sabato 15 agosto 2020

Fabolous Stack of Comics: Vecchio Occhio di Falco


Vecchio Logan (Old Man Logan) è stato pubblicato tra il 2008 e il 2009, ma rimane ancora oggi una saga memorabile. Lo scenario futuro e distopico realizzato da Mark Millar e Steve McNiven continua alla data odierna a essere ricordato e, oltre alla bontà della storia in sé, per questo ha contribuito anche il fatto che il personaggio di Vecchio Logan sia poi trasmigrato nel Marvel Universe per molti anni, in sostituzione dell'allora "giovane" Wolverine, rimasto cristallizzato nell'adamantio... sempre colpa di McNiven, peraltro.
Se il personaggio principale di questa storyline è stato dunque sempre presente, altrettanto non si può dire del suo mondo di provenienza, dove i supercriminali guidati dal Teschio Rosso hanno sterminato la quasi totalità dei supereroi e conquistato gli Stati Uniti d'America. Uno dei pochi sopravvissuti in questo mondo, oltre a Wolverine, è Occhio di Falco, che diviene tra il 2018 e il 2019 il protagonista della maxiserie in dodici numeri Vecchio Occhio di Falco (Old Man Hawkeye), perché sì, è giusto mantenere le tradizioni.
La storia è scritta da Ethan Sacks - mai sentito, ma è un problema mio - e disegnata in buona parte da Marco Checchetto, nonché da Ibraim Roberson e Francesco Mobili. La maxiserie si presenta come un prequel di Vecchio Logan ed è quindi ambientata qualche anno prima dei tragici eventi di questa saga.
Occhio di Falco sta perdendo la vista in maniera graduale a causa di un glaucoma, ma prima che ciò accada intende vendicarsi di coloro che hanno ucciso i suoi compagni di squadra, i Vendicatori... oops, scusate, volevo dire gli Avengers, nonché la sua amata Natasha, la Vedova Nera. Una vendetta dal sapore amaro, poiché è rivolta contro persone che un tempo chiamava amici e che sono stati suoi alleati in passato, i Thunderbolts. Questo comporterà un lungo viaggio nelle Terre Desolate e oltre e, come intuibile, sarà pieno di insidie quali un Venom Multiplo, un Barone Zemo che non ha più nulla da perdere e un Bullseye anch'egli assetato di vendetta.
Come ho detto, non conosco lo sceneggiatore, ma ha fatto un buon lavoro: ha saputo riportare in poche pagine alla mente del lettore quello scenario immaginato da Mark Millar, senza aggiungerci nulla di suo e rimanendo fedele alla visione originaria del suo ideatore. Certo, a voler ben vedere qualche frammento aggiuntivo c'è, ma nulla che non fosse già intuibile in maniera autonoma o che Millar avesse lasciato in sospeso volutamente (per dirne una, allo scozzese di raccontare per filo e per segno come Occhio di Falco avesse perso la vista non importava affatto, poiché era ininfluente ai fini della storia che voleva narrare).
Inoltre, Sacks integra qualche tassello lasciato in sospeso nella storia principale, come ad esempio dove Occhio di Falco abbia recuperato la Ragnomobile o come sia nato il Venom T-Rex.
C'è da fare un plauso all'artista principale di questa maxiserie, che è Marco Checchetto, poiché - almeno questa è stata la mia percezione - non ha mai cercato di rifarsi allo stile di Steve McNiven, ma ha lasciato una propria impronta personale in tutti e nove numeri (più una pagina) che ha disegnato. La sua resa delle varie espressioni facciali, oltre che delle scene d'azione, è encomiabile. Unica pecca appunto è che rimane un'opera "incompiuta".
Se la storia di Roberson è un flashback e dunque ci può stare il cambio di grafica, gli ultimi due capitoli vengono invece realizzati da Francesco Mobili. La cui bravura non si discute - e ci mancherebbe altro, aggiungo io - ed effettua un lavoro altrettanto buono, cosa non così immediata se si pensa alla difficoltà del compito assegnatogli, essendo la chiusura di una storia quasi sempre la parte più intrigante. Ma lo stacco si nota. Chissà come sarebbe stato lo scontro tra Occhio di Falco e Bullseye se a realizzarlo fosse stato Marco Checchetto.
Senza soffermarci in maniera ulteriore su questo dettaglio, comunque, il quadro complessivo che esce fuori da questa storia è un perfetto corollario alla saga ideata da Mark Millar. E le Terre Desolate diventano un po' meno desolate.

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