mercoledì 8 luglio 2020

Fabolous Stack of Comics: S.



La memoria può essere una grande arma, oppure la nostra più letale nemica. La memoria può giocarci brutti scherzi, oppure stare al nostro fianco e risollevare il nostro animo nei momenti più cupi.
L'artista Gian Alfonso Pacinotti, alias Gipi, ha utilizzato spesso il tema della memoria unendolo a due altri argomenti comuni a molti di noi, la famiglia e i sentimenti che ci legano ad essa. Come in quest'opera, S., pubblicata nel 2006.
S. è l'iniziale di Sergio, il nome del padre dell'autore. Tre periodi temporali sono presi in considerazione, intrecciandosi tra loro: quello della Seconda Guerra Mondiale, poco prima che S. si sposi ; quello collegato a un ricordo di Gipi insieme al padre in tenera età ; il momento della morte.
Non c'è continuità narrativa, si salta da un periodo temporale all'altro e il tutto sembra quasi accadere in una dimensione onirica, filtrata dagli acquerelli di Gipi, che sembra voglia farci scrutare nella sua mente, mentre sogna i ricordi che gli ha trasferito suo padre o che ha vissuto di persona. Dai bombardamenti nazisti, ad atti di eroismo impensabili, a una domenica e una gita che rischiano di tramutarsi in tragedia, al matrimonio.
Ma la memoria è appunto ingannevole, ogni aspetto della realtà può essere percepito in una determinata maniera, ma non è detto che quello che noi riteniamo certo sia davvero ciò che è accaduto. Ecco dunque differenti versioni di una stessa storia, che cambiano a seconda di chi ce la narra o di come noi riteniamo di averla vissuta.
Tranne la fine. Gipi descrive molto bene il momento del distacco da suo padre: da un iniziale rifiuto inconscio - quando gli arriva la notizia della sua morte sta giocando a un videogioco - passando per il desiderio impossibile di non separarsi mai da lui tenendo accanto a sé le sue ceneri, fino a una totale accettazione. Attimi di vita che purtroppo toccano da vicino molti di noi e che vengono qui descritti con una sensibilità unica.
L'amore di un figlio verso il padre espresso nella maniera più sincera possibile, anche mettendo in dubbio le sue azioni e non rendendolo un santo a tutti i costi. Ma per Gipi, come per quasi tutti noi, la figura paterna rimane indelebile e, insieme a quella materna o a chiunque altro contribuisca alla nostra educazione e alla nostra crescita interiore, diviene parte di noi stessi.

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