mercoledì 22 aprile 2020

A scuola di cinema: Venerdì 13 Parte 3 - Weekend di Terrore (1982)

Dopo aver esordito come assassino nella Parte 2, a Jason Voorhees - seguendo il solco del suo indiretto ispiratore, il Michael Myers di Halloween - manca infine solo una caratteristica tipica dei killer seriali dei film horror. Un tratto distintivo, tramite cui il pubblico possa in maniera immediata associare il personaggio a quella saga. Il terzo capitolo di Venerdì 13 provvede a questa mancanza.


Il primo problema che si presenta ai produttori della Paramount è come ideare un film che per la terza volta mostri la stessa trama (un massacro in un campo boyscout, finché rimane solo una ragazza che sconfigge l'assassino) senza apparire ripetitiva e la soluzione che viene ideata è quella di sfruttare la tecnologia 3-D, che sta di nuovo emergendo nel cinema di quell'epoca con apparenti buoni risultati dopo decenni di oblio. In quell'epoca ad esempio nuovi capitoli delle saghe de Lo Squalo e di Amityville Horror vengono concepiti per il 3-D. Insomma, stessa trama ma effetti speciali diversi: logico, no?
Viene dunque dato mandato che ogni aspetto della produzione, partendo dalla sceneggiatura, fino alle luci e alle inquadrature, si concentri su questo aspetto, lasciando in secondo piano la recitazione. Uno degli attori - Larry Zerner - viene addirittura reclutato per strada, mentre sta distribuendo dei volantini che pubblicizzano un film della saga di Mad Max.
Steve Miner viene riconfermato come regista, mentre Ron Kurz decide di non tornare come sceneggiatore, poiché la Paramount intende non tenere conto del finale da lui concepito del secondo film, bollandolo come una scena onirica.
In sua sostituzione vengono chiamati Martin Kitrosser e sua moglie Carol Watson, che si erano occupati della correzione delle bozze del precedente capitolo. Alla consegna del loro trattamento, la Paramount non rimane del tutto soddisfatta e chiede una revisione a Petru Popescu. Nonostante un ampio contributo alla sceneggiatura finale, Popescu non viene tuttavia accreditato come sceneggiatore.
In un primo, abbozzato trattamento è previsto il ritorno del personaggio di Ginny, la protagonista della precedente pellicola. La trama prevede che, dopo gli eventi della Parte 2, Ginny finisce in un istituto psichiatrico a causa dei traumi subiti, ma Jason va alla sua ricerca per vendicarsi, uccidendo chiunque si pari lungo la sua via. Tuttavia, l'attrice che aveva interpretato Ginny, Amy Steel, e il suo agente non trovano un accordo commerciale con la Paramount e dunque costei rifiuta la proposta per cercare di perseguire altri ruoli in ambito sia cinematografico che televisivo.
La trama viene quindi alterata in maniera drastica e l'ambientazione ritorna alle radici "classiche" di Crystal Lake. Quando però qualcuno si accorge che la storia è ormai diventata l'esatta fotocopia della Parte 2, solo con personaggi con nomi diversi, si decide di aggiungere la tecnologia 3-D per dare al pubblico qualcosa di nuovo.
A Steve Daskewicz viene proposto di tornare a interpretare Jason Voorhees, ma dovendo la produzione spostarsi in California, laddove la tecnologia 3-D è più accessibile, gli viene detto che dovrà pagarsi da solo le spese di viaggio. Daskewicz dunque per ovvi motivi rifiuta la proposta e al suo posto viene ingaggiato il quarto Jason Voorhees cinematografico, un trapezista inglese alto quasi due metri di nome Richard Brooker, capace di effettuare anche le acrobazie più pericolose. Per aumentare la sua muscolatura, viene creata un'apposita imbottitura piazzata sotto i suoi vestiti.
Nella sceneggiatura è previsto che Jason indossi una maschera, senza andare troppo nello specifico. Il look da incappucciato del precedente capitolo viene subito scartato, anche per evitare parallelismi con The Elephant Man. Per trovare la soluzione migliore che possa funzionare su uno schermo 3-D, Miner chiede una prova trucco durante un controllo delle luci.
Non avendo tempo o voglia di creare una maschera ex novo, il team di supervisione degli effetti speciali prende in prestito dal supervisore Martin Jay Sadoff una maschera da hockey da portiere dei Detroit Red Wings. Il test preliminare incontra i favori del regista e viene dunque creata una maschera specifica, leggermente più grande di quella originaria, con dei fori per respirare e delle strisce rosse a forma di triangolo. Nasce così, per caso e destino, uno dei look più iconici del cinema horror.
Una prima versione di Jason senza maschera viene ideata da Stan Winston, che non aveva potuto essere coinvolto nel precedente capitolo. Anche qui però le cose non vanno come dovrebbero e Winston abbandona il progetto, mentre al contempo viene riciclato il trucco di Carl Fullerton.
Le riprese vengono effettuate tra gennaio e febbraio del 1982, in alcune località della California. Poiché il film si svolge durante una calda estate, alcune scene in notturna vengono modificate o non girate, in quanto risulta ben visibile il respiro degli attori.
Vengono concepiti svariati finali, tra cui uno in cui Jason viene decapitato, un altro in cui Jason riesce a uccidere tutti e un altro in cui, quando i poliziotti arrivano, il corpo di Jason, che pure sembrava essere stato ucciso, è misteriosamente scomparso. La Paramount all'epoca, tuttavia, sta pensando di porre fine a questo franchise e lascia dunque un finale che può apparire ambiguo o anche no - Jason può essere morto a causa di un colpo d'ascia alla testa oppure no... in ogni caso poi si cambierà idea.
Inizia poi per la Paramount un vero e proprio incubo logistico per attrezzare svariate sale cinematografiche a proiettare il film, considerato che molte di loro non possiedono gli schermi o i proiettori adatti. Per questo arrivano a spendere una cifra vicina ai dieci milioni di dollari.
Venerdì 13 Parte 3: Weekend di Terrore (Friday the 13th Part III) viene programmato nei cinema americani a partire dal 13 agosto 1982... e, sì, se ve lo state chiedendo era un venerdì. A fronte di un budget di poco superiore ai due milioni di dollari, il film arriva infine a incassare solo sul territorio americano oltre 36 milioni di dollari.
Per via anche del problema avuto con le sale cinematografiche e le relative spese sostenute, viene ritenuto un risultato discreto, ma non eccelso. Comunque questo non è un problema, perché sta per avvicinarsi il Capitolo Finale. Ma questa... è un'altra storia.

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