martedì 23 aprile 2024

Fabolous Stack of Comics - Camelot 3000


Le storie legate ai miti arturiani hanno attraversato letteralmente i secoli, giungendo a decine di generazioni.
Sin dal Medioevo, infatti, le storie incentrate su Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda, col loro carico di eroismo e tragedia, hanno appassionato migliaia di persone. Storie che, attraversando i secoli, sono inevitabilmente anche poi state plasmate per le masse, per il grande pubblico e per tempi molto diversi e distanti rispetto al Medioevo.
Ma forse nessuno si sarebbe aspettato di veder catapultato il mito arturiano in uno scenario futuristico. Eppure questo è ciò che avviene in Camelot 3000, maxiserie di dodici numeri pubblicata dalla DC Comics tra il 1982 e il 1985, scritta da Mike W. Barr e disegnata da Brian Bolland.
Nell'anno 3000, il pianeta Terra viene invaso da una malvagia razza extraterrestre. Mentre molte città cadono sotto il giogo degli attacchi alieni, un giovane inglese di nome Tom Prentice cerca di fuggire insieme ai suoi genitori.
Purtroppo un assalto alieno uccide i genitori e per salvarsi, Tom Prentice si rifugia in una caverna. Qui vi trova la tomba di Re Artù che, una volta aperta, rivela la figura dell'ex sovrano bretone, pronto a tornare sulla scena nel momento di maggior bisogno della Terra, come profetizzato nei tempi antichi.
Ma per sconfiggere il nemico proveniente da lontano, Re Artù avrà bisogno di ritrovare i suoi fedeli alleati, ovvero Merlino e i Cavalieri della Tavola Rotonda. E dietro l'invasione aliena c'è in realtà una sua vecchia e letale conoscenza.
C'è un approccio che viene fatto rispetto alla fantascienza che spesso è stato usato in maniera abile e intelligente. Ovvero, ambientando gli eventi della storia in uno scenario distante e futuro, sfruttare suddetto scenario per parlare in realtà del proprio presente.
Ed è ciò che viene fatto in quest'opera da parte di Mike W. Barr che, sfruttando personaggi radicati in un'epoca passata e distante, trasferisce tali personalità eroiche, ma conservatrici, in un futuro sull'orlo dell'apocalisse, dove il presente del tempo dello sceneggiatore fa capolino.
Tre periodi temporali che dunque convergono per narrare, sotto la metafora dei cavalieri coraggiosi e senza paura che combattono un nemico proveniente da un pianeta lontano, le tematiche sociali dell'epoca, inserendo argomenti come l'identità sessuale (con tanto di un personaggio transgender), il razzismo e le disparità tra classi ricche e popolazione povera.
Lo sceneggiatore, tuttavia, non si limita a stilare un semplice trattato sociale e, di concerto con un disegnatore la cui abilità è fuori scala, concepisce una trama certo intuibile e semplicistica in certi punti, ma piena di azione, combattimenti e colpi di scena.
Camelot 3000 è uno dei tanti esempi che dimostrano che si possono utilizzare personaggi ormai divenuti universali e, proprio grazie a questa loro natura, calarli in ogni possibile contesto narrativo, anche il più improbabile, e senza snaturarli far giungere al lettore dei messaggi altrettanto universali.
Magari alcuni di questi messaggi, alcuni decenni dopo, saranno ormai datati, ma questo non significa che la storia in sé ne risulti compromessa.

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