Quando il Commissario Maigret, ideato da Georges Simenon, conclude una sua indagine - molto spesso rimanendo amareggiato e deluso dall'umanità che ha incontrato lungo la via - l'ultimo atto è la condanna a morte del colpevole.
Perché, all'epoca in cui i primi romanzi furono scritti (ma anche gli ultimi, a onor del vero), la pena di morte era ancora presente in Francia. Ma nell'undicesimo romanzo della saga, La Balera da Due Soldi (La Guinguette à Deux Sous), pubblicato nel 1931, tale concetto viene ribaltato e la fine costituisce in realtà il principio.
Maigret si reca a trovare un condannato a morte, Jean Lenoir, nel giorno in cui la sua sentenza capitale sarà eseguita. Costui accetta il proprio destino, ma prima vuole togliersi un sassolino dalla scarpa o forse un peso sulla coscienza. Senza comunque fare nomi e dando poche indicazioni, afferma che presso un locale noto come la balera da due soldi vi è qualcuno che merita una condanna come e più di lui, avendo ucciso una persona sei anni prima.
Con fatica, Maigret individua questo locale ed entra in contatto con i principali avventori per capire chi possa essere questo ignoto assassino, ma la mattina successiva avviene un nuovo fatto delittuoso. Che questo sia in qualche modo connesso al delitto di sei anni fa?
Il Commissario stavolta indaga nella capitale francese, Parigi. Una Parigi mostrata sia per le sue vie principali, sia soprattutto per alcune zone periferiche, dove si aggira una strana umanità. Un'umanità composta da professionisti, commercianti e le loro famiglie, che ogni weekend si liberano delle proprie inibizioni sociali per dedicarsi all'alcool e a feste dove predominano gli scherzi e le finzioni.
Ma quella che appare come una maschera è in realtà il vero volto di queste persone, che dietro invece la loro vera maschera - quella che mostrano di giorno, ai loro clienti o conoscenti - nascondono tanti segreti che si sono ormai radicati nel profondo.
Georges Simenon è molto bravo a descrivere quest'umanità, quella che magari non sospettiamo ma incontriamo ogni giorno. Ma è anche eccelso a descrivere l'ambiente che li circonda. Un ambiente fatto di taverne, negozi, istituti creditizi e gli oggetti da arredamento. Descrizioni minute e dettagliate che ci rimandano a un mondo passato, un mondo che non esiste più, ma che lo scrittore ricrea davanti ai nostri occhi come se stessimo vivendo la scena in quel momento.
E anche stavolta, di fronte alla disillusione, di fronte a quell'amarezza che lo coglie alla fine di un caso, quando scopre a quali abissi possa giungere l'essere umano, Maigret trova un'ancora di salvezza nella moglie. Un appiglio a una diversa umanità, a quel lato buono che a volte però si seppellisce sotto troppi strati, lasciando via libera all'orgoglio e all'oscurità interiore.
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