venerdì 29 agosto 2025

Fabolous Stack of Comics: Max Fridman - No Pasarán


Non esiste pace per l'ex spia Max Fridman, personaggio creato da Vittorio Giardino, il quale non riesce ad allontanarsi da quel mondo corrotto a cui anche lui è appartenuto in passato e da cui sta cercando di prendere il più possibile le distanze. Ma quel mondo non ha ancora finito con lui.
Già per ben due volte, suo malgrado, Max Fridman è stato coinvolto in faccende spionistiche che anticipavano l'avvento della Seconda Guerra Mondiale, una prima volta in Rapsodia Ungherese e una seconda volta in La Porta d'Oriente.
Mentre il 1939 e un fatal giorno di settembre si avvicinano, Max Fridman vive una terza avventura dai toni molto drammatici in No Pasarán, una storia in tre parti pubblicata dal 2000 al 2008.
Autunno del 1938: Mentre in Spagna sta infuriando la Guerra Civile, Max Fridman viene raggiunto a Ginevra dalla moglie di un suo caro amico che abita in quella nazione, Guido Treves, il quale è scomparso da alcune settimane e non se ne ha più alcuna notizia.
Tutto lascia presupporre che Treves sia una delle tante vittime del conflitto in corso, ma dopo qualche esitazione la moglie di Treves riesce a convincere Max Fridman a indagare sul caso, visto che le autorità locali non intendono collaborare.
L'ex spia, dunque, fingendosi un giornalista, si reca nella nazione dilaniata dalla guerra e per venire a capo del mistero dovrà spingersi fin nel cuore delle battaglie e anche venire a patti con una parte del proprio passato, avendo lui stesso combattuto sul fronte della guerra civile spagnola alcuni anni prima.
Pur partendo dagli stessi presupposti delle prime due storie, ovvero Max Fridman viene convolto suo malgrado in una faccenda a sfondo spionistico, questo terzo capitolo presenta anche delle differenze.
Innanzitutto, se prima Fridman cercava di non farsi coinvolgere dagli eventi, tentando in ogni modo di sfuggirvi, qui dopo qualche esitazione si dedica con tutte le sue energie alla ricerca dell'amico scomparso, anche quando le speranze sembrano essere poche e mettendo a repentaglio la propria vita.
Il che ci porta al secondo, peculiare aspetto di questa storia. Dapprima il passato di Max Fridman si è rivelato molto fumoso, vi è appena stato qualche accenno e nulla più. Qui invece un tassello molto importante del suo passato viene alla luce.
Un tassello, la sua partecipazione come soldato alla Guerra Civile Spagnola dalla parte delle forze della Repubblica, che contribuisce non solo a rivelarci questi inediti particolari, ma anche a meglio inquadrare il personaggio - non che prima non fosse ben definito, sia chiaro - e come mai lui abbia già intuito dove stia andando a parare l'Europa e per questo cerca di sottrarvisi rifugiandosi in Svizzera, un paese neutrale.
La scomparsa dell'amico, che gli è stato accanto in quegli anni difficili, sembra quasi simboleggiare la scomparsa di ogni possibile appiglio di normalità, di possibilità di una vita lontano dall'orrore.
Rispetto alle precedenti due storie, questo è di sicuro il racconto più cupo visto finora, che sembra proprio non lasciare alcuno spazio alla speranza. Il 1938 si conclude e, mentre Max Fridman trova un momento di gioia partecipando al saggio di danza della figlia, il mondo si appresta a vivere un tremendo, universale dolore.

venerdì 15 agosto 2025

Italians do it better? 59: Odio L'Estate (2020)


Per quanto oggi le cose siano molto cambiate rispetto al passato anche recente, il mese di agosto è sempre stato e rimane quello dove milioni di italiani si recano nelle località di villeggiatura per godersi delle meritate (o meno che siano) vacanze.
Tempo di relax, di divertimento, ma già che si è lontani dal caos della società e della città anche di riflessioni. Non è certo la prima volta che il cinema italiano indirizza la propria attenzione verso delle famiglie in vacanza, ma il tema rimane sempre attuale nonostante il passare dei decenni.
Giunge così Odio L'Estate, diretto da Massimo Venier, scritto da Massimo Venier, Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Davide Lantieri e Michele Pellegrini e distribuito nei cinema nel gennaio 2020.
Tre famiglie milanesi della medio-borghesia italiana si recano nella stessa località di villeggiatura. Aldo Baglio è un apparente uomo pigro pieno di buon cuore e voglia di vivere, Giovanni Storti è un commerciante disilluso ed eccessivamente puntiglioso, Giacomo Poretti un rinomato dentista distaccato dalla sua famiglia.
Tre personalità che non potrebbero essere più differenti e che, per un errore dell'agenzia di viaggio, si ritrovano a dover condividere la stessa abitazione. La convivenza in principio sarà difficoltosa, ma ben presto tra loro e le loro famiglie si stringerà un forte legame.
Tematiche davvero classiche e senza tempo, che continuano ad affascinare, dietro un titolo che rimanda a una canzone di Bruno Martino. Tre famiglie disfunzionali, le distanze di affetto tra le varie persone, le differenze di carattere e di visione della vita che trovano un punto d'incontro nella nascita di un'amicizia e nell'affrontare insieme alcune piccole o grandi problematiche lungo la via. Stavolta con gag al servizio di una storia piuttosto che il contrario (ma se le cose vengono fatte bene si possono accettare entrambe le opzioni).
La cornice in questo caso non è un road movie, anche se in certe parti lo ricorda, bensì forse il luogo più statico e movimentato al tempo stesso a cui si possa pensare: un'abitazione, e la spiaggia circostante, dove esistenze che non era previsto si incrociassero si incontrano, si scontrano e in certi casi trovano o ritrovano l'amore.
Quindi in apparenza un festival dei buoni sentimenti. E invece non del tutto, perché il trio comico - come ha fatto soprattutto nei primi due film - lascia infine una piccola vena di malinconia. Quella malinconia che fa ridere a denti stretti, che ti ricorda che esistono certe avversità che non si possono superare.
Potremmo vederla come una sorta di maturità, anche. Di una visione della vita differente - che arriva una volta superati i cinquant'anni - che ti coglie e che non tieni in considerazione quando ne hai trenta. Come detto, le cose risultano molto cambiate rispetto al passato.