sabato 14 luglio 2012

Venerdì 13: perchè alle volte al peggio (forse) c'è una fine


Comunque la si pensi, la saga di Venerdì 13 ha fatto epoca. Il caro Jason Voorhees ed il suo fido machete meritano senz'altro un posto (non d'onore, ma un posto) nella storia del cinema.
1980: il regista Sean S. Cunningham vuole replicare il successo di Halloween di John Carpenter, puntando ancora di più sull'aspetto macabro e sull'efferatezza degli omicidi. Victor Miller viene incaricato di scrivere la sceneggiatura ma, siccome lui ne sa un po' più di cinema, conosce anche Mario Bava ed il suo Reazione A Catena, che anticipa di un decennio le malefatte di Michael Myers ed era davvero truculento. Nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire, i soliti americani che rubano le buone idee altrui. E così, con addirittura un paio di omicidi "copiati" proprio dalla pellicola di Bava, nasce il primo film di una lunga serie. Anche i sassi sanno ormai che in questo primo capitolo Jason compare solo in un flashback ed il vero assassino è sua madre Pamela, la quale vuole vendicarsi per il fatto che suo figlio sia stato lasciato annegare alcuni anni prima da degli adolescenti in preda a crisi ormonali. E quindi tutti i giovini che vengono al Crystal Lake a fare zin-zin troveranno una imperiosa e sanguinolenta uccisione al suono di Chi Chi Chi Cha Cha Cha, pure il piccolo Kevin Bacon! Ecco, nei film horror anni '80 il sesso pre-matrimoniale era assolutamente proibito, se lo facevi eri una sicura vittima (le regole di Scream le conoscete, no?).
Ed infatti l'unica a salvarsi è la verginella di turno, grazie alla famosa scena della decapitazione concepita da Tom Savini. Nelle ultime inquadrature si capisce che Jason è ancora vivo, con tanto di citazione di Carrie di Brian DePalma (ma una idea sua questa pellicola ce l'ha?). Questa aggiunta in fase di post-produzione e non presente nella sceneggiatura fece leggermente incavolare Miller, per il quale a suo parere Jason doveva essere una vittima e non un carnefice. Ma già all'epoca si pensava ai franchise ed alle strategie di marketing: insomma, volevano fare subito un sequel.
1981: Arriva il primo sequel. Jason dice:"Cara mamma, grazie, ma ora ci penso io" e comincia la sua opera sacra. Tentativi di riportare sul set Betsy Palmer (la madre di Jason, che qui appare solo per pochi istanti) e Adrienne King (che compare solo all'inizio del sequel per essere subito uccisa) fallirono perchè la prima pensava che Venerdì 13 fosse "un film di merda" (esagerata!), mentre la seconda fu vittima di un ammiratore un po' troppo insistente (lo stalking ha radici antiche) e dunque chiese lei stessa di essere "eliminata". Alla fine Jason, tra doppi impalamenti, visioni della sua bella faccia ed allegri omicidi tra amici, viene trafitto col suo machete al petto da una ragazza di nome Amy. Ma detto in tutta sincerità... chi non ha subito una cosa simile almeno una volta nella vita? Mica fa male, no?
1982: Il terzo capitolo ha la sua importanza per due ragioni. Primo: in questo sequel Jason acquisisce infine la celebre maschera da hockey che diventerà il suo marchio di fabbrica, come la maschera del capitano Kirk usata da Myers (ecco, così il plagio, ehm... la citazione è completa); secondo: essendo, appunto, il terzo capitolo perchè non farlo in 3D? Che burloni. Che poi, erano gli anni '80, era un 3D diverso... insomma, faceva cagare. Non come quello di adesso, però. Alla fine una ragazza di nome Chris (Jason, sei sfigato con le donne, eh?) uccide il nostro eroe - beh, insomma, almeno ci prova - spatassandogli un'ascia in faccia. Ma anche in questo caso, gente, che male può fare una spatassata di ascia in pieno volto?
1984: Quando una saga ha come sottotitolo "Il Capitolo Finale", potete star certi che tutto sarà tranne che quello. In ogni caso qui compare, Jason a parte, uno dei pochi personaggi continuativi della serie, Tommy Jarvis (qui interpretato dal Corey Feldman pre-Goonies, avete presente quello che diceva alla domestica spagnola in quale cassetto mettere la marijuana?). Vi confesso che questo è l'unico capitolo che non ho visto (una piccolezza da nulla!), se non gli spezzoni su Youtube. Comunque alla fine Jason muore, ma muore muore, eh? In pratica viene decapitato da Tommy per via del suo machete (oh, Jason, la scelta della tua arma è stata impeccabile!). Doveva proprio essere il capitolo finale, tanto che ne fanno un successivo già l'anno dopo anche se, ok, in questo caso c'è solo un copycat (un infermiere impazzito per la morte del figlio) che finge di essere Jason. Quindi Jason è proprio morto, non ci sono dubbi.
1986: Jason Vive! Ecco il sottotitolo, tanto per toglierci fin da subito qualche eventuale dubbio. Sono passati più di dieci anni dal "Capitolo Finale". Tommy va presso la tomba di Jason perchè è sicuro che non è morto. Cioè, c'è solo lo scheletro, ma lui non è morto. Per rendergli giustizia lo hanno seppellito insieme al suo machete, che gentili! Tommy, che è un ragazzo saggio ed assennato, impala lo scheletro di Jason con una sbarra di ferro perchè così sicuramente muore, sì sì (in realtà voleva cremarne il corpo e gli parte il boccino, ma non sottilizziamo). Ed in quel momento un fulmine proveniente dal cielo precipita, colpisce l'asta e l'elettricità sprigionata è tale che non solo Jason torna in vita ma oh, è di nuovo pure in carne ed ossa. Ho sempre adorato la scienza precisa e impeccabile di questi film. Per i puristi: da questo momento Jason diviene immortale. Tralasciamo inoltre il fatto che rifarsi al Frankenstein con Boris Karloff cinquant'anni dopo suona un po' demodè. Comunque squartamenti, stilettate, una rasoiata qui un machete là, ma alla fine Jason viene legato ad una catena e trascinato in fondo al Crystal Lake! Ecco, così impari, e Tommy trova pure l'amore e non lo vedremo più.
1993: Salto i successivi due capitoli, dove l'unica cosa degna di nota è Jason che, stanco ormai di ammazzare gente sempre nello stesso posto, si trasferisce per un po' a New York. Purtroppo prima di poter squartare i concorrenti dei reality show, viene investito da una fiumana di rifiuti tossici che (sempre la scienza precisa e impeccabile di cui sopra) lo fa regredire ad uno stato infantile. Ma siccome queste due pellicole non se le fila nessuno, nel 1993 ritorna al suo consueto aspetto senza uno straccio di spiegazione. Ed è un secondo "Capitolo Finale", poichè il sottotitolo è Jason Va All'Inferno (sarebbe anche ora, eh, tanto per dire). Ora prima di Jason X (ne parliamo dopo) credevo che più in basso di questo capitolo non si sarebbe potuti andare. In pratica Jason viene sorpreso da un'imboscata e crivellato di proiettili dall'FBI (che dopo 9 nove capitoli e 1385672659609 omicidi ha capito che non sarebbe stato poi tanto brutto intervenire), così tanti proiettili che esplode (i famosi proiettili esplosivi dell'FBI).
E da questo momento in poi è l'apoteosi. Il corpo martoriato viene portato all'obitorio, dove il coroner si pappa il cuore ed inizia a lanciarsi in una spirale di assassini. Un tizio venuto dal nulla ci dà poi la spiegazione: Jason (non dicono quando, suppongo quando è resuscitato nel Capitolo VI, non chiedete troppo alle mie facoltà intellettive) è posseduto da un'entità aliena extradimensionale che si reincarna di corpo in corpo per portare avanti la sua opera di distruzione! WTF? Cioè, Jason non è cattivo, è che lo disegnano così. Tralasciando il richiamo all'Invasione Degli Ultracorpi, è una idea spudoratamente copiata da un semisconosciuto film del 1987, L'Alieno (con Michael Nouri e Kyle MacLachlan). E non è tutto: solo un suo consanguineo può eliminarlo per sempre. Perchè? Boh! E così si scopre l'esistenza di una zia, ma questa muore e (attenzione alla genialata, eh) lo spirito di Jason si infila... lì e ne esce non solo rinato ed in forma adulta, ma completo di maschera da hockey e machete! Bravi, ancora! Anzi no, meglio di no. Ma non è finita qui, perchè quella zia aveva una figlia e questa, con un pugnale mistico trovato in saldo ad un banco dei pegni, trafigge il cuore di Jason. Gli spiriti infernali vengono a reclamare il suo corpo e infine sprofonda nel sottosuolo. E finalmente è finita, sì! Cioè, no, un attimo... c'è una scena finale. C'è la maschera di Jason che viene reclamata da... Freddy Krueger?!
2002: Quell'idea di un incontro/scontro tra Jason e Freddy dovette ricevere un buon riscontro, poichè per dieci anni non se ne fece nulla. Si pensò allora ad un ulteriore seguito della saga che (questi geni del male mi sorprendono sempre) fosse distribuito prima del team-up ma ambientato cronologicamente dopo di esso! Jason X. Ora, quando si vuole ironizzare sugli assassini indistruttibili degli slasher horror, si dice fin dagli anni '80:"Manca solo che li spediscano nello spazio". Ecco, lo hanno fatto e, pur essendo ormai il franchise in disgrazia, così gli hanno dato il colpo di grazia. Jason viene ricatturato e ibernato (si vede che i proiettili esplosivi erano finiti) e si risveglia nel 2455, a bordo di un'astronave diretta verso una nuova Terra. Ma non è la cosa più triste. Ad un certo punto Jason viene distrutto da un cyborg donna (sic), ma il suo corpo inizia ad assorbire il materiale dell'astronave che lo trasforma infine in un cyborg! (Sic al quadrato). E quando lo vedi nella sua nuova forma non puoi fare a meno di esclamare:"Ma perchè?".


Comunque, anche questo corpo cyborg alla fine viene distrutto e su Terra-2 atterra solo la sua maschera, inutile dirlo in fondo a quella che appare come una replica di Crystal Lake. Forse avevano in mente un reboot, come accade al DC Universe ogni 25 anni o giù di lì.
2003: E alla fine è Freddy Vs Jason anche se, per l'interpretazione di Robert Englund o il fatto che lui almeno può parlare, sembra più un capitolo della saga di Nightmare. Jason, ripescato dall'inferno da Freddy, diventa una sorta di "condotto" per le energie che riporteranno Krueger sul piano della realtà. Energie che ovviamente si ottengono ammazzando le persone... è anche una cosa logica. Ma va tutto in malora perchè... è Jason, no? Inevitabile lo scontro, al termine del quale sembra sia il nostro appassionato di hockey a uscirne vincitore, tanto poi finisce nello spazio profondo.
2009: Con una prima continutà narrativa ormai irrimediabilmente disastrata, un remake moderno di Venerdì 13 è inevitabile. Il cinema di questi ultimi anni adora i remake. La produzione è di Michael Bay (Sean Cunningham si era ormai arricchito abbastanza), il regista dei Transformers: quindi è un horror molto edulcorato, in pratica per famiglie. Inevitabilmente e giustamente, pur ponendosi idealmente come una riproposizione dell'originale primo capitolo (anche se in realtà riprende le tematiche dei primi tre film), è fin da subito Jason e non sua madre il massacratore. Ma soprattutto, il cambiamento più drastico: prima le vittime erano gli adolescenti che facevano sesso pre-matrimoniale, in questo remake sono quelli che pippano la coca. Inaccettabile. E infatti si salvano - forse - solo i due santi della situazione (il Jared faccia da schiaffi di Supernatural e Amanda Righetti, che tanto santa secondo me non è). E non è andata granchè bene, alla fine è solo un filmetto di azione come tanti. Si parla da anni di un sequel ma, sarà la crisi sarà la mancanza di idee (rubate ad altri film), non si vedono nuovi capitoli all'orizzonte.
Che sia davvero giunta la fine per Jason Voorhees? Laddove Tommy Jarvis, Freddy Krueger e altri hanno fallito, hanno trionfato il calo di interesse e di spettatori? O più semplicemente questo tipo di film, e di assassini seriali che hanno in sè anche una parte di trash, ormai hanno fatto la storia in favore di tipetti seriosi e poco raccomandabili come Saw l'Enigmista? La domanda per ora rimane senza risposta.

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