mercoledì 3 luglio 2013

La storia dei Capitan Marvel (III)

Dopo che la Fawcett smise di pubblicare storie di supereroi, nessuno pensò più a Capitan Marvel. Passarono gli anni e, nonostante la breve esperienza della M.F. Enterprises, nessuno ne rilevò il trademark. Tanto che nel 1967 ad una giovane casa editrice che stava scalzando la DC Comics dalla sua posizione di predominio quasi non parve vero di potersi accaparrare i diritti di un nome così prezioso e storico. Quella casa editrice si chiamava Marvel Comics.


MAR-VELL

Una premessa che aiuterà a capire il florilegio di nomi che vedrete nei prossimi capitoli. Il fatto che la Marvel detenga il trademark 'Capitan Marvel' significa che ha l'obbligo di pubblicare entro un certo periodo albi che siano intitolati così (che siano ristampe o nuove storie, non ha alcuna importanza): se non lo facesse, perderebbe il trademark.
Il personaggio di Mar-Vell esordì alla fine del 1967 su Marvel Super-Heroes 12, per opera di Stan Lee e Gene Colan per poi conquistare rapidamente gli onori di una serie regolare. Per quei pochi che non lo sapessero, si tratta di un alieno appartenente alla razza kree che, conquistato dalla razza umana, si ribella agli ordini del suo superiore Yon-Rogg e adotta l'alias di Walter Lawson per combattere le ingiustizie, cercando allo stesso tempo di riconquistare il suo perduto amore, Una.
Questa situazione non durò più di tanto e i personaggi di Yon-Rogg e Una vennero fatti fuori e l'identità di Lawson abbandonata. Questo causò anche una breve sospensione della serie. Ma dopo la sua apparizione ne La Guerra Kree-Skrull, Mar-Vell ritornò a vivere le sue avventure, stavolta insieme a Rick Jones, col quale si era legato a livello molecolare. Tuttavia fu solo con l'arrivo di Jim Starlin che la testata visse il suo periodo di gloria: lo sceneggiatore riprese una sua creazione apparsa in una storia di Iron Man, Thanos, e gli fece acquisire il Cubo Cosmico dando così vita ad una piccola perla degli anni '70. Successivamente, per sconfiggere Nitro, Mar-Vell inalò una dose di gas nervino, anche se per molto tempo non vi furono conseguenze evidenti.
Dopo l'addio di Starlin, la serie continuò la sua corsa fino al nr. 62. Poi Mar-Vell comparve in un breve ciclo inserito nella serie antologica Marvel Spotlight (a disegnare una di queste storie fu il giovane Frank Miller), al termine del quale si ritirò a vita privata su Titano insieme al suo nuovo amore Elysius. Erano ormai iniziati gli anni '80, un nuovo formato si stava imponendo all'attenzione del pubblico, la cosiddetta graphic novel. La Marvel pensò di sfruttare questo formato, che permetteva una foliazione più ampia e una maggiore creatività artistica, e decise di iniziare con una storia che facesse epoca. Le morti degli eroi a quel tempo erano rare, ma di certo non si era mai vista la morte di uno di loro per cause naturali.
Jim Starlin aveva appena vissuto la tragica perdita di suo padre per cancro e decise di convogliare tutte le emozioni che questa esperienza gli aveva provocato nella storia del 1982 'La Morte Di Capitan Marvel', una sorta di catarsi del periodo negativo che aveva sperimentato sulla sua pelle. La storia fece veramente scalpore e, salvo qualche flashback o ritorni semi-fittizi, Mar-Vell a tutt'oggi non ha più avuto una seconda chance. Ma laddove un eroe moriva, un altro ritornava dall'oblio, anche se forse non nel modo che avrebbe sperato.

PROSSIMAMENTE: IL RITORNO DI BILLY

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