Il primo volume de Le Cronache Del Ghiaccio e Del Fuoco (A Song Of Ice And Fire) di George Martin è stato pubblicato nel 1996, quasi vent'anni fa. Oggi questo volume, così come l'intera epopea a cui ha dato vita, è più noto col titolo di A Game Of Thrones, un serial televisivo di grande successo. Ne parleremo in fondo, ma qui ci concentreremo molto di più sul libro.
La trama, a beneficio di quei due o tre che ancora non la conoscessero. A seguito di una guerra sanguinaria e tremenda, nei Sette Regni domina il re Robert Baratheon, fiancheggiato dal fido consigliere Jon Arryn, fino al giorno in cui quest'ultimo muore in circostanze misteriose. Il re decide allora di portare al suo fianco un vecchio amico, Eddard Stark di Grande Inverno, che accetta dopo aver saputo che Jon Arryn è stato probabilmente assassinato. Intanto i figli del re decaduto, della dinastia dei Targaryen, dall'esilio meditano come ritornare a occupare il ruolo che a loro dire spetta loro di diritto.
Ne consegue una serie di intrighi, doppi e tripli giochi, uccisioni, segreti inconfessabili, tradimenti e chi più ne ha più ne metta. Mentre, all'insaputa di tutti, quello che è il pericolo più insidioso per il regno si sta risvegliando da un lungo esilio in una terra dove... l'inverno sta arrivando.
Sì, è molto difficile concentrare in poche righe circa 850 pagine e un romanzo con un centinaio di protagonisti, principali e secondari. D'altro canto è stato impossibile per un serial televisivo, pur ben fatto ma è comunque un altro mezzo di comunicazione, replicare la particolare tecnica di narrazione del libro. Con l'eccezione del prologo, tutti i successivi paragrafi sono descritti secondo il punto di vista di otto personaggi (Eddard Stark, Catelyn Stark, Jon Snow, Tyrion Lannister, Arya Stark, Sansa Stark, Bran Stark, Daenerys Targaryen), quindi ciò che accade fuori dalla loro sfera non ci viene descritto, possiamo perlopiù intuirlo. E parliamo anche di eventi significativi.
Ma questo non è affatto un difetto dell'opera, quanto un valore aggiunto: pur essendo presenti molte scene di lotta, e ben descritte, la nostra attenzione si concentra maggiormente sugli otto personaggi principali e le loro interazioni, grandi o piccole, con gli altri protagonisti del libro, sugli intrighi e le meschinità a cui tutti sono soggetti in questo gioco del trono, dove "o vinci o muori". Con forse un paio di eccezioni, non ci sono personaggi assolutamente buoni e personaggi totalmente cattivi, ognuno ha le proprie motivazioni che porta avanti contro tutto e tutti, a volte anche contro la propria famiglia. E come nelle migliori saghe fantasy, il finale è aperto.
Leggere il libro dopo aver visto il serial televisivo (e qui mi limito a parlare solo della prima stagione) è una sensazione straniante, aldilà del giochino "trova le differenze" (che ci sono, ma sono veramente minime), per il fatto di vedere una trama dirigersi esattamente a un punto che tu già conosci. Quindi ho deciso da ora in poi di prima leggere i libri successivi e poi vedere le stagioni del serial, sadomasochismo letterario/spoileristico, ne sono consapevole.
Del telefilm in sè non si può che parlarne bene: cattura al meglio lo spirito dell'opera originaria, così lontana dai classici canoni tolkeniani del fantasy, e riesce a trasferire sul piccolo schermo tutte quelle che sono le angosce e le sensazioni dei protagonisti. Inoltre, e qui la cosa va apprezzata, inserisce molte scene che ampliano la trama originaria di Martin senza svilirla, incentrate sui personaggi di cui non conosciamo il punto di vista, la famiglia Lannister in particolar modo, o che esplorano in maniera più approfondita eventi accennati nel libro o di cui nessuno degli otto protagonisti principali è stato testimone diretto. E, più in generale, ottima fotografia, ottima regia, buoni dialoghi (anche perchè qui il grosso del lavoro era già stato fatto), buono tutto il resto.
Alla fine di tutto, la regina dei draghi Daenerys coccola i suoi tre piccoli sputafuoco. Cosa accadrà ora nei Sette Regni?
La trama, a beneficio di quei due o tre che ancora non la conoscessero. A seguito di una guerra sanguinaria e tremenda, nei Sette Regni domina il re Robert Baratheon, fiancheggiato dal fido consigliere Jon Arryn, fino al giorno in cui quest'ultimo muore in circostanze misteriose. Il re decide allora di portare al suo fianco un vecchio amico, Eddard Stark di Grande Inverno, che accetta dopo aver saputo che Jon Arryn è stato probabilmente assassinato. Intanto i figli del re decaduto, della dinastia dei Targaryen, dall'esilio meditano come ritornare a occupare il ruolo che a loro dire spetta loro di diritto.
Ne consegue una serie di intrighi, doppi e tripli giochi, uccisioni, segreti inconfessabili, tradimenti e chi più ne ha più ne metta. Mentre, all'insaputa di tutti, quello che è il pericolo più insidioso per il regno si sta risvegliando da un lungo esilio in una terra dove... l'inverno sta arrivando.
Sì, è molto difficile concentrare in poche righe circa 850 pagine e un romanzo con un centinaio di protagonisti, principali e secondari. D'altro canto è stato impossibile per un serial televisivo, pur ben fatto ma è comunque un altro mezzo di comunicazione, replicare la particolare tecnica di narrazione del libro. Con l'eccezione del prologo, tutti i successivi paragrafi sono descritti secondo il punto di vista di otto personaggi (Eddard Stark, Catelyn Stark, Jon Snow, Tyrion Lannister, Arya Stark, Sansa Stark, Bran Stark, Daenerys Targaryen), quindi ciò che accade fuori dalla loro sfera non ci viene descritto, possiamo perlopiù intuirlo. E parliamo anche di eventi significativi.
Ma questo non è affatto un difetto dell'opera, quanto un valore aggiunto: pur essendo presenti molte scene di lotta, e ben descritte, la nostra attenzione si concentra maggiormente sugli otto personaggi principali e le loro interazioni, grandi o piccole, con gli altri protagonisti del libro, sugli intrighi e le meschinità a cui tutti sono soggetti in questo gioco del trono, dove "o vinci o muori". Con forse un paio di eccezioni, non ci sono personaggi assolutamente buoni e personaggi totalmente cattivi, ognuno ha le proprie motivazioni che porta avanti contro tutto e tutti, a volte anche contro la propria famiglia. E come nelle migliori saghe fantasy, il finale è aperto.
Leggere il libro dopo aver visto il serial televisivo (e qui mi limito a parlare solo della prima stagione) è una sensazione straniante, aldilà del giochino "trova le differenze" (che ci sono, ma sono veramente minime), per il fatto di vedere una trama dirigersi esattamente a un punto che tu già conosci. Quindi ho deciso da ora in poi di prima leggere i libri successivi e poi vedere le stagioni del serial, sadomasochismo letterario/spoileristico, ne sono consapevole.
Del telefilm in sè non si può che parlarne bene: cattura al meglio lo spirito dell'opera originaria, così lontana dai classici canoni tolkeniani del fantasy, e riesce a trasferire sul piccolo schermo tutte quelle che sono le angosce e le sensazioni dei protagonisti. Inoltre, e qui la cosa va apprezzata, inserisce molte scene che ampliano la trama originaria di Martin senza svilirla, incentrate sui personaggi di cui non conosciamo il punto di vista, la famiglia Lannister in particolar modo, o che esplorano in maniera più approfondita eventi accennati nel libro o di cui nessuno degli otto protagonisti principali è stato testimone diretto. E, più in generale, ottima fotografia, ottima regia, buoni dialoghi (anche perchè qui il grosso del lavoro era già stato fatto), buono tutto il resto.
Alla fine di tutto, la regina dei draghi Daenerys coccola i suoi tre piccoli sputafuoco. Cosa accadrà ora nei Sette Regni?
Ho appena terminato il primo volume della saga, dopo vari tentennamenti ho deciso di leggerla in originale, dissuaso dalle mille critiche sull'adattamento italiano. Confermo che si tratta di una trama intrigante e ricca di mille colpi di scena e le immagini della pur fedele prima stagione si arricchiscono di numerose sfumature e dettagli sui quali l'adattamento sorvola o che adatta in modo personale, inoltre i richiami alla storia precedente agli eventi narrati e alla mitologia dei Seven Kingdms non si riducono ad un lungo riassunto all'inizio del libro ma vengono sapientemente distribuiti nei dialoghi e nelle digressioni lungo il cordo della narrazione.
RispondiEliminaOra ho iniziato il secondo volume (A Clash Of Kings) da cui mi aspetto molto, soprattutto perchè la serie da qui ha iniziato a effettuare delle sintesi e delle omissioni che hanno fatto storcere il naso ai fan dei libri. Spero di riuscire a terminarlo prima della nuova stagione, sono un sacco di pagine (l'edizione "tascabile" della Bantam che ho arriva quasi a 1000 pagine!).
ho letto oggi, sembra un buon libro. io non ho mai visto trono di spade ne sapevo nulla della trama
RispondiEliminaE caro Zavits, il Vol. III è anche più lungo del II! Concordo in pieno con la tua analisi, Martin dispiega i vari flashback lungo le pagine, non condensandoli in una sola volta, facendo sì che anche il passato sia un mistero che piano piano viene svelato.
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