1994, un anno storico per l'editoria italiana. Nell'anno in cui il mondo del fumetto perse per sempre uno dei suoi massimi esponenti, Jack Kirby, in Italia nacque la prima vera succursale della Marvel Comics, Marvel Italia.
Ventuno anni fa, invece, cosa c'era? C'era la suddivisione selvaggia: il materiale della Casa delle Idee era spartito tra "appena" quattro case editrici (Star Comics, Play Press, Comic Art e Max Bunker Press) e siccome - giustamente - ognuna di loro andava avanti seguendo il proprio piano editoriale, capitava spesso e volentieri che eventi futuri venissero spoilerati a causa del divario tra le varie pubblicazioni. Star Comics, infatti, aveva ripreso le serie da lei gestite dall'esatto punto in cui erano state interrotte dall'Editoriale Corno, non pubblicando al massimo cicli narrativi ritenuti deboli (famosi i salti di Hulk e Devil), mentre Comic Art e Play Press o presentavano serie dedicate a nuovi personaggi - tuttavia inserite in un contesto narrativo differente - o nel caso della Play Press prendeva serie storiche (Iron Man, Thor) saltando fin dall'inizio un considerevole numero di episodi rispetto all'ultima pubblicazione per partire con un perfetto starting point (La Guerra Delle Armature per Iron Man, il ciclo di Walter Simonson per Thor).
La situazione del 1993, c'è da dire, rispetto agli esordi era migliorata ma per alcune "famiglie" (mutanti e vendicative in primo luogo) rimaneva un piccolo caos. E fu allora che un uomo scese in campo... ehm, intervenne. Ora qui la leggenda ha versioni differenti: da un lato si dice che furono i dirigenti di allora della Marvel a decidere di radunare la pubblicazione del proprio materiale sotto un'unica casa editrice, una scelta che ricadde sulla Star Comics e che venne proposta al suo fondatore e dirigente, Sergio Cavallerin, ma costui si trovò costretto a rifiutare poichè riteneva di non avere le capacità economico/lavorative per sostenere un impegno simile. Così alla fine la Marvel decise di creare una propria branch italiana; l'altra versione è che il vero ispiratore di questa rivoluzione fu Marco Marcello Lupoi (che da anni coltivava buoni rapporti con la dirigenza Marvel grazie alle sue indubbie capacità oratorie e alla sua perfetta conoscenza della lingua inglese - cosa non così automatica nel 1993... se vogliamo neanche nel 2014). Lupoi, prima al Comicon di San Diego, poi in un incontro tenutosi nel mese di novembre, convinse i dirigenti della Casa delle Idee che era possibile raccogliere tutte le pubblicazioni Marvel sotto un'unica casa editrice, anzi, la Marvel stessa sarebbe stata questa casa editrice con una propria filiale italiana composta da persone competenti... guidate chiaramente da Lupoi stesso... che avrebbe rimesso ordine nella disastrata continuity italiana.
Chissà, forse come sempre la verità sta nel mezzo e la dirigenza Marvel raccolse questo suggerimento prima proponendolo a Cavallerin, poi dopo il suo rifiuto scegliendo la strada indicata a novembre 1993.
Sembrerebbe quasi che la Marvel Italia sia nata, come realtà editoriale, da un giorno all'altro. Di sicuro non fu così, eppure leggendo le pubblicazioni dei licenziatari nei mesi da dicembre 1993 a febbraio 1994 questa rivoluzione praticamente non si notò: era ovvio che non avevano alcun interesse a dire, se non proprio alla fine, che non avrebbero più pubblicato materiale Marvel, eppure sembra che per i redattori di allora (non per i dirigenti, invece, che di sicuro ne erano a conoscenza) questo cambiamento sia stato come un fulmine a ciel sereno. Unica avvisaglia, ma è solo una mia ipotesi priva di riscontri oggettivi, fu l'improvvisa sospensione - a fine 1993 - della collana All American Comics della Comic Art, col nr. 51, tanto che la saga "Operazione Tempesta Nella Galassia", che era stata coordinata in maniera perfetta con la serie Zona M della Play Press e che aveva goduto anche dell'appoggio della Star Comics (la quale aveva "prestato" alcuni numeri delle testate da lei gestite), rimase bruscamente incompleta. Paradossalmente, la prima vera collaborazione tra le tre principali case editrici licenziatarie rappresentò anche il loro canto del cigno. C'è infine da dire che all'epoca (e non è cosa da poco) Internet, Youtube, i social network e quant'altro non esistevano: impossibile che al giorno d'oggi una notizia simile non trapeli in qualche modo.
A distanza di tempo, c'è da sorridere leggendo l'introduzione all'albo di Zona M che presentava i racconti successivi a Operazione Tempesta Nella Galassia:"Allora, avete letto All American Comics 54 con la conclusione della saga?". Quell'albo non uscì mai e i lettori italiani dovettero aspettare alcuni anni per veder completata questa lacuna.
Marvel Italia stava dunque per nascere... ma prima ci fu l'ultimo mese di gestione dei vecchi licenziatari: avrebbero alzato così facilmente bandiera bianca?
Nessun commento:
Posta un commento