicato, come si legge in una dedica alla fine, e si evince anche dal titolo, che sottolinea un aspetto forse ai più ignoto che riguarda le famiglie appartenenti al ceto medio.
Partendo da questa tematica, tuttavia, l'attore descrive in maniera abile e magistrale la discesa all'inferno di un uomo umile e onesto. Un uomo umile e onesto, anche ingenuo ci mancherebbe, che lentamente vede crollare tutte le proprie certezze, di cui la banca presso cui è cliente da decenni rappresenta una delle fondamenta.
Tutti quei valori su cui il protagonista ha fondato la propria vita a uno a uno crollano, portandolo a uno scenario di depressione e rabbia descritto - seppur in termini cinematografici - in maniera non banale, soprattutto per quella che è la progressiva fase di alienazione dalla famiglia e dagli amici.
Antonio Albanese sottolinea tale discesa all'inferno con la sua recitazione, non solo vocale, ma anche col tremito delle mani, con i suoi sguardi che progressivamente perdono la luce iniziale, fino a spegnersi. Insomma, davvero un'ottima prova che questo progetto personale ha portato.
Qualcosa che di certo è difficile possa lasciare indifferenti. Perché è vero che è una tematica che non riguarda tutti noi, ma è al tempo stesso un argomento per cui dovremmo quantomeno essere sensibili e a conoscenza.
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