lunedì 20 luglio 2020

Fabolous Stack of Comics: JLA - Libertà e Giustizia



La Justice League of America è stata ideata da Gardner Fox e Mike Sekowsky nel 1960, tre anni prima degli Avengers della Marvel, pur con tutti i distinguo del caso. Questo gruppo è a sua volta la rielaborazione di una precedente creazione di Gardner Fox, la Justice Society of America, concepita nel lontano 1940.
Se, come tutti i supergruppi che possono vantare una lunga storia editoriale, la formazione della squadra è variata più volte nel corso degli anni, la sua prima formazione rimane indimenticata, quella dei "pezzi da novanta" (o sessanta?) della DC Comics. Superman, Batman, Wonder Woman, Flash, Lanterna Verde, Aquaman, Martian Manhunter.
Una formazione che deve essere rimasta impressa anche nelle menti di Paul Dini e Alex Ross, visto che l'hanno utilizzata per l'one-shot JLA: Liberty and Justice, pubblicato nel novembre 2003.
La storia è ambientata in un qualche imprecisato momento prima di Crisi sulle Terre Infinite, visto che sono presenti Barry Allen e Hal Jordan nelle loro tenute classiche.
La Justice League deve combattere un virus letale di origine aliena che si è diffuso in una nazione africana. Oltre a dover trovare al più presto una cura per salvare migliaia di vite, il gruppo deve anche far fronte alle paure e alle diffidenze dei governi mondiali, che senza pensarci due volte inviano degli armamenti per radere al suolo il villaggio da cui si sta diffondendo il contagio, nonché controbattere all'avidità di molte persone, che approfittano della paura che si sta diffondendo a livello mondiale per compiere atti di rapina e sciacallaggio.
La Justice League poteva davvero rappresentare un osso duro per Alex Ross e Paul Dini e il loro intento - già espresso nelle storie dedicate a Superman e Shazam - di portare questi esseri semidivini a rapportarsi con la loro umanità. Questo perché il supergruppo, vista la potenza dei suoi componenti, non si trova quasi mai a dover far fronte a pericoli comuni, ma combatte quasi sempre minacce capaci di distruggere il mondo.
In tal senso, l'idea del virus alieno, perfettamente funzionale nel contesto della storia che viene raccontata, rappresenta il MacGuffin narrativo che consente questo tipo di approccio, tanto che poi la vera natura di questo virus non viene approfondita più del dovuto.
In un mondo folle, dove uomini sono disposti a uccidere altri uomini senza preoccuparsi delle tragiche conseguenze, gli eroi della Justice League risultano davvero gli esseri più "umani" di questa storia, avendo a cuore gli interessi e il benessere di tutte le persone, a partire da quelle più sfortunate o incapaci di difendersi. E, particolare curioso, non esitano ad usare la forza per difendere queste persone.
Visto che Superman, Batman e Wonder Woman sono già stati analizzati dai due autori in altre loro storie (sì, lo so, quelle di Batman e Wonder Woman devo ancora trattarle su questi schermi), Dini e Ross ne approfittano per concentrarsi in misura maggiore sugli altri eroi di questo gruppo, ma quello che più finisce sotto i riflettori - e non per una mera coincidenza - è Martian Manhunter.
Questo straniero in terra straniera rappresenta per molti lettori il cuore della Justice League, avendone fatto parte fin dal principio e avendone vissuto molte incarnazioni. Il toccante discorso finale che rivolge alle Nazioni Unite è una metafora con cui si chiede a tutti noi di accettare chi si ritiene diverso da sé stessi, senza pregiudizi, e di pensare al bene che chiunque può apportare alla società.
Insomma, l'umanità non è definita dal proprio aspetto, o dai superpoteri, bensì da ciò che ognuno di noi è in grado di dare. Al singolo come alla comunità.

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