A metà del 1974 John Byrne era ancora un signor nessuno, eppure anche un promettente giovane artista in attesa di compiere il grande passo. Presto sarebbe arrivato il suo momento.
La prolifica attività di copertinista di fanzine e il fumetto ACA Comix 1 fanno sì che Byrne sia notato da un editor della Marvel, Tony Isabella, il quale gli commissiona le matite di una storia di Dracula di 5 pagine sceneggiata da David Anthony Kraft dal titolo Dark Asylum. La storia viene regolarmente completata e pagata, ma rimane nel cassetto per oltre un anno: è comunque importante poiché segna il primo lavoro professionale portato a termine da Byrne.
Nell'agosto 1974, Byrne vede finalmente un suo lavoro pubblicato: si tratta di una storia in bianco e nero di due pagine scritta da Al Hewetson e pubblicata sul ventesimo numero della rivista Nightmare, edita dalla piccola casa editrice Skywald Publications, la quale poi non sopravvisse agli anni '70 e alla concorrenza spietata della Marvel, chiudendo i battenti meno di un anno dopo la pubblicazione di questa storia.
Nella seconda metà del 1974 Byrne inizia a lavorare in maniera più stabile per la casa editrice, ora defunta, Charlton Comics. Un suo editor, Nicola Cuti, nota infatti su una fanzine intitolata Contemporary Pictorial Literature - ideata da tali Roger Stern e Bob Layton - una storia dedicata ad un robot di nome Rog-2000 e decide di renderla una backup story di un titolo Charlton, E-Man, facendosi carico lui stesso delle sceneggiature ma lasciando a Byrne la parte grafica. È l'inizio di un proficuo sodalizio dell'artista anglocanadese con questa casa editrice che lo porta ad occuparsi nei successivi due anni di altre serie quali Emergency!, Space: 1999 (adattamento a fumetti della serie televisiva interpretata da Martin Landau) e il post-apocalittico Doomsday Plus One, la prima testata professionale co-creata da Byrne.
Il 1975 rappresenta il vero anno della svolta per Byrne: oltre a veder finalmente pubblicata la sua storia di Dracula su un Giant-Size, infatti, un giovane sceneggiatore della Marvel suo coetaneo di nome Chris Claremont nota le storie disegnate dall'artista anglocanadese per la Charlton e inizia a chiedere con insistenza ai suoi editor di poter collaborare con lui (se ne sarà pentito, col senno di poi?). L'occasione propizia si presenta quando il disegnatore Pat Broderick buca una scadenza per un racconto di Iron Fist che doveva essere pubblicato sul venticinquesimo numero di Marvel Premiere. L'editor John Verpoorten allora lo licenzia e, seguendo il consiglio di Claremont, affida la storia a Byrne, il quale riesce a consegnarla in tempo.
Caso vuole che di lì a poco Iron Fist diventi titolare della sua prima serie regolare, una testata che vede di nuovo riunito il binomio Claremont/Byrne: la prima di una lunga serie di collaborazioni.
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