1980: Viene pubblicato il romanzo Un Nome Senza Volto (The Bourne Identity) dello scrittore Robert Ludlum.
Vede protagonista un uomo che viene ripescato da alcuni pescatori mentre va alla deriva nel Mar Mediterraneo. L'uomo non ricorda il proprio nome, o gli eventi che lo hanno portato a cadere in acqua, a causa di un trauma alla testa.
L'uomo poco dopo scopre un microfilm che gli è stato impiantato in un fianco, dove trova il numero di una cassetta di sicurezza di una banca di Zurigo. Qui scopre di essere Jason Charles Bourne e di lavorare per la Treadstone Seventy-One Corporation.
Bourne capisce di non essere una persona come le altre quando alcuni killer cercano di ucciderlo. Per salvarsi, prende in ostaggio Marie St. Jacques, un'economista canadese che col tempo inizierà a fidarsi di lui.
I due si trasferiscono a Parigi, dove vengono presi di mira sia da sicari al servizio del governo americano, sia da altri sicari che lavorano per il terrorista Carlos, soprannominato lo Sciacallo. Quest'ultima scoperta porta Bourne a dare la caccia a Carlos, fino a New York, usando abilità che gli erano fino a quel momento ignote. Capisce allora di essere un sicario anche lui: il suo nome in codice è Caino.
Il confronto tra i due è sanguinario e termina quando Carlos, rischiando la cattura da parte di agenti governativi statunitensi, fugge. Bourne inizia infine una relazione con Marie St. Jacques e comincia a ricordare il suo passato e il suo vero nome.
Questo libro rappresenta la prima parte di una trilogia che prosegue nel 1986 con Doppio Inganno (The Bourne Supremacy) e si conclude nel 1990 con Il Ritorno dello Sciacallo (The Bourne Ultimatum). Una trilogia che poco più di dieci anni dopo avrebbe trovato la propria via sul grande schermo.
Un primo Jason Bourne compare nel 1988, grazie a una miniserie televisiva trasmessa dalla ABC: si tratta di Richard Chamberlain. La miniserie si intitola come il primo libro, The Bourne Identity (approdata anche in Italia col titolo Identità Bruciata), e risulta abbastanza fedele ad esso.
Un fan della trilogia è Doug Liman. Costui ha letto The Bourne Identity al liceo e, divenuto nel 1996 un acclamato regista indipendente grazie al film Swingers, progetta di farne un adattamento. Scopre però che i diritti di sfruttamento risultano in possesso della Warner Bros. e deve attendere ancora un paio d'anni, durante i quali consegue il brevetto come pilota di aerei.
Una volta che i diritti sul personaggio di Jason Bourne sono tornati sul mercato, Liman vola col suo aereo presso la residenza di Robert Ludlum in Montana per acquisirli. Lo scrittore rimane così colpito dalla passione del regista per le sue opere che non solleva alcuna obiezione.
Una prima sceneggiatura, abbastanza fedele all'opera originale, viene realizzata da William Blake Herron e revisionata da David Self, ma non incontra i favori di Liman, il quale contatta allora Tony Gilroy, di cui ha apprezzato la sceneggiatura de L'Avvocato del Diavolo (The Devil's Advocate).
Gilroy esamina il trattamento di Herron e non ne rimane impressionato, ma il motivo non dipende interamente da lui. Da quando Robert Ludlum ha scritto il romanzo, lo scenario politico e sociale è cambiato in maniera drastica e da un punto di vista narrativo non può più funzionare, ancor di più se si tratta di trasporre quest'opera sul grande schermo. La soluzione di ripiego adottata da Herron - concentrarsi molto sull'azione a scapito dell'introspezione - è stata quella peggiore.
Gilroy suggerisce a Liman di attenersi al concetto base del romanzo di Ludlum (l'uomo senza memoria con un passato da agente CIA) e costruire attorno a esso una storia nuova. Il regista accetta il suggerimento e così Gilroy scrive una nuova sceneggiatura, cercando comunque di salvare quanto più possibile del trattamento di Herron, che infatti alla fine viene accreditato come co-sceneggiatore. Alla stesura collabora anche Liman dando qualche consiglio, poiché suo padre è stato un procuratore distrettuale che si è occupato anche di casi a sfondo politico al servizio del governo degli Stati Uniti.
Per capire quanto sia diverso il risultato finale rispetto al libro, della trama inerente Carlos lo Sciacallo non vi è praticamente traccia.
Per il ruolo del protagonista, in primo luogo si pensa a svariati attori quali Sylvester Stallone, Russell Crowe, Brad Pitt e Matthew McConaughey, ma nulla si concretizza.
Liman concepisce allora una particolare soluzione alternativa: Matt Damon. A quel tempo l'attore ha poca esperienza in fatto di film d'azione, ma Liman ha un incontro con lui durante il quale capisce che Damon è interessato alla sua visione del film e risulta dunque essere la scelta migliore. Per prepararsi al meglio alla parte, Matt Damon prende lezioni di arti marziali ed effettua numerose sessioni di addestramento nell'uso delle armi. Questo lo porta anche a poter girare alcune scene pericolose senza far uso della controfigura.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 31 ottobre 2000. Durano svariati mesi e si dipanano in varie nazioni quali Grecia, Italia, Repubblica Ceca e Francia, a Parigi per la precisione. I problemi non tardano ad arrivare. Liman, venendo dalle produzioni indipendenti, è una persona molto meticolosa e arriva anche a richiedere che molte scene, già completate, vengano rigirate fino a quattro volte. Questo porta a un aumento dei costi di produzione che si aggira sugli otto milioni di dollari e, di lì a poco, le frizioni tra lui e la casa di produzione, la Universal, scoppiano.
La Universal prova a far contenere i costi, proponendo ad esempio Montreal al posto di Parigi perché lì parlano tutti francese e dunque può andar bene comunque (e beccandosi un secco no da parte del regista), e di far modificare i ritmi narrativi della pellicola che giudicano troppo lenti rispetto a quello che dovrebbe essere un film d'azione.
Ma col passare dei mesi l'insoddisfazione cresce e si cerca dunque di liberarsi di Liman, provando ad affidare la regia a Tony Gilroy o al produttore Frank Marshall. Anche Liman stesso comunque non si rivela troppo collaborativo, non cercando mai qualche sorta di compromesso con la Universal. Alla fine sia il regista che la produzione smettono di parlarsi e Matt Damon diventa il loro intermediario.
Questo genera una curiosa conseguenza. In origine l'uscita del film è prevista per inizio settembre 2001, ma a causa di questi ritardi viene rinviata di circa nove mesi. Con i drammatici eventi che hanno luogo l'11 Settembre a New York, con ogni probabilità un film del genere sarebbe stato subito ritirato dalle sale. Pur essendo la ferita degli attacchi terroristici ancora fresca nei mesi successivi, la Universal opta per la distribuzione della pellicola, non foss'altro per tutto il lavoro tumultuoso che c'è stato dietro.
The Bourne Identity viene distribuito nei cinema americani a partire dal 14 giugno 2002. A fronte di un budget finale di 60 milioni di dollari, il film arriva infine a incassare a livello internazionale oltre 214 milioni di dollari. Niente male per una pellicola che, a causa della sua tormentata storia produttiva, molti avevano dato per spacciata prima ancora della sua uscita. E invece il suo successo porta subito alla progettazione di un sequel... ma questa è un'altra storia.
In effetti abbastanza travagliata come produzione.
RispondiEliminaLa serie tv non la conosco, non mi ci sono mai imbattuto ma è in lista in una mia rubrica.
Il film merita, non conoscevo i retroscena (regista di film indipendenti, rotture di scatole varie per via del perfezionismo)... dai, per fortuna è andata bene.
Moz-
Più che bene, con gli altri 4 film... chi più chi meno li ho apprezzati tutti.
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