venerdì 15 agosto 2025

Italians do it better? 59: Odio L'Estate (2020)


Per quanto oggi le cose siano molto cambiate rispetto al passato anche recente, il mese di agosto è sempre stato e rimane quello dove milioni di italiani si recano nelle località di villeggiatura per godersi delle meritate (o meno che siano) vacanze.
Tempo di relax, di divertimento, ma già che si è lontani dal caos della società e della città anche di riflessioni. Non è certo la prima volta che il cinema italiano indirizza la propria attenzione verso delle famiglie in vacanza, ma il tema rimane sempre attuale nonostante il passare dei decenni.
Giunge così Odio L'Estate, diretto da Massimo Venier, scritto da Massimo Venier, Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Davide Lantieri e Michele Pellegrini e distribuito nei cinema nel gennaio 2020.
Tre famiglie milanesi della medio-borghesia italiana si recano nella stessa località di villeggiatura. Aldo Baglio è un apparente uomo pigro pieno di buon cuore e voglia di vivere, Giovanni Storti è un commerciante disilluso ed eccessivamente puntiglioso, Giacomo Poretti un rinomato dentista distaccato dalla sua famiglia.
Tre personalità che non potrebbero essere più differenti e che, per un errore dell'agenzia di viaggio, si ritrovano a dover condividere la stessa abitazione. La convivenza in principio sarà difficoltosa, ma ben presto tra loro e le loro famiglie si stringerà un forte legame.
Tematiche davvero classiche e senza tempo, che continuano ad affascinare, dietro un titolo che rimanda a una canzone di Bruno Martino. Tre famiglie disfunzionali, le distanze di affetto tra le varie persone, le differenze di carattere e di visione della vita che trovano un punto d'incontro nella nascita di un'amicizia e nell'affrontare insieme alcune piccole o grandi problematiche lungo la via. Stavolta con gag al servizio di una storia piuttosto che il contrario (ma se le cose vengono fatte bene si possono accettare entrambe le opzioni).
La cornice in questo caso non è un road movie, anche se in certe parti lo ricorda, bensì forse il luogo più statico e movimentato al tempo stesso a cui si possa pensare: un'abitazione, e la spiaggia circostante, dove esistenze che non era previsto si incrociassero si incontrano, si scontrano e in certi casi trovano o ritrovano l'amore.
Quindi in apparenza un festival dei buoni sentimenti. E invece non del tutto, perché il trio comico - come ha fatto soprattutto nei primi due film - lascia infine una piccola vena di malinconia. Quella malinconia che fa ridere a denti stretti, che ti ricorda che esistono certe avversità che non si possono superare.
Potremmo vederla come una sorta di maturità, anche. Di una visione della vita differente - che arriva una volta superati i cinquant'anni - che ti coglie e che non tieni in considerazione quando ne hai trenta. Come detto, le cose risultano molto cambiate rispetto al passato.