venerdì 25 aprile 2025

Italians do it better? 56: Lo Chiamavano Jeeg Robot (2015)


Esistono i supereroi nel panorama italiano? Se guardiamo al medium principale su cui questa figura narrativa compare, ovvero il fumetto, la risposta è sostanzialmente no.
Non che non vi siano stati dei supereroi in passato a solcare le pagine di alcuni fumetti nostrani, ma sono sempre stati relegati a pubblicazioni indipendenti, parodie o progetti effimeri. I lettori italiani hanno infatti quasi sempre preferito gli eroi del western, dell'avventura e i titoli horror, e il principale editore italiano ha sempre voluto tenere le distanze da ogni discorso supereroistico... salvo qualche peccato di gioventù.
E nel cinema? Anche qui la risposta è no... o meglio, sarebbe stata no fino a qualche anno fa. Ma l'emergere del Marvel Cinematic Universe ha fatto sì che anche l'Italia avesse i propri supereroi che, per nostra fortuna, non hanno ricalcato quelli americani, ma sono stati inseriti in maniera adeguata in una cornice nostrana.
Pur non essendo il primo, il titolo più celebre a oggi rimane Lo Chiamavano Jeeg Robot, diretto da Gabriele Mainetti, scritto da Nicola Guaglianone Menotti e distribuito nei cinema nell'ottobre 2015.
Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) è un ladro di basso profilo, che non vuole saperne di nulla e nessuno e il cui unico scopo è sopravvivere alla giornata. Quando però, per sfuggire a una sparatoria, cade nel Tevere, il contatto con delle sostanze radioattive lì abbandonate gli fa acquisire dei superpoteri.
Questo gli permette di salvare una ragazza, Alessia (Ilenia Pastorelli), dall'assalto di alcuni delinquenti al servizio dello Zingaro (Luca Marinelli). La ragazza si affeziona ad Enzo, soprannominandolo Jeeg Robot, poiché è convinta che sia giunto per riparare alle ingiustizie.
Cambiando lentamente la sua visione del mondo, Enzo Ceccotti entra dunque in rotta di collisione con lo Zingaro, il quale a sua volta è interessato a capire come abbia acquisito i superpoteri per dominare la malavita romana.
Permane a volte questa strana convinzione che solo gli americani possano girare e produrre certe tipologie di film. Che una modalità "spartana" (e non nel senso di eroica) quale quella italiana non possa adattarvisi. Questo nonostante ci siano decine, centinaia di prove in senso contrario nel passato.
Quando il western lo facevano gli americani, noi italiani abbiamo ripreso quel genere e lo abbiamo reinventato con la nostra spiccata personalità. Il genere supereroistico, in questo specifico caso, rimane appannaggio del cinema americano e qui non viene reinventato, bensì inserito in un nuovo contesto.
Tutti quei topoi tipici del genere, l'eroe che salva la ragazza in difficoltà, il criminale che ha avuto un momento di gloria nel passato e vuole tornare a essere il numero uno, la persona disillusa che si riscatta e riemerge dagli abissi della sua personalità letteralmente per rinascere, neanche fosse Daredevil... sono tutti presenti in diversa forma.
Ecco, tutto questo e molto altro viene inserito alla perfezione in un contesto italiano. Nei film di supereroi americani ci sono i grattacieli, qui le strade di borgata e povere. I criminali statunitensi sono in stile Kingpin e diventano sindaco, qui vi è un ex aspirante divo della televisione italiana che è stato dimenticato (per inciso, questo film è precedente a Joker, che a sua volta comunque si rifaceva a Re Per Una Notte).
Infine, gli eroi americani combattono per salvare il mondo e i multiversi, Enzo Ceccotti lotta per sé stesso, il suo quartiere e la donna che ama e non ha altre ambizioni.
Ecco perché questo non è un film di supereroi all'americana, questo è un film con un supereroe italiano che vive la sua parabola ascendente. Che inizia e si chiude qui. Perché, appunto, questo non è un progetto all'americana e sequel e spin-off non sono tenuti in considerazione.

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