Il primo Captain Marvel della storia solca i cieli e le pagine dei fumetti sin dal 1939. Il giovane Billy Batson, pronunciando la celebre parola magica SHAZAM (ovvero il nome del mago che gli ha conferito i poteri), diventa il celebre supereroe capace di competere con Superman. Anche nelle vendite all'inizio della sua storia, tanto che la DC Comics per eliminare il problema alla radice alla fine decise di acquisire la proprietà del personaggio (questa è la versione breve, quella più lunga è da mal di testa e magari la conserviamo per una prossima volta).
Da quando è la DC Comics stessa che detiene i diritti sul personaggio, quindi, la casa editrice non ha mancato di dedicargli numerose serie e storie speciali. Una delle quali è Shazam: La Forza della Speranza (Shazam: The Power of Hope), one-shot pubblicato nel novembre 2000 e opera della premiata ditta formata da Paul Dini e Alex Ross.
In questa storia, Captain Marvel interrompe per alcuni giorni la sua incessante lotta al crimine per andare a giocare con alcuni bambini di un ospedale e intrattenerli, dopo che costoro gli hanno mandato alcune lettere e disegni. Non sarà un'esperienza priva di momenti difficili, ma permetterà a Billy Batson infine di far ritrovare la forza della speranza in un ragazzo molto speciale, lui stesso.
Questa storia punta su un aspetto del personaggio di Captain Marvel ovviamente già esplorato in passato, si può dire che sia il perno attorno a cui ruotano buona parte delle vicende che lo vedono protagonista: il fatto che l'identità segreta di Captain Marvel sia quella dell'adolescente Billy Batson. Con un'esistenza combattuta tra il desiderio di essere un ragazzo come tutti gli altri, senza troppi pensieri, e la missione che il mago Shazam gli ha assegnato.
Dini e Ross, così come già accaduto con Superman: Pace in Terra, riportano il personaggio semidivino alla sua condizione umana, portandolo a confrontarsi con quelle persone che difficilmente ha occasione di incrociare quando deve affrontare il Dottor Sivana o Mister Mind. E rispecchiandosi in loro, ritrova anche la propria identità e, come direbbe un certo celebre film, una nuova speranza.
Un'operazione narrativa simile corre il rischio di scivolare nella facile retorica, ma Dini e Ross trattano il tutto con la giusta sensibilità e senza eccedere, tranne forse nell'inevitabile e scontata scena in cui Captain Marvel mette in riga un padre manesco.
Shazam: The Power of Hope è un buon esempio di come uno spunto di trama già utilizzato più volte possa essere rivisto in un'ottica diversa, dando a un personaggio nuove sfaccettature da poter utilizzare. E far proseguire le sue avventure per ancora tanto tempo.
Questo mi piacerebbe proprio recuperarlo: penso che Shazam abbia un enorme potenziale (non del tutto espresso), e funziona bene ragazzino/eroe.
RispondiEliminaInteressante questa trama, molto introspettiva.
Moz-