lunedì 30 settembre 2024

Fabolous Stack of Comics: Arrowsmith - Dietro le Linee Nemiche


In Il Fascino della Divisa abbiamo fatto la conoscenza di Fletcher Arrowsmith, un giovane ragazzo del Connecticut che - contro il parere della famiglia - si è offerto volontario per combattere nella Grande Guerra tra l'Impero Prussiano e la Gallia.
Un conflitto molto particolare, che fa ampio utilizzo delle arti magiche, ma che come tutte le guerre miete molte vittime, tra cui giovani soldati e persone innocenti.
Provato dalle drammatiche esperienze vissute, Fletcher Arrowsmith ritorna in una nuova miniserie di sei numeri, Dietro le Linee Nemiche (Behind Enemy Lines), pubblicata nel 2022 da Image Comics, scritta da Kurt Busiek e disegnata da Carlos Pacheco, in quella che è stata l'ultima storia da lui completata.
1916: Fletcher Arrowsmith viene inviato in missione oltre le linee nemiche, ma il suo squadrone si imbatte subito in delle truppe prussiane. Arrowsmith ha poche speranze contro di loro e viene catturato.
Ma questo è esattamente ciò che vogliono lui e i suoi superiori. Arrowsmith è infatti in missione sotto copertura e, nel campo in cui è stato imprigionato, vi è una spia con cui deve entrare in contatto.
Questa spia è in possesso di informazioni molto importanti, comprese quelle che potrebbero portare a una scoperta capace di cambiare le sorti del conflitto: l'identità della vera mente dietro la guerra che sta imperversando in Europa.
La prima miniserie aveva messo bene in chiaro i toni generali della saga. Incentrata su un uomo comune deciso a fare la cosa giusta, ma che scopre ben presto che è molto difficile portare a termine questo obiettivo in un mondo che non si cura degli innocenti e di chi viene mandato consapevolmente a morire sul campo di battaglia.
L'atmosfera anti-militarista è ovviamente presente anche in questa seconda miniserie, ma rimane molto sullo sfondo - forse perché in effetti c'era poco altro da aggiungere - e ci si concentra dunque su una nuova trama, che unisce spionaggio, azione e misticismo, che vuole andare a fondo dei misteri che circondano la saga e che fino a quel momento erano stati appena accennati (quali sono le cause del conflitto? Chi lo sta fomentando?).
Ovviamente si tratta di una trama che merita il suo giusto spazio e dunque l'autore l'ha concepita con un più ampio respiro. Non stupirà, dunque, apprendere che questa è una storia "incompleta", se così la possiamo definire, che non solo non offre tutte le risposte, ma si ferma anche nel mentre.
Che un seguito ci sarà è indubbio, forse è già stato sceneggiato. E qui arriviamo al punto finale: risulta sempre straniante vedere l'ultima opera di un grande disegnatore, strappato alla sua arte da una devastante malattia. E quindi il continuo di questa storia, quando uscirà, non lo vedrà all'opera. E senza nulla togliere a colui che sarà il suo successore, questo rappresenta una perdita. Una perdita con la P minuscola, rispetto a quella umana, ovviamente.

venerdì 27 settembre 2024

Libri a caso: Il Crocevia delle Tre Vedove


La provincia, la piccola cittadina, una classica ambientazione teatro di così tanti delitti e misteri, come abilmente descritti da Agatha Christie e Georges Simenon. Piccole realtà che nascondono però grandi tragedie.
Ma è possibile fare ancora di più, utilizzando meno? Un piccolo agglomerato di case, magari tre, può essere teatro di un insolito enigma? Per Simenon la risposta è sì e lo dimostra in Il Crocevia delle Tre Vedove (La Nuit du Carrefour), pubblicato nel 1931.
Carl Andersen, un insignificante creatore di tessuti, viene incriminato dell'omicidio di un commerciante di diamanti, Isaac Goldberg. La dinamica è di certo particolare, poiché l'auto del defunto è stata ritrovata nel garage di Andersen, la cui autovettura viene ritrovata invece nel garage di un suo vicino.
Nonostante uno strenuo interrogatorio di diciassette ore, Carl Andersen non cede di un millimetro e si dichiara innocente, cosa che colpisce molto il Commissario Maigret, il quale decide di recarsi presso il luogo dove è stato ritrovato il cadavere.
Si tratta di un piccolo agglomerato di case noto come il Crocevia delle Tre Vedove. Due abitazioni e un'autorimessa, poche metri che separano un'abitazione dall'altra ma al contempo tanti misteri che le circondano e che trascineranno Maigret in un'avventura per lui inedita.
Georges Simenon torna dunque a un'ambientazione a lui cara, ovvero la piccola cittadina dove tutti conoscono tutti e vi è qualche inevitabile diffidenza. Curioso notare come questa ambientazione, a vari livelli, sia stata presente in tutti e sette i romanzi con protagonisti Maigret visti finora.
Lo scrittore porta dunque all'estremo quel concetto, riducendo l'area dove si svolge l'azione a poche centinaia di metri, che diventano però per Maigret una sorta di territorio ignoto. Un territorio dove anche oggetti comuni, come un pozzo, una stanza o un quadro possono risultare pericolosi.
Stavolta, infatti, oltre all'indagine su un delitto, il Commissario dovrà far fronte anche a delle sparatorie, tuffi nel vuoto e inseguimenti in auto, eventi con cui non si trova molto a suo agio (in questi sette romanzi, Maigret ha solo estratto la pistola, ma non ha mai sparato un colpo).
L'approccio narrativo è invece particolare e forse esasperato. Poiché vi sono pochi personaggi sulla scena e scopriremo che ognuno di quei personaggi non è chi dice di essere, tramutando il Crocevia del titolo in una sorta di teatro dell'assurdo verso la fine.
Un assurdo che però non ha nulla che susciti una risata, mentre un'implacabile condanna giungerà per tutti coloro che si sono macchiati di un peccato.

giovedì 26 settembre 2024

Fabolous Stack of Comics: Batman - Reptilian


Apparso una prima volta nel 1983, il personaggio di Killer Croc è una sorta di ibrido (è proprio il caso di dirlo) tra quelli che sono i classici nemici di Batman. Ovvero sia il "freak", lo scherzo di natura, che il criminale.
Col passare degli anni, tuttavia, quella che è la sua parte umana è andata sempre più progressivamente scomparendo per lasciare spazio agli istinti bestiali che guidano le sue azioni. Anche se ogni tanto ritorna a una sorta di calma apparente.
Killer Croc ha avuto svolte mistiche e scientifiche, ma nulla di quello che si può vedere in Batman: Reptilian, miniserie di sei numeri pubblicata nel 2021, scritta da Garth Ennis e disegnata, ma sarebbe meglio dire illustrata, da Liam Sharp.
Una riunione tra i più temibili e influenti criminali di Gotham City termina in tragedia quando una misteriosa creatura riesce a infiltrarsi, scatenando una sanguinosa strage.
Batman, che pure trae giovamento da quanto accaduto, si mette all'inseguimento del killer, ritrovandone le tracce nel sistema fognario di Gotham City. Tutto lascerebbe presupporre che il colpevole sia Killer Croc, ulteriormente imbestialito e più selvaggio che mai. Ma la verità è un'altra, così incredibile da lasciare stupefatto persino il Cavaliere Oscuro.
Essendo questa miniserie inserita nella linea Black Label, quindi con possibilità di aggiungere toni maturi e anche grotteschi e senza alcun vincolo di continuità da rispettare, Garth Ennis ha mano libera per scatenarsi come meglio gli aggrada, ma rimanendo comunque nei limiti delle caratterizzazioni dei vari personaggi... fino a un certo punto.
A partire da Batman, ritratto come un vigilante cupo e determinato a perseguire giustizia, tanto da non preoccuparsi di insultare apertamente in pubblico un criminale scagionato per provocarlo, ma anche con qualche insolito "scivolone" con qualche battuta qua e là (non che il Batman del DC Universe sia del tutto privo di umorismo, solo che si tende a dimenticare questo aspetto).
Passando poi per alcuni dei criminali da lui affrontati. In particolare, in questa storia, Joker e Killer Croc: due "freak" che tuttavia devono lasciare spazio a un orrore più grande di loro e che li riduce a esseri codardi e impauriti.
Per finire poi con una sorta di atmosfera generale che gioca molto sul grottesco e il surreale, tematiche che Ennis padroneggia da sempre. Non arrivando certo agli eccessi e alle vette di Preacher perché, dopotutto, questa è pur sempre una storia di Batman.
Un'atmosfera concepita apposta per il disegnatore originario di questa miniserie, ovvero Steve Dillon. Ma la cui scomparsa ha fatto sì che il progetto finisse nelle mani di Liam Sharp, dal tratto completamente diverso. Una serie di illustrazioni, più che disegni, in alcuni punti - almeno per me - di difficile comprensione (e non per via dell'oscurità delle fogne).
Alla fine il freak affrontato da Batman non è altro che una creatura che non nasconde la sua vera natura, mentre tutti gli altri - Cavaliere Oscuro compreso - cercano di mascherarla sotto una patina di apparente ordinarietà, pronta a essere fatta a pezzi alla prima occasione.

mercoledì 25 settembre 2024

Libri a caso: Pianeta d'Aria


Al termine di Moby Dick, il capolavoro pubblicato nel 1851 e scritto da Herman Melville, Ishmael/Ismaele è l'unico sopravvissuto della ciurma del Pequod, sterminata dalla furia della balena bianca, cacciata con ancor maggiore furia dal Capitano Achab.
A volte la parola FINE può non rappresentare il vero e proprio epilogo per un personaggio. Dopotutto, qualcuno si potrebbe domandare: ma cosa è accaduto a Ishmael il giorno successivo? Ebbene, a questa domanda risponde Pianeta d'Aria (The Wind Whales of Ishmael), pubblicato nel 1971 e scritto da Philip J. Farmer.
Ishmael viene ripescato e salvato dalla Rachel, ma le sue traversie non sono ancora terminate. Precipitato infatti in un wormhole, Ishmael si ritrova catapultato in un lontano futuro, quando l'umanità è quasi sull'orlo dell'estinzione e vive su città volanti viaggiando su navi volanti, mentre la Terra è popolata da creature selvagge che cacciano l'uomo per terra, per mare e anche per aria, visto che hanno facoltà di volare.
Sia straniero in terra straniera che l'uomo giusto nel momento giusto, Ishmael conoscerà alcuni nativi di questo insolito futuro, compresa un'affascinante ragazza di cui si innamora, e dovrà insegnare loro un'arte che ha imparato a padroneggiare suo malgrado: la sopravvivenza.
In un'era attuale in cui non ci si fa problemi a dare un seguito a qualsiasi opera, un'operazione come questa potrebbe risultare scontata. Ma suddetto romanzo è stato pubblicato oltre cinquant'anni fa, quando vi era ancora una sorta di aura di sacralità in merito ai grandi capolavori della letteratura.
Philip Farmer, tuttavia, non si è mai creato problemi di questo tipo, considerato che ha scritto libri su altre icone letterarie come Tarzan o Sherlock Holmes.
Ovviamente in questo caso non si procede nella scia di Herman Melville, anche perché questo sì sarebbe stato inutile e superfluo. Anzi, laddove lo scrittore di Moby Dick sottolineava come le ambizioni più ardite dell'essere umano siano destinate a scontrarsi con la realtà e la crudeltà, Farmer invece adotta un'operazione di ribaltamento.
Poiché Ishmael, forse proprio perché reduce dalla drammatica esperienza vissuta sul Pequod, si pone degli obiettivi che riesce a realizzare con astuzia e abilità, giungendo infine a realizzare quelle che sono più modeste, ma per lui comunque significative, ambizioni.
Sono in effetti passati 120 anni dalla pubblicazione di Moby Dick e il mondo è profondamente cambiato. Inoltre, inserire il tutto in una cornice fantascientifico-apocalittica contribuisce in maniera ulteriore a creare un distacco con l'opera originaria e a proiettare gli eventi verso un nuovo scenario e una nuova storia.
Se con Melville, Ishmael ha affrontato la furia della natura, implacabile e inarrestabile, qui deve fare i conti con i pregi e i difetti dell'umanità, più gestibili se si sa come affrontarli. E chi meglio dell'unico sopravvissuto di una ciurma maledetta?

martedì 24 settembre 2024

Fabolous Stack of Comics: Space Bandits


Ci sono molte saghe che incarnano il concetto di space opera, ma c'è ne è principalmente una che - in anticipo sui tempi - ha eletto una donna come sua protagonista principale, forse volontariamente o forse no. E questa saga è ovviamente quella di Alien, la quale è divenuta seminale non solo per questo motivo chiaramente.
Decenni dopo, le space opera con protagoniste femminili sono ormai consolidate e una di queste è Space Bandits, miniserie di cinque numeri pubblicata da Image Comics nel 2019, scritta da Mark Millar e disegnata da Matteo Scalera.
Cody Blue e Thena Khole sono due criminali spaziali i cui colpi sono rivolti verso gente ricca e benestante. Niente può andare storto grazie alle grandi capacità di pianificazione della prima e le notevoli doti fisiche e di combattimento della seconda.
I loro destini si incrociano quando i loro rispettivi uomini li tradiscono e, abbandonandole al loro destino, le fanno catturare dalle autorità. Incontratesi in una prigione di massima sicurezza, le due donne stringono una forte amicizia e un'ancora più forte alleanza, che ha un obiettivo finale ben preciso: riuscire a evadere e vendicarsi di coloro che le hanno tradite.
Siamo sul filone consolidato di un action movie sotto forma di fumetto, un fumetto che rende dichiaratamente omaggio agli anni '80 del ventesimo secolo citando Lionel Ritchie, Molly Ringwald e molti altri.
L'estetica grafica e i dialoghi, certo, sono di stampo moderno, ma non si può fare a meno di notare come questa miniserie abbia in sé tutti i generi che hanno reso celebre quel decennio. Action, certo, ma anche un'ambientazione fantascientifica alla Star Wars, un revenge movie portato avanti dalle due protagoniste, un prison movie con tanto di evasione in apparenza impossibile e un heist movie, infine, se consideriamo il "lavoro" di Cody Blue e Thena Khole.
Le due protagoniste stesse, il braccio e la mente, sembrano quasi una sorta di Starsky & Hutch o, meglio, Tango & Cash in salsa femminile.
Quindi un background molto interessante al servizio di una trama che procede su binari consolidati e con scene di sicuro create per lasciar mano libera a Matteo Scalera e alle sue capacità grafiche.
Il finale è quello che ci aspettiamo e lascia spazio per un eventuale seguito, poiché alla fine ci troviamo in un universo più ampio, dove molte cose possono ancora accadere. E molti altri omaggi agli anni '80 possono ancora essere pensati.

mercoledì 18 settembre 2024

Libri a caso: Straniero in Terra Straniera


La fantascienza, come genere letterario, oggi ha pari dignità rispetto ad altri generi: il tempo, si dice sempre, è galantuomo e ha fatto comprendere le potenzialità di questa peculiare forma di narrazione.
Ma non è sempre stato così. Qualche decennio fa, la fantascienza era ritenuta narrativa di serie B, o peggio, che si rivolgeva a un pubblico semplice.
Eppure talvolta anche in quell'epoca c'era qualche opera che riusciva a scardinare questo pregiudizio. Una di esse è di sicuro Straniero in Terra Straniera (Stranger in a Strange Land), scritto da Robert Heinlein e pubblicato nel 1961.
Valentine Michael Smith è il primo uomo in possesso di cittadinanza marziana, essendo nato sul pianeta rosso durante una spedizione esplorativa.
Quando giunge sulla Terra, Valentine Michael Smith - che ha la mente di un bambino ma al tempo stesso grandi capacità - diviene l'elemento centrale di una lotta di potere economico, essendo legalmente a tutti gli effetti il padrone del pianeta Marte.
Il governo e le multinazionali tentano dunque di sequestrarlo e farlo sparire, ma in suo soccorso intervengono il giornalista Ben Caxton, l'infermiera Gillian Boardman e l'eccentrico avvocato Jubal Harshaw.
La scoperta del mondo e delle sue contraddizioni da parte di un'anima candida quale Valentine Michael Smith lo porterà a divenire un insolito leader spirituale, promulgatore di una totale libertà sessuale.
Gli scrittori dell'epoca dovevano proprio detestare la società puritana americana venuta fuori al termine della Seconda Guerra Mondiale, ma peraltro già presente prima del conflitto. Già Gli Amanti di Siddo ne faceva emergere le contraddizioni, ma qui si raggiunge un livello superiore.
Robert Heinlein cerca di porsi come l'osservatore neutrale ma fino a un certo punto - simboleggiato da Jubal Harshaw - che prova a spiegare la follia del mondo futuro (la società americana degli anni '50, in realtà) a chi quel mondo non lo ha mai conosciuto.
Un'anima candida che quindi non può capire concetti come l'odio, il pregiudizio o anche il denaro e il potere politico.
Valentine Michael Smith diviene dunque l'araldo di una filosofia che propugna l'amore libero, senza alcun tipo di distinzione. Come ben noto, questa sua filosofia è anticipatrice della cultura hippie che spazzerà via quelle vecchie concezioni sociali presenti nel decennio precedente.
Di solito la fantascienza cerca di carpire le tendenze del presente per immaginare la società del futuro, ma qui in realtà è stato compiuto un approccio differente. Si è preso il presente e lo si è rigettato in toto, immaginando un mondo dove tutti quei preconcetti sono stati abbandonati.
Ma siccome i messia di un nuovo verbo trovano sempre delle difficoltà a diffondere la loro parola, a fronte di uno status quo che non ne vuol sapere di cedere il passo, Valentine Michael Smith avrà una parabola ascendente e discendente, durante la quale si circonderà di discepoli (stavolta di entrambi i sessi), come qualcun altro prima di lui, incontrerà diavoli tentatori moderni (la politica) e cambierà il mondo attraverso la parola e un differente tipo di spiritualità, più interiore diciamo.
Riletta a distanza di tempo, ovviamente quest'opera non presente più una carica eversiva, ma rimane comunque particolare veder parlare liberamente - seppur filtrato attraverso la mentalità di quel tempo - di omosessualità, amore incondizionato, egualitario e non vincolato da legami religiosi e laicismo.
A dimostrazione che la fantascienza, se ben scritta, non è e non è mai stata una forma narrativa inferiore.

martedì 17 settembre 2024

Fabolous Stack of Comics: Capitan Marvel - Muori, Traditore!


In L'Arrivo di Capitan Marvel, Stan Lee e Roy Thomas hanno gettato le basi della saga che vede protagonista il Capitano Mar-Vell dei Kree, mandato in missione sotto copertura sulla Terra per scoprire se gli umani possano rappresentare una minaccia per l'Impero.
Le basi sono semplici, ma efficaci allo stesso tempo. Mar-Vell - che ha assunto l'identità di un defunto scienziato, Walter Lawson - comincia ad affezionarsi al popolo terrestre, ma al tempo stesso deve guardarsi dalla diffidenza sia dei suoi simili, sotto forma del Capitano Yon-Rogg, che di alcuni terrestri, in particolar modo di Carol Danvers.
Dopo i due deus ex machina, tocca ad Arnold Drake e Gary Friedrich portare avanti le trame, assistiti alla parte grafica da Don Heck, Dick Ayers e Tom Sutton, in un ciclo che mette fine alle traversie di Mar-Vell sulla Terra.
Mar-Vell continua a operare sotto copertura presso una base militare in Florida, ma Yon-Rogg diviene sempre più ossessionato nel portarlo alla rovina, cercando qualsiasi pretesto per screditarlo di fronte all'Impero Kree.
Come se non bastasse, Carol Danvers diventa sempre più sospettosa di lui e si convince stia nascondendo qualcosa.
Mar-Vell fa dunque fatica a tenere sotto controllo la sua doppia vita, ma intanto non mancano i confronti con insoliti nemici quali il Metazoide e Solam. Eppure, l'avversario più insolito e quello che nasconde più segreti si rivelerà essere... Walter Lawson!
Per la serie noi pensiamo che le cose un tempo non si facessero e invece e così, già all'epoca si sentiva il bisogno di chiudere un ciclo e ripartire grossomodo da zero, per dare nuova linfa narrativa a un personaggio o una serie.
E in effetti il canovaccio "Mar-Vell rischia di essere scoperto e nel mentre affronta il supercriminale di turno" dopo un po' comincia a diventare stantio. Ecco dunque che verso la chiusura di questo ciclo, col sedicesimo numero della testata, accade un evento drammatico che porta Mar-Vell a percorrere nuove strade, nonché un sentiero di vendetta.
Per giungere infine a un nuovo scopo e un nuovo costume, ideato da Gil Kane (curioso l'abbia sottratto a Kirby o Romita, a dimostrazione che a quell'epoca Capitan Marvel era considerato un personaggio minore), che è quello più celebre con cui l'eroe è ricordato.
Si potrebbe dunque pensare, ben sapendo cosa accadrà a breve, che di questo primo ciclo del personaggio non rimanga nulla. Non è proprio così: oltre ad aver introdotto una importantissima comprimaria, destinata a grandi cose nel Marvel Universe, ha fornito a Mar-Vell quelle motivazioni che lo porteranno a divenire un vero eroe di due mondi.

lunedì 16 settembre 2024

Fabolous Stack of Comics: Tex - Il Cavaliere Solitario


Tex Willer è molto di più che il personaggio a fumetti più popolare d'Italia, grazie alla sua storia ultrasettantennale. Fino a qualche decennio fa era impensabile che Tex potesse varcare i confini italici, così inevitabilmente rinchiuso in un genere - il western - che non riusciva a fare presa all'estero in termini fumettistici e in un mondo che non era ancora del tutto senza frontiere.
Ma queste frontiere sono calate da tantissimi anni e Tex Willer è riuscito a solcare editorialmente anche i territori da lui frequentati nei fumetti e a farsi realizzare graficamente da un disegnatore americano (e da altri di molte altre nazioni, lungo la via). Il tutto avviene su Tex Speciale 15, il Texone, pubblicato nel 2001. La storia si intitola Il Cavaliere Solitario, scritta da Claudio Nizzi e disegnata da Joe Kubert.
Tex Willer si reca a trovare la famiglia Colter, dei cari amici che non vede da alcuni anni. Ma lo attende una macabra scoperta: l'intera famiglia, compresa la giovane figlia e il cane, è stata massacrata da quattro criminali.
Tex si mette sulle loro tracce, ma la superiorità numerica ha la meglio e dopo una dura lotta Tex viene gettato in fondo a un burrone.
Ma può davvero essere questa la fine del celebre ranger? O la sua sete di vendetta lo farà rialzare e portare a perseguire la giustizia a tutti i costi?
Tex ha già operato atti di vendetta in altre storie e, più in generale, non esita a cercare giustizia per conto delle persone più deboli, ma qui si arriva a un livello superiore. Tex Willer viene colpito nel personale e per ben due volte: dapprima eliminando dei componenti della sua vita al di fuori dell'essere ranger e poi andando contro di lui, in una delle rare volte in cui Tex esce decisamente sconfitto da uno scontro.
Da quel momento il Ranger diviene come una sorta di angelo vendicativo. Qui si va oltre la giustizia, si giunge a un percorso di vendetta lungo il quale si incontrano determinazione, disprezzo per la vita umana che viene puntualmente punito, uno spirito di sacrificio che solo nei fumetti, anzi solo Tex Willer e qualche supereroe americano è in grado di dimostrare.
Nel contesto di un'opera rivolta a un pubblico popolare, è una storia in certi punti pervasa di cinismo e cattiveria. Spazzati infine via dal passaggio del Ranger, non limitato in questo caso dalla presenza dei Pards che avrebbero rallentato tale passaggio, anche solo per dover interagire con loro.
Il tutto ritratto - con qualche concessione rispetto a certi punti incrollabili di Tex, come il ritrarre i cavalli, ma in questo caso si può e si deve - da un artista che si concentra molto sui volti, sulla sofferenza e sulla rabbia. Le sue tavole parlano attraverso il dolore che riescono a trasmettere.
Intendiamoci, non è un capolavoro. Si tratta di una storia di vendetta, che segue quei precisi schemi che vediamo nelle classiche storie di vendetta, quegli schemi già visti in altri racconti con protagonista Tex Willer. Ma in questo caso è la resa globale di questo classico topos narrativo che balza all'occhio e consente a quest'albo di essere davvero speciale.