mercoledì 18 settembre 2024

Libri a caso: Straniero in Terra Straniera


La fantascienza, come genere letterario, oggi ha pari dignità rispetto ad altri generi: il tempo, si dice sempre, è galantuomo e ha fatto comprendere le potenzialità di questa peculiare forma di narrazione.
Ma non è sempre stato così. Qualche decennio fa, la fantascienza era ritenuta narrativa di serie B, o peggio, che si rivolgeva a un pubblico semplice.
Eppure talvolta anche in quell'epoca c'era qualche opera che riusciva a scardinare questo pregiudizio. Una di esse è di sicuro Straniero in Terra Straniera (Stranger in a Strange Land), scritto da Robert Heinlein e pubblicato nel 1961.
Valentine Michael Smith è il primo uomo in possesso di cittadinanza marziana, essendo nato sul pianeta rosso durante una spedizione esplorativa.
Quando giunge sulla Terra, Valentine Michael Smith - che ha la mente di un bambino ma al tempo stesso grandi capacità - diviene l'elemento centrale di una lotta di potere economico, essendo legalmente a tutti gli effetti il padrone del pianeta Marte.
Il governo e le multinazionali tentano dunque di sequestrarlo e farlo sparire, ma in suo soccorso intervengono il giornalista Ben Caxton, l'infermiera Gillian Boardman e l'eccentrico avvocato Jubal Harshaw.
La scoperta del mondo e delle sue contraddizioni da parte di un'anima candida quale Valentine Michael Smith lo porterà a divenire un insolito leader spirituale, promulgatore di una totale libertà sessuale.
Gli scrittori dell'epoca dovevano proprio detestare la società puritana americana venuta fuori al termine della Seconda Guerra Mondiale, ma peraltro già presente prima del conflitto. Già Gli Amanti di Siddo ne faceva emergere le contraddizioni, ma qui si raggiunge un livello superiore.
Robert Heinlein cerca di porsi come l'osservatore neutrale ma fino a un certo punto - simboleggiato da Jubal Harshaw - che prova a spiegare la follia del mondo futuro (la società americana degli anni '50, in realtà) a chi quel mondo non lo ha mai conosciuto.
Un'anima candida che quindi non può capire concetti come l'odio, il pregiudizio o anche il denaro e il potere politico.
Valentine Michael Smith diviene dunque l'araldo di una filosofia che propugna l'amore libero, senza alcun tipo di distinzione. Come ben noto, questa sua filosofia è anticipatrice della cultura hippie che spazzerà via quelle vecchie concezioni sociali presenti nel decennio precedente.
Di solito la fantascienza cerca di carpire le tendenze del presente per immaginare la società del futuro, ma qui in realtà è stato compiuto un approccio differente. Si è preso il presente e lo si è rigettato in toto, immaginando un mondo dove tutti quei preconcetti sono stati abbandonati.
Ma siccome i messia di un nuovo verbo trovano sempre delle difficoltà a diffondere la loro parola, a fronte di uno status quo che non ne vuol sapere di cedere il passo, Valentine Michael Smith avrà una parabola ascendente e discendente, durante la quale si circonderà di discepoli (stavolta di entrambi i sessi), come qualcun altro prima di lui, incontrerà diavoli tentatori moderni (la politica) e cambierà il mondo attraverso la parola e un differente tipo di spiritualità, più interiore diciamo.
Riletta a distanza di tempo, ovviamente quest'opera non presente più una carica eversiva, ma rimane comunque particolare veder parlare liberamente - seppur filtrato attraverso la mentalità di quel tempo - di omosessualità, amore incondizionato, egualitario e non vincolato da legami religiosi e laicismo.
A dimostrazione che la fantascienza, se ben scritta, non è e non è mai stata una forma narrativa inferiore.

martedì 17 settembre 2024

Fabolous Stack of Comics: Capitan Marvel - Muori, Traditore!


In L'Arrivo di Capitan Marvel, Stan Lee e Roy Thomas hanno gettato le basi della saga che vede protagonista il Capitano Mar-Vell dei Kree, mandato in missione sotto copertura sulla Terra per scoprire se gli umani possano rappresentare una minaccia per l'Impero.
Le basi sono semplici, ma efficaci allo stesso tempo. Mar-Vell - che ha assunto l'identità di un defunto scienziato, Walter Lawson - comincia ad affezionarsi al popolo terrestre, ma al tempo stesso deve guardarsi dalla diffidenza sia dei suoi simili, sotto forma del Capitano Yon-Rogg, che di alcuni terrestri, in particolar modo di Carol Danvers.
Dopo i due deus ex machina, tocca ad Arnold Drake e Gary Friedrich portare avanti le trame, assistiti alla parte grafica da Don Heck, Dick Ayers e Tom Sutton, in un ciclo che mette fine alle traversie di Mar-Vell sulla Terra.
Mar-Vell continua a operare sotto copertura presso una base militare in Florida, ma Yon-Rogg diviene sempre più ossessionato nel portarlo alla rovina, cercando qualsiasi pretesto per screditarlo di fronte all'Impero Kree.
Come se non bastasse, Carol Danvers diventa sempre più sospettosa di lui e si convince stia nascondendo qualcosa.
Mar-Vell fa dunque fatica a tenere sotto controllo la sua doppia vita, ma intanto non mancano i confronti con insoliti nemici quali il Metazoide e Solam. Eppure, l'avversario più insolito e quello che nasconde più segreti si rivelerà essere... Walter Lawson!
Per la serie noi pensiamo che le cose un tempo non si facessero e invece e così, già all'epoca si sentiva il bisogno di chiudere un ciclo e ripartire grossomodo da zero, per dare nuova linfa narrativa a un personaggio o una serie.
E in effetti il canovaccio "Mar-Vell rischia di essere scoperto e nel mentre affronta il supercriminale di turno" dopo un po' comincia a diventare stantio. Ecco dunque che verso la chiusura di questo ciclo, col sedicesimo numero della testata, accade un evento drammatico che porta Mar-Vell a percorrere nuove strade, nonché un sentiero di vendetta.
Per giungere infine a un nuovo scopo e un nuovo costume, ideato da Gil Kane (curioso l'abbia sottratto a Kirby o Romita, a dimostrazione che a quell'epoca Capitan Marvel era considerato un personaggio minore), che è quello più celebre con cui l'eroe è ricordato.
Si potrebbe dunque pensare, ben sapendo cosa accadrà a breve, che di questo primo ciclo del personaggio non rimanga nulla. Non è proprio così: oltre ad aver introdotto una importantissima comprimaria, destinata a grandi cose nel Marvel Universe, ha fornito a Mar-Vell quelle motivazioni che lo porteranno a divenire un vero eroe di due mondi.

lunedì 16 settembre 2024

Fabolous Stack of Comics: Tex - Il Cavaliere Solitario


Tex Willer è molto di più che il personaggio a fumetti più popolare d'Italia, grazie alla sua storia ultrasettantennale. Fino a qualche decennio fa era impensabile che Tex potesse varcare i confini italici, così inevitabilmente rinchiuso in un genere - il western - che non riusciva a fare presa all'estero in termini fumettistici e in un mondo che non era ancora del tutto senza frontiere.
Ma queste frontiere sono calate da tantissimi anni e Tex Willer è riuscito a solcare editorialmente anche i territori da lui frequentati nei fumetti e a farsi realizzare graficamente da un disegnatore americano (e da altri di molte altre nazioni, lungo la via). Il tutto avviene su Tex Speciale 15, il Texone, pubblicato nel 2001. La storia si intitola Il Cavaliere Solitario, scritta da Claudio Nizzi e disegnata da Joe Kubert.
Tex Willer si reca a trovare la famiglia Colter, dei cari amici che non vede da alcuni anni. Ma lo attende una macabra scoperta: l'intera famiglia, compresa la giovane figlia e il cane, è stata massacrata da quattro criminali.
Tex si mette sulle loro tracce, ma la superiorità numerica ha la meglio e dopo una dura lotta Tex viene gettato in fondo a un burrone.
Ma può davvero essere questa la fine del celebre ranger? O la sua sete di vendetta lo farà rialzare e portare a perseguire la giustizia a tutti i costi?
Tex ha già operato atti di vendetta in altre storie e, più in generale, non esita a cercare giustizia per conto delle persone più deboli, ma qui si arriva a un livello superiore. Tex Willer viene colpito nel personale e per ben due volte: dapprima eliminando dei componenti della sua vita al di fuori dell'essere ranger e poi andando contro di lui, in una delle rare volte in cui Tex esce decisamente sconfitto da uno scontro.
Da quel momento il Ranger diviene come una sorta di angelo vendicativo. Qui si va oltre la giustizia, si giunge a un percorso di vendetta lungo il quale si incontrano determinazione, disprezzo per la vita umana che viene puntualmente punito, uno spirito di sacrificio che solo nei fumetti, anzi solo Tex Willer e qualche supereroe americano è in grado di dimostrare.
Nel contesto di un'opera rivolta a un pubblico popolare, è una storia in certi punti pervasa di cinismo e cattiveria. Spazzati infine via dal passaggio del Ranger, non limitato in questo caso dalla presenza dei Pards che avrebbero rallentato tale passaggio, anche solo per dover interagire con loro.
Il tutto ritratto - con qualche concessione rispetto a certi punti incrollabili di Tex, come il ritrarre i cavalli, ma in questo caso si può e si deve - da un artista che si concentra molto sui volti, sulla sofferenza e sulla rabbia. Le sue tavole parlano attraverso il dolore che riescono a trasmettere.
Intendiamoci, non è un capolavoro. Si tratta di una storia di vendetta, che segue quei precisi schemi che vediamo nelle classiche storie di vendetta, quegli schemi già visti in altri racconti con protagonista Tex Willer. Ma in questo caso è la resa globale di questo classico topos narrativo che balza all'occhio e consente a quest'albo di essere davvero speciale.