venerdì 29 agosto 2025

Fabolous Stack of Comics: Max Fridman - No Pasarán


Non esiste pace per l'ex spia Max Fridman, personaggio creato da Vittorio Giardino, il quale non riesce ad allontanarsi da quel mondo corrotto a cui anche lui è appartenuto in passato e da cui sta cercando di prendere il più possibile le distanze. Ma quel mondo non ha ancora finito con lui.
Già per ben due volte, suo malgrado, Max Fridman è stato coinvolto in faccende spionistiche che anticipavano l'avvento della Seconda Guerra Mondiale, una prima volta in Rapsodia Ungherese e una seconda volta in La Porta d'Oriente.
Mentre il 1939 e un fatal giorno di settembre si avvicinano, Max Fridman vive una terza avventura dai toni molto drammatici in No Pasarán, una storia in tre parti pubblicata dal 2000 al 2008.
Autunno del 1938: Mentre in Spagna sta infuriando la Guerra Civile, Max Fridman viene raggiunto a Ginevra dalla moglie di un suo caro amico che abita in quella nazione, Guido Treves, il quale è scomparso da alcune settimane e non se ne ha più alcuna notizia.
Tutto lascia presupporre che Treves sia una delle tante vittime del conflitto in corso, ma dopo qualche esitazione la moglie di Treves riesce a convincere Max Fridman a indagare sul caso, visto che le autorità locali non intendono collaborare.
L'ex spia, dunque, fingendosi un giornalista, si reca nella nazione dilaniata dalla guerra e per venire a capo del mistero dovrà spingersi fin nel cuore delle battaglie e anche venire a patti con una parte del proprio passato, avendo lui stesso combattuto sul fronte della guerra civile spagnola alcuni anni prima.
Pur partendo dagli stessi presupposti delle prime due storie, ovvero Max Fridman viene convolto suo malgrado in una faccenda a sfondo spionistico, questo terzo capitolo presenta anche delle differenze.
Innanzitutto, se prima Fridman cercava di non farsi coinvolgere dagli eventi, tentando in ogni modo di sfuggirvi, qui dopo qualche esitazione si dedica con tutte le sue energie alla ricerca dell'amico scomparso, anche quando le speranze sembrano essere poche e mettendo a repentaglio la propria vita.
Il che ci porta al secondo, peculiare aspetto di questa storia. Dapprima il passato di Max Fridman si è rivelato molto fumoso, vi è appena stato qualche accenno e nulla più. Qui invece un tassello molto importante del suo passato viene alla luce.
Un tassello, la sua partecipazione come soldato alla Guerra Civile Spagnola dalla parte delle forze della Repubblica, che contribuisce non solo a rivelarci questi inediti particolari, ma anche a meglio inquadrare il personaggio - non che prima non fosse ben definito, sia chiaro - e come mai lui abbia già intuito dove stia andando a parare l'Europa e per questo cerca di sottrarvisi rifugiandosi in Svizzera, un paese neutrale.
La scomparsa dell'amico, che gli è stato accanto in quegli anni difficili, sembra quasi simboleggiare la scomparsa di ogni possibile appiglio di normalità, di possibilità di una vita lontano dall'orrore.
Rispetto alle precedenti due storie, questo è di sicuro il racconto più cupo visto finora, che sembra proprio non lasciare alcuno spazio alla speranza. Il 1938 si conclude e, mentre Max Fridman trova un momento di gioia partecipando al saggio di danza della figlia, il mondo si appresta a vivere un tremendo, universale dolore.

venerdì 15 agosto 2025

Italians do it better? 59: Odio L'Estate (2020)


Per quanto oggi le cose siano molto cambiate rispetto al passato anche recente, il mese di agosto è sempre stato e rimane quello dove milioni di italiani si recano nelle località di villeggiatura per godersi delle meritate (o meno che siano) vacanze.
Tempo di relax, di divertimento, ma già che si è lontani dal caos della società e della città anche di riflessioni. Non è certo la prima volta che il cinema italiano indirizza la propria attenzione verso delle famiglie in vacanza, ma il tema rimane sempre attuale nonostante il passare dei decenni.
Giunge così Odio L'Estate, diretto da Massimo Venier, scritto da Massimo Venier, Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Davide Lantieri e Michele Pellegrini e distribuito nei cinema nel gennaio 2020.
Tre famiglie milanesi della medio-borghesia italiana si recano nella stessa località di villeggiatura. Aldo Baglio è un apparente uomo pigro pieno di buon cuore e voglia di vivere, Giovanni Storti è un commerciante disilluso ed eccessivamente puntiglioso, Giacomo Poretti un rinomato dentista distaccato dalla sua famiglia.
Tre personalità che non potrebbero essere più differenti e che, per un errore dell'agenzia di viaggio, si ritrovano a dover condividere la stessa abitazione. La convivenza in principio sarà difficoltosa, ma ben presto tra loro e le loro famiglie si stringerà un forte legame.
Tematiche davvero classiche e senza tempo, che continuano ad affascinare, dietro un titolo che rimanda a una canzone di Bruno Martino. Tre famiglie disfunzionali, le distanze di affetto tra le varie persone, le differenze di carattere e di visione della vita che trovano un punto d'incontro nella nascita di un'amicizia e nell'affrontare insieme alcune piccole o grandi problematiche lungo la via. Stavolta con gag al servizio di una storia piuttosto che il contrario (ma se le cose vengono fatte bene si possono accettare entrambe le opzioni).
La cornice in questo caso non è un road movie, anche se in certe parti lo ricorda, bensì forse il luogo più statico e movimentato al tempo stesso a cui si possa pensare: un'abitazione, e la spiaggia circostante, dove esistenze che non era previsto si incrociassero si incontrano, si scontrano e in certi casi trovano o ritrovano l'amore.
Quindi in apparenza un festival dei buoni sentimenti. E invece non del tutto, perché il trio comico - come ha fatto soprattutto nei primi due film - lascia infine una piccola vena di malinconia. Quella malinconia che fa ridere a denti stretti, che ti ricorda che esistono certe avversità che non si possono superare.
Potremmo vederla come una sorta di maturità, anche. Di una visione della vita differente - che arriva una volta superati i cinquant'anni - che ti coglie e che non tieni in considerazione quando ne hai trenta. Come detto, le cose risultano molto cambiate rispetto al passato.

giovedì 24 luglio 2025

Libri a caso: L'Ombra Cinese


Un delitto può accadere in molti luoghi, in spazi ristretti come ampi, quali ad esempio le brughiere o una località di villeggiatura.
Ma un delitto, che è faccenda umana, può verificarsi anche in quello che è il luogo dove un gran numero di esseri umani è presente in uno spazio limitato, ovvero il condominio. Luogo dove si concentrano anche le disgrazie e le miserie umane. Come raccontato da Georges Simenon in L'Ombra Cinese (L'Ombre Chinoise), pubblicato nel 1932.
In un condominio situato a Place des Vosges a Parigi viene ucciso l'imprenditore di prodotti farmacologici Raymond Couchet, probabile vittima di una rapina finita male. Chiamato dalla portiera dello stabile, il Commssario Maigret inizia a indagare sul caso, scoprendo in realtà un diverso scenario.
Per quanto riservato e rispettato da tutti, infatti, Raymond Couchet aveva una vita turbolenta che coinvolgeva una ex moglie, la compagna attuale e un'amante con cui si intratteneva spesso e volentieri. Inoltre dal primo matrimonio aveva avuto un figlio, spiantato, scansafatiche e che gli chiedeva sempre soldi. Tutte persone che ruotano in una giostra di emozioni, tradimenti e avversità di cui Maigret deve riuscire a venire a capo.
Dante Alighieri concepì l'Inferno come una serie di gironi strutturati in più cerchi dove i dannati vengono puniti a seconda del peccato da loro commesso. E il condominio che appare in questa storia sembra proprio un'estensione di questi gironi infernali.
Persone infelici, gente semiinferma di mente rinchiusa in casa, povertà diffusa per alcuni condomini, malelingue e malcelate invidie. Comportamenti dell'animo umano che rimangono costanti nel tempo e che portano a delle tragiche conseguenze.
Sostanzialmente buona parte dell'azione del libro si svolge in questo spazio, sottolineata da lunghi dialoghi tra Maigret e gli abitanti dello stabile. Il Commissario non è certo il divin poeta e non si limita solo a osservare, ma interviene in maniera diretta e compie quel cammino che lo porta metaforicamente a riveder le stelle, ovvero a risolvere il mistero.
Sappiamo bene oramai come Maigret più va avanti nella ricerca della verità più diventa insofferente verso certe bassezze dell'animo umano, pronto a far di tutto - persino a uccidere - pur di garantirsi un tornaconto personale.
Ma forse, pur avendo visto finora solo poco più di dieci romanzi con protagonista il Commissario di Parigi, mai vi è stato finale più amaro di quello presente in questo libro, che convince Maigret a trovare sollievo presso i suoi affetti più cari.
Laddove non esiste viltà, avidità e menzogna. Un piccolo purgatorio tramite cui Maigret riesce a fuggire da un inferno composto da quattro mura.

domenica 13 luglio 2025

A scuola di cinema: La Scelta di Sophie (1982)

1979: Viene pubblicato il romanzo La Scelta di Sophie (Sophie's Choice), scritto da William Styron.
La storia si svolge qualche tempo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Stingo, un giovane e aspirante scrittore rimasto senza lavoro, si trasferisce in una pensione di Brooklyn, dove spera di scrivere il libro che lo renderà famoso.
Qui conosce altri due inquilini: Sophie Zawistowska, una sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz, e Nathan Landau, un autoproclamatosi genio che afferma di lavorare per una compagnia farmaceutica, ma che in realtà è un paranoico e schizofrenico, oltre a far abuso di farmaci. I due stanno insieme, ma la loro relazione è molto complicata a causa del comportamento imprevedibile di lui e dei suoi scatti d'ira e di gelosia.
Col passare del tempo, Stingo fa amicizia con Sophie e apprende del suo tragico passato, che lo ha portata a essere imprigionata nel campo di concentramento di Auschwitz dove per qualche tempo è stata la stenografa personale di Rudolf Hess. Cercando di sfruttare questo legame, Sophie ha provato a far uscire suo figlio dal campo, ma invano.
Tuttavia il ricordo più drammatico è legato a quando Sophie giunse al campo di concentramento coi suoi due figli e venne costretta da un medico a compiere la scelta, scegliere chi dei suoi due figli dovesse sacrificare.
Stingo si innamora di Sophie e vorrebbe fuggire con lei, ma i tremendi ricordi del suo passato la perseguitano e, complice anche il comportamento autodistruttivo di Nathan Landau, decide infine di suicidarsi insieme al suo compagno ingerendo del cianuro.
Pochi anni dopo, il romanzo diviene il soggetto di un adattamento cinematografico.


I diritti cinematografici sull'opera di William Styron vengono opzionati, poco dopo la sua pubblicazione, da Alan Pakula grazie a un investimento di Keith Barish, un imprenditore che ha esordito da poco come produttore cinematografico. Al progetto partecipa anche Martin Starger della Incorporated Television Company (ITC).
Per la regia viene contattato Mike Nichols, ma costui non è interessato. Gli viene proposto allora di dividere le riprese: lui si occuperebbe di quelle ambientate a New York, mentre Milos Forman - un suo caro amico - di quelle ambientate nel passato. Ma anche questo approccio non risulta efficace.
Alan Pakula riceve allora l'incarico sia come sceneggiatore che come regista del film, completando una prima bozza nel 1980. Costui ha in mente in principio per le parti principali di farle interpretare a tre attori poco noti al pubblico, ma capisce ben presto che occorre almeno una star di rilievo.
Per il ruolo di Sophie, dunque, il regista prende in considerazione Liv Ullmann. Tuttavia ,vi è un'altra attrice molto interessata a ottenere questa parte ed è Meryl Streep.
Costei è venuta in possesso di una copia della prima bozza di sceneggiatura tramite un suo amico della Yale Drama School e desidera ardentemente ottenere questo ruolo. Facendo presente il suo interesse, Pakula le offre la parte nell'estate del 1980, ma lei - impegnata con le riprese di La Donna del Tenente Francese (The French Lieutenant's Woman) - attende che la sceneggiatura venga completata.
Quando questo avviene, la scelta finale per la protagonista è limitata a due attrice: una di esse è Meryl Streep, appunto, mentre la seconda è Magdaléna Vášáryová. Meryl Streep continua a dimostrare il suo fervente desiderio di ottenere la parte, tanto da giungere - così si dice almeno, ma non sarebbe molto nelle sue corde - a richiedere ad Alan Pakula di ottenere l'incarico mettendosi in ginocchio davanti a lui e implorandolo in tal senso.
Alla fine comunque la parte le viene assegnata. In preparazione, l'attrice per alcuni mesi apprende come parlare in lingua tedesca e come avere un credibile accento polacco, raggiungendo livelli di fluidità eccezionali in entrambi i casi.
Per il ruolo di Nathan Landau, Alan Pakula è rimasto favorevolmente impressionato da Kevin Kline, che ha ammirato in una rappresentazione teatrale de I Pirati di Penzance (The Pirates of Penzance). Kevin Kline ha anche contribuito alle riprese cinematografiche di questo musical, che però viene distribuito solo in un secondo momento. Questa pellicola rappresenta dunque il suo debutto cinematografico.
La parte di Stingo viene affidata a Peter MacNicol, che prevale su circa cinquanta altri attori, tra cui Timothy Hutton.
Le riprese iniziano in via ufficiale il primo marzo 1982, tenendosi a New York e a Zagabria, in Yugoslavia (l'attuale Croazia) per le scene ambientate nel passato.
In principio l'intento è di effettuare le riprese direttamente in Polonia e presso il campo di Auschwitz, ma l'instabilità politica dell'epoca della nazione polacca (si era nel pieno svolgimento delle lotte sindacali contro il governo comunista) costringe la produzione a prendere una differente decisione.
Per le scene ambientate nel campo di concentramento di Auschwitz viene richiesto a Meryl Streep di perdere alcuni chili.
La scena più difficile da girare per Meryl Streep si rivela, inevitabilmente, quella della scelta. L'attrice infatti è divenuta da poco tempo madre di un bambino, Henry, primogenito del matrimonio con lo scultore Don Gummer, e - anche se in senso più lato - ha perso tre anni prima il primo compagno, John Cazale, a causa di una grave malattia.
Meryl Streep effettua questa scena una sola volta e si rifiuta di rigirarla, anche solo in parte, ritenendola troppo forte e devastante a livello emotivo. Inoltre, si rifiuta di rivederla, anche negli anni successivi, rimanendo sempre turbata quelle volte in cui suddetta scena viene trasmessa in un programma televisivo in cui lei è ospite.
Le riprese si concludono il primo giugno 1982.
La Scelta di Sophie (Sophie's Choice) viene distribuito nei cinema americani a partire dall'otto dicembre 1982. A fronte di un budget di 12 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare 30 milioni di dollari.
Per la sua interpretazione, Meryl Streep si aggiudica il secondo Oscar della sua carriera, nella categoria miglior attrice, dopo quello ottenuto per Kramer Contro Kramer (Kramer vs. Kramer). Alla cerimonia di premiazione, l'attrice ritira il premio incinta di cinque mesi della secondogenita, Mamie.
Dovranno poi passare altri ventinove anni perché l'attrice ottenga questo riconoscimento per la terza volta... ma questa è un'altra storia.

sabato 12 luglio 2025

A scuola di cinema: Shanghai Surprise (1986)

Gennaio 1985: Sul set del video di Material Girl, la cantante Madonna Louise Ciccone, già lanciata verso la via del successo, conosce l'attore Sean Penn, il quale ha già alle proprie spalle una buona carriera cinematografica e svariati film interpretati, nonostante la sua giovane età (non essendo ancora un venticinquenne).
Tra i due scocca la classica scintilla e qualche mese dopo, il 16 agosto 1985, lo stesso giorno in cui la cantante compie gli anni, si sposano per la gioia anche dei paparazzi (meno per Sean Penn in questo specifico caso, essendo spesso soggetto a scatti d'ira appena li vede avvicinarsi). Madonna dedica anche il suo nuovo album, e la canzone che vi dà il titolo, True Blue, all'attore, definendolo la persona più straordinaria dell'universo.
Il cinema ha sempre amato le coppie nella vita che approdano anche sul grande schermo. Gli esempi già per l'epoca sono tanti tra cui Humphrey Bogart e Lauren Bacall, Spencer Tracy e Katherine Hepburn, Paul Newman e Joanne Woodward. Quindi perché non cercare di capitalizzare anche su questa ulteriore coppia di sposi novelli?
Marito e moglie al centro della scena, un progetto cinematografico incentrato proprio su questo. Che cosa potrebbe andare mai storto?


La base del film è un romanzo pubblicato sempre nel 1985, Faraday's Flowers, scritto da Tony Kenrick. La storia si incentra su un commerciante di nome Glen Wasey, ridotto sul lastrico e bloccato in Cina in quanto impossibilitato a tornare a casa. Accetta così la proposta della missionaria Miss Tatlock di ritrovare un carico d'oppio destinato ai soldati rimasti feriti (i fiori di Faraday del titolo) che sta per essere modificato in morfina e di cui vogliono impossessarsi molte altre persone. con intenti meno nobili
La sceneggiatura viene scritta da John Kohn e Robert Bentley, mentre la regia viene affidata a Jim Goddard, specializzato perlopiù in produzioni televisive, seppur di buon livello. La pellicola viene prodotta dalla HandMade Films, uno dei cui soci fondatori è George Harrison.
Costui, dopo lo scioglimento dei Beatles, pur continuando con la propria carriera musicale si lancia anche in questa nuova avventura e la società da lui fondata può già vantare produzioni significative come i film dei Monty Python, I Banditi del Tempo (Time Bandits) e Mona Lisa.
In preparazione alle riprese, Sean Penn studia per circa un mese il Mandarino, con lezioni di due ore al giorno.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 20 gennaio 1986, tenendosi in un primo momento a Macao e Hong Kong. Superfluo dire che i problemi non tardano ad arrivare.
I fotografi non si lasciano ovviamente sfuggire la possibilità di fotografare la coppia di sposi novelli sul set del film e già al secondo giorno brulicano attorno ai luoghi delle riprese, suscitando in poco tempo l'ira di Sean Penn, che ha alcuni scontri verbali con loro. Come risultato l'attore chiede e ottiene che l'addetto stampa Chris Nixon venga licenziato.
Oltre a questo vi è la presenza di ratti vicino e sotto i camper dove dimorano gli attori e si registrano alcuni casi di avvelenamento lieve da cibo nella troupe. Ben presto, inoltre, Madonna e Sean Penn iniziano a distanziarsi dal resto della troupe, rimanendo il più possibile chiusi nei loro alloggi, cosa che contribuisce ad alimentare ancor di più la tensione.
Dopo quattro settimane, a cercare di risolvere la situazione interviene George Harrison in persona che - capendo come la problematica dei paparazzi sia sostanzialmente irrisolvibile e il resto certo non aiuti - fa trasferire la produzione a Londra in set chiusi per il resto della lavorazione, per risolvere la cosa alla radice.
Lo stress derivante da quest'esperienza e il fatto di dover trattare con due personalità non semplici quale quelle di Sean Penn e Madonna, fanno sì che il musicista e produttore riprenda a fumare, anni dopo che aveva smesso. George Harrison, comunque, scrive cinque canzoni della colonna sonora del film e ha anche un cameo come cantante di un nightclub.
La pellicola viene proposta alla Metro-Goldwyn-Mayer, che opera una consistente serie di tagli rifiutando la director's cut. Jim Goddard propone allora il film ad altre case di produzione, ma nessuna di esse è interessata. E così la Metro-Goldwyn-Mayer rimane l'unica opzione disponibile.
Sean Penn e Madonna, intuendo il disastro che si sta profilando, tentano vanamente di prendere le distanze dalla pellicola, ad esempio cercando di non far inserire delle loro foto in una ristampa del libro di riferimento.
Shanghai Surprise viene distribuito nei cinema americani a partire dal 29 agosto 1986. A fronte di un budget di 17 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare poco più di 2 milioni di dollari.
Non è per questo flop, comunque, che il matrimonio tra Sean Penn e Madonna naufraga. Di certo non avrà aiutato, ma le relazioni finiscono per motivazioni molto più importanti. A quanto sembra i litigi verbali sono quasi all'ordine del giorno nella loro vita di coppia e, nel dicembre 1987, la cantante presenta domanda di divorzio, salvo ripensarci un paio di settimane dopo e ritirare il tutto.
Ma è solo un inevitabile rinvio e, nel gennaio 1989, la domanda di divorzio viene ripresentata e accettata. Nonostante i grandi rancori che portano eventi del genere, i due col tempo rimangono in buoni rapporti, tanto che Madonna difende qualche tempo dopo Sean Penn dalle accuse per cui avrebbe usato crudeltà psicologica e violenza fisica nei suoi confronti.
Alla casa di produzione di George Harrison non va meglio. Anche in questo caso Shanghai Surprise non è l'unica causa, ma di sicuro contribuisce. Dopo alcuni altri flop e debiti rimasti insoluti, la Handmade Films si ritrova sull'orlo della bancarotta, con strascichi personali e legali anche non piacevoli che vedono George Harrison sporgere denuncia per frode nei confronti dell'altro socio fondatore, Denis O'Brien.
La compagnia cessa dunque le proprie attività nel 1991, venendo rilevata cinque anni dopo da un gruppo industriale del tutto nuovo.
Nonostante il fallimento di questo progetto, le carriere artistiche sia di Madonna che di Sean Penn proseguono, anche nel campo cinematografico per quanto riguarda la cantante... ma questa è un'altra storia.

venerdì 11 luglio 2025

Netflix Original 184: Enola Holmes 2


Il mondo di Sherlock Holmes, che pare così confinato e ristretto nel tempo e nello spazio, in realtà dopo la morte di Arthur Conan Doyle si è di molto ampliato. Tanto da arrivare a inserire tematiche horror e sovrannaturali, viaggi in altre nazioni e... parenti prossimi.
Ora se già sapevamo di Mycroft, con Enola Holmes abbiamo appreso anche dell'esistenza di una sorella minore, protagonista di una serie di libri scritti da Nancy Springer che sono stati poi adattati sotto forma di lungometraggi.
Il secondo di essi è Enola Holmes 2, diretto da Harry Bradbeer, scritto da Jack Thorne e distribuito su Netflix a partire dal 4 novembre 2022.
Dopo la brillante risoluzione del suo primo caso, Enola Holmes (Millie Bobby Brown) prova a seguire le orme del celebre fratello e apre un'agenzia investigativa. Ma il fatto che sia una giovane donna non l'aiuta a trovare dei clienti.
Quando l'agenzia sta ormai per chiudere i battenti, Enola riceve la visita di una ragazza che le chiede di ritrovare la sorella scomparsa, Sarah Chapman, la quale lavorava in una fabbrica che produce fiammiferi.
Enola inizia così a indagare, mettendosi subito contro sia la polizia che alcuni ricchi industriali che vogliono coprire i loro segreti e incrociando di nuovo la strada col fratello Sherlock (Henry Cavill) e lord Tewkesbury (Louis Partridge), nonché affrontando una celebre nemesi.
Credo si possano vedere queste due pellicole come, pur facendo ognuna storia a sé, una sorta di unicum diviso in due capitoli, una sorta di saga che procede ampliando il mondo della protagonista, prima confinato solo alla sua casa di campagna.
Ci ritroviamo dunque in una Londra e in un'era vittoriana che non sono strettamente quelle storiche o di cui abbiamo appreso nei libri, come non lo erano nemmeno quelle presenti nei racconti e romanzi di Arthur Conan Doyle. Un mondo che la protagonista in principio non conosceva e di cui sta imparando sempre più a prendere le misure.
Chiaramente, metafora abbastanza evidente tenendo conto del periodo storico rappresentato, un mondo dominato dagli uomini e in cui le donne vengono messe in secondo piano. Vediamo quindi le donne, non solo Enola Holmes, tentare di ribellarsi a questo mondo.
Prendendo dunque spunto da un vero fatto storico, una vera ribellione contro questo mondo, lo sciopero delle fiammiferaie del 1888 capeggiato da Sarah Chapman contro le condizioni lavorative schiavistiche a cui le donne erano sottoposte e i casi di avvelenamento verificatisi, l'universo di Enola Holmes si amplia ancor di più e lei quel mondo impara sempre più a padroneggiarlo.
Non necessariamente andando contro tutti gli uomini, poiché Enola Holmes sa che esistono figure positive, così come anche figure negative femminili che - pur partendo da un legittimo risentimento - utilizzano poi mezzi criminali per affermarsi, come nel caso della nemesi "rivisitata" a uso e consumo di questa saga.
Forse ne prenderà ancor di più le misure nel capitolo successivo, dopotutto la saga è ancora al suo inizio e c'è ancora molto da scoprire su questo mondo e su Enola Holmes.