L'effetto nostalgia, del "come erano belli i tempi in cui", ha spesso fatto presa nel mondo del cinema, poiché molti spettatori possono per vari motivi identificarvisi e ripensare a un periodo passato ritenuto - a torto o a ragione - più innocente e spensierato.
All'inizio degli anni '80 del ventesimo secolo, l'Italia esce dai cosiddetti anni di piombo, che hanno duramente provato i cittadini e richiesto un tragico tributo di sangue. La società italiana riparte da nuove fondamenta, ma guarda anche a quel passato che non tornerà più, a un'epoca in apparenza più candida e precedente gli anni di piombo.
Nel 1982, i fratelli Carlo Vanzina ed Enrico Vanzina scrivono una sceneggiatura a quattro mani, includendo anche alcuni elementi autobiografici, incentrata su un'estate del 1964, un tempo in cui le ferie al mare (in questo caso, a Forte dei Marmi in Toscana), la villeggiatura, poteva durare un mese e anche più.
Essendo sulla carta un film che si distacca dalle loro recenti produzioni più "slapstick" - all'epoca i due hanno esordito da pochi anni sia nel campo della regia che in quello della sceneggiatura - in principio si fa fatica a trovare una casa di produzione interessata al progetto, fino a quando capita tra le mani di Pio Angeletti e Adriano De Micheli della International Dean Film. I due si dichiarano disposti a finanziare la pellicola, purché ci si mantenga entro un ridotto limite di budget.
Per questo motivo, per i vari personaggi, i due fratelli scelgono attori poco noti, addirittura per alcuni di loro quali Karina Huff o Isabella Ferrari - che Carlo Vanzina aveva notato in precedenza in alcuni show televisivi - è la prima esperienza cinematografica.
Una delle attrici prescelte, Marina Suma, viene accompagnata all'audizione dal suo compagno dell'epoca, Angelo Cannavacciuolo. Anche lui ha poca esperienza in fatto di interpretazioni cinematografiche, ma si aggiudica comunque il provino per il ruolo del fratello del personaggio interpretato da Marina Suma.
Un collaboratore e produttore della International Dean Film è Claudio Bonivento, il quale è anche agente dell'attore Jerry Calà. Quest'ultimo, mentre si trova negli uffici della International Dean Film, legge la sceneggiatura e, intrigato dalle atmosfere degli anni '60, decide di volervi partecipare. Vanzina fa però notare a Calà che, essendo una produzione a basso costo, non ci si potrà permettere di coprire il suo ingaggio. L'attore si dichiara allora disponibile a ridurre il suo cachet, ponendo un'unica condizione: che qualora il film superi gli otto miliardi di lire di incasso, lui ne riceva una parte. I produttori, ritenendo che la pellicola, anche nelle previsioni più ottimistiche, non possa guadagnare più di quattro miliardi di lire e ritenendo una fortuna avere a basso costo un attore di richiamo, accettano questa condizione.
Per il ruolo del fratello del personaggio di Jerry Calà, Carlo Vanzina suggerisce il nome di Christian De Sica, il quale tuttavia non incontra i favori e le simpatie dei produttori. Al tempo l'attore, nonostante l'illustre parentela, non è ancora un beniamino del pubblico e si è poco convinti che un romano possa interpretare in maniera efficace un milanese.
Vanzina insiste molto su di lui fino a essere accontentato, ma al contempo De Sica si trova di fronte la possibilità di un ingaggio da dodici milioni di lire per una parte secondaria ne Il Conte Tacchia, a fronte di un compenso di appena seicentomila lire per il film di Vanzina. Tuttavia, l'attore romano opta per quest'ultima pellicola, convinto che avrà un grande successo.
Anche per avere Virna Lisi, Carlo Vanzina deve imporre questa sua scelta ai produttori. Ma la stessa attrice non è molto convinta di voler partecipare, fino a quando suo figlio Corrado legge la sceneggiatura, esortandola ad accettare la parte.
L'inizio delle riprese è previsto per settembre del 1982, ma già a partire dal mese di giugno Pio Angeletti e Adriano De Micheli iniziano a sottrarsi ad alcuni incontri e non rispondere ad alcune richieste, forse convinti di un possibile flop del progetto.
I fratelli Vanzina iniziano a temere che il film non sarà mai girato, ma in loro aiuto interviene Claudio Bonivento, il quale assicura alla produzione che il budget ridotto previsto per la pellicola non verrà sforato e lui si assicurerà di controllare tutti i costi associati.
Per questo motivo si decide di concentrare il maggior numero di riprese a Fregene - pur essendoci anche dei sopralluoghi presso Forte dei Marmi, la città dove si svolge la storia - e, non essendoci un reparto costumi, Carlo Vanzina in persona deve andare a cercare in alcuni negozi di Roma dei capi di abbigliamento vintage a basso costo da procurare agli attori. Pur essendo una produzione a budget ridotto, o forse proprio per questo motivo, l'atmosfera sul set risulta molto serena tra i vari protagonisti, che rimangono amici per molto tempo anche al termine dei lavori.
A fare da contorno al film, una colonna sonora incentrata sulle canzoni di successo degli anni '60, soprattutto Stessa Spiaggia, Stesso Mare di Piero Focaccia e le canzoni di Edoardo Vianello, che compare anche in un cameo. Curiosamente, invece, non è presente Sapore di Sale di Gino Paoli, in quanto i diritti su questa canzone sono già stati acquisiti da un'altra casa di produzione per realizzarne un film diretto da Neri Parenti, che tuttavia non viene mai girato.
Nonostante i dissidi intercorsi tra la produzione e il regista, quando Adriano De Micheli, durante la visione del primo montaggio del film, guarda la scena conclusiva, si commuove e abbraccia Carlo Vanzina.
Sapore di Mare viene distribuito nei cinema italiani a partire dal 17 febbraio 1983. La pellicola arriva infine a incassare oltre dieci miliardi di lire, confermando così le previsioni di successo di Jerry Calà e Christian De Sica. Inoltre, Virna Lisi vince in quello stesso anno il David di Donatello e il Nastro d'Argento come miglior attrice non protagonista.
Durante la prima del film vi è uno spettatore interessato, il produttore Aurelio De Laurentiis, che poco dopo contatta i fratelli Vanzina chiedendo loro di realizzare un film ambientato non durante l'estate, ma a dicembre. È la scintilla che dà vita a Vacanze di Natale... ma questa è un'altra storia.
Per me questo film è un vero classico, me lo rivedo sempre volentieri..hai capito che furbi Calà e De Sica comunque? :D
RispondiEliminaPrevidenti :) Soprattutto a De Sica è andata bene, oltre al discorso monetario: quello stesso anno iniziavano già le Vacanze di Natale.
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