giovedì 20 agosto 2020

Fabolous Stack of Comics: Thanos Ritorna


Thanos, il folle Titano. Definirlo un supercriminale è di sicuro riduttivo, ma se proprio volessimo utilizzare questo semplicismo, allora lui è il supercriminale più potente che ci sia nel Marvel Universe. E come si fa a scrivere una storia con protagonista un supercriminale potentissimo, che non ha remore nello sterminare interi popoli e nell'utilizzare al pieno il proprio potere, non trattenendosi come fanno i supereroi? Semplice, mettendolo contro qualcuno più forte di lui e privandolo di quel potere!
Questo è quello che succede in Thanos Ritorna (Thanos Returns), saga in dodici numeri pubblicata tra il 2016 e il 2017 sulla seconda serie regolare dedicata a Thanos - della prima ne ha memoria solo Ron Lim, ma esiste, fidatevi - scritta da Jeff Lemire e disegnata da Mike Deodato, Jr. mi raccomando. Questa storia è ambientata dopo le Infinity saghe di Jonathan Hickman e Jim Starlin... per quanta importanza possa avere.
Thanos, dopo aver ripreso il controllo dell'Ordine Nero, può infine tornare a coltivare le sue antiche passioni quali devastare interi pianeti, schiavizzare i suoi sottoposti e tutti quegli altri hobby che anche noi avremmo se fossimo aspiranti conquistatori dell'Universo con le fattezze di Josh Brolin.
Fino a quando il Titano si imbatte nuovamente in suo figlio Thane, il quale ha stretto un'alleanza con Nebula, il Campione (che sembra non ricordarsi il fatto che Thanos gli abbia sottratto in passato una Gemma dell'Infinito, o forse più semplicemente Jeff Lemire non ha mai letto Thanos Quest) e Starfox il mandrillone manipolatore, personaggio non così semplice da scrivere ai giorni nostri.
Il tutto non potrebbe capitare in un momento peggiore per Thanos, visto che è preda di una misteriosa malattia che sta annullando le sue forze, mentre Thane - all'insaputa dei suoi alleati - è sobillato dalla Morte e intende sfruttare una pericolosa energia... infuocata per distruggere una volta per tutte suo padre.
Magari sarà impopolare dirlo, ma una volta che si conoscono le motivazioni alla base dell'agire di Thanos, a mio parere un bravo sceneggiatore non ha alcuna difficoltà a scriverne le storie. E Jeff Lemire è un bravo sceneggiatore. La cosa interessante è vedere come un abile scrittore riesca a ruotare attorno a quelle motivazioni, a quella psicologia così "deviata", per costruire storie che cerchino di andare oltre.
Ecco, quell'oltre Lemire sembra non sforzarsi di volerlo raggiungere. Il che non comporta una storia brutta o scritta male, ovvio, ma è come quando trovi un grande attore in una grande produzione cinematografica e alla fine scopri che costui ha fatto il minimo sindacale. Ci sono, ed è giusto dirlo, un paio di svolte di trama inaspettate, ma questa poi diventa fin troppo diluita - capita quando si ha solo una sottotrama e mezzo da portare avanti per quasi duecentocinquanta pagine - e nel finale diviene prevedibile.
Comunque non vi sono particolari sbavature e, non vorrei fare quello che dice che una delle storie meno riuscite di Lemire è comunque sempre meglio di una delle storie più riuscite di (aggiungete sceneggiatore casuale da voi odiato), ma... una delle storie meno riuscite di Lemire è comunque sempre meglio di una delle storie più riuscite di (aggiungete sceneggiatore casuale da voi odiato).
Potete inoltre farvi anche un'idea di come certi sceneggiatori si impegnino in maniera diversa su progetti personali, rispetto a quando ricevono, come in questo caso, incarichi su commissione.

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