Poul Anderson. Un nome, una garanzia. Centinaia tra romanzi e racconti, sia fantascienza che fantasy, prodotti nell'arco di una lunghissima carriera. Come ogni scrittore di fantascienza che si rispetti, ha anche concepito una sua Storia Futura ma - siccome ama fare le cose in grande - l'ha dipanata non in uno, bensì due cicli, quello su Nicholas Van Rijn e quello su Dominic Flandry.
Questo non gli ha comunque impedito di produrre anche romanzi autoconclusivi e leggibili a sé stanti, come ad esempio Le Gallerie del Tempo (The Corridors of Time), pubblicato nel 1965.
La storia è incentrata sui viaggi del tempo, uno di quegli argomenti che proprioguardaognivoltacheseneparlavieneatuttiilmalditesta! Anderson risolve la cosa affermando che la storia con la S Maiuscola non può essere cambiata, ma due gruppi con visioni differenti cercano ognuno per i propri scopi di dominio di conquistare varie epoche storiche. Da un lato i Guardiani, che vorrebbero preservare la vita nella sua essenza originaria guidando gli umani col loro sapere e senza interferenze esterne, dall'altro i Pionieri, che invece vorrebbero plasmare la vita degli esseri umani con i loro dispositivi e le loro macchine.
Coinvolto in questo conflitto, non suo malgrado e non sotto coercizione, vi è Malcolm Lockridge, un uomo del ventesimo secolo con un passato tormentato che sta cercando di lasciarsi alle spalle e quindi un futuro come quello prospettatogli da Storm Darroway dei Guardiani appare ai suoi occhi un sogno che diventa realtà. Nella Danimarca del passato pre-vichinga e in un futuro ancora distante, tuttavia, Lockridge capirà che ogni ideologia presenta dei lati oscuri.
La storia prosegue su binari che, con la malizia di oggi, riusciamo a prevedere e presenta solo qualche piccolo punto morto. Risente molto forse degli anni che sono passati da quando fu concepita e dunque occorre contestualizzarla in tal senso per apprezzarla al meglio.
Risulta infatti alla fine che Anderson abbia voluto, coi Guardiani e i Pionieri, fare un'allegoria non tanto della religione e della scienza, ma di chi sfrutta e porta alla perversione i loro dogmi per convertire le menti più deboli, invece che dare loro nuovi obiettivi e una visione più ampia del mondo attorno a noi. Un messaggio non così scontato nel 1965.
Tanto che infatti Malcolm Lockridge, e altri che si uniranno a lui, compiono una terza scelta, quella salvifica: una scelta compiuta in piena autonomia, valutando con la propria testa e senza rinnegare del tutto ciò che quei dogmi possono insegnare loro per progredire come esseri umani.
Anderson non preme più di tanto sul lato "moralistico" della vicenda, che rimane dunque sotto traccia ma comunque ben presente, puntando più sul progredire della trama, cosicché poi il singolo lettore possa giudicare col proprio metro di giudizio, se vorrà cogliere il messaggio. Proprio come avrebbe fatto Malcolm Lockridge.
Un messaggio di fondo, se ci si pensa, non dissimile da quello di Crociata Spaziale.
Dogmi, manipolazione e viaggi del tempo. Si direbbe fantascienza sociologica questo romanzo.
RispondiEliminaConfermo, secondo me si inserisce a pieno titolo in questa definizione.
Elimina