domenica 5 gennaio 2014

La Profezia Dell'Armadillo


Michele Rech, alias Zerocalcare, è stato il fenomeno fumettistico del 2013. Un fenomeno capace di varcare gli angusti confini del panorama fumettistico e arrivare persino alla critica specializzata e al giornalismo di massa. Un giusto riconoscimento.
Nel mio piccolo, fino a settembre 2013 Zerocalcare quasi non sapevo chi fosse: certo, avevo sentito il suo nome, ma era allora uno dei tanti che passava davanti ai miei occhi e rapidamente svaniva. Fino a quando andai all'edizione 2013 di Narnia Fumetto, il giorno successivo ad una giornata dedicata interamente a lui. E lì venni a sapere che c'era stato un vero e proprio bagno di folla, addirittura gente venuta appositamente da Roma solo per avere un suo sketch. La cosa, superfluo dire, scatenò la mia curiosità e quindi andai ad acquistare la sua prima opera, La Profezia Dell'Armadillo. E improvvisamente per me uno sconosciuto Zerocalcare non lo fu più.
Questa opera prima apparve inizialmente nel 2011 in bianco e nero, dietro consiglio del disegnatore Makkox (Zerocalcare era, ed è, molto famoso nel web per via delle sue vignette che compaiono sul suo sito), il quale gli chiese una storia a più ampio respiro. Una opera che acquisì ancora più popolarità quando, l'anno successivo, la Bao Publishing la ristampò a colori.
La Profezia Dell'Armadillo gioca su due piani narrativi, o forse tre (il passato, il presente e il piano onirico), ognuno dei quali influenza l'altro. L'improvvisa morte di un'amica d'infanzia porta Zerocalcare a confrontarsi col suo passato e la sua coscienza (rappresentata appunto dall'Armadillo) per capire cosa è rimasto di quei sogni che lui e i suoi amici facevano da ragazzi. Ma non è uno sguardo cupo, pessimista a tutti i costi, c'è al massimo un velo di malinconia. In realtà Zerocalcare inserisce una buona dose di ironia, penso una amara ironia, sia in quelle che sono le scene di vita quotidiana (la visita periodica a "una famosa catena di fast food", una camminata nel quartiere del centro sociale e così via) sia nel ricordare il suo periodo al liceo e le prime esperienze lavorative nel campo dell'animazione.
C'è un messaggio di fondo in tutto questo? Non saprei dirvi, quello che è certo è che tutto questo (il passato e il presente) ha come filo conduttore la Profezia dell'Armadillo, sarebbe a dire... "Si chiama Profezia dell'Armadillo qualsiasi previsione ottimistica fondata su elementi soggettivi e irrazionali spacciati per logici e oggettivi, destinata ad alimentare delusione, frustrazione e rimpianti, nei secoli dei secoli. Amen".
Questo è quanto. E comunque, a Rebibbia c'è un mammut, ne sono convinto.

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