CAPITOLO 3: UNA TOMBA D'ACQUA (A WATERY GRAVE)
Udon Studios (storia/matite/chine/colori)-Brian Smith (supervisione)
Rinchiuso in un sacco per cadaveri, Taskmaster precipita sul fondo di un fiume: così ha termine il suo mondo.
Due notti prima: Hong viene pestato a sangue da alcuni sgherri di Zio Lo, che osserva il tutto e lo critica per la sua avventatezza: più di trenta dei loro uomini morti, una dozzina delle loro imprese ridotte in cenere, doveva essere pazzo a voler attaccare Sunset Bain, era chiaro che lei si sarebbe vendicata. Hong giura di non essere stato lui a dare quell’ordine. Lo non gli crede e si prepara ad ucciderlo, ma in quel momento riceve una telefonata e la persona all’altro capo del filo gli dice di fermarsi: Hong dice il vero e ci sono le prove.
Alcuni minuti dopo, dunque, Zio Lo e la persona che aveva protestato alla precedente riunione della Triade visionano un filmato di una telecamera di sorveglianza in cui si vede Taskmaster assumere l’identità di Hong. I due non conoscono ancora l’identità del mercenario, ma i loro uomini sono già al lavoro. Inoltre Lo chiede di organizzare un incontro con Sunset Bain: devono discutere di faccende importanti.
Appartamento di Taskmaster, sera: Le mani di Taskmaster non sono solo abili a replicare i movimenti dei supereroi, possono anche fargli acquisire una incredibile capacità a sciare, a giocare a golf o come in questa occasione a cucinare per poter impressionare una ragazza. Sandi, nello specifico. La quale non può far altro che rimanere ammirata di fronte alla portata che Taskmaster posa sul tavolo: se questo piatto è buono anche solo la metà di come appare, sarà una gioia paradisiaca assaggiarlo. Il mercenario però vuole apportare un ultimo tocco, così prende un ravanello e sminuzzandolo con finezza lo trasforma in una rosa bianca. Sandi ironicamente dice di volersene andare: è troppo bello per essere vero.
Baintronics, la notte prima: A colloquio con Zio Lo e la Triade, Sunset Bain trova molto sconfortante l’aver scoperto di essere stata totalmente ingannata da Taskmaster, ma forse è meglio così: ora con un nemico comune le loro due organizzazioni possono concentrare i loro sforzi su un unico obiettivo, anche perché hanno già speso troppe risorse e forze nel combattere uno contro l’altro. Zio Lo concorda: una tregua è dovuta, alleandosi saranno inarrestabili. Dunque l’uomo, come gesto di buona volontà, propone che siano i suoi uomini a catturare questo Taskmaster: la sua organizzazione ha un conto in sospeso col mercenario, una faccenda che va gestita personalmente. Sunset Bain accetta l’offerta e dice che fornirà loro tutte le informazioni di cui hanno bisogno. Zio Lo ribatte che questo non è necessario: i suoi uomini hanno già rintracciato Taskmaster ed entro domani notte la sua testa verrà servita su un piatto d’argento. L’imprenditrice lo esorta a non essere troppo sicuro di sé: quel mercenario è un uomo pericoloso, contro di lui vanno mandati le persone migliori. Poi lei e Zio Lo si stringono la mano, nella speranza che questo segni l’inizio di una lunga e proficua collaborazione.
Sera: Taskmaster e Sandi si concedono un brindisi, poi cominciano a ballare. La ragazza afferma di non aver mai incontrato un uomo vero come lui: la maggior parte degli altri uomini tenta sempre di impressionarla favorevolmente, ma lui è diverso. Anche se si conoscono da poco, si sente totalmente a suo agio con lui. Non c’è finzione o recitazione tra loro due, solo realtà. Improvvisamente Taskmaster intravede un puntino rosso all’altezza della spalla destra di Sandi e la trascina sul pavimento, giusto in tempo per evitarle di essere colpita da una sventagliata di proiettili. Poi la invita a tenere la testa bassa mentre si dirigono verso una porta sul retro, ma Sandi è terrorizzata e rimane immobile. Allora Taskmaster la prende tra le sue braccia e corre verso la stanza accanto, la cucina, proprio mentre Hong ed i suoi uomini irrompono nell’appartamento. Lì il mercenario apre un armadietto, dentro cui vi sono alcune pistole, poi di fronte allo sguardo esterrefatto di Sandi assume il suo consueto aspetto mascherato. Taskmaster le promette che le spiegherà tutto dopo aver risolto questa faccenda, ora però è meglio se si nasconde nel dispensario: la ragazza segue il suo consiglio.
Poco dopo Taskmaster esce a mani alzate dalla cucina e subito due uomini di Hong gli sparano. Ma quella davanti a loro è solo una proiezione olografica del mercenario, il quale piazzato sul soffitto spara ed uccide uno dei sicari, poi con un calcio dietro la testa ben piazzato mette fuori gioco il secondo che utilizza come scudo umano per proteggersi dai proiettili degli altri assassini. Hong leva di mezzo il cadavere ed ordina ai suoi uomini di sparare, ma Taskmaster sfruttando l’agilità dell’Uomo Ragno evita di essere colpito, poi con le tattiche del Punitore uccide altri due sicari. Nel frattempo però Hong si reca in cucina e prende in ostaggio Sandi, poi torna dal mercenario puntando una pistola contro la ragazza. Taskmaster afferma di conoscerla a malapena. Hong allora ribatte che non soffrirà troppo a perderla, prima di spararle a bruciapelo. Sandi crolla a terra, afferrata dal mercenario al quale lancia un ultimo enigmatico sguardo prima che i suoi occhi si chiudano. Taskmaster sta per sparare contro Hong, ma uno degli uomini del criminale lo colpisce dietro la nuca col calcio del suo fucile e lo mette ko.
Quando riprende i sensi, Taskmaster si ritrova strettamente legato ad una sedia e con di fronte a sé Hong, Sunset Bain ed i loro uomini di fiducia. Il mercenario chiede ironicamente all’imprenditrice se ora gli pagherà il milione che ancora gli spetta, ricevendo in cambio un pugno da parte di Mr. Isley. Poi Sunset Bain schiocca le dita ed i suoi sgherri puntano le loro pistole contro Hong e gli uomini della Triade. Il criminale le dice che sta commettendo un azzardo: se ucciderà loro, ne conseguirà di certo una tremenda rappresaglia. La donna non è d’accordo, anche perché ha davanti a sé gli ultimi elementi di spicco della Triade: Zio Lo infatti è già morto, insieme a tutti gli altri capi dell’organizzazione. Si sono dimostrati sorprendentemente vulnerabili mentre Hong ed i suoi erano impegnati in altre faccende. E poi lei non poteva lasciare impuniti i numerosi attacchi al suo impero criminale. In un impeto di rabbia, Hong tenta di estrarre la pistola, ma viene immediatamente ucciso e così i suoi uomini.
Taskmaster afferma che ora sarà lui la sua prossima vittima indifesa, ma Sunset Bain ribatte che ucciderlo subito sarebbe un gesto di cortesia. Verrà torturato fino alla morte e quando sarà stato prosciugato di ogni stilla di energia e di ogni desiderio di vivere verrà infilato in un sacco per cadaveri e fatto annegare. Isley benda il mercenario, su cui cala l’oscurità.
Dieci ore dopo: Un camioncino si ferma su un molo. Ne escono gli uomini di Sunset Bain, che portano con sé il sacco da cadavere con dentro Taskmaster: forse ci sono andati giù troppo pesante, non si sente più pulsazione. Prima di gettarlo in acqua, però, uno degli sgherri della donna apre il sacco e prende come souvenir la maschera del mercenario. Infine Taskmaster viene buttato in acqua. Il sacco precipita arrivando a toccare il fondo e lì rimane immobile, fino a quando da esso escono delle bolle d’aria come se qualcuno ancora lottasse per la propria vita.
CAPITOLO 4: CON UN OCCHIO APERTO (ONE EYE OPEN)
Udon Studios (storia/matite/chine/colori)-Brian Smith (supervisione)
Taskmaster ricorda. Una memoria fotografica è uno dei bonus che si ottiene con dei riflessi fotografici. Per la maggior parte delle persone il passato è nebbioso: una fitta coltre di esperienze subconscie che devono essere passate al setaccio per ricordare qualcosa di utile. Più indietro nel tempo uno va, più la coltre diventa spessa. Fino a che tutte le memorie non particolarmente traumatiche o gioiose si dissolvono in piccoli pezzi. Tuttavia rimangono, oscure e distanti, sotto forma di un cielo nuvoloso di stelle irraggiungibili. Ma per Taskmaster è diverso: per lui ogni anno, giorno, ora e minuto della sua vita è istantaneamente accessibile, continuamente presente. Non c’è nebbia, non c’è foschia: lui ricorda ogni stella del cielo. E vista la sua attuale, complicata situazione, una memoria gli riviene subito in mente.
Aveva otto anni all’epoca e stava ancora esplorando i confini del suo talento, assorbendo come una spugna nuove abilità. Si trovava in piscina e vide un nuotatore fare un salto magnifico da un trampolino. Ammirato, il futuro mercenario decise di imitarlo capendo così che la conoscenza è una cosa pericolosa. Capì che anche se lui riusciva a replicare il ruotare del lazo di un cowboy, questo non lo rendeva di per sé un cowboy. E mentre imitava alla perfezione il tuffo visto poco prima, questo non cancellava il fatto che ancora non sapeva nuotare. Taskmaster ricorda quel momento con tremenda chiarezza, ricorda ogni millisecondo in cui i suoi polmoni chiedevano aria ma si riempivano invece di bruciante cloro, come se quegli istanti continuassero a ripetersi per l’eternità. Questo gli causò la paura di annegare e la paura nel suo lavoro è uno svantaggio.
Lottando con tutte le sue forze, il mercenario fuoriesce dalla sacca per cadaveri e nuota verso l’alto in cerca d’aria. Placa la sua paura utilizzando un’arcana tecnica di meditazione appresa in Tibet, in una esoterica scuola buddista: ha imparato così a rallentare la respirazione ed il battito cardiaco, permettendogli di sopravvivere per molti minuti senza ossigeno. Una conseguenza di ciò inoltre è che può ridurre i suoi segni vitali fino al punto da essere dato per morto. Un errore fatale. Taskmaster riesce a riemergere dall’acqua ancora vivo. Sul ponte, gli uomini di Sunset Bain stanno giocando con la sua maschera prendendolo in giro. Il mercenario afferra colui che gliel’aveva sottratta e lo fa cadere dal ponte, poi reindossa la sua maschera affermando che non hanno fatto un buon lavoro nell’ucciderlo, ora mostrerà loro come si fa. Con un calcio mette temporaneamente fuori gioco uno degli sgherri dell’imprenditrice, poi assesta ad un altro un manrovescio ben piazzato al naso tanto da mandare le sue ossa nasali e la cartilagine direttamente nel cervello e causargli una morte istantanea. Un altro sgherro prova a fuggire, ma con un perfetto balzo Taskmaster atterra su di lui sfondandogli il cranio. Infine il mercenario afferra l’ultimo uomo ancora vivo e sbatte la sua testa ripetutamente contro un portellone del camioncino fino ad ucciderlo. Terminata la sua opera, Taskmaster si ricorda di Sandi e riparte sgommando a gran velocità.
Adottando la guisa di un medico, il mercenario si introduce nella camera di ospedale dove la donna è stata ricoverata e sta dormendo. Controllando la cartella clinica, nota che i suoi segni vitali sono stabili: ce la farà. Poi estrae un coltello: le faccende in sospeso sono un rischio troppo grande per un lavoro come il suo, cercherà di rendere la cosa rapida ed il meno dolorosa possibile. Poco dopo giunge sul posto il detective Womack, il quale ha urgente bisogno di interrogare Sandi essendo l’unica sopravvissuta di un omicidio multiplo che ha visto coinvolti esponenti della mafia cinese. Nonostante le proteste di una dottoressa, entra nella stanza e nota un biglietto sul letto della donna, sopra c’è scritto:”Mi dispiace, Task”. Ed accanto c’è un radicchio intagliato a forma di rosa bianca. La dottoressa controlla le condizioni di Sandi: i suoi segni vitali sono stabili.
La mattina dopo, appartamento di Taskmaster: Capitanata dal detective Womack, la scientifica esamina la scena del crimine. Un altro detective, Hopkins, raccoglie l’attrezzatura del mercenario per portarla via: i ragazzi del laboratorio si divertiranno ad esaminarla. Poco dopo Hopkins ritorna come se non fosse mai stato lì. Womack gli chiede delle prove portate via, ma lui cade dalle nuvole. Contemporaneamente a bordo di un’elegante auto Taskmaster si allontana dalla zona abbandonando la guisa del detective.
Ciò che deve fare non è facile, ma ultimamente si è abituato a fare le cose nella maniera più ricercata e questo riguarda anche la sua vendetta. Uccidere Sunset Bain da lontano, magari con un fucile di precisione, per lui non è sufficiente: vuole guardarla negli occhi mentre urla e capisce di essersi messa contro la persona sbagliata. Il piano principale del suo complesso ha almeno due dozzine di guardie armate e c’è n’è un’altra mezza dozzina su ogni piano. Per avere una possibilità di arrivare a lei Taskmaster ha bisogno di un diversivo, ma anche così sarà in netta inferiorità numerica. Impossibile anche per uno come lui. E non ci sono capacità da mimare che possano aiutarlo a raggiungere questo obiettivo: dovrà tentare un approccio differente.
Ufficio di New York di Sunset Bain, dodicesimo piano: La donna discute col fido Isley: con la Triade annientata e Taskmaster ucciso finalmente ha un momento di pace, le sembra una cosa così strana. In quel momento l’uomo riceve una telefonata da parte di Gomez, uno degli uomini che doveva liberarsi del cadavere del mercenario: è al primo piano e vuole parlare con lui. Un po’ seccato, Isley si scusa con Sunset Bain dicendole che tornerà subito.
Giunto al primo piano, l’uomo scopre che non c’è nessuno ad attenderlo e nessuna delle guardie riferisce di qualcuno che lo ha cercato. Improvvisamente un camioncino si dirige a tutta velocità verso la vetrata d’entrata e la sfonda, investendo un paio di uomini prima di fermarsi nella grande fontana che si trova al centro della stanza. Subito gli uomini cominciano a sparare contro il mezzo. Quando la sparatoria ha termine, Isley si avvicina e nota al posto di guida Taskmaster, ma scopre ben presto che quella è una proiezione olografica e che sul sedile c’è una bomba a tempo che sta per esplodere. Isley fa appena in tempo a dire ai suoi uomini di scappare prima che avvenga la deflagrazione.
Contemporaneamente il vero Taskmaster fa il suo ingresso nell’edificio e con la sua mira perfetta inizia ad uccidere gli uomini di Sunset Bain, nascondendosi poi dietro una colonna. Gli uomini della sicurezza si avvicinano, ma il mercenario li coglie di sorpresa gettando contro di loro una granata accecante, poi fuoriesce dal suo nascondiglio ed estraendo una katana ed utilizzando le tecniche di Silver Samurai uccide altri sgherri dell’imprenditrice. La sua velocità è tale che in pochi riescono a reagire. Dopo aver conficcato la katana nella gola di una guardia, Taskmaster estrae altre pistole e ricomincia a sparare: stavolta però la fortuna non lo assiste ed un proiettile lo ferisce al fianco sinistro. Il mercenario allora attiva il suo generatore energetico e con quello si libera di altre tre guardie.
Dodicesimo piano: Gli uomini di Sunset Bain sono tutti piazzati davanti all’unico ascensore che porta a questo piano, ma quando le porte si aprono ne esce un loro compagno ferito, il quale dice loro che Taskmaster sta utilizzando le scale. Le guardie si precipitano subito al luogo indicato, mentre un’altra si accerta delle condizioni di salute dell’uomo ferito: immediatamente costui gli spara un colpo a bruciapelo al petto, poi Taskmaster riadotta la sua vera guisa e spara contro le altre guardie. Seppur ancora ferito, il mercenario va avanti.
Poco dopo Isley entra nell’ufficio di Sunset Bain, la quale gli chiede cosa gli abbia detto Gomez. L’uomo ribatte che ha scambiato con lui solo poche parole. Così Taskmaster adotta nuovamente il suo consueto aspetto ed inizia a declamare i versi del Sonetto 7 del Paradiso Perduto di Milton:”All is, if I have grace to use it so, as ever in my great Taskmaster’s eye”. Pur essendo voltata, la donna capisce chi è alle sue spalle, tanto che è lei a pronunciare le ultime parole, e quando si volta vede il mercenario che le sta puntando contro una pistola: è felice di vedere che si ricorda di quella strofa di Milton, sarebbe stato inappropriato se se ne fosse scordata. Ma grazie al suo ascensore privato, il vero Isley è riuscito ad arrivare contemporaneamente al mercenario e si lancia contro di lui: Taskmaster gli spara contro e lo centra in pieno petto. Senza scomporsi, l’uomo afferra il proiettile a mezz’aria e lo getta alle sue spalle, senza rimanere ferito. C’è un motivo per cui Isley è diventato la guardia del corpo personale di Sunset Bain: ha certe capacità uniche che lo rendono eccezionalmente adatto per questo tipo di lavoro. Taskmaster non se ne preoccupa troppo: non ha certo bisogno delle pistole per liberarsi dell’uomo di fiducia dell’imprenditrice.
Isley attacca il mercenario, il quale riconosce che è davvero molto veloce nei suoi movimenti, se non avesse preso delle contromisure sarebbe già a terra. Ogni pugno o calcio di Isley dunque va a vuoto, fino a quando Taskmaster lo centra con un perfetto pugno al volto. Indietreggiando, l’uomo afferma che è impossibile che sia accaduto, nessuno può essere così rapido. Il fatto è che il mercenario, rivedendo il suo materiale di riferimento per i combattimenti a doppia velocità, ha scoperto di poter mimare quelle stesse azioni anche lui a doppia velocità. Così colpisce nuovamente Isley, pur correndo grandi rischi: quello che sta sfruttando non è un ritmo a cui il corpo umano è abituato, se si sforza troppo rischia di svenire o compromettere la sua struttura ossea e muscolare, senza contare che è già stato ferito. Perciò intensifica i suoi attacchi, fino a quando con un ultimo pugno al volto Isley va ko.
Distratto da ciò, Taskmaster quasi non nota Sunset Bain che afferra una pistola e gli spara contro. La donna si avvicina al mercenario, riverso a terra, e gli chiede perché lo abbia fatto: ha un’idea di quanto sia difficile sostituire uno come Isley? All’improvviso il mercenario si rialza e le spara poco sotto la spalla destra, mostrandole poi il proiettile con cui credeva di averla colpita, afferrato invece a mezz’aria mimando la tattica della sua guardia del corpo. Taskmaster si prepara a sparare nuovamente contro Sunset Bain, ma in quel momento un elicottero con due uomini armati compare alle sue spalle: il mercenario evita i proiettili e decide per una ritirata strategica, ma prima lancia un ultimo avvertimento alla donna. Da ora in avanti dovrà dormire sempre con un occhio aperto.
Epilogo, una settimana dopo: Col braccio fasciato, Sunset Bain esce dall’ospedale in cui è stata ricoverata riassaporando finalmente aria fresca. Circondata da svariate guardie del corpo, sale su una limousine. Una di loro le dice che la terrà sempre d’occhio, inoltre altri uomini saranno presenti davanti e dietro l’automobile. Non deve preoccuparsi, con loro è al sicuro. Sul tetto dell’ospedale, senza che nessuno lo abbia notato, c’è Taskmaster, il quale con un binocolo osserva la donna allontanarsi.
FINE
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