Dopo Infinity Countdown, la trama incentrata sulle nuove Gemme dell'Infinito continua e si conclude su Infinity Wars, con la S di Samantha finale, miniserie di sei numeri pubblicata tra il 2018 e il 2019. Lo sceneggiatore è lo stesso di Infinity Countdown, Gerry Duggan, mentre la parte grafica è affidata a Mike Deodato Jr.
Ma, essendo questa una saga che ha coinvolto buona parte del Marvel Universe, non sono mancate storie parallele. Nello specifico sei miniserie di due numeri note collettivamente come Infinity Warps (l'originalità si spreca qui), una miniserie di quattro numeri dedicata nientemeno che a Sleepwalker (e che mi è pure piaciuta), più qualche one-shot e tie-in.
La trama riprende da dove si era conclusa Infinity Countdown. I nuovi sei possessori delle Gemme dell'Infinito (Dr. Strange, Turk, Vedova Nera, Capitan Marvel, Adam Warlock e Drax: sì, un'accozzaglia davvero particolare) si ritrovano a New York per discutere su come gestire al meglio il potere delle Gemme stesse.
Ma l'incontro viene bruscamente interrotto dall'arrivo di Requiem, la minaccia rimasta sotto traccia nel prologo. Tale minaccia - così evidente che Thanos preferisce farsi uccidere piuttosto che prendere parte alla trama - acquisisce le Gemme dell'Infinito e, diversamente dal Titano, crea un nuovo mondo dove ognuno è fuso con un'altra persona, l'Universo Warp (E chest'è), con la popolazione dell'universo così dimezzata e nuovi supereroi amalmagati (questa l'ho già sentita). Tanto che Thanos... ah, ve l'ho già detto.
Con supereroi privi di memoria e fusi tra loro e l'entropia che si riversa nel Multiverso, la speranza risiede nel più improbabile dei risolutori di crisi: Loki.
Lo dice anche il titolo stesso della maxisaga, questa è Infinity War rivista e corretta o scorretta a seconda dei punti di vista. Requiem prende il posto di Thanos, mentre Thanos - sotto forma di spirito - è il Mefisto della situazione.
E poi c'è il dimezzamento degli abitanti della galassia... solo che stavolta, invece di far scomparire una metà della popolazione, questa si fonde con l'altra metà dando vita a insoliti ibridi. Ecco, di questi ibridi solo il Soldato Supremo (mix tra Capitan America e il Dr. Strange) risulta interessante, mentre gli altri personaggi - complici delle miniserie a loro dedicati poco incisive - non riescono a catturare del tutto l'attenzione.
La trama è quella consueta, non aspettatevi clamorosi colpi di scena (c'è pure l'ormai classica morte temporanea di un paio di personaggi necessaria a risolvere la crisi, prima o poi ci si accorgerà che è un cliché superato).
Mike Deodato adotta uno stile grafico composto da più vignette "frammentate" per pagina che compongono una sorta di mosaico unico, adatto alle atmosfere cosmiche di questa storia e solo in certe parti un po' difficile da seguire.
Così finisce la nuova/vecchia epopea delle nuove Gemme dell'Infinito. In attesa della successiva.
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