mercoledì 11 settembre 2019

A scuola di cinema: L'Uomo Invisibile (1933)

Nel 1897, lo scrittore H.G. Wells pubblica il romanzo L'Uomo Invisibile. Successivo a La Macchina del Tempo e contemporaneo a La Guerra dei Mondi, ha la particolarità di poter annoverare come protagonista un personaggio negativo, ovvero l'uomo invisibile del titolo, Griffin. Per natura violento e irresponsabile, costui diventa ancora più sfrenato nei suoi intenti quando una sua invenzione capace di rifrangere la luce lo fa diventare appunto invisibile.
Ma, come l'ateo Wells ha più volte scritto, chi tenta di sostituirsi a una divinità in una società folle e malata è destinato a cadere. Ed è questo il destino finale di Griffin. La sua aura di malvagità rimane tuttavia impressa nei decenni successivi nell'immaginario collettivo e alla fine approda anche sul grande schermo.


All'inizio degli anni '30 del ventesimo secolo, la Universal Pictures sta vivendo un grande e forse insperato successo di pubblico grazie agli adattamenti di celebri romanzi horror e gotici del diciannovesimo secolo, primi tra tutti Dracula e Frankenstein, grazie anche alle magistrali interpretazioni di Bela Lugosi e Boris Karloff e alle direzioni di Tod Browning e James Whale.
All'inizio del 1931, la Universal acquisisce da Wells stesso i diritti per un adattamento de L'Uomo Invisibile, ma di fronte a quelli che appaiono costi proibitivi di produzione decide di tenere in stand-by il progetto per alcuni mesi.
Dopo il grande successo di Frankenstein alla fine di quello stesso anno, la Universal intende capitalizzare sul carisma di Boris Karloff, rendendolo l'interprete principale dell'adattamento del romanzo di Wells. Si fatica tuttavia nei mesi successivi a trovare sia un regista che una sceneggiatura definitiva, fino a quando James Whale - il regista di Frankenstein - viene selezionato nel settembre 1932.
Tuttavia l'accoppiata con Karloff è destinata per il momento a non ripetersi, poiché Whale ritiene che Karloff non sia la persona più adatta a interpretare Griffin. Inoltre, non c'è ancora una sceneggiatura definitiva, ma una decina di diversi trattamenti, alcuni dei quali - che trasportano l'azione del film nella Russia zarista al tempo della Rivoluzione o su Marte - davvero astrusi.
Per dipanare la matassa, Whale contatta un suo fedele collaboratore, Robert Cedric Sherriff, chiedendogli di rimanere fedele per quanto possibile al romanzo di Wells. Pur concedendosi alcuni cambiamenti rispetto alla fonte originaria, Sherriff fa quanto gli è stato richiesto, consegnando il suo trattamento nel giugno 1933.
Rimane solo da scegliere l'attore protagonista. E Whale ne ha uno in mente, che ha ammirato in alcune rappresentazioni teatrali, Claude Rains. La Universal solleva delle obiezioni, poiché Rains ha più di quarant'anni ed ha interpretato un solo film - muto - in vita sua.
A favore dell'attore tuttavia gioca il fatto che il volto del personaggio non si vede mai, se non proprio alla fine, e la sua voce chiara e unica e la sua risata squillante lo aiutano a ottenere la parte... anche se il fatto che il suo agente sia amico del presidente della Universal male non fa.
Le riprese si tengono presso gli Universal Studios in California a partire da fine giugno 1933, per concludersi in agosto.
Ha inizio dunque una fase di post-produzione che dura circa due mesi e che viene supervisionata da John P. Fulton.
Quando l'uso di cavi per muovere i vestiti si rivela non attuabile, si utilizza uno sfondo del tutto nero e Rains viene avvolto da una speciale tuta nera, sopra la quale vengono posti i vestiti. Per la cronaca, Claude Rains è claustrofobico. Conclusa la prima ripresa, vi è poi una ulteriore ripresa, solo dello sfondo ambientale della scena.
Queste due riprese vengono dunque unite per formarne una sola, sostituendo lo sfondo nero e la tuta nera di Rains con lo sfondo della seconda ripresa e intervenendo infine in maniera manuale sulla pellicola per eliminare imperfezioni ed effetti di luce indesiderati.
L'Uomo Invisibile (The Invisible Man) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 13 novembre 1933. Il budget del film è stato di sicuro superiore ai 300.000 dollari (quasi uno sproposito per l'epoca). La pellicola tuttavia si rivela un grande successo, anche se dati certi di quanto abbia incassato - in un'epoca in cui un film poteva restare nelle sale anche per anni - non esistono.
Quello che è certo è che la Universal continua a dare vita a un genere gotico cinematografico che vedrà prodotti altri capolavori nel corso degli anni successivi... ma questa è un'altra storia.

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