lunedì 22 settembre 2025

Fabolous Stack of Comics: Berserk - Il Guerriero Nero


Le epopee fantasy, quelle classiche, erano ambientate in reami sfarzosi e terre incantate, dove forze oscure cercavano di rovesciare questi insoliti paradisi terrestri, confrontate ovviamente dagli eroi di turno (spesso gente venuta dal basso o dai popoli meno considerati, un classico anche questo).
Poi però al classico si è alternato un differente tipo di fantasy, di cui George Martin è uno dei principali esponenti. Un fantasy più "sporco", pieno di sangue, violenza e crudeltà, dove i confini tra bene e male non sono così netti e dove quelle magie incantate sono talvolta ridotte al minimo.
Trasposte in forma di fumetto, queste epopee fantasy trovano il loro maggior esponente in Berserk, opera scritta e disegnata da Kentarō Miura, che inizia a essere pubblicata a partire dal 1989 sulla rivista Young Animal e che nei primi due capitoli introduce la sua epopea.
Un misterioso guerriero di nome Gatsu vaga di città in città, con un altrettanto misterioso obiettivo. Vede solo da un occhio, al posto del braccio sinistro ha una sorta di arto metallico pieno di armi, ma soprattutto porta con sé una gigantesca lama di ferro che nessun altro uomo sarebbe in grado di maneggiare, figuriamoci utilizzarla in combattimento.
Dopo aver salvato, senza volerlo in realtà, un elfo di nome Pak, Gatsu dichiara di essere alla ricerca dei Cinque della Mano di Dio e di tutti coloro che li spalleggiano. Chi siano e dove si trovino è un altro dei tanti misteri che si devono affrontare, ma di fronte ai quali Gatsu e la sua incredibile determinazione non intendono arrendersi.
Un prologo aiuta a inquadrare subito la saga, a presentare i protagonisti, a descrivere l'ambientazione di base che fa da sfondo a suddetta saga. Di solito. Da questo punto di vista Berserk adotta un approccio alquanto minimalista. I protagonisti presentati, infatti, sono solo due - uno e mezzo, diciamo - e l'ambientazione sarà sì accennata ma è comunque già sufficientemente delineata.
In una saga che ha appena cominciato a gettare sul tavolo le proprie carte, due elementi in particolare catturano l'attenzione. Il primo è la violenza: dal forte impatto grafico, mostrata al lettore in tutta la sua crudezza, senza cercare di nasconderla o attenuarla. Questo per far subito capire che non siamo nella Terra di Mezzo di Tolkien, ma in un mondo dove non c'è spazio per la debolezza e l'arrendevolezza.
Il secondo, il più rilevante, è lui, il protagonista. Gatsu. Strano, a ben pensarci, poiché di lui a parte il nome non sappiamo nient'altro (se non quello che l'autore ci mostra graficamente e che ci suscita altri interrogativi).
E non è di certo un eroe. L'autore vuole subito far capire di non provare eccessiva simpatia per lui, potremmo avere una delusione.
Gatsu, infatti, parla pochissimo, quelle poche volte che parla dimostra in maniera molto evidente una totale misantropia e cinismo e lascia che i propri discorsi vengano portati avanti dalle sue armi. Da quelle infinite frecce che fuoriescono dalla sua faretra meccanica e da quella lama di ferro che definire lama è un eufemismo e che apre in due qualsiasi cosa.
Il tutto in un tripudio di energia cinetica e fiotti neri/rossi che sono il colore predominante di questo mondo appena nato. Che ha ancora molti angoli e sfaccettature che devono essere scoperte.

2 commenti:

  1. Non per nulla, il mio fumetto preferito.
    Immagina quanto mi ha colpito, quando l'ho visto la prima volta. Abituato a un fantasy più leccatino, e a una violenza non di questo livello... così cruda.

    Moz-

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    1. Ovviamente conoscevo l'opera... ma l'impatto grafico di queste scene mi ha decisamente colpito.

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