Milano, verso la fine degli anni '70 del ventesimo secolo. Una città che è già profondamente cambiata dopo la fine del secondo conflitto mondiale e che si appresta a cambiare ancor di più negli anni successivi.
In questo scenario abbiamo già visto agire il vicecommissario Giulio Ambrosio, personaggio creato da Renato Olivieri, nel primo romanzo Il Caso Korda. Ambrosio e le sue atmosfere ritornano dunque in Maledetto Ferragosto, pubblicato nel 1980.
Alcuni mesi dopo la risoluzione del caso Korda, il giorno prima di ferragosto per fare un favore alla nuova compagna Emanuela, Ambrosio si reca a trovare Andrea Bulgari, una persone malata e benestante che non ha più risposto all'infermiera che gli inietta le dosi di insulina. Il motivo è molto semplice: Andrea Bulgari è deceduto.
Sembra una normale morte per cause naturali, dopotutto l'uomo era cagionevole di salute. Eppure c'è qualcosa che non torna: l'infermiera, infatti, il giorno prima si era sentita male e una ragazza sconosciuta è stata vista aggirarsi nei dintorni del palazzo.
Inoltre Andrea Bulgari si circondava di persone poco raccomandabili e la sua famiglia teneva le distanze da lui. Quale verità si nasconde, dunque, dietro la sua morte?
Oggi non è più una costante, ma in passato durante il mese di agosto le città, soprattutto le grandi città, letteralmente si svuotavano, mentre la gente si prendeva un periodo di vacanza al mare o in montagna. Col risultato che anche grandi metropoli, sempre piene di vita, diventavano per qualche settimana come un deserto.
Il libro, che è di quel periodo preciso, richiama dunque molto bene quelle atmosfere che a chi non le ha mai vissute potrebbero apparire insolite, se non addirittura improbabili.
Quella che è la solitudine che caratterizza Milano nel mese di agosto si riflette anche nei protagonisti della storia. A partire dalla vittima e dalle persone di cui si è circondata (la famiglia, il socio d'affari): gente benestante, a cui però il denaro non ha portato la felicità e vivono dunque un vuoto esistenziale che non sanno come riempire. Quel vuoto che, in maniera indiretta, sarà la causa della morte.
Ma vi è anche la solitudine del vicecommissario Ambrosio. Senza la compagna a poter allievare i lunghi giorni assolati e noiosi, in quanto detesta le ferie e dunque non l'ha seguita in villeggiatura, si ritrova dunque a vagare per questa Milano in cui a volte un particolare di un palazzo o una parola di una persona lo riportano a un passato per lui più lieto e meno opprimente.
È quasi come se lui si sentisse tutt'uno con la città stessa, che non odia ma che vede andare verso un futuro in cui lui probabilmente non riuscirà a riconoscersi. Un futuro reso cupo da persone come Andrea Bulgari e la sua famiglia, che con le loro azioni hanno cancellato quel poco di patina di innocenza che questa città ancora aveva.