sabato 8 novembre 2025

Italians do it better? 62: Il Traditore (2019)


In merito ai delittuosi fatti di mafia avvenuti nel 1992, dove a seguito di due attentati perirono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sono già stati realizzati film e miniserie di un certo spessore.
Tuttavia c'è anche il rovescio della medaglia, ma non delle persone affiliate alla mafia o che la capeggiano (pur essendovi stati prodotti multimediali dedicati anche a loro), bensì di coloro che se ne sono allontanati. Arrivando poi a collaborare - su diversi livelli - con la giustizia.
I cosiddetti "pentiti" e il più celebre era Tommaso Buscetta, su cui è incentrato il film Il Traditore, diretto da Marco Bellocchio, scritto da Marco Bellocchio, Francesco La Licata, Francesco Piccolo, Ludovica Rampoldi e Valia Santella e distribuito nei cinema nel maggio 2019.
Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino) segue in maniera rigida e precisa il presunto codice d'onore della mafia, ma inizia a notare una deriva che parte dal volersi espandere nel traffico della droga e non si fa scrupolo a un utilizzo di eccessiva violenza ai danni anche di persone innocenti e bambini.
Temendo per la propria vita, Buscetta si nasconde in America Latina, ma viene ritrovato ed estradato in Italia dove - divenendo l'obiettivo numero uno di Totò Riina - decide di collaborare con la giustizia e rivelare ciò che sa al giudice Giovanni Falcone (Fausto Russo Alesi).
Inizia così la stagione dei pentiti e dei maxiprocessi, che sconvolgerà la società italiana dando vita a un'escalation di violenza di cui anche Tommaso Buscetta rischia di rimanere vittima.
Ci sono pagine di storia italiana che sono note, ma per cui più narrazioni possono non risultare ridondanti. Quella che è stata la stagione delle stragi del 1992 ha così segnato in profondità la società italiana che si può comprendere come mai vi siano molti aspetti da analizzare.
E se le vite degli eroi che hanno pagato con la vita hanno ricevuto la giusta attenzione, quelle dei "cattivi" o di coloro che sono stati dalla parte sbagliata... meritano di essere altrettanto analizzate? Ogni persona ha luci e ombre nel proprio animo, ma alcune persone possono risultare del tutto dominate dall'oscurità.
Dopodiché vi sono le sempre più presenti zone di grigio. Il film ha uno stile che mixa con abilità sia un certo stile documentaristico (alcune scene sono riprese da eventi registrati con le telecamere nei tribunali e quindi riprodotti il più fedelmente possibile) sia il linguaggio cinematografico, che non viene certo abbandonato, in quello che è ad esempio il complicato rapporto tra Buscetta e Falcone nel corso degli anni o il ritratto di Buscetta stesso, che cambia col tempo.
Favino effettua una sorta di trasfigurazione totale nel personaggio, arrivando ad imitarne il più possibile l'aspetto e ricreando la sua stessa voce. Lo stesso fa Luigi Lo Cascio, il quale interpreta con maestria un altro personaggio realmente esistito dopo Giuseppe Impastato: Salvatore Contorno. A dimostrazione che dietro c'è stato un attento studio delle personalità e delle prove documentali.
Ne emergono pagine nere e oscure della storia italiana degli anni '70 e '80 del ventesimo secolo, quei due decenni che si è giunti quasi a mitizzare per la loro carica di libertà e passione, ma che in sé nascondevano anche degli aspetti critici che si faceva finta di non vedere, soprattutto ai più alti livelli del potere.
Si potrebbe pensare che progetti di questo tipo diano dignità a personaggi che nella loro vita hanno ucciso e fatto del male a molte persone? Il regista chiarisce chiaramente la sua posizione lungo tutto il film rendendo Falcone l'uomo integerrimo, che non ha paura di trattare con un ex mafioso, e Buscetta come una sorta di opportunista che, pur motivato da un legittimo desiderio di sopravvivere e collaborare, mette sé stesso al primo posto. Salvatore Contorno, invece, altro non appare che come un animo oscuro.
Il tutto suggellato dall'epilogo. Con Buscetta che immagina di uccidere una persona per cui ha atteso più di vent'anni e che prima proteggeva sé stessa utilizzando il proprio figlio come scudo. Lui che si vantava di seguire sempre un codice d'onore.
Vecchia mafia o nuova mafia, si rimane degli assassini, che eliminano delle persone per cui è stato emanato un ordine di uccisione che ormai non ha più validità. Non uomini d'onore, di certo.

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