venerdì 3 maggio 2013

The Walking Dead: il fumetto... e pure il telefilm, dai


Uno spettro si aggira per l'Europa... a dire il vero anche per gli Stati Uniti e il mondo intero... lo spettro zombesco che da svariati anni sta mietendo successi e per il momento sembra non debba svanire tanto presto. Ogni tanto i miti dell'orrore hanno un rigurgito di popolarità, a volte tocca ai vampiri (sbirillucicanti o meno), a volte ai licantropi, ma gli zombi...
Leggenda proveniente dall'isola di Haiti, la figura dello zombi, del morto vivente che si rianima o viene rianimato, ha un primo forte impatto mediatico negli anni '60 quando esce il primo film del regista George Romero incentrato sull'argomento: La Notte Dei Morti Viventi. In questa prima pellicola, ci sono i semi di come sarebbero state trattate principalmente in seguito le opere incentrate su questo argomento. Gli zombi diventano un'allegoria della frenetica società moderna, a conti fatti si era morti viventi anche prima solo che adesso è visibile anche esternamente, e sono guidati da impulsi non troppo diversi da quelli dei cosiddetti 'vivi'. Romero si concentra su questo aspetto soprattutto nel capitolo successivo, Zombi, probabilmente il più popolare della saga (quello ambientato in un supermercato), oggetto anche di un remake da parte di Zack Snyder.
Molto altro c'è stato in mezzo, ma permettetemi di fare un balzo di decenni (perdonami, Wes) e passare subito all'opera che, più che rivitalizzato (sono zombi dopotutto), ha riportato in auge questo tipo di narrazione. Stiamo chiaramente parlando di The Walking Dead, di Robert Kirkman, Terry Moore e Charlie Adlard. Cos'è The Walking Dead? Molte cose. Innanzitutto, è una storia di sopravvivenza, di un gruppo di persone capitanate da uno sceriffo che deve sopravvivere in un mondo che per qualche ragione è infestato totalmente da zombi, o vaganti come vengono qui definiti. Ma The Walking Dead è molto altro, è un'evoluzione del concetto romeriano: la società è divenuta ancora più frenetica e se certe cose che oggi diamo per scontate all'improvviso scompaiono (Internet, i telefoni cellulari, la televisione...) la faccenda diventa qualcosa di più che semplice sopravvivenza, diventa un'analisi del tuo stesso essere umano. In bilico tra disperazione e rabbia, tu stesso devi capire quanta umanità era presente in te prima del fatto, se è rimasto in te qualcosa da salvare. O se, come grida con rabbia Rick Grimes alla fine del quarto volume, siamo già tutti morti viventi, che si respiri ancora o meno.
Per alcuni personaggi la perdita di umanità sarà più visibile (il Governatore), per altri emergerà col tempo (Shane), per altri ancora è ben nascosta (Lori). In mezzo a tutto questo ci sono gli zombi, ma sono sullo sfondo, potrebbero scomparire e noi non ce ne accorgeremmo e comunque non cambierebbe la realtà di ciò che siamo.
Mi permetto di dire che, pur non essendo questo un concetto originale, è il modo in cui questo argomento viene trattato che ha contribuito a mio avviso più di ogni altra cosa al successo del fumetto. L'unico difetto, a voler proprio trovare il classico pelo nell'uovo, è che più di tanto questo argomento non lo puoi trattare perchè (ma questo vale sostanzialmente vale per tutto) alla lunga o inizi a riciclare concetti usati e riusati o si esaurisce la vena creativa, con conseguenze facilmente intuibili. Per dove sono arrivato ora (decimo volume, abbiate pietà di me) non vedo cali di questo tipo. E il fatto che tale argomento esaurisca un giorno la sua utilità, comunque, non impedisce che se ne sviluppi un altro... quale non saprei dire, a onor del vero.
Visto che di The Walking Dead parliamo, è giusto parlare anche del serial televisivo che ne è stato fatto. Non serve dilungarsi troppo, poichè i temi principali del fumetto sono anche qui ben presenti ed evidenziare le differenze tra telefilm e fumetto è solo un esercizio di stile e nulla più. Però una cosa la dico: i personaggi non presenti nelle storie di Kirkman e qui introdotti (soprattutto i fratelli Dixon) sono davvero ben gestiti e non risultano ridondanti. Del telefilm dico solo che è un buon prodotto (da alcune parti sento parlare di capolavoro, ma non arriverei a tanto) con gli inevitabili alti e bassi (pochi) di una produzione televisiva. Vedere certi zombi che "corrono", tuttavia, mi suona sempre un po' strano. Non sono un Marvel Zombie, a quanto pare... ah no, scusate: mi confondo sempre con gli universi narrativi.

Nessun commento:

Posta un commento