domenica 1 dicembre 2019

A scuola di cinema: L'Avvocato del Diavolo (1997)

1990: Lo scrittore Andrew Neiderman pubblica il romanzo The Devil's Advocate, che vede protagonista un giovane e rampante avvocato della Florida di nome Kevin Taylor il quale, dopo aver difeso con successo un'insegnante accusata di molestie sessuali ai danni dei suoi alunni, viene assunto nel prestigioso studio newyorchese John Milton and Associates, guidato da un omonimo del celebre poeta inglese, autore del poema Paradise Lost. Ma piuttosto che un paradiso perduto, Kevin Taylor e sua moglie Mary Ann dovranno affrontare un vero e proprio inferno in terra.
Questo romanzo, alcuni anni dopo, diviene oggetto di un celebre adattamento cinematografico.


Convinto del fatto che il suo libro possa essere trasposto con efficacia sul grande schermo, poco dopo la sua pubblicazione Andrew Neiderman contatta la Warner Bros. dicendo che la storia si incentra su uno studio di avvocati di New York che difende solo persone colpevoli e non perde mai. La società di produzione decide dunque di acquistarne i diritti e inizia così la fase di pre-produzione.
Il primo regista selezionato per questo progetto, nel 1994, è Joel Schumacher. Il soggetto originario di Lawrence Cohen è più improntato verso l'azione che sull'introspezione psicologica. Schumacher sceglie Brad Pitt per il ruolo del giovane avvocato, il quale viene rinominato Kevin Lomax.
Vengono anche progettati i vari set, con la metropolitana di New York concepita come una sorta di inferno dantesco coi vari gironi, e si inizia a pianificare l'inizio delle riprese, ma non si riesce a trovare un attore adatto per il ruolo di John Milton/Satana.
In realtà un interprete perfetto ci sarebbe ed è Al Pacino, a cui viene ripetutamente proposto il progetto, ma l'attore rifiuta per almeno tre volte, in quanto la sceneggiatura non lo convince: in essa il diavolo vi viene ritratto come una sorta di mostro convenzionale, fin troppo classico, le cui motivazioni risultano banali, non venendo approfondite a sufficienza.
Una sceneggiatura, dunque, che ha di certo bisogno di una revisione. Cosa di cui anche Joel Schumacher infine si convince, decidendo pertanto di abbandonare la regia. E col suo ritiro anche la partecipazione di Brad Pitt viene meno.
Dopo aver invano cercato un altro regista e un altro interprete principale, il progetto rimane nel limbo per circa un anno e mezzo, fino a quando accade un evento che lo riporta in maniera imprevista in auge. Il processo a O.J. Simpson.
Il campione di football americano viene messo sotto indagine con l'accusa di omicidio ai danni della sua ex moglie, Nicole Brown Simpson, e di Ronald Lyle Goldman, un cameriere. Per svariate settimane le telecamere e i notiziari, sia americani che internazionali, seguono le udienze di quello che viene definito - con un nome altisonante - il processo del secolo.
Il tutto si rivela una complicata vicenda giudiziaria, anticipata come nel più classico dei film d'azione dall'inseguimento sulle autostrade californiane di Simpson da parte della polizia, ripreso dalle telecamere e trasmesso dai notiziari, prima del suo arresto.
Il processo vede il pool di prestigiosi avvocati assoldato dal campione di football puntare principalmente sulla discriminazione razziale da parte degli organi di polizia e sulla manipolazione o non corretta catalogazione delle prove come tesi di difesa. La sentenza finale dichiara O.J. Simpson innocente, in data 3 ottobre 1995.
Il clamore mediatico suscitato dalla vicenda, in cui gli avvocati di accusa e difesa hanno avuto un ruolo più che rilevante, convincono la Warner Bros. - nelle persone dei produttori Arnold Kopelson e Arnon Milchan - a riesumare il progetto basato sul romanzo di Andrew Niederman e investirvi un budget di 60 milioni di dollari.
Kopelson individua un nuovo regista in Taylor Hackford, il quale decide subito di far revisionare in maniera drastica la sceneggiatura originaria, affidandola alle cure di Jonathan Lemkin e Tony Gilroy.
Costoro mettono da parte i cliché e le scene d'azione descritte da Lawrence Cohen per puntare di più - dietro indicazione di Hackford stesso - sui temi della moralità e del libero arbitrio. Gilroy aggiunge poi di sua iniziativa gli elementi narrativi - non presenti nel libro - che Kevin Lomax sia figlio di John Milton e della nascita dell'Anticristo.
Per il ruolo di Kevin Lomax viene contattato Keanu Reeves. Pur di prendere parte al film, l'attore decide di rinunciare a partecipare alle riprese - nonché a un cospicuo ingaggio di 11 milioni di dollari - di Speed 2 - Senza Limiti (Speed 2: Cruise Control). Per prepararsi alla parte, Reeves frequenta per qualche tempo gli studi di alcuni avvocati difensori.
Il ruolo di John Milton viene proposto nuovamente ad Al Pacino. Stavolta, intrigato dalla nuova sceneggiatura e dai cambi apportati, Pacino sceglie di accettare la parte. L'attore - oltre a leggere il poema di John Milton e l'Inferno di Dante Alighieri - si ispira per il suo personaggio alle interpretazioni di Walter Huston nel film L'Oro del Demonio (The Devil and Daniel Webster) e di Claude Rains in L'Infernale Avventura (Angel on My Shoulder).
Per venire incontro alle richieste del cospicuo ingaggio di Pacino, Keanu Reeves decide di sua spontanea volontà per una riduzione del proprio cachet di 2 milioni di dollari.
Il ruolo della moglie di Kevin, Mary Ann Lomax, viene affidato a Charlize Theron. Per prepararsi alla parte, l'attrice consulta per circa tre mesi uno psicoterapeuta sul tema della schizofrenia.
I piani originari sono di distribuire il film nell'estate 1997, nel mese di agosto, ma il licenziamento di alcuni componenti secondari della troupe causa un ritardo nell'inizio delle riprese, che avviene dunque il 28 ottobre 1996.
Esse si dipanano in varie location della Florida e della città di New York, tra cui anche un grattacielo di proprietà di Donald Trump. Le riprese si concludono il 7 febbraio 1997.
L'Avvocato del Diavolo (The Devil's Advocate) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 17 ottobre 1997. A fronte di un budget di circa 60 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare a livello internazionale quasi 153 milioni di dollari.
Meglio regnare all'Inferno che servire in Paradiso, diceva il poeta John Milton. Questa pellicola, invece, si è limitata a trionfare sulla Terra. E a consentire a Keanu Reeves e Al Pacino di conseguire nuovi successi... ma questa è un'altra storia.

1 commento:

  1. Ricordo di averlo visto in vhs relativamente subito, penso tra il 1998 e il 1999. Molto bello, tipico film di quell'epoca. Reeves molto bravo.
    Non sapevo dovesse girarlo -tempo prima- Schumacher, regista che adoro.
    Chissà come sarebbe stata la sua versione, sicuramente meno darkettosa.

    Moz-

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