Abbiamo parlato più volte di Agatha Christie e dei romanzi che hanno visto protagonista il personaggio più celebre da lei ideato (ma secondo la leggenda anche odiato), ovverosia Hercule Poirot.
Ma, in una carriera di narratrice che è durata oltre mezzo secolo, centinaia sono le sue opere a cui attingere e altri i personaggi ideati. E uno di questi, di fama quasi equiparabile a quella del detective belga, è Miss Marple.
Il cui primo romanzo che la vede protagonista è La Morte nel Villaggio (Murder at the Vicarage), pubblicato nel 1930.
Nel piccolo e tranquillo villaggio di St. Mary Mead la vita scorre in maniera pacifica e fin troppo ordinaria, divisa tra pomeriggi a spettegolare davanti a una buona tazza di thè e lunghe attività di giardinaggio.
È dunque come un fulmine a ciel sereno a colpire la cittadinanza l'omicidio del Colonnello Protheroe, personaggio arrogante e un po' inviso a tutti, il cui cadavere viene ritrovato in una stanza del locale vicariato.
Ma chi avrebbe mai potuto concepire un atto simile in un paese che è l'emblema stesso della noia? Il vicario di St. Mary Mead, Len Clement, indaga sul fatto assistito suo malgrado da una curiosa e volitiva anziana signora di nome Jane Marple.
Il primo romanzo con protagonista Miss Marple ricorda come struttura il primo che ha visto protagonista Hercule Poirot, ovvero Poirot a Styles Court.
Anche in questo caso, infatti, abbiamo un narratore coinvolto attivamente negli eventi, il Capitano Hastings della situazione, e che partecipa allo svolgimento delle indagini, mentre Miss Marple rimane sullo sfondo. Spesso scompare anche per svariati capitoli, salvo poi riapparire e dare quelle indicazioni che permettono alle indagini - e alla trama - di andare avanti.
Ma la sua presenza, per quanto invisibile, è sempre ben evidente sulla scena e funge da deus ex machina per la risoluzione del caso, quando esso sembra giungere in un paio di casi a un punto morto.
Miss Marple che presenta già una personalità ben definita. Anziana, probabilmente sui sessant'anni, ma niente affatto sprovveduta e le cui esperienze di vita l'hanno resa diffidente verso la natura umana, che ritiene capace di qualsiasi nefandezza. Specialmente se le persone manifestano un comportamento gentile e premuroso (cosa che non nasconde agli altri e provoca qualche antipatia).
Quindi niente celluline grigie in questo caso, bensì capacità di osservazione e deduzione, partendo dal presupposto di pensare sempre il peggio di tutti.
Agatha Christie descrive molto bene la vita del paesino inglese dove non accade mai nulla e le varie interazioni che si formano in quel contesto, probabilmente per averle conosciute in prima persona, da osservatrice esterna e interessata come una vera Jane Marple.
I pomeriggi passati a spettegolare e a bere il thè, le chiacchiere a tavola, i momenti in cui delle coppie si confidano, risultano reali e sembrano quasi prendere vita di fronte a noi, non oscurando al tempo stesso il mistero che si dipana, bensì fungendo da suo complemento.
E così anche questa nuova creazione esordisce lasciando il segno ed è destinata a non scomparire tanto presto.
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