venerdì 1 settembre 2017

A scuola di cinema: Beverly Hills Cop (1984)

Ci sono film che rimangono nella storia, per i più svariati motivi, e rimanendo nella storia entrano a far parte anche del nostro immaginario collettivo. Li rivediamo più volte, fino a impararne a memoria le battute o rimanere in trepida attesa della prossima scena... pur sapendo già come questa finirà!
Ma questi film, spesso e volentieri, hanno anche alle proprie spalle una storia produttiva affascinante, che merita di essere portata alla luce. Ed è quanto mi riprometto di fare con questa (umile?) rubrica.
Iniziamo dunque con un piccolo capolavoro dei film d'azione. Beverly Hills Cop, film del 1984 diretto da Martin Brest e che vede come protagonista principale Eddie Murphy.


1984… eppure le origini di questo film risalgono ad almeno sette anni prima, al 1977. A quando l'allora presidente della Paramount, Michael Eisner, viene fermato per eccesso di velocità in autostrada da un fin troppo zelante agente di polizia, incurante della sua posizione e del suo ruolo. Eisner allora pensa a come debba essere particolare e frustrante lavorare come poliziotto in costante contatto con gente ricca e famosa residente in quartieri eleganti e ritiene che questo possa essere un buono spunto per un film.
Eisner riferisce questa sua idea a Don Simpson, allora sotto contratto con la Paramount, il quale pensa a Beverly Hills come possibile location e giunge alla conclusione che un elemento aggiuntivo alla trama possa essere il fatto che il poliziotto non sia residente in questa città e dunque viva una classica situazione da pesce fuor d'acqua.
Simpson contatta dunque, tramite il suo agente, lo sceneggiatore Danilo Bach e gli chiede una bozza di sceneggiatura basata su questa idea. Bach tuttavia consegna la sua bozza solo nel 1981, dopo aver concepito l'idea di una trama mentre si trova in spiaggia.
Il titolo provvisorio di questo progetto è Beverly Drive e vede un agente di Pittsburgh di nome Elly Axel recarsi a Beverly Hills per indagare sulla morte di un amico, dietro la quale sospetta ci sia un influente uomo d'affari. Qui si allea con un tenente di polizia di nome Bogamil, insieme al quale vendica il suo amico. La bozza tuttavia non incontra i favori né di Eisner né di Simpson e viene messa da parte.
Due anni dopo, nel 1983, Simpson ha stretto una partnership lavorativa con colui che diverrà un suo fidato socio, Jerry Bruckheimer: i due insieme hanno già prodotto un film di grande successo, Flashdance, e sono alla ricerca di un nuovo progetto. Simpson ripesca allora dalla sua scrivania, tra le tante sceneggiature a sua disposizione, Beverly Drive, ma è consapevole che serva una nuova bozza. Affida dunque il progetto allo sceneggiatore Daniel Petrie Jr.


Costui consegna la propria bozza nel settembre 1983: la trama di base non viene alterata, ma lo sceneggiatore cambia il nome del protagonista in Axel Elly e la sua zona di provenienza da Detroit. Inserisce inoltre dei comprimari (i detective Billy Rosewood e John Taggart) e numerose scene comiche, in contrasto con l'idea predominante dell'epoca che vuole i protagonisti dei film d'azione come personaggi seriosi.
Petrie Jr. decide in tal senso poiché ha parlato in passato con alcuni poliziotti e ha scoperto che, per contrastare le terribili scene di violenza e sofferenza di cui sono testimoni ogni giorno, spesso e volentieri fanno delle battute tra loro per stemperare la tensione. Questo permette loro, per quanto possa sembrare paradossale, di effettuare al meglio il proprio lavoro. Inoltre il suo vissuto, che lo ha visto vivere per qualche tempo di stenti, contribuisce ad arricchire l'idea di un outsider che si ritrova catapultato in una zona piena di persone ricche e negozi eleganti.
La nuova sceneggiatura incontra i favori di Simpson e Bruckheimer e il film viene messo in pre-produzione. Per la regia, dopo un paio di rifiuti eccellenti (Martin Scorsese e David Cronenberg) sia Simpson che Bruckheimer pensano a Martin Brest, il quale all'epoca è sotto i riflettori (in negativo) in quanto licenziato dalla produzione di Wargames dopo poco più di una settimana di riprese. Brest non pensa che questo film sia nelle sue corde e rifiuta più volte. Bruckheimer però è così insistente che alla fine il regista decide di lanciare una moneta e, se verrà fuori testa, accetterà di dirigere il film. Potete immaginare come sia andata a finire.


Il primo attore messo sotto contratto nel ruolo del protagonista è Mickey Rourke, all'epoca lanciato verso una scintillante carriera, al quale viene fatto firmare un contratto di esclusiva. Rourke tuttavia chiede alcune aggiunte e revisioni alla sceneggiatura, le quali però non vengono completate in tempo, facendo così scadere i termini del contratto e lasciando l'attore libero da vincoli.
Il successivo attore a essere contattato è Sylvester Stallone che però, quando legge la sceneggiatura, non la ritiene adatta alle sue esigenze. Quindi, di concerto con i produttori, ne effettua una pesante riscrittura. Il protagonista si chiama ora Axel Cobretti (di modo tale che possa essere soprannominato il Cobra di Detroit), la persona uccisa che porta alla sete di vendetta del protagonista è suo fratello, la protagonista principale diviene il suo interesse amoroso e l'agente Rosewood viene ucciso a metà film. Inoltre, come intuibile, ogni elemento comico viene eliminato, riportando il progetto alle sue origini di puro film action.
Stallone tuttavia eccede fin troppo nelle scene di azione, tanto che il budget stimato arriva a 20 milioni di dollari, ma la Paramount intende finanziarne al massimo 15. Dopo una riunione durata due giorni, la sceneggiatura di Stallone viene infine scartata, ma gli viene concesso di portare quanto da lui concepito altrove (come alcuni di voi avranno intuito, parte di quelle idee confluiranno nel film del 1986 Cobra).
Si ritorna dunque alla sceneggiatura di Petrie Jr., la quale però deve essere ulteriormente raffinata. Il protagonista ora si chiama Axel Foley, mentre la trama generale continua a rimanere quella concepita da Danilo Bach nel 1981. Ma c'è un grosso problema. Già due milioni di dollari sono stati investiti in questo progetto e, con le riprese schedulate per il mese successivo, non c'è ancora un attore protagonista sotto contratto. Simpson tuttavia, prima che Stallone venisse ingaggiato, aveva già contattato in via personale un altro attore, Eddie Murphy. Simpson passa dunque a Murphy una copia della sceneggiatura poi, insieme a Jerry Bruckheimer, si reca a New York dove in breve tempo l'attore viene convinto. Axel Foley è stato infine trovato.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 7 maggio 1984, nelle location di Detroit e Los Angeles. I primi minuti della pellicola riprendono scene di vita vera dei quartieri malfamati di Detroit, con qualche insolito fuori programma (un uomo che mima la successiva scena del camion o un bambino che sputa latte dalle narici), e in alcune zone ritenute più pericolose la polizia si rifiuta di scortare Brest e il cameraman.


La sceneggiatura viene completata il giorno prima, continuando a essere oggetto di continue revisioni, tanto che a volte alcuni attori si ritrovano il copione definitivo in mano solo nel giorno stesso delle riprese. Brest nota inoltre nella sceneggiatura alcuni punti morti e quindi chiede a Murphy, forte della sua esperienza al Saturday Night Live, di improvvisare laddove sia possibile. Alcune battute inventate sul momento da Murphy causano l'ilarità generale dei presenti, costringendo la troupe a girare alcune scene più volte solo per questo motivo.
La colonna sonora viene affidata al compositore Harold Faltermeyer, il quale idea due pezzi entrati nella storia: The Heat Is On, la cui parte vocale viene affidata a Glenn Frey, e il pezzo strumentale Axel F, che diviene uno dei punti di forza principali dell'intera pellicola.
Beverly Hills Cop (l’ex Beverly Drive) esordisce nei cinema americani il 5 dicembre 1984, facendo subito incassi da record. A fronte di un budget di 15 milioni di dollari, il film ne arriva infine a guadagnare a livello internazionale circa 315, convincendo la Paramount a mettere in produzione un sequel... ma questa è un'altra storia.

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