L'Italia che esce dalla Seconda Guerra Mondiale è una nazione sconfitta, messa in ginocchio dalle folli scelte di un dittatore che si è alleato con un altro dittatore che ha compiuto scelte ancora più folli. E milioni di vittime sono lì a testimoniarlo.
L'Italia, dunque, dell'anno successivo al 1945, l'ultimo anno del conflitto, è una nazione che cerca con fatica di rimettersi in piedi, subissata da una forte crisi economica, una povertà diffusa e un'occupazione militare temporanea. Una nazione in cui, tuttavia, sta anche emergendo la figura femminile.
Così come si può vedere in C'è Ancora Domani, diretto da Paola Cortellesi, scritto da Paola Cortellesi, Furio Andreotti e Giulio Calenda e distribuito nei cinema nell'ottobre 2023.
Maggio 1946: Mentre sta per arrivare il giorno della votazione per decidere tra la Monarchia e la Repubblica, in un quartiere degradato di Roma vive Delia Santucci (Paola Cortellesi). Costei viene costantemente dileggiata e schiaffeggiata dal marito Ivano (Valerio Mastandrea), il quale a volte perde il controllo arrivando a pestarla in maniera significativa, di fronte all'impotenza e al silenzio dei figli, tra cui vi è la figlia Marcella (Romana Maggiora Vergano).
Delia dà il proprio contributo alla famiglia, facendo vari lavori sottopagati - alcuni dei quali solo perché è una donna - ma stringendo anche un'insolita amicizia con un soldato americano, pur non capendosi i due.
La vita della famiglia Santucci sta per svoltare quando Marcella annuncia il fidanzamento col rampollo di una famiglia benestante, nonostante questa sia osteggiata nel quartiere in quanto probabilmente è stata collaborazionista dell'esercito tedesco. Al contempo, Delia riceve una misteriosa lettera che nasconde a tutti e che potrebbe cambiare la sua vita.
Ci troviamo di fronte a una sorta di fotografia - per certi versi romanzata con inserti musicali moderni che ben si adattano al contesto (secondo me per attenuare i toni che altrimenti si sarebbero rivelati troppo cupi), per altri versi esasperata ma partendo da uno scenario storico ben presente dell'epoca - di un importante periodo della società italiana. E che dunque, come le fotografie di quel periodo, si presenta in un affascinante bianco e nero.
Tale periodo viene incarnato da vari personaggi, ma in particolar modo dai personaggi interpretati da Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea (entrambi bravissimi, a mio avviso, e avevano già dimostrato un'alchimia perfetta in un contesto drammatico con Figli) e dalla figlia Marcella.
Costoro sì rappresentano il passato di uno spaccato della società italiana, dominata dalla figura del "padre di famiglia" e da una preminente violenza domestica a cui qualcuno più anziano avrà assistito in passato, anche dopo la nascita della Repubblica. Ma ne rappresentano anche il futuro, il futuro di un'Italia che sta per cambiare tramite un significativo evento.
Suddetto evento sarà la molla che permetterà all'apparentemente timida e remissiva Delia di trovare il proprio riscatto sociale e personale, affrancandosi dal marito, e potendo dare così alla figlia un futuro che prima con ogni probabilità le sarebbe stato negato.
A contorno di questo troviamo una Roma che sembra uscita dai film di Roberto Rossellini, preda della povertà ma dove è anche presente la volontà della popolazione di andare avanti, pur ricommettendo a volte gli errori del passato. Errori che, lo sappiamo bene, poi si sono ripresentati. Ma questo non ha impedito che la società italiana andasse avanti e - pur a suo modo - progredisse.
E se lo ha fatto, è stato anche alle tante Delie senza nome che hanno contribuito a tutto questo.
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