Eh sì, vi abbiamo già parlato della figura di Babbo Natale e accennato che talvolta, oltre che all'iconografia classica a cui è eternamente associato, il cinema prova a presentare anche delle sue varianti di tanto in tanto... giusto per divertirsi un po'.
E quindi ecco la variante serial killer, Santa's Slay, quella horror, il recente Terrifier 3, e - per stare un po' più leggeri che di rosso qui c'è ne è già troppo - la variante femminile che compare in My Secret Santa: Mia Mamma è Babbo Natale (My Secret Santa), diretto da Mike Rohl, scritto da Ron Oliver e Carley Smale e distribuito su Netflix a partire dal 3 dicembre 2025.
Licenziata a poche settimane dal Natale, Taylor Jacobson (Alexandra Breckenridge) si trova anche a dover pagare la retta della scuola di snowboard a cui intende iscriversi sua figlia.
Quando scopre che i dipendenti di un hotel non pagano questa tariffa, però, in mancanza di altri posti di lavoro Taylor si presenta come nuovo Babbo Natale, abilmente camuffata dal fratello e dal compagno di lui.
Qui conosce il nuovo direttore dell'hotel, lo scapestrato Matthew Layne (Ryan Eggold), messo in quella posizione dal padre per fargli imparare il mestiere.
Tra equivoci e buoni sentimenti, ho come l'impressione sboccerà qualcosa tra i due.
Ora, se a una prima lettura vi avete intravisto elementi presi da Mrs. Doubtfire, con una spruzzatina di Tootsie, non vi siete sbagliati. Oltre che la variante femminile di Babbo Natale, qui c'è proprio una sorta di controparte al femminile di Mrs. Doubtfire, ma a ruoli rovesciati (quindi, una donna che si finge un uomo).
Tanto che ritornano scene da deja vu, come quella della creazione del trucco e del costume del personaggio, oppure quella in cui la protagonista deve letteralmente sdoppiarsi durante un evento per non far saltare la propria copertura.
Se qualcuno può pensare a un "plagio", Mrs. Doubtfire si rifaceva a sua volta a quel teatro dell'assurdo e degli equivoci, dove le gag e i travestimenti la facevano da padroni (anche William Shakespeare se ne è dilettato in alcune occasioni). Gag ed equivoci che ovviamente si presentano anche nel corso di questa pellicola: chi ne è appassionato, troverà una sensazione di familiarità.
Quindi, si utilizza una delle tante possibilità con cui innestare una trama a sfondo romantico dove inserire i buoni sentimenti e lo spirito natalizio, con predominanza dell'elemento famiglia unita e col messaggio di non restare soli durante le feste. Nulla di rilevante in tal senso. Chi ha anche solo un minimo di cinismo, lasci perdere.
Non entro nel merito della recitazione, se no potrei diventare troppo cattivo e si sa... a Natale siamo tutti più buoni. Qualcuno potrebbe anche far notare che in questo tipo di prodotti non si richiede di certo che si diventi la nuova Ingrid Bergman o il nuovo Marlon Brando.
E come contraddire questo fatto? Buone Feste, dunque!

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