lunedì 10 novembre 2025

Fabolous Stack of Comics: Berserk - Zodd l'Immortale


Dopo aver iniziato a esplorare il passato di Gatsu (e di Grifis) in L'Età dell'Oro, l'epopea di Berserk di Kentarō Miura continua - sempre proiettata negli eventi che hanno segnato i protagonisti nel presente - con Zodd l'Immortale, pubblicato sulla rivista Young Animal nel 1993.
Sono passati tre anni dalla precedente saga e sia Gatsu che Grifis sono entrati nella maggiore età. Inoltre, l'esercito mercenario dei Falchi continua a mietere successi sui campi di battaglia aumentando il proprio prestigio e facendo conseguire a Grifis onori sempre maggiori, nonostante la giovane età.
A Gatsu, invece, gli onori non interessano ed è sempre in prima linea sul campo. Molti dei componenti dei Falchi lo vedono come un modello di eroismo e abnegazione da seguire, altri invece provano un profondo senso di rancore e invidia, laddove invece Caska continua a provare sensazioni miste nei suoi confronti. Ma nemmeno Gatsu può essere preparato alla nuova minaccia che deve affrontare.
Per conquistare un castello, l'ultima difesa è una creatura sovrannaturale chiamata Zodd l'Immortale. Afferma di vivere da trecento anni, ha un aspetto taurino e guarisce miracolosamente da ogni ferita, anche le più gravi e letali. Che Gatsu abbia infine trovato l'unico avversario che non è in grado di sconfiggere?
C'è un dettaglio che forse non si era notato in principio e che qui diventa evidente. Mentre leggevamo delle gesta nel presente di Gatsu, appariva ben chiaro come costui fosse un combattente navigato, con capacità ai limiti dell'umano. Ma era chiaro anche che era ben a conoscenza dei pericoli derivanti dalla magia e dalle minacce di natura sovrannaturale.
Il giovane Gatsu del passato, invece, pur avendo già affrontato sanguinarie battaglie, non aveva finora incontrato un nemico come Zodd, personificazione stessa dell'ignoto. Cosa che lo porta a provare dubbi, ad esitare, e in più di un'occasione anche a provare paura per la sua stessa vita, sensazione che il Gatsu del presente - che già conosce i Cinque della Mano di Dio - sembra aver messo da parte.
Paradossalmente ne esce un ritratto più umano di questo personaggio, cosa che contribuisce ad alimentare il senso di straniamento riscontrato quando compare sulla scena per la prima volta senza provare alcun senso di empatia e porta a chiedersi cosa mai sia accaduto che lo abbia portato ad avere un simile atteggiamento.
Pur essendo una saga più breve rispetto alle precedenti, dunque, e sostanzialmente caratterizzata solo dalla battaglia tra Gatsu e Zodd, non è da ritenersi meno importante. Per la prima volta Gatsu apprende che il mondo crudele in cui vive è molto più sfaccettato e complicato di quanto non avesse immaginato, un'Era Hyboriana mediovale ancora più "sporca", ma rispetto a quando era al fianco di Gambino ha persone fidate al suo fianco.
O almeno così sembra. Quella che è la natura ambigua di Grifis, accennata nella saga precedente, non viene ancora esplorata, ma Zodd - che in quanto creatura magica possiede una diversa sensibilità rispetto agli esseri umani - la avverte chiaramente e lancia a Gatsu una sinistra profezia.
Due mondi in collisione nel presente si sono appena incontrati nel passato e si avverte aria di tempesta.

sabato 8 novembre 2025

Italians do it better? 62: Il Traditore (2019)


In merito ai delittuosi fatti di mafia avvenuti nel 1992, dove a seguito di due attentati perirono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sono già stati realizzati film e miniserie di un certo spessore.
Tuttavia c'è anche il rovescio della medaglia, ma non delle persone affiliate alla mafia o che la capeggiano (pur essendovi stati prodotti multimediali dedicati anche a loro), bensì di coloro che se ne sono allontanati. Arrivando poi a collaborare - su diversi livelli - con la giustizia.
I cosiddetti "pentiti" e il più celebre era Tommaso Buscetta, su cui è incentrato il film Il Traditore, diretto da Marco Bellocchio, scritto da Marco Bellocchio, Francesco La Licata, Francesco Piccolo, Ludovica Rampoldi e Valia Santella e distribuito nei cinema nel maggio 2019.
Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino) segue in maniera rigida e precisa il presunto codice d'onore della mafia, ma inizia a notare una deriva che parte dal volersi espandere nel traffico della droga e non si fa scrupolo a un utilizzo di eccessiva violenza ai danni anche di persone innocenti e bambini.
Temendo per la propria vita, Buscetta si nasconde in America Latina, ma viene ritrovato ed estradato in Italia dove - divenendo l'obiettivo numero uno di Totò Riina - decide di collaborare con la giustizia e rivelare ciò che sa al giudice Giovanni Falcone (Fausto Russo Alesi).
Inizia così la stagione dei pentiti e dei maxiprocessi, che sconvolgerà la società italiana dando vita a un'escalation di violenza di cui anche Tommaso Buscetta rischia di rimanere vittima.
Ci sono pagine di storia italiana che sono note, ma per cui più narrazioni possono non risultare ridondanti. Quella che è stata la stagione delle stragi del 1992 ha così segnato in profondità la società italiana che si può comprendere come mai vi siano molti aspetti da analizzare.
E se le vite degli eroi che hanno pagato con la vita hanno ricevuto la giusta attenzione, quelle dei "cattivi" o di coloro che sono stati dalla parte sbagliata... meritano di essere altrettanto analizzate? Ogni persona ha luci e ombre nel proprio animo, ma alcune persone possono risultare del tutto dominate dall'oscurità.
Dopodiché vi sono le sempre più presenti zone di grigio. Il film ha uno stile che mixa con abilità sia un certo stile documentaristico (alcune scene sono riprese da eventi registrati con le telecamere nei tribunali e quindi riprodotti il più fedelmente possibile) sia il linguaggio cinematografico, che non viene certo abbandonato, in quello che è ad esempio il complicato rapporto tra Buscetta e Falcone nel corso degli anni o il ritratto di Buscetta stesso, che cambia col tempo.
Favino effettua una sorta di trasfigurazione totale nel personaggio, arrivando ad imitarne il più possibile l'aspetto e ricreando la sua stessa voce. Lo stesso fa Luigi Lo Cascio, il quale interpreta con maestria un altro personaggio realmente esistito dopo Giuseppe Impastato: Salvatore Contorno. A dimostrazione che dietro c'è stato un attento studio delle personalità e delle prove documentali.
Ne emergono pagine nere e oscure della storia italiana degli anni '70 e '80 del ventesimo secolo, quei due decenni che si è giunti quasi a mitizzare per la loro carica di libertà e passione, ma che in sé nascondevano anche degli aspetti critici che si faceva finta di non vedere, soprattutto ai più alti livelli del potere.
Si potrebbe pensare che progetti di questo tipo diano dignità a personaggi che nella loro vita hanno ucciso e fatto del male a molte persone? Il regista chiarisce chiaramente la sua posizione lungo tutto il film rendendo Falcone l'uomo integerrimo, che non ha paura di trattare con un ex mafioso, e Buscetta come una sorta di opportunista che, pur motivato da un legittimo desiderio di sopravvivere e collaborare, mette sé stesso al primo posto. Salvatore Contorno, invece, altro non appare che come un animo oscuro.
Il tutto suggellato dall'epilogo. Con Buscetta che immagina di uccidere una persona per cui ha atteso più di vent'anni e che prima proteggeva sé stessa utilizzando il proprio figlio come scudo. Lui che si vantava di seguire sempre un codice d'onore.
Vecchia mafia o nuova mafia, si rimane degli assassini, che eliminano delle persone per cui è stato emanato un ordine di uccisione che ormai non ha più validità. Non uomini d'onore, di certo.

venerdì 7 novembre 2025

Fabolous Stack of Comics: Lo Sconosciuto Le Nuove Avventure - Far Sanguinare l'Elefante Lentamente Mentre Muore


Unknow lo Sconosciuto, il personaggio ideato da Roberto Raviola in arte Magnus, che lo aveva lasciato libero da ogni vincolo e in cerca di una nuova vita nell'ultimo racconto da lui concepito, ha poi fatto il suo ritorno in Le Luci dell'Ovest, immerso nell'atmosfera della Berlino di alcuni anni precedenti la caduta del Muro.
Dopo essersi liberato di una prima minaccia in I Segreti e le Colpe, ma ancora ricercato dagli agenti del KBG e sospettato di fare il doppio gioco dai suoi alleati tedeschi, Unknow ricompare in Far Sanguinare l'Elefante Lentamente Mentre Muore, pubblicato da Sergio Bonelli Editore nel 2024, scritto da Daniele Brolli e disegnato da Andrea Borgioli.
Il 1987 sta per concludersi e in Europa si respirano venti di cambiamento che porteranno a grandi sconvolgimenti politici e sociali.
Ma tutto questo a Unknow non importa. Ancora bloccato a Berlino dopo aver eliminato alcune persone che potevano smascherare il suo atteggiamento doppiogiochista, lo Sconosciuto continua a forgiare delle alleanze più o meno temporanee dopo lo scioglimento forzato di SCUDO, l'agenzia per cui aveva prestato servizio in passato.
In questo scenario sempre più mutevole, tuttavia, Unknow comincia a sviluppare un sentimento che sembrava aver abbandonato per sempre o addirittura non aver mai avuto: la fiducia verso alcune persone. Forse perché, dopo tanto tempo in cui ha rifiutato il passato e il suo periodo nella Legione Straniera negli anni precedenti la guerra in Vietnam, anche per lui stanno per giungere i venti del cambiamento.
Rimane lo sceneggiatore, cambia il disegnatore. Ma l'avventura prosegue tenendo buona l'ambientazione dei primi due capitoli (la Berlino divisa dal Muro di poco antecedente il crollo del muro stesso) e una parte dei comprimari, aggiungendone al contempo di nuovi.
Al centro della scena rimane comunque lui, Unknow lo Sconosciuto. Qualora non fosse apparso evidente in principio, qui viene ulteriormente rimarcato come il personaggio sia cambiato nel tempo. Conserva in sé i tratti principali concepiti da Magnus, ma al tempo stesso - essendo anche cambiato il modo di narrare - guarda metaforicamente al futuro.
Ed è curioso che questo avvenga in un albo che si permette di fare quello che Magnus, volutamente con ogni probabilità, non si era sognato di mettere in scena, pur avendo lasciato qualche indizio qua e là. Per la prima volta, veniamo proiettati nel passato dello Sconosciuto.
Non ne apprendiamo il vero nome, ovviamente, e non dovremmo mai conoscerlo. In compenso, però, ci viene descritto il periodo in cui Unknow ha abbandonato la Legione Straniera mentre si trovava in Indocina, al tempo della dominazione francese, poco dopo la battaglia di Dien Bien Phu (evento che avrebbe poi portato a un conflitto più ampio in cui gli Stati Uniti sarebbero intervenuti).
E come questo paese è in una fase di transizione, così lo è Unknow, sia nel passato che nel presente, mentre cerca di capire cosa fare della propria vita e deve fare i conti coi suoi tanti peccati.
Ormai il personaggio non è più l'amabile carogna di Magnus. Come già detto, progetti come la saga di John Wick hanno dimostrato che il pubblico apprezza i tormenti e i dubbi di un mercenario e le luci e le ombre che caratterizzano le sue azioni.
Magnus aveva già dimostrato che vi sono persone ben peggiori rispetto ad Unknow. Questa saga, ancora non conclusa, porta avanti questo discorso, nel solco di un doveroso rispetto del passato che non manca di proiettarsi verso scenari più ampi.

giovedì 6 novembre 2025

Libri a caso: Il Porto delle Nebbie


Già più volte, in questa manciata di romanzi che hanno visto protagonista il Commissario Maigret, ideato da Georges Simenon, lo abbiamo visto agire in località marine o in dei porti, come ad esempio in Il Cavallante della Providence o All'Insegna di Terranova.
L'autore, infatti, era un grande appassionato di navigazione e imbarcazioni, mi pare possedesse anche una barca con cui amava solcare i mari di tanto in tanto. Per contrasto, invece, Maigret si è spesso trovato a disagio in questi luoghi, lui che è uomo di città cresciuto in una piccola cittadina di provincia.
Eppure, dopo le indagini passate, questo sta per cambiare in Il Porto delle Nebbie (Le Port des Brumes), pubblicato nel 1932.
Un uomo viene ritrovato a Parigi in stato confusionale. Non parla, non ricorda il suo nome e si scopre che ha una brutta cicatrice alla testa, come il risultato di un'operazione fatta in fretta e furia. Eppure non è stato vittima di una rapina, avendo con sé centinaia di franchi francesi, e indossa abiti eleganti.
Dopo qualche tempo una giovane donna lo riconosce: è il capitano Joris, residente a Ouistreham. Maigret, incaricato dell'indagine, segue lei e il capitano fino alla città in cui vivono, ma quella stessa notte Joris viene avvelenato.
Quale terribile segreto custodiva Joris, da subire prima un tentativo di omicidio e poi un avvelenamento? Quale mistero si annida in questa città nascosta alla vista da un'imperante coltre di nebbia?
Sembra quasi di trovarsi in una proto Silent Hill in questo romanzo, con una città che di notte sembra trasformarsi e dove la nebbia impedisce di vedere anche a pochi centimetri, nascondendo dei pericoli a ogni svolta. Cosa che aumenta il disagio iniziale di Maigret.
Tutte le città marine, inclusa questa, che Georges Simenon ha sinora citato esistono davvero e la loro descrizione si basa con ogni probabilità su parte delle sue esperienze di navigazione vissute. E sulla vita vera che ha sperimentato di prima mano. E in ognuna, Maigret si sentiva fuori posto, all'inizio aveva qualche difficoltà ad ambientarsi.
Ma, come spesso accade, il Commissario ha solo bisogno di rischiarare le ombre che si parano davanti a lui per tornare ad avere il suo solito atteggiamento determinato a risolvere ogni tipo di mistero.
Quello che accade al capitano Joris, per quanto drammatico, sembra sia in realtà solo un pretesto per Simenon per mettere in scena una sorta di lotta di classe. La città infatti è come divisa in due. In pianura i marinai e i locandieri e le loro famiglie, il piccolo popolo, che ogni giorno compiono le stesse azioni e passano il loro tempo gestendo l'arrivo delle imbarcazioni e bevendo un bicchiere di liquore facendo quattro chiacchiere.
Su una piccola collina, invece, vi è la casa del sindaco, che in pubblico si dichiara amico di tutti e prova a mostrare il suo lato più altruista, nel suo privato invece è un uomo pieno di difetti che si approfitta delle situazioni.
La dicotomia è abbastanza evidente e risulta la chiave per la risoluzione del mistero. Verrebbe spontaneo dire che Maigret stia dalla parte dei primi. Ma già sappiamo che lui, di fronte alla verità e alla scoperta della natura umana, non si fa problemi a puntare il dito contro chiunque lo meriti.
Stavolta, però, per la prima volta il Commissario correrà un grande pericolo e arriverà a mettere a rischio la propria vita. Perché quelle che possono apparire come distanze si rivelano infine scomode alleanze, per coprire i più grandi segreti.

mercoledì 5 novembre 2025

Fabolous Stack of Comics: Batman - Gotham Dopo Mezzanotte


In quella che è la sua crociata contro il crimine a Gotham City, Batman si è spesso circondato di alleati con cui portare avanti questa causa. Non solo i vari Robin e Batgirl, ma anche vigilanti più spietati - con cui talvolta è entrato in contrasto prima di trovare un'intesa - come Azrael e Batwoman.
A volte, però, le distanze tra il modo di agire di Batman e quello di altri vigilanti diventano incolmabili - praticamente sempre per il giuramento di non uccidere - e il Cavaliere Oscuro deve intervenire. Come accade in Gotham Dopo Mezzanotte (Gotham After Midnight), maxiserie di 12 numeri pubblicata tra il 2008 e il 2009, scritta da Steve Niles e disegnata da Kelley Jones.
A volte Batman entra in contrasto con nuovi elementi del GCPD per i suoi metodi, ritenuti perlopiù inefficaci per fermare il crimine, se non addirittura troppo violenti, e che quindi alimentano ulteriore violenza. Stavolta tocca alla giovane e ambiziosa detective April Clarkson avanzare queste accuse, scavalcando d'autorità persino Jim Gordon.
Come se non bastasse irrompe sulla scena un nuovo vigilante, Mezzanotte, che prende di mira criminali e persone corrotte giungendo a strappare loro il cuore.
April Clarkson vuole catturarlo per dimostrare che i metodi della polizia sono più efficaci di quelli di Batman. Come risposta, Mezzanotte raduna attorno a sé alcuni dei principali nemici del Cavaliere Oscuro per mettere a ferro e fuoco la città, in una sorta di macabro festival del gotico e dell'orrore.
Unire il poliziesco e l'horror di stampo gotico può risultare abbastanza agevole nelle storie con protagonista Batman e questo aldilà del nome della città in cui l'eroe agisce. Da un lato abbiamo il più grande detective del mondo, dall'altro una metropoli popolata da "freak" la cui follia mal si concilia con la precisione e l'ordine che Bruce Wayne vorrebbe.
Si sfrutta questa cosa anche per poter mettere in scena, la tentazione è sempre troppo forte, alcuni dei classici nemici di Batman quali Joker, Spaventapasseri e Killer Croc, in una versione ancora più contorta secondo quella che è la visione del disegnatore.
In questa consueta dicotomia si va ad inserire una nuova variabile impazzita quale è Mezzanotte. Nell'aspetto e nei metodi ricorda molto quei "villain" dei classici film d'orrore della Universal, di cui lo sceneggiatore è un grande appassionato. Il mostro incompreso che guida gli altri mostri, con propositi di distruzione e un piano segreto.
E a proposito di dicotomie, quella tra Batman e Bruce Wayne non manca neanche in questa occasione. Anche in questo caso l'approccio è di quelli classici, ovvero di come queste due identità - in apparenza distinte - finiscano per diventare una cosa sola. E dunque non può esserci davvero felicità per Bruce Wayne finché rimane legato ai suoi doveri di Cavaliere Oscuro.
E quel cuore strappato da Mezzanotte potrebbe diventare un cuore spezzato per sempre.

venerdì 31 ottobre 2025

Libri a caso: Il Libro dei Baltimore


Dopo aver indagato sulla scomparsa di Nora Kellergan e aver scoperto La Verità sul Caso Harry Quebert, lo scrittore Marcus Goldman - e di concerto il suo ideatore, Joël Dicker - tornano a percorrere i viali della memoria con un nuovo romanzo, che si concentra stavolta su tematiche differenti ma pur sempre comuni a molte persone.
Si tratta di Il Libro dei Baltimore (Le Livre des Baltimore), pubblicato nel 2015.
2012: Mentre si trova in Florida per lavorare al suo nuovo romanzo, Marcus Goldman rientra in contatto col suo primo amore, Alexandra Neville, che non vede da otto anni e con cui ha rotto in maniera brusca per qualche ignoto motivo.
Questo lo riporta a tempi più lontani, quelli dell'infanzia e adolescenza, quando passava buona parte del proprio tempo insieme ai cugini, Hillel e Woody, della famiglia Goldman di Baltimore, nel Maryland, il cui padre Saul è il fratello maggiore del padre di Marcus.
Una compagnia, la Gang dei Goldman, che come ogni ragazzo di quell'età si divertiva e cercava di capire quali potessero essere il proprio futuro e le proprie passioni.
Fino a quando è accaduto qualcosa, qualcosa di tragico che ha segnato per sempre le vite di tutti. Cosa è successo alla Gang dei Goldman? Quale tragedia ha tracciato un prima e un dopo?
Dopo l'amicizia, tema fondamentale del primo libro e le luci e le ombre che possono caratterizzarla, in questo nuovo romanzo si parla di famiglia e di come questa si evolva. Non solo famiglia nel senso "classico", mi si passi il termine, ma quella che ognuno giunge nel corso della vita a ritenere la propria famiglia.
Quella che potremo dunque definire una famiglia allargata. Penso sia comune a molte persone, quando sono stati bambini o adolescenti, l'aver legato con dei coetanei dei propri zii o vicini e aver condiviso con loro - quando ancora le responsabilità non toccano un'esistenza - momenti divertenti e piacevoli che si vorrebbe non finissero mai.
Momenti che invece prima o poi finiscono, perché si cresce e le priorità cambiano, ma i ricordi rimangono intatti (i famosi "bei tempi in cui...").
Joël Dicker prende questo tema e lo inserisce all'interno di una cornice americana molto figlia dei prodotti televisivi e cinematografici (poi, per carità, gli Stati Uniti sono anche questo) caratterizzata dal Thanksgiving, il football americano, il bullismo a scuola e il sogno americano, in ultima analisi. Per dimostrare come si possa arrivare alla felicità e realizzazione personale, seppur in via tortuosa.
Diversamente dal primo romanzo, dove il protagonista arriverà a conoscere una verità sconvolgente, qui la verità è a lui già nota, avendola vissuta in prima persona, e quello che diventa interessante per il lettore è scoprirne i vari aspetti, che vengono rivelati man mano in un viaggio narrativo temporale che parte dal 1969 per arrivare al 2013.
Un viaggio nella memoria, che alterna i diversi periodi temporali e che diventa inoltre un mosaico narrativo dove lentamente tutti i pezzi vanno al loro posto per formare un quadro completo.
Quasi quarantacinque anni, tre generazioni di famiglie che - come accade a tutte le famiglie - vanno incontro a delle gioie e delle sofferenze che le segnano, tra rapporti che si infrangono e si ricompongono, alcuni momentaneamente, altri per sempre.
Nella storia il protagonista fa pace con una parte del suo passato, dando appunto un significato diverso  a quei ricordi che lo avevano segnato e che lo avevano portato ad allontanarsi da alcune zone e persone, tema accennato ma non approfondito nel primo libro.
L'autore ci suggerisce che - per quanto a volte certe amicizie possano finire in maniera tragica o brusca - è meglio aggrapparsi alle memorie felici di quei tempi piuttosto che rimuginare su ciò che ne ha causato la fine.
Così facendo Marcus Goldman può infine andare avanti, sia col suo romanzo che con la sua vita, non dimenticando le lezioni che il passato gli ha insegnato, in maniera inevitabile anche in modo doloroso.