Freccia Nera, il re degli Inumani. Un re che tuttavia non è in grado di parlare al suo popolo, in quanto la sua voce ha un potere distruttivo e anche un solo sussurro potrebbe causare una terribile devastazione. La sua è dunque una vita dominata dal silenzio. Una delle tante figure tragiche create da Stan Lee e Jack Kirby.
Eppure, sin da quando è stato creato nel 1965, questo personaggio - pur apparendo in tutte le testate e le storyline con protagonisti gli Inumani - non ha mai avuto l'onore di un progetto a lui dedicato.
A compensare questa mancanza, giunge nel 2017 la maxiserie in dodici numeri Black Bolt, sceneggiata da Saladin Ahmed, un poeta e scrittore di romanzi e racconti di fantascienza, qui al suo esordio con un'opera fumettistica.
Il primo ciclo di sei numeri si intitola Tempi Duri (Hard Time) ed è disegnato da Christian Ward. L'inizio della storia si riallaccia a quanto raccontato in Royals: Più Che Inumano: grazie a uno stratagemma, Maximus si è sostituito a Freccia Nera, con la conseguenza che è quest'ultimo a venir esiliato in una prigione situata in una zona estrema dello spazio e la cui locazione è a tutti sconosciuta.
Privato dei suoi poteri, Freccia Nera fa amicizia con alcuni detenuti della prigione quali Crusher Creel e la telepate Blinky e prova a trovare un modo per evadere, cercando al contempo di capire quale sia la vera identità del misterioso direttore della prigione.
Quello che può rappresentare un problema con un tipo di personaggio come Freccia Nera quando agisce in solitaria è il fatto che costui sia impossibilitato a parlare, dunque ci possono essere potenzialità narrative ridotte. Certo, con il lettore si può compensare tramite le didascalie, ma le interazioni con altri personaggi possono risultare limitanti.
Tuttavia in questa miniserie viene utilizzato un abile espediente narrativo, del tutto funzionale alla storia, tramite cui Freccia Nera riesce a parlare senza problemi e interagire con altre persone. Tale condizione, di solito non appannaggio del sovrano degli Inumani, ci porta a scoprire qualche aspetto inedito di questo personaggio, il quale subisce una piccola evoluzione.
Tanto che a un certo punto, e per come viene descritta la scena assume un grande valore simbolico, come di rinascita, vediamo Freccia Nera ridere a una battuta.
No, non si tratta di un totale rovesciamento delle caratteristiche del personaggio. Saladin Ahmed decide di non adagiarsi sugli allori, di non provare strage già intraprese da altri e partire invece per sentieri ancora inesplorati, dando così nuova linfa vitale a Freccia Nera.
Anche gli altri comprimari della storia, in particolare Crusher Creel, vengono utilizzati al meglio. Insomma, davvero niente male per quella che è un'opera prima fumettistica, pur da parte di uno scrittore rodato.
A coronare il tutto vi sono gli incredibili disegni di Christian Ward, sembrano dei dipinti viventi, la miglior soluzione quando si tratta di ricreare una prigione spaziale capace di dare vita ad alcuni dei peggior incubi dei suoi appartenenti.
E dopo la prigionia, c'è la libertà... o almeno così si è portati a pensare.
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