domenica 16 giugno 2013

La storia dei Capitan Marvel (II)

Gli anni passavano, gli anni '50 lasciarono il posto ai '60, alla Silver Age. I supereroi della DC Comics vissero una seconda giovinezza, mentre Capitan Marvel e famiglia languivano nell'oscurità. Poi però nel 1966...



L'ANDROIDE

Nel 1966 una piccola casa editrice nota come M.F. Enterprises pubblicò un nuovo albo con protagonista un Capitan Marvel. Costui era un androide proveniente da un altro pianeta capace di separare parti del suo corpo e riassemblarle. Aveva anche al suo fianco un sidekick di nome Billy Baxton (mi ricorda qualcosa...). Il creatore di questo personaggio era Carl Burgos, che in fatto di androidi supereroi era un vero esperto, tuttavia uscirono solo pochi albi di questa incarnazione e già nel 1967 non ve ne era più traccia e sembra anche che in seguito Burgos non abbia più voluto sentir parlare di questo personaggio. Il 1967 però fu un anno memorabile per l'alias Capitan Marvel, ma prima...



INTERMEZZO: IL CURIOSO CASO DI MARVELMAN

Ritorniamo un attimo agli anni '50. La popolarità di Billy Batson non si era ancora esaurita, nonostante la causa in tribunale. Tanto che una casa editrice inglese, L. Miller And Son, cominciò a ristampare le sue storie su suolo britannico in bianco e nero. Un grandissimo successo, solo che a un certo punto (per via della causa di plagio intentata alla Fawcett) non fu più possibile pubblicare materiale intitolato 'Capitan Marvel'. E allora? E allora si creò una copia spudorata dell'eroe cambiandogli nome (ah, che bello operare in un paese europeo con leggi differenti). Venne così chiamato l'artista Mick Anglo, il quale ideò Marvelman, che altro non era che una copia smaccata dell'eroe della Golden Age (il quale a sua volta stando alla giustizia americana era il plagio di un altro eroe), con tanto di sidekick e comprimari al seguito, anche se non vi fu mai una Mary Marvelman. Non ho mai letto queste storie, chi lo ha fatto mi ha detto che sono terribili. Tuttavia il successo giunse anche per questa incarnazione particolare di "Marvel", fino al 1963, dopodichè la sua popolarità scemò rapidamente e portò alla chiusura di tutte le serie a lui dedicate. Quello che è interessante, però, è quello che accadde dopo.
Facciamo un salto in avanti nel tempo: 1982. La rivista Warrior Magazine comincia a pubblicare nuove storie di Marvelman e chiama a sceneggiarle un certo... Alan Moore. Come temo molti altri, non ho potuto leggere nemmeno queste storie, ma chi lo ha fatto non ha certo detto che sono terribili: in esse Moore ha anticipato temi e situazioni che avrebbe poi approfondito nelle sue successive opere revisioniste sul mondo dei supereroi. Le storie di Capitan Marvel avevano superato l'oceano ed erano giunte in Europa, qui accadde il contrario: dal 1985 la casa editrice Eclipse Comics iniziò a ristamparle (e colorarle) per il pubblico americano, ma per evitare dispute legali con la Marvel Comics decise di ribattezzare l'eroe Miracleman. Quando le storie da ristampare finirono, Moore ne scrisse di nuove, incavolandosi non poco per il cambio di nome. Tra alti e bassi, le storie di Miracleman vennero pubblicate fino a quasi la metà degli anni '90, quando improvvisamente la Eclipse fallì e lo sceneggiatore Neil Gaiman fu costretto a lasciare incompleta una sua storyline.
Dopodichè il personaggio rimase coinvolto in una disputa legale quasi ventennale tra lo stesso Gaiman e Todd McFarlane (che acquisì gli asset della Eclipse), il quale sarebbe venuto meno alla sua parola di far concludere la storia rimasta in sospeso lasciando a Gaiman i diritti di sfruttamento di Miracleman. Ah, la rapidità della giustizia americana... non come quella italiana. Tra i due non correva buon sangue, tanto che la leggenda narra che McFarlane abbia eliminato il personaggio di Angela dalla serie Spawn solo per non dover più pagare a Gaiman, che l'aveva creata, i diritti d'autore. Ad un certo punto la Marvel (ma sì, quella che aveva pestato i piedi per il nome originario del personaggio) si intromise indirettamente nella vicenda: dapprima pubblicò la miniserie 1602, scritta da Gaiman, la quale aveva lo scopo di raccogliere fondi per la causa in tribunale; successivamente acquisì i diritti di pubblicazione delle storie di Mick Anglo.
Solo alla fine dell'anno scorso, McFarlane rinunciò alle sue pretese. Ora il trademark di Miracleman appartiene alla Marvel, ma risultati editoriali concreti derivanti da questa mossa non si sono finora visti. Curioso comunque notare come la "copia" abbia subito le stesse vicissitudini dell'originale: un grande successo, il declino, la causa in tribunale. Solo che, diversamente da Capitan Marvel, quest'ultima potrebbe un giorno essere l'emblema della sua rinascita.
E c'è da dire che... in questi ultimi tempi il figlio dell'editore L. Miller ha pubblicamente dichiarato che Mick Anglo non ha mai posseduto i diritti di Miracleman, che sono sempre rimasti in capo alla famiglia Miller e ai suoi successori. Quindi in pratica si è litigato in tribunale per decenni per nulla? Ah, la giustizia americana!

PROSSIMAMENTE: MAR-VELL

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