mercoledì 11 dicembre 2019

A scuola di cinema: Fuga da Alcatraz (1979)

12 giugno 1962: Nella prigione di Alcatraz scatta l'allarme. Tre uomini non si trovano nelle loro celle. Sono Frank Lee Morris e i fratelli John Anglin e Clarence Anglin.
Morris, un orfano divenuto criminale già in età adolescenziale, viene internato ad Alcatraz il 20 gennaio 1960, dopo essere stato dichiarato colpevole di alcune rapine in banca. Anche i fratelli Anglin sono dei rapinatori di banche e, dopo vari tentativi di fuga da altre prigioni, vengono trasferiti ad Alcatraz: John nell'ottobre 1960, Clarence nel gennaio 1961.
Nel dicembre 1961 i tre si ritrovano vicini l'uno all'altro con le loro celle e, con la guida di Morris, in possesso di un notevole quoziente intellettivo, iniziano a pianificare la loro fuga. Nel piano viene coinvolto anche un quarto detenuto, Allen West.
Nei mesi successivi, i quattro detenuti allargano i condotti di ventilazione presenti sotto i lavandini delle loro celle, utilizzando cucchiai prelevati dalla mensa carceraria e un trapano di fortuna ricavato da alcune parti di un aspirapolvere. Quando bisogna utilizzare quest'ultimo attrezzo, per coprirne il rumore si sfrutta il fatto che Morris abbia la possibilità di suonare una fisarmonica per un'ora.
I fori creati vengono coperti tramite del cartone dipinto e, attraverso di essi, ogni notte i detenuti giungono a un corridoio di servizio non sorvegliato che utilizzano come officina per costruire una zattera improvvisata composta da cinquanta impermeabili cuciti tra loro e altri materiali rubati.
Per non far notare le loro assenze durante le notti alle guardie di sicurezza, i quattro detenuti ideano delle teste in cartapesta utilizzando saponi, dentifrici, polvere di cemento e carta igienica, sopra le quali piazzano dei capelli prelevati dal barbiere della prigione, prima di ricoprirle con le coperte della cella.
La notte dell'undici giugno 1962, dopo aver tolto le viti a una griglia di un condotto di ventilazione presente su un tetto, Morris e i fratelli Anglin danno il via alla loro fuga. West rimane indietro poiché ha difficoltà a passare attraverso il foro della cella, che si è rappreso, quindi viene lasciato indietro. Una volta usciti all'esterno tramite la griglia divelta, i tre si imbarcano sulla zattera di fortuna, diretti verso una presunta libertà.
Il trucco delle teste di cartapesta funziona, tanto che la loro fuga non viene scoperta che la mattina successiva. Per evitare una pena più severa, Allen West collabora con le autorità, fornendo molti particolari relativi all'evasione. Inizia al contempo una spietata caccia all'uomo, che tuttavia porta a un nulla di fatto, lasciando infine il dubbio se Frank Morris e i fratelli Anglin siano davvero riusciti a fuggire o siano annegati.
Questo fatto, unito agli alti costi di gestione di una prigione ormai obsoleta e non passibile di una ristrutturazione, porta alla chiusura di Alcatraz alcuni mesi dopo, il 21 marzo 1963.


La storia dell'evasione dei tre detenuti, con la sua aura di mistero, rimane uno degli argomenti più dibattuti nell'opinione pubblica americana negli anni successivi. Tra coloro che si interessano a questa vicenda c'è l'aspirante sceneggiatore Richard Tuggle il quale, oltre a leggere un libro del 1963 di J. Campbell Bruce incentrato su questo fatto di cronaca, Escape From Alcatraz, compie per alcuni mesi delle indagini a titolo personale, scrivendo poi una sceneggiatura incentrata sull'evasione di Morris e dei fratelli Anglin.
Essendo ancora alle prime armi, Tuggle si rivolge alla Writers Guild, ottenendo così una lista di agenzie e agenti letterari disposti a valutare nuove sceneggiature. Propone dunque il suo trattamento a numerose società, ricevendo tuttavia sempre un rifiuto. La motivazione principale è che i dialoghi e i personaggi non sono troppo approfonditi e non c'è una storia d'amore che possa catturare l'interesse del pubblico.
Credendo nella sua sceneggiatura, Tuggle riesce a mettersi in contatto con l'agente di Don Siegel e, mentendo, dichiara di aver incontrato il regista a una festa durante la quale Siegel ha espresso interesse per il suo trattamento. La sceneggiatura giunge dunque nelle mani di Don Siegel, il quale la trova interessante, e la passa a Clint Eastwood, nella speranza di rinnovare la loro partnership lavorativa dopo il film del 1971 Ispettore Callaghan: Il Caso Scorpio è Tuo (Dirty Harry).
Anche Eastwood dimostra interesse e si dichiara pronto a interpretare la parte di Frank Morris. Chiede dunque che la produzione della pellicola sia gestita dalla società da lui fondata, la Malpaso Company. Siegel tuttavia preferisce agire in maniera diversa e, dopo aver acquisito i diritti sul film per 100.000 dollari, stringe un accordo con la Paramount.
Malpaso Company viene inserita comunque in un secondo momento, ma questo non va giù ad Eastwood, che ha fondato la società per evitare le lungaggini e gli sprechi tipici delle case di produzione. Inoltre, come è inevitabile, crea una frattura con Don Siegel, che fa sì che questa pellicola rappresenti la loro ultima collaborazione.
Siegel e Tuggle lavorano a una rifinitura della sceneggiatura: per evitare problemi di natura legale, Allen West viene rinominato Charley Butts. Al contempo si procede con la fase di pre-produzione. La location è già bella che pronta (tranne alcune scene che vengono girate in uno studio), poiché la prigione di Alcatraz, dopo la sua chiusura, è divenuta un'insolita meta turistica.
La Paramount ottiene l'autorizzazione alle riprese in loco, ma prima deve investire una somma di circa mezzo milione di dollari per ristrutturare alcuni ambienti e ripristinare alcune funzionalità della prigione, in particolare l'energia elettrica - essendo l'impianto originario non più funzionante e corroso - collegando cavi alla terraferma per ventiquattro chilometri. 
Le riprese iniziano il 16 ottobre 1978. Essendo Alcatraz un sito di interesse storico, oltre al divieto di non apportare alcun danno, di lasciare tutto come è stato trovato e prestare estrema cautela, vi sono continui battelli di turisti che approdano e che, una volta che hanno capito che si sta girando un film con Clint Eastwood, iniziano a parlare ad alta voce e disturbare la troupe. Solo l'intervento di Eastwood, che si concede per alcune foto ed autografi, aiuta a mitigare - anche se solo in parte - questa problematica, che si aggira girando spesso durante la notte.
Un'altra difficoltà è rappresentata dalle condizioni meteorologiche: vento forte e pioggia che causano un freddo intenso e che gli attori e la troupe devono sopportare, non potendo attingere ad alcuna fonte di calore immediata.
Per la scena della fuga finale, non vengono usate controfigure, anche se a un certo punto Siegel pensa che Eastwood e gli attori che interpretano i fratelli Anglin (Fred Ward e Jack Thibeau) siano stati inghiottiti dalla corrente marina.
La scena in cui il direttore di Alcatraz trova un crisantemo sulla riva - un fiore coltivato da Frank Morris - è un'idea di Clint Eastwood, per lasciare maggior ambiguità sul destino finale dei tre detenuti, poiché in origine l'epilogo prevedeva solo la scoperta da parte delle guardie delle teste in cartapesta.
Le riprese si concludono nel gennaio 1979.
Fuga Da Alcatraz (Escape From Alcatraz) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 22 giugno 1979. A fronte di un budget di 8 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare solo sul territorio statunitense 43 milioni di dollari. Un più che degno epilogo per la partnership lavorativa tra Don Siegel e Clint Eastwood.
2013: La polizia di San Francisco riceve una lettera firmata da John Anglin, il quale dichiara di essere sopravvissuto alla traversata insieme ai suoi altri due compagni di evasione. Morris è morto nel 2008, suo fratello Clarence nel 2011. L'ottantatreenne Anglin dichiara di avere il cancro e di essere pronto a consegnarsi alle autorità, purché gli vengano garantite le cure mediche e la sua prigionia non duri più di un anno.
Il Federal Bureau of Investigation (FBI) riapre dunque il caso ma, nonostante ulteriori e approfondite indagini, non si riesce a stabilire con certezza l'autenticità del contenuto della lettera e del suo destinatario. Forse questo mistero è destinato a rimanere davvero irrisolto.
E questa è la fine della storia.

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