giovedì 29 agosto 2024

Fabolous Stack of Comics: Arrowsmith - Il Fascino della Divisa


Uno degli artifici narrativi più particolari e affascinanti fa capo all'ucronia. Ovvero quella particolare narrativa, letteraria o fumettistica, dove la storia che noi conosciamo ha preso una piega differente e quindi leggiamo opere che ci descrivono questo audace nuovo mondo.
Watchmen, ad esempio, può essere considerato una particolare ucronia: un mondo dove gli Stati Uniti hanno vinto il conflitto in Vietnam grazie al Dr. Manhattan e al Comico.
Ma un vero e proprio fumetto ucronico è sicuramente Arrowsmith: Il Fascino della Divisa (So Smart in Their Fine Uniforms), miniserie di sei numeri pubblicata nel 2003, scritta da Kurt Busiek e disegnata da Carlos Pacheco.
Nel 1915 infuria la Grande Guerra. Le forze prussiane cercano di prevalere sulle forze alleate ed entrambi gli schieramenti in campo fanno uso delle loro migliori armi. Ovvero di quelle che può procurare la magia, comprese creature fatate e draghi.
Fletcher Arrowsmith è un semplice ragazzo americano di campagna, in una nazione che non è coinvolta nel conflitto. Eppure il ragazzo sente che è suo dovere combattere per ciò che è giusto e perciò si offre volontario, abbandonando la propria famiglia.
Ma quando giunge in Francia, Fletcher Arrowsmith scopre che la guerra è uno sporco affare, dove il valore di un uomo è poco considerato e dove non esistono necessariamente una parte buona e una parte cattiva.
La miniserie offre due spunti che rappresentano anche due tematiche di interesse. La prima è l'ucronia stessa qui descritta. Appare chiaro fin da subito che ci troviamo in un mondo dove la Prima Guerra Mondiale, pur avendo la stessa origini, ha preso poi una piega differente dalla storia che noi conosciamo e questo è dovuto in buona parte alla presenza in questo universo della magia, la quale viene adoperata per scopi tutt'altro che benefici.
Con una Prussia (nazione oggi scomparsa) che non è ancora stata cancellata dalla Repubblica di Weimar, ci si può divertire a scoprire quali eventi storici siano andati in maniera differente o non siano mai accaduti in questo mondo. Un mondo che offre dunque molte possibilità, ma al tempo stesso può anche rappresentare una spada di Damocle, visto quante di queste possibilità sono a disposizione.
Il secondo spunto di interesse è il protagonista stesso. Fletcher Arrowsmith è in principio l'eroe ideale. Crede in una battaglia giusta, crede che esistano i buoni e i cattivi e che sia giusto lottare per far trionfare il bene, anche a costo di abbandonare la propria famiglia.
La guerra, tuttavia, in ogni secolo e in ogni universo, è sempre stato uno sporco affare e questo causerà un drammatico processo di maturazione nel protagonista quando vedrà davvero la vera faccia del conflitto. Ma questo lo porterà ad abbandonare i valori che caratterizzano la sua esistenza e il suo agire?
Tematiche, entrambe, che sono terreno per storie future.

mercoledì 28 agosto 2024

Libri a caso: Il Cane Giallo


Il Commissario Maigret, ideato da Georges Simenon, vive e agisce principalmente a Parigi, ma già più di una volta, nei primi romanzi che lo hanno visto protagonista, ha indagato anche nelle città di provincia, talvolta anche coinvolto in casi con contorni da incubo quale L'Impiccato di Saint-Pholien. Poiché il male può annidarsi spesso e volentieri nei piccoli centri abitati, dove tutti conoscono tutti.
Lo schema si ripete in Il Cane Giallo (Le Chien Jaune), pubblicato nel 1931.
Il Commissario Maigret è distaccato temporaneamente nella città di Concarneau quando avviene un misterioso tentato omicidio ai danni di un commerciante di vini.
A questo seguono altri eventi criminosi fino a giungere a un delitto. E c'è un elemento che li accomuna: un cane dal pelo giallo, senza padrone, che come uno spettro compare sul luogo del misfatto per poi svanire nell'oscurità.
Ma Maigret non crede agli eventi soprannaturali, bensì a ciò che si può spiegare con la logica e l'analisi delle persone e delle loro personalità. Cose che riportano il soprannaturale a una dimensione più realistica.
Georges Simenon ha davvero un'abilità (non unica, ovviamente) nel delineare le trame di questi romanzi sottolineando col giusto tatto gli eventi drammatici che in essi accadono, ma donando loro - in quest'opera come in L'Impiccato di Saint-Pholien - una sorta di aura da horror, come se ci trovassimo davvero di fronte a dei fatti soprannaturali.
Maigret rappresenta dunque la voce della ragione, quella capace di grattare sotto la patina della finzione e dei tranelli per arrivare alla verità. E incarna questo ruolo non affidandosi troppo alle prove scientifiche - che non disprezza, ma che di certo per lui non sono così importanti - bensì esaminando i caratteri delle persone. Il loro modo di agire.
In tutto questo, comunque, il Commissario Maigret non perde mai la sua umanità, che talvolta dimostra in modo particolare con frasi dirette e burbere, quasi brusche, ma anche affezionandosi ad alcune persone coinvolte nel caso e arrivando a proteggerle.
Georges Simenon, inoltre, che ogni tanto non disprezzava di andare in giro per questi paesi e bere liquori coi locali, descrive al meglio la vita che ruota attorno alla piccola città con utilizzo di piccole scene. Un'esistenza fatta di persone che si incontrano in un locale, di notti ventose, di un'oscurità opprimente e di insignificanti politici che pensano solo al loro tornaconto.
C'è almeno un elemento tra quelli descritti qui sopra che nei decenni non è cambiato.

martedì 27 agosto 2024

Fabolous Stack of Comics: Capitan Marvel - L'Arrivo di Capitan Marvel


Siamo nel 1967, l'Universo Marvel è nato da poco più di un lustro e, come un pianeta che si sta raffreddando e dove comincia a comparire la vita, questo inizia a prendere forma.
Arrivano nuovi personaggi dopo i Fantastici Quattro, ormai li conosciamo tutti per essere apparsi al cinema, e anche delle razze aliene. Gli Skrull, tra i primi, ma qualche tempo dopo anche i Kree, che i Fantastici Quattro riescono a sconfiggere nelle loro prime avventure.
Questa battaglia, una delle tante ideata dall'accoppiata Lee/Kirby, è il punto di partenza per la saga di Capitan Marvel. Il primo Capitan Marvel della Marvel (lo so, sembra uno scioglilingua), le cui avventure iniziano sui numeri 12 e 13 di Marvel Super-Heroes e proseguono nei primi quattro numeri della serie a lui dedicata, che esordisce nel 1968.
Ai testi vi sono Stan Lee e Roy Thomas, mentre alla parte grafica troviamo Gene Colan.
Dopo che i Fantastici Quattro hanno abbattuto un robot Sentry e sconfitto il giudice Ronan, una nave stellare dei Kree viene inviata in missione sulla Terra. Il suo compito è indagare sulla razza umana e i suoi progressi tecnologici, per assicurarsi se possa rappresentare in futuro una minaccia per l'impero.
A tale scopo viene inviato sotto copertura sul pianeta il pluridecorato Capitano Mar-Vell. Dietro questa missione, però, vi è anche l'intento del comandante della missione, Yon-Rogg, di eliminare un nemico che ostacola la sua relazione con la dottoressa Una.
Mar-Vell assume dunque l'identità di uno scienziato che offre consulenza a una base militare, il dr. Walter Lawson, rimasto ucciso in un incidente causato dallo stesso Yon-Rogg. Ma deve subito affrontare la diffidenza della responsabile della sicurezza, Carol Danvers.
Ecco un tema caro alla Marvel dell'epoca, e anche in parte a quella degli ultimi anni: lo straniero in terra straniera. Pur spinti da un mandato editoriale per assicurarsi il copyright su un nome specifico (cose che sono sempre accadute), Stan Lee e Roy Thomas introducono qui delle tematiche che sarebbero poi state approfondite maggiormente con Silver Surfer.
Troviamo dunque l'alieno che deve integrarsi suo malgrado in una società e un mondo che non conosce e capirne le particolarità e le stranezze. Ovviamente non siamo dalle parti dei dilemmi esistenziali di Norrin Radd, ma in una trama dal sapore vagamente mystery (Mar-Vell non deve far capire ai terrestri chi è e al tempo stesso non deve deludere i suoi superiori per non perdere Una) i cui contorni sono abbastanza fissi.
Vedremo dunque Mar-Vell affrontare varie minacce, più potenti di lui, dallo stesso robot Sentry al Super-Skrull, venendo al tempo stesso divorato dai suoi rimorsi di coscienza. Da un lato per il timore di perdere l'amata Una per sempre, dall'altro - man mano che arriva a conoscere l'umanità - per la prospettiva futura di dover annientare gli esseri umani nel caso gli venisse ordinato dai suoi superiori.
I due sceneggiatori, prima di passare la palla ad altri scrittori, preparano dunque un terreno narrativo fertile e consolidato su cui costruire trame ulteriori, introducendo un personaggio secondario destinato a far storia nei decenni successivi e puntando sugli argomenti a loro cari del sacrificio e del senso del dovere.
Mar-Vell forse in queste storie non è ancora divenuto un supereroe, ma ha di certo già trovato i suoi superproblemi.

lunedì 26 agosto 2024

Libri a caso: La Morte nel Villaggio


Abbiamo parlato più volte di Agatha Christie e dei romanzi che hanno visto protagonista il personaggio più celebre da lei ideato (ma secondo la leggenda anche odiato), ovverosia Hercule Poirot.
Ma, in una carriera di narratrice che è durata oltre mezzo secolo, centinaia sono le sue opere a cui attingere e altri i personaggi ideati. E uno di questi, di fama quasi equiparabile a quella del detective belga, è Miss Marple.
Il cui primo romanzo che la vede protagonista è La Morte nel Villaggio (Murder at the Vicarage), pubblicato nel 1930.
Nel piccolo e tranquillo villaggio di St. Mary Mead la vita scorre in maniera pacifica e fin troppo ordinaria, divisa tra pomeriggi a spettegolare davanti a una buona tazza di thè e lunghe attività di giardinaggio.
È dunque come un fulmine a ciel sereno a colpire la cittadinanza l'omicidio del Colonnello Protheroe, personaggio arrogante e un po' inviso a tutti, il cui cadavere viene ritrovato in una stanza del locale vicariato.
Ma chi avrebbe mai potuto concepire un atto simile in un paese che è l'emblema stesso della noia? Il vicario di St. Mary Mead, Len Clement, indaga sul fatto assistito suo malgrado da una curiosa e volitiva anziana signora di nome Jane Marple.
Il primo romanzo con protagonista Miss Marple ricorda come struttura il primo che ha visto protagonista Hercule Poirot, ovvero Poirot a Styles Court.
Anche in questo caso, infatti, abbiamo un narratore coinvolto attivamente negli eventi, il Capitano Hastings della situazione, e che partecipa allo svolgimento delle indagini, mentre Miss Marple rimane sullo sfondo. Spesso scompare anche per svariati capitoli, salvo poi riapparire e dare quelle indicazioni che permettono alle indagini - e alla trama - di andare avanti.
Ma la sua presenza, per quanto invisibile, è sempre ben evidente sulla scena e funge da deus ex machina per la risoluzione del caso, quando esso sembra giungere in un paio di casi a un punto morto.
Miss Marple che presenta già una personalità ben definita. Anziana, probabilmente sui sessant'anni, ma niente affatto sprovveduta e le cui esperienze di vita l'hanno resa diffidente verso la natura umana, che ritiene capace di qualsiasi nefandezza. Specialmente se le persone manifestano un comportamento gentile e premuroso (cosa che non nasconde agli altri e provoca qualche antipatia).
Quindi niente celluline grigie in questo caso, bensì capacità di osservazione e deduzione, partendo dal presupposto di pensare sempre il peggio di tutti.
Agatha Christie descrive molto bene la vita del paesino inglese dove non accade mai nulla e le varie interazioni che si formano in quel contesto, probabilmente per averle conosciute in prima persona, da osservatrice esterna e interessata come una vera Jane Marple.
I pomeriggi passati a spettegolare e a bere il thè, le chiacchiere a tavola, i momenti in cui delle coppie si confidano, risultano reali e sembrano quasi prendere vita di fronte a noi, non oscurando al tempo stesso il mistero che si dipana, bensì fungendo da suo complemento.
E così anche questa nuova creazione esordisce lasciando il segno ed è destinata a non scomparire tanto presto.