sabato 22 giugno 2013

Libri a caso: Intervista col vampiro


Un giornalista dal nome sconosciuto ha tra le sue mani lo scoop di una vita intera: un'intervista con un vampiro, che si aggira sulla Terra da quasi duecento anni. La storia di cui verrà messo a conoscenza tuttavia dal vampiro Louis si rivelerà anche un'analisi sui temi più profondi e complessi dell'esistenza umana: la ricerca impossibile della felicità, la sopravvivenza, la malvagità, l'amore e l'amicizia.
Molto schematicamente è questa la trama del romanzo del 1976 di Anne Rice, Intervista Col Vampiro, primo libro della cosiddetta saga delle Cronache dei Vampiri (tanto che un vero e proprio epilogo non c'è) e che introduce nel mondo della letteratura uno dei vampiri più celebri di sempre, ovvero Lestat di Lioncourt, il rivale di Louis (avete presente Tom Cruise e Brad Pitt, no?). In quelli che erano i grandi romanzi e racconti del passato dedicati ai vampiri del secolo scorso (Il Vampiro di Polidori, Dracula di Stoker) la figura del non-morto era stata vista anche sotto un profilo romantico (seppur non in un'ottica Twilight, eh?), una creatura della notte spietata e crudele ma capace anche di ammaliare.
Ma quei vampiri noi li conoscevamo... come dire... a fatto compiuto, quando già da tempo erano dei succhiasangue. Anne Rice invece ribalta la prospettiva e parte dal fatto che ogni vampiro, prima di diventare tale, era un uomo ma anche nel suo stato di non-morto la sofferenza che accompagna l'esistenza rimane, anzi, viene amplificata dalle percezioni potenziate che si ottengono con questa nuova condizione. E ciò che definisce un uomo, ovvero le emozioni? Quelle rimangono o diventano anch'esse una maschera tramite cui celarsi agli occhi degli umani in attesa che diventino la loro preda?
Noi vediamo trasfigurate queste emozioni attraverso il vampiro Louis, nei confronti di Lestat (odio e in seguito indifferenza), la piccola vampira Claudia e l'antico vampiro di nome Armand (rispetto, amore, dolore, distacco, con accenni che qualcuno potrebbe erroneamente scambiare per pedofilia o bisessualità e quindi da quel che ricordo nel film queste due relazioni sono state mooooolto edulcorate). Tutti gli altri vampiri al di fuori di questi quattro o sono veramente morti che camminano o hanno abbandonato ogni più piccola vestigia di umanità... quale possa essere il loro destino allora sarà ben chiaro.
Pur essendo stato scritto quasi quarant'anni fa, questo romanzo conserva ancora una dolce e al contempo spietata modernità, con alcuni passaggi in cui Louis descrive la sua condizione di non-morto veramente indimenticabili, anche se oggi sostanzialmente (nonostante la trasposizione cinematografica del 1994) non viene ricordato più di tanto. Ci sono i seguiti, tuttavia, che ora vedrò di ritrovare e commentare nei prossimi mesi.
Al prossimo libro a caso!

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