venerdì 4 settembre 2020

Fabolous Stack of Comics: Multiversity

Il Multiverso è parte integrante di molti universi letterari, e ancor di più delle storie di supereroi. Sia Marvel che DC Comics possono vantare un proprio, complicato eppure no, Multiverso che - non importa quanto esso venga riconfigurato, stravolto o addirittura distrutto - prima o poi ricompare.
Il concetto di Multiverso in DC Comics è stato introdotto e analizzato in origine da Gardner Fox, sulle testate Flash e Justice League of America, per poi essere espanso da numerosi altri sceneggiatori in decine di altri titoli, a volte anche a loro insaputa.
La DC Comics ha provato a eliminare il Multiverso, più di una volta, ma non c'è stato verso: è un concetto narrativo così interessante che non lo si può mettere da parte come uno di quei souvenir che non ci ricordiamo di aver acquistato e ammirato per molto tempo.
Il Multiverso riceve dunque la giusta e doverosa celebrazione in The Multiversity, miniserie di due numeri - intervallata tra un numero e l'altro da sette one-shot - pubblicata tra il 2014 e il 2015 e sceneggiata da Grant Morrison. La miniserie principale è realizzata da Ivan Reis, mentre i one-shot sono disegnati da collaboratori abituali di Morrison quali Frank Quitely, Cameron Stewart, Doug Mahnke e Chris Sprouse e una guest-star d'eccezione quale Jim Lee.
Il Multiverso DC Comics e le sue 52 Terre subiscono l'insolito attacco della Cerchia, una congrega di entità oscure che, tramite un fumetto maledetto presente in ogni dimensione, riesce a corrompere i vari mondi in cui estende la sua nefasta influenza. Il Supergiudice Nix Uotan, sopravvissuto alla Crisi Finale, ne viene corrotto a sua volta e la salvezza del Multiverso è dunque nelle mani di uno sparuto manipolo di eroi provenienti dalle terre più disparate... c'è persino Captain Carrot!
Il Multiverso è uno dei più classici concetti della Silver Age e, come è noto, Morrison adora quelle atmosfere, omaggiandole in questa miniserie a modo suo e riempiendole dei suoi contenuti esoterici ed "esistenzialisti", se così li possiamo definire. In questo caso la Cerchia, che col suo fumetto corrotto corrompe anche interi mondi, altro non è che un'allegoria di un certo panorama fumettistico odierno, dominato dal pressapochismo e dall'arretratezza di pensiero.
Quel pressapochismo e quell'arretratezza per cui magari alcuni hanno smesso di leggere del tutto fumetti. Dove ci sono lettori che affermano di amare le storie degli X-Men e di Superman, per poi lanciarsi in strali e insulti contro le persone più sfortunate, solo perché non hanno altro che il loro odio. Dove esiste una pletora di gente che commenta un fumetto, letto di fretta, e che per loro fa schifo a prescindere, perché magari è scritto da un autore che a loro non piace, oppure l'artista ha realizzato un costume di un supereroe più lungo di dieci centimetri.
Dove dibattiti anche interessanti sul fumetto, su strumenti tecnologici che dovrebbero rappresentare una conquista del dialogo pacifico tra persone, vengono presto inquinati da coloro che non sanno esprimere un pensiero senza storpiarlo in una lingua incomprensibile ai più o rendendolo a loro avviso una verità oggettiva che non può essere in alcun modo contestata.
Dove le storie sembrano contare sempre di meno, a discapito del parlare delle storie, anche e soprattutto se non le si è capite, da parte di chi fa fatica a gestire la punteggiatura e i tempi verbali, ma è sicuro di poter insegnare ad autori affermati come si scrive un fumetto o si caratterizza un personaggio.
Ecco, la Cerchia è questo, è l'ignoranza che crede di poter contare qualcosa e cerca di insinuarsi nelle pieghe della società tramite uno strumento di meraviglia quale è il fumetto. Per Grant Morrison occorre riappropriarsi al più presto di quel sense of wonder che, se continuerà a essere schiacciato e prevaricato da questi elementi negativi, rischia di far sparire il Multiverso... e stavolta per sempre.
Sembra strano, in un'epoca dove la conoscenza è davvero alla portata di tutti, dover dire di guardarsi dall'ignoranza e dai mali che essa porta. Eppure è così. Tramite i valori positivi che il fumetto ci offre, estendiamo quella positività al mondo che ci circonda, annullando la negatività. Oppure dando alla negatività la considerazione che essa merita: nessuna.

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