Luca Scatasta iniziò alla Star Comics come redattore aggiunto di un paio di testate, Capitan America e Star Magazine (soprattutto gli articoli di questa rivista sul mondo dell'editoria erano curati e ben fatti, anche se ormai a distanza di tempo da considerarsi superati). Poco dopo però Marco Lupoi, i cui compiti editoriali e di front-man della Marvel in Italia stavano aumentando sempre più, gli affidò la cura editoriale della testata Gli Incredibili X-Men. Dopo lungo penare, infine LucaS era arrivato alle redini della serie mutante per eccellenza. L'approccio di Scatasta nei confronti dei lettori era leggermente diverso da quello dei suoi altri colleghi, che ospitavano missive anche su temi di attualità e su vicende personali di chi scriveva (oggi sembra strano dirlo, ma a quel tempo era cosa diffusa). Scatasta invece preferì concentrarsi sulle storie, e ne aveva ben ragione, visto che ha gestito editorialmente tutto il periodo successivo a Paul Smith con artisti del calibro di Marc Silvestri, Jim Lee e Alan Davis, senza dimenticare le sceneggiature di Chris Claremont.
E, quando c'era da parlare di argomenti extra-fumetto, il soggetto principale era... Luca Scatasta! Certo, senza esagerare, ma a volte LucaS si imbarcava lungo il viale dei ricordi e narrava di alcune sue esperienze (di vita militare, di studio, di letture) con la consueta ironia. Questo modo di porsi, lungi dal renderlo inviso ai lettori, lo fece apparire agli occhi di colui che fruiva degli albi da lui curati quasi come uno di famiglia.
Oltre a Gli Incredibili X-Men, Scatasta si occupò per la Star Comics delle testate dell'Universo 2099 e, poco prima della nascita di Marvel Italia, anche dell'editing delle serie Image di cui la Star aveva acquisito i diritti. Inoltre, sempre durante questo periodo, conobbe nella redazione della casa editrice Cinzia, la sua attuale compagna di vita.
Nel 1994 ci fu appunto il grande cambiamento con la nascita di Marvel Italia, un unico soggetto editoriale italiano per le serie Marvel: per un po' Scatasta continuò a lavorare anche con la Star tramite l'editing delle serie Image, ma alla fine fu non dico costretto ma invitato a prendere una decisione. E il suo amore per le testate mutanti poteva portarlo da una sola parte. Claremont scomparve e al suo posto apparvero Scott Lobdell e Fabian Nicieza, ma anche loro due erano in buone mani.
Tuttavia, con la progressiva scomparsa delle serie dedicate all'Universo 2099, gli impegni editoriali di Scatasta negli anni successivi si ridussero, un po' anche a causa di alcuni ritardi sulle scadenze che a quanto sembra causarono un paio di volte dei richiami ufficiali. Quindi il suo nome alla fine comparve solo sulle serie mutanti Panini e gli speciali collegati: una delle poche certezze di quegli anni incerti era che, se avessi aperto un albo mutante, ci avresti trovato il suo nome. E questo nonostante LucaS fosse (e sia) un tipo o timido o che legittimamente non desiderasse apparire troppo in pubblico. Infatti, a parte poche selezionate edizioni, Scatasta non fu mai, diversamente da altri suoi colleghi, un ospite fisso delle fiere fumettistiche o una presenza costante agli incontri coi lettori in fumetteria. E mi verrebbe da aggiungere che non c'e n'era bisogno: il suo lavoro parlava per lui. E quando poteva contare su una fiorente pagina della posta o ampie note Finali o Introduttive, il dialogo che instaurava coi lettori era sempre amichevole e competente allo stesso tempo. Anche quando successive decisioni editoriali (e probabilmente l'avanzare della tecnologia) fecero sparire la pagina della posta e ridussero di molto lo spazio delle Note, lui non venne mai meno alla sua professionalità... anche se ricordo un paio di occasioni in cui disse che lo spazio a sua disposizione non gli permetteva di sviscerare certi argomenti come avrebbe voluto.
Lobdell e Nicieza fecero spazio a Steven Seagle, Joe Kelly, e poi ad Alan Davis e al ritorno di Chris Claremont: le pagine tornarono alla precedente foliazione e anche lo spazio per le Note venne ampliato, permettendo a LucaS di gestire al meglio i suoi redazionali.
Ma poi, improvvisamente, il lavoro lasciò spazio a qualcosa di meno piacevole.
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