venerdì 27 dicembre 2019

A scuola di cinema: So Cosa Hai Fatto (1997)

1973: Viene pubblicato il libro I Know What You Did Last Summer della scrittrice Lois Duncan.
Ne sono protagonisti quattro adolescenti - due coppie di fidanzati, Julie James, Ray Bronson, Helen Rivers, Barry Cox - che, durante un'estate, investono e uccidono un ciclista di nome David Gregg. Si promettono l'un l'altro di non rivelare cosa è accaduto e, dopo aver chiamato un'ambulanza, fuggono. Tormentata dal rimorso, Julie James rompe il fidanzamento con Ray Bronson e manda in maniera anonima un mazzo di fiori al funerale di David Gregg.
Circa un anno dopo, Julie, che adesso frequenta un altro ragazzo di nome Bud, riceve un biglietto anonimo da una persona che dichiara di sapere cosa è accaduto la scorsa estate. La possibilità che sia solo un macabro scherzo svanisce quando Barry Cox viene ferito allo stomaco da un ignoto cecchino.
Alla fine Julie scopre che il suo fidanzato Bud è in realtà il fratello di David Gregg, Collingsworth, che ha scoperto la verità indagando su chi aveva mandato quel mazzo di fiori in maniera anonima al funerale di suo fratello e che ora cerca vendetta.
Julie sta per essere da lui strangolata quando giunge il suo ex fidanzato, Ray, che mette ko Collingsworth. Dopodiché i due giovani decidono di confessare alle autorità ciò che è accaduto la scorsa estate.
Nessuna vittima in questo libro. Non saranno altrettanto fortunati alcuni dei protagonisti dell'insolito adattamento cinematografico di questo romanzo, uscito più di due decenni dopo.


1996: Lo sceneggiatore Kevin Williamson è sulla cresta dell'onda grazie al film Scream diretto da Wes Craven. Per capitalizzare su questo successo il prima possibile, la Columbia Pictures opziona una sceneggiatura da lui scritta alcuni anni prima, ovvero l'adattamento del romanzo di Lois Duncan, che in precedenza Williamson non era stato in grado di piazzare.
Un adattamento decisamente particolare poiché, dietro suggerimento del produttore Erik Feig, Williamson apporta alcuni significativi cambiamenti alla trama, allontanandola dall'originario mystery thriller.
A partire da colui che cerca vendetta, il quale altri non è che la persona investita. Non un giovane ciclista, ma un pescatore - una professione praticata da suo padre - modellato sulla leggenda metropolitana dell'Uncino (in cui una coppia viene perseguitata appunto da un uomo con un uncino al posto di una mano), molto diffusa e conosciuta negli Stati Uniti.
Questi cambiamenti non risultano molto graditi all'autrice del libro, Lois Duncan, soprattutto perché sua figlia è rimasta uccisa a seguito di una sparatoria e vede l'aggiunta di elementi tipici dei film slasher come un'esaltazione di quel tipo di violenza insensata. All'oscuro di questo, i produttori decidono di tenerla lontana dalla produzione e non coinvolgerla nello sviluppo della pellicola.
Come regista, Williamson suggerisce lo scozzese Jim Gillespie, al suo debutto, dopo aver apprezzato un corto da lui girato, Joyride.
Per il ruolo di Julie James, Gillespie e Williamson si concentrano su un'attrice che ha in origine fatto un provino per un altro personaggio, Helen Shivers. Si chiama Jennifer Love Hewitt ed è nota più che altro per la serie televisiva Cinque in Famiglia (Party of Five). Il regista e lo sceneggiatore ritengono che la giovane attrice, nella sua audizione, sia stata in grado di far arrivare quella vulnerabilità presente nel personaggio di Julie James e dunque viene selezionata.
Una delle altre attrici provinate è Reese Witherspoon, che però alla fine decide di non firmare il contratto per interpretare il film. Gillespie le chiede un consiglio su chi possa interpretare il personaggio di Barry Cox e lei fa il nome del suo fidanzato dell'epoca, Ryan Philippe. Il consiglio viene infine accettato, nonostante in principio si cerchi un attore più muscoloso e alto di Philippe.
Per il ruolo di Ray Bronson, Williamson si ricorda di un attore che aveva effettuato un'audizione per Scream, venendo poi scartato, Freddie Prinze Jr., a cui aveva assicurato un ruolo in un suo prossimo progetto. Nonostante ciò, l'attore deve effettuare cinque provini prima di essere selezionato, poiché non risulta sufficientemente muscoloso. Prinze Jr. si sottopone dunque a un intenso allenamento e ritenta un'ultima volta, sicuro di aver perso la parte a favore di Jeremy Sisto, che non esita a ritenere più bravo di lui. Così non è.
L'ultima parte da protagonista, Helen Shivers (Rivers nel romanzo di Lois Duncan), viene affidata a Sarah Michelle Gellar, all'epoca con un discreto background televisivo alle spalle e in procinto di esordire col personaggio di Buffy L'Ammazzavampiri.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 31 marzo 1997, durando circa dieci settimane e dividendosi tra California e North Carolina.
La prima esperienza di Jennifer Love Hewitt sul set di un film horror si rivela tumultuosa, tanto che al termine della giornata a volte le rimane una sensazione di paura e non riesce a dormire la notte.
La scena più celebre, e parodiata, della pellicola, in cui il personaggio di Julie James grida "Che Cosa Stai Aspettando?" all'invisibile assassino non è presente nella sceneggiatura, ma viene concepita da un ragazzo appassionato di film horror che ha vinto un concorso per visitare il set e ideare una scena. Jennifer Love Hewitt pensa sia qualcosa di stupido, ma si adegua e ci aggiunge di suo una giravolta di frustrazione del suo personaggio.
L'epilogo originario prevede che il personaggio di Julie James riceva una mail con scritto:"So ancora". Gillespie lo trova poco interessante e lo dirige in maniera poco entusiasta. Cosicché, quando la scena viene vista in anteprima, gli viene chiesto di concepire un altro finale, che ha già in mente e che è quello che compare nel prodotto finale.
La produzione inoltre chiede che sia aggiunta almeno una scena dove si veda più sangue, visto che Gillespie ha optato per una regia che non punta troppo sugli effetti grafici. Per venire incontro alle pressanti richieste, decide infine di rigirare la scena dell'uccisione della sorella di Helen.
Concluse le riprese a metà giugno, la Columbia inizia la promozione del film, definendolo come concepito "dal creatore di Scream". La Miramax, produttrice della suddetta pellicola, non vede di buon occhio la cosa e intenta causa, dichiarando che il creatore di Scream è anche Wes Craven. Dopo un'ingiunzione a lei sfavorevole, la Columbia abbandona questa promozione per non andare incontro a una lunga, e di sicuro perdente, causa legale.
So Cosa Hai Fatto (I Know What You Did Last Summer) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 17 ottobre 1997. A fronte di un budget di 17 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare a livello internazionale oltre 125 milioni di dollari.
Di certo un incasso superiore alle aspettative, tanto che viene messo subito in produzione un sequel... ma questa è un'altra storia.

mercoledì 18 dicembre 2019

A scuola di cinema: Una Poltrona Per Due (1983)

È il film di Natale per eccellenza... pur essendo stato distribuito in origine a giugno. È anche la pellicola che, in più di un senso, ha lanciato e consolidato le carriere di tre grandi attori e rilanciato la carriera di uno storico interprete che sembrava scomparso nel nulla. Questa è la storia di Una Poltrona Per Due.


L'idea per il film nasce su un campo da tennis, quando lo sceneggiatore Timothy Harris si trova a dover fronteggiare più volte due fratelli in eterna competizione tra di loro su qualsiasi cosa, anche la più insignificante.
I due, entrambi dottori, sono gente ricca, ma al contempo grandi taccagni e giocano sempre sui campi che costa meno noleggiare e per il periodo più breve e fanno scommesse sullo svolgimento di eventi futuri per 50 cent al massimo. Harris alla fine si stanca di loro e decide di non volerci avere più nulla a che fare.
L'insolita esperienza suggerisce allo sceneggiatore una storia dove due fratelli scommettono su una persona che lavora per una compagnia di loro proprietà. Ne discute col suo collega e amico Herschel Weingrod, con cui ha già collaborato in passato, il quale rimane intrigato da quest'idea.
I due scrittori, dunque, concepiscono una sceneggiatura intitolata in origine Black And White, che viene acquisita dalla Paramount. Per documentarsi sul mondo dell'alta finanza e della borsa valori americana, Harris e Weingrod intervistano alcuni agenti di borsa, i quali hanno la spiacevole abitudine di essere ubriachi già nel primo pomeriggio.
L'intento iniziale è di utilizzare come protagonisti Gene Wilder e Richard Pryor. Sfortunatamente, quest'ultimo rimane gravemente ustionato quando - forse a seguito di uso di cocaina - si versa addosso del rum e si dà fuoco, rischiando la propria vita ed essendo costretto a stare lontano dalle scene per almeno un anno.
Alcuni dirigenti della Paramount, tuttavia, hanno già in mente un sostituto di Pryor per il ruolo di Billy Ray Valentine. Un sostituto di cui non è ancora uscito in via ufficiale il film di debutto, 48 Ore, ma la cui preview ha ottenuto buoni riscontri: Eddie Murphy.
Così, quando questo nome viene suggerito al regista prescelto, John Landis, costui casca dalle nuvole poiché non ha mai sentito parlare di lui. Visiona allora alcune registrazioni del Saturday Night Live, dove Murphy si esibisce in alcuni sketch comici, avendo infine un incontro a New York con l'attore.
Murphy chiede se possibile di non divenire una sorta di sostituto di Richard Pryor e così Landis suggerisce un altro attore per il ruolo di Louis Winthorpe III, con cui ha già collaborato in passato: Dan Aykroyd.
La Paramount però non è d'accordo poiché, così si pensa, senza John Belushi - scomparso qualche tempo prima - la carriera cinematografica di Aykroyd è finita. Landis convince l'attore a richiedere una riduzione del proprio ingaggio, cosa che fa abbandonare alla Paramount i timori.
Timori che diventano forti obiezioni quando John Landis suggerisce l'attrice principale per il ruolo di Ophelia: Jamie Lee Curtis. Il regista ha collaborato con lei durante la realizzazione del documentario Coming Soon - incentrato sui film horror della Universal - in cui Jamie Lee Curtis era la voce narrante.
Prima di Una Poltrona Per Due, Jamie Lee Curtis ha girato solo film horror, quali ad esempio Halloween e The Fog e la Paramount ritiene che sia un'attrice scarsa, una scream queen adatta solo per film di serie B. Landis effettua alcune riunioni al riguardo per affrontare queste contestazioni e ribattere ad esse, fino a imporre la sua scelta.
Jamie Lee Curtis, ben desiderosa di lasciarsi alle spalle la nomea di attrice di film horror, accetta la parte ricevendo un ingaggio molto più basso rispetto all'ultima pellicola da lei girata, Halloween II, poiché è una delle motivazioni che convincono infine la Paramount a sceglierla.
Se la prima scelta per Randolph Duke rimane Ralph Bellamy, per Mortimer Duke si pensa in principio a Ray Milland, ma le sue cattive condizioni di salute non gli permettono di avere l'approvazione dell'assicurazione.
Landis pensa allora a un attore rinomato negli anni '40 del ventesimo secolo e che non ha mai interpretato la parte di un cattivo. Il primo nome che gli viene in mente è quello di Don Ameche, l'interprete de Il Cielo Può Attendere (Heaven Can Wait). Solo che scopre che l'ultimo film da lui interpretato è uscito nel 1970 e, complice il fatto che non ha mai avuto un agente, risulta irreperibile.
Landis inizia a pensare che l'attore sia deceduto quando una segretaria della Paramount lo informa che Don Ameche viene spesso visto passeggiare lungo una strada di Santa Monica, in California. Landis allora - in un'epoca ancora senza Internet - contatta il servizio informazioni della società telefonica, riuscendo a ottenere il numero di Don Ameche e avendo infine un incontro con lui, dopo il quale gli viene affidata la parte. Quando Landis chiede ad Ameche come mai non sia comparso sul grande schermo per tredici anni, costui risponde che semplicemente nessuno lo ha contattato.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 13 dicembre 1982, dipanandosi nelle città di Philadelphia e New York. Per Landis è un periodo molto difficile a livello personale in quanto è reduce dal termine delle riprese de Ai Confini Della Realtà (Twilight Zone: The Movie), durante le quali si è verificato un tragico incidente in cui sono morti l'attore Vic Morrow e due bambini e per le quali rischia un'accusa di omicidio preterintenzionale. Nel corso delle riprese, stringe una forte amicizia con Eddie Murphy e tenta di convincerlo a testimoniare in suo favore o quantomeno a farsi vedere durante una seduta del processo in segno di supporto, ma l'attore rifiuta l'offerta.
L'ultima scena viene girata su una spiaggia delle Isole Vergini il primo marzo 1983.
Una Poltrona Per Due (Trading Places) viene distribuito nei cinema americani a partire dall'otto giugno 1983. A fronte di un budget di 15 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare solo sul territorio statunitense oltre 90 milioni di dollari.
La storia di questo film ha un curioso epilogo nel 2010. Nel tentativo di rendere le proprie procedure più trasparenti e regolare le transazioni dei mercati finanziari, Wall Street emana una regola che impedisce a chiunque di utilizzare informazioni segrete per monopolizzare un determinato mercato. Una disposizione che prende spunto da questa pellicola e che diviene infine nota, nell'ambiente e non, come Eddie Murphy Rule.
La fantasia che arriva a modificare la realtà... ma questa è un'altra storia.

mercoledì 11 dicembre 2019

A scuola di cinema: Fuga da Alcatraz (1979)

12 giugno 1962: Nella prigione di Alcatraz scatta l'allarme. Tre uomini non si trovano nelle loro celle. Sono Frank Lee Morris e i fratelli John Anglin e Clarence Anglin.
Morris, un orfano divenuto criminale già in età adolescenziale, viene internato ad Alcatraz il 20 gennaio 1960, dopo essere stato dichiarato colpevole di alcune rapine in banca. Anche i fratelli Anglin sono dei rapinatori di banche e, dopo vari tentativi di fuga da altre prigioni, vengono trasferiti ad Alcatraz: John nell'ottobre 1960, Clarence nel gennaio 1961.
Nel dicembre 1961 i tre si ritrovano vicini l'uno all'altro con le loro celle e, con la guida di Morris, in possesso di un notevole quoziente intellettivo, iniziano a pianificare la loro fuga. Nel piano viene coinvolto anche un quarto detenuto, Allen West.
Nei mesi successivi, i quattro detenuti allargano i condotti di ventilazione presenti sotto i lavandini delle loro celle, utilizzando cucchiai prelevati dalla mensa carceraria e un trapano di fortuna ricavato da alcune parti di un aspirapolvere. Quando bisogna utilizzare quest'ultimo attrezzo, per coprirne il rumore si sfrutta il fatto che Morris abbia la possibilità di suonare una fisarmonica per un'ora.
I fori creati vengono coperti tramite del cartone dipinto e, attraverso di essi, ogni notte i detenuti giungono a un corridoio di servizio non sorvegliato che utilizzano come officina per costruire una zattera improvvisata composta da cinquanta impermeabili cuciti tra loro e altri materiali rubati.
Per non far notare le loro assenze durante le notti alle guardie di sicurezza, i quattro detenuti ideano delle teste in cartapesta utilizzando saponi, dentifrici, polvere di cemento e carta igienica, sopra le quali piazzano dei capelli prelevati dal barbiere della prigione, prima di ricoprirle con le coperte della cella.
La notte dell'undici giugno 1962, dopo aver tolto le viti a una griglia di un condotto di ventilazione presente su un tetto, Morris e i fratelli Anglin danno il via alla loro fuga. West rimane indietro poiché ha difficoltà a passare attraverso il foro della cella, che si è rappreso, quindi viene lasciato indietro. Una volta usciti all'esterno tramite la griglia divelta, i tre si imbarcano sulla zattera di fortuna, diretti verso una presunta libertà.
Il trucco delle teste di cartapesta funziona, tanto che la loro fuga non viene scoperta che la mattina successiva. Per evitare una pena più severa, Allen West collabora con le autorità, fornendo molti particolari relativi all'evasione. Inizia al contempo una spietata caccia all'uomo, che tuttavia porta a un nulla di fatto, lasciando infine il dubbio se Frank Morris e i fratelli Anglin siano davvero riusciti a fuggire o siano annegati.
Questo fatto, unito agli alti costi di gestione di una prigione ormai obsoleta e non passibile di una ristrutturazione, porta alla chiusura di Alcatraz alcuni mesi dopo, il 21 marzo 1963.


La storia dell'evasione dei tre detenuti, con la sua aura di mistero, rimane uno degli argomenti più dibattuti nell'opinione pubblica americana negli anni successivi. Tra coloro che si interessano a questa vicenda c'è l'aspirante sceneggiatore Richard Tuggle il quale, oltre a leggere un libro del 1963 di J. Campbell Bruce incentrato su questo fatto di cronaca, Escape From Alcatraz, compie per alcuni mesi delle indagini a titolo personale, scrivendo poi una sceneggiatura incentrata sull'evasione di Morris e dei fratelli Anglin.
Essendo ancora alle prime armi, Tuggle si rivolge alla Writers Guild, ottenendo così una lista di agenzie e agenti letterari disposti a valutare nuove sceneggiature. Propone dunque il suo trattamento a numerose società, ricevendo tuttavia sempre un rifiuto. La motivazione principale è che i dialoghi e i personaggi non sono troppo approfonditi e non c'è una storia d'amore che possa catturare l'interesse del pubblico.
Credendo nella sua sceneggiatura, Tuggle riesce a mettersi in contatto con l'agente di Don Siegel e, mentendo, dichiara di aver incontrato il regista a una festa durante la quale Siegel ha espresso interesse per il suo trattamento. La sceneggiatura giunge dunque nelle mani di Don Siegel, il quale la trova interessante, e la passa a Clint Eastwood, nella speranza di rinnovare la loro partnership lavorativa dopo il film del 1971 Ispettore Callaghan: Il Caso Scorpio è Tuo (Dirty Harry).
Anche Eastwood dimostra interesse e si dichiara pronto a interpretare la parte di Frank Morris. Chiede dunque che la produzione della pellicola sia gestita dalla società da lui fondata, la Malpaso Company. Siegel tuttavia preferisce agire in maniera diversa e, dopo aver acquisito i diritti sul film per 100.000 dollari, stringe un accordo con la Paramount.
Malpaso Company viene inserita comunque in un secondo momento, ma questo non va giù ad Eastwood, che ha fondato la società per evitare le lungaggini e gli sprechi tipici delle case di produzione. Inoltre, come è inevitabile, crea una frattura con Don Siegel, che fa sì che questa pellicola rappresenti la loro ultima collaborazione.
Siegel e Tuggle lavorano a una rifinitura della sceneggiatura: per evitare problemi di natura legale, Allen West viene rinominato Charley Butts. Al contempo si procede con la fase di pre-produzione. La location è già bella che pronta (tranne alcune scene che vengono girate in uno studio), poiché la prigione di Alcatraz, dopo la sua chiusura, è divenuta un'insolita meta turistica.
La Paramount ottiene l'autorizzazione alle riprese in loco, ma prima deve investire una somma di circa mezzo milione di dollari per ristrutturare alcuni ambienti e ripristinare alcune funzionalità della prigione, in particolare l'energia elettrica - essendo l'impianto originario non più funzionante e corroso - collegando cavi alla terraferma per ventiquattro chilometri. 
Le riprese iniziano il 16 ottobre 1978. Essendo Alcatraz un sito di interesse storico, oltre al divieto di non apportare alcun danno, di lasciare tutto come è stato trovato e prestare estrema cautela, vi sono continui battelli di turisti che approdano e che, una volta che hanno capito che si sta girando un film con Clint Eastwood, iniziano a parlare ad alta voce e disturbare la troupe. Solo l'intervento di Eastwood, che si concede per alcune foto ed autografi, aiuta a mitigare - anche se solo in parte - questa problematica, che si aggira girando spesso durante la notte.
Un'altra difficoltà è rappresentata dalle condizioni meteorologiche: vento forte e pioggia che causano un freddo intenso e che gli attori e la troupe devono sopportare, non potendo attingere ad alcuna fonte di calore immediata.
Per la scena della fuga finale, non vengono usate controfigure, anche se a un certo punto Siegel pensa che Eastwood e gli attori che interpretano i fratelli Anglin (Fred Ward e Jack Thibeau) siano stati inghiottiti dalla corrente marina.
La scena in cui il direttore di Alcatraz trova un crisantemo sulla riva - un fiore coltivato da Frank Morris - è un'idea di Clint Eastwood, per lasciare maggior ambiguità sul destino finale dei tre detenuti, poiché in origine l'epilogo prevedeva solo la scoperta da parte delle guardie delle teste in cartapesta.
Le riprese si concludono nel gennaio 1979.
Fuga Da Alcatraz (Escape From Alcatraz) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 22 giugno 1979. A fronte di un budget di 8 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare solo sul territorio statunitense 43 milioni di dollari. Un più che degno epilogo per la partnership lavorativa tra Don Siegel e Clint Eastwood.
2013: La polizia di San Francisco riceve una lettera firmata da John Anglin, il quale dichiara di essere sopravvissuto alla traversata insieme ai suoi altri due compagni di evasione. Morris è morto nel 2008, suo fratello Clarence nel 2011. L'ottantatreenne Anglin dichiara di avere il cancro e di essere pronto a consegnarsi alle autorità, purché gli vengano garantite le cure mediche e la sua prigionia non duri più di un anno.
Il Federal Bureau of Investigation (FBI) riapre dunque il caso ma, nonostante ulteriori e approfondite indagini, non si riesce a stabilire con certezza l'autenticità del contenuto della lettera e del suo destinatario. Forse questo mistero è destinato a rimanere davvero irrisolto.
E questa è la fine della storia.

domenica 8 dicembre 2019

A scuola di cinema: Trappola Di Cristallo (1988)

1966: Viene pubblicato il romanzo Il Detective (The Detective), dello scrittore Roderick Thorp, il quale vede protagonista il detective privato Joe Leland che indaga su un apparente caso di suicidio collegato a un'indagine da lui risolta anni prima, mentre era in polizia.
Due anni dopo, il romanzo viene adattato sul grande schermo grazie al film Inchiesta Pericolosa, in cui il personaggio di Leland viene interpretato da Frank Sinatra.
1979: Thorp pubblica un nuovo romanzo con protagonista Joe Leland, Nulla è Eterno, Joe (Nothing Lasts Forever). Dopo aver visto L'Inferno di Cristallo (The Towering Inferno) nel 1975, Thorp ha un sogno in cui c'è un uomo che corre lungo il corridoio di un grattacielo inseguito da degli uomini armati. Qualche tempo dopo, lo scrittore modella tale sogno nel seguito de Il Detective.
Ora in pensione, Joe Leland si reca la Vigilia di Natale a Los Angeles per trovare sua figlia Stephanie, che sta festeggiando la ricorrenza insieme ai suoi colleghi di lavoro presso il grattacielo della Klaxon Oil Corporation.
All'improvviso dei terroristi di matrice tedesca, guidati da Anton Gruber, irrompono nell'edificio, con l'intento di smascherare i legami della Klaxon Oil Corporation con la giunta militare cilena e prelevare 6 milioni di dollari in contanti derivanti da questi accordi illegali.
Se questa trama vi suona familiare è perché anche questo romanzo è stato soggetto a un adattamento cinematografico, del tutto diverso però da quello interpretato da Frank Sinatra.


I diritti sul secondo romanzo di Thorp con protagonista Joe Leland vengono acquisiti all'inizio degli anni '80 del ventesimo secolo da Clint Eastwood, il quale vorrebbe dirigere e interpretare l'adattamento, ma ciò non accade.
I diritti vengono dunque rilevati qualche tempo dopo da Lawrence Gordon e Joel Silver, con la distribuzione affidata alla 20th Century Fox, che si era occupata anche di Inchiesta Pericolosa.
Per obblighi contrattuali, la prima persona a cui viene richiesto di interpretare il protagonista è Frank Sinatra, il Joe Leland del primo film. L'attore e cantante, avendo all'epoca più di 70 anni, per ovvi motivi anagrafici rifiuta.
I due sceneggiatori allora, Steven De Souza e Jeb Stuart, dietro indicazione dei produttori provvedono ad apportare alcuni cambiamenti alla trama, per distanziarla sia dal primo film che dal primo romanzo con protagonista Joe Leland e renderlo un progetto stand-alone.
Joe Leland diviene John McClane e viene ringiovanito. Per via di questo, la persona che deve incontrare la Vigilia di Natale non è la figlia, ma la moglie. Anton Gruber diviene Hans Gruber. E infine l'americana Klaxon Oil Corporation diviene la giapponese Nakatomi Corporation.
Per la regia viene contattato John McTiernan, con cui Gordon e Silver hanno già collaborato per Predator. Il regista in principio ha tuttavia qualche esitazione, poiché trova la trama fin troppo cupa e pessimista. Convince dunque gli sceneggiatori a tramutare i terroristi in "semplici" rapinatori professionisti per eliminare ogni possibile riferimento politico e restare più aderenti al ritmo di un film d'azione. Suggerisce inoltre di concentrare la trama - che all'inizio si dipana lungo un arco di tre giorni - in una sola notte, prendendo ispirazione da Sogno di una Notte di Mezza Estate (A Midsummer Night's Dream) di William Shakespeare... quasi superfluo aggiungere che le similitudini tra le due opere terminano qui.
Per l'interprete principale, John McClane, dopo l'inevitabile rifiuto di Sinatra il ruolo viene offerto ad Arnold Schwarzenegger, così da ricreare la coppia regista/attore principale di Predator. Ma Schwarzenegger rifiuta in quanto intende ora perseguire ruoli diversi da quello del classico eroe dei film d'azione.
Vengono dunque contattati diversi altri attori, tra cui Sylvester Stallone, Mel Gibson, Don Johnson, Robert De Niro, ma tutti loro per i più svariati motivi decidono di non accettare.
Quando Lawrence Gordon suggerisce il nome di Bruce Willis, nessuno gli presta ascolto, poiché viene ritenuto all'epoca nulla più che un attore televisivo, abile solo a recitare in delle commedie. A quell'epoca, a parte alcune comparsate non accreditate, l'attore ha infatti interpretato un solo lungometraggio cinematografico, Appuntamento Al Buio (Blind Date), diretto da Blake Edwards.
All'ennesimo rifiuto da parte di una star, tuttavia, e dietro le continue insistenze di Gordon, Willis viene approcciato, ma in un primo istante è costretto a declinare in quanto impegnato con le riprese del telefilm Moonlightning. Tuttavia l'attrice protagonista del serial - Cybill Shepherd - rimane incinta, causando così la sospensione della produzione del telefilm per circa 11 settimane.
Willis può così accettare la parte, per cui riceve un ingaggio di 5 milioni di dollari, approvato dal presidente della Fox Rupert Murdoch. Anche se nella prima settimana le riprese delle due produzioni si sovrappongono, il fatto che la pellicola sia girata di notte consente a Willis di districarsi.
Per via del casting di Bruce Willis, d'intesa con l'attore, McTiernan decide di modificare il personaggio di John McClane, trasformandolo dall'iniziale, infallibile e incrollabile eroe dei film d'azione nell'uomo comune che si ritrova in una situazione più grande di lui.
Il ruolo di Hans Gruber viene offerto inizialmente a Sam Neill, che rifiuta. Una sera di primavera del 1987, il direttore di casting Jackie Burch assiste a Broadway a una rappresentazione teatrale dell'opera Le Relazioni Pericolose (Les Liaisons Dangereuses), dove il personaggio del Visconte di Valmont è interpretato dall'attore inglese Alan Rickman.
Burch consiglia quest'attore a Joel Silver e John McTiernan i quali, dopo aver visto a loro volta l'interpretazione di Rickman a teatro, lo contattano immediatamente per proporgli la parte.
Alan Rickman all'epoca ha 41 anni e, fino a quel momento, ha recitato solo a teatro e in alcuni prodotti televisivi inglesi. Die Hard rappresenterebbe il suo debutto sul grande schermo. Silver e McTiernan vincono le sue resistenze, poiché in principio Rickman non è convinto di essere l'interprete adatto per la parte di Hans Gruber e preferirebbe un altro genere di film come esordio cinematografico, e l'attore inglese accetta infine questo ruolo.
Le riprese iniziano il 2 novembre 1987, a Los Angeles, presso il Fox Plaza, che viene usato come sede della Nakatomi Corporation. All'epoca l'edificio è ancora in costruzione, cosa che la produzione sfrutta per una serie di scene.
Il primo giorno di riprese, a Bruce Willis viene chiesto di saltare da un edificio di cinque piani che rappresenta il tetto della Nakatomi Corporation, mentre un'esplosione avviene alle sue spalle. L'impatto della deflagrazione porta l'attore quasi a mancare il cuscino protettivo che c'è sotto. Quando chiede come mai sia stata questa la prima scena che è stata girata, gli viene risposto che, se fosse rimasto ucciso alla fine, rigirare tutto il film con un altro attore sarebbe risultato più costoso.
La scena dell'incontro tra Gruber e McClane non è prevista nella sceneggiatura e viene aggiunta quando si nota che Rickman è in grado di simulare un buon accento americano. Ugualmente, alcune battute vengono inserite anche all'ultimo momento, dietro suggerimenti di DeSouza o McTiernan.
McTiernan chiede che le pallottole a salve siano modificate perché creino più rumore e che le pistole utilizzate siano reali. Inesperto di scene d'azione, Rickman ha dei problemi a sparare e non riesce a evitare - a causa del lampo della pistola e del rumore - di ritrarsi. Questo costringe il regista a tagliare il suo volto ogni volta che il personaggio di Hans Gruber spara.
A Willis va anche peggio: durante una scena in cui una pistola risulta troppo vicina al suo orecchio sinistro, il rumore che ne consegue gli causa una perdita parziale dell'udito, la quale si rivela poi permanente.
Le riprese si concludono nel marzo 1988.
Trappola Di Cristallo (Die Hard) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 12 luglio 1988. A fronte di un budget di 28 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare a livello internazionale oltre 141 milioni di dollari.
Una pellicola che lancia sia un nuovo, redditizio franchise che le carriere di due attori all'epoca poco noti o sconosciuti. Anche se Bruce Willis e Alan Rickman avrebbero poi intrapreso strade diverse... ma questa è un'altra storia.

domenica 1 dicembre 2019

A scuola di cinema: L'Avvocato del Diavolo (1997)

1990: Lo scrittore Andrew Neiderman pubblica il romanzo The Devil's Advocate, che vede protagonista un giovane e rampante avvocato della Florida di nome Kevin Taylor il quale, dopo aver difeso con successo un'insegnante accusata di molestie sessuali ai danni dei suoi alunni, viene assunto nel prestigioso studio newyorchese John Milton and Associates, guidato da un omonimo del celebre poeta inglese, autore del poema Paradise Lost. Ma piuttosto che un paradiso perduto, Kevin Taylor e sua moglie Mary Ann dovranno affrontare un vero e proprio inferno in terra.
Questo romanzo, alcuni anni dopo, diviene oggetto di un celebre adattamento cinematografico.


Convinto del fatto che il suo libro possa essere trasposto con efficacia sul grande schermo, poco dopo la sua pubblicazione Andrew Neiderman contatta la Warner Bros. dicendo che la storia si incentra su uno studio di avvocati di New York che difende solo persone colpevoli e non perde mai. La società di produzione decide dunque di acquistarne i diritti e inizia così la fase di pre-produzione.
Il primo regista selezionato per questo progetto, nel 1994, è Joel Schumacher. Il soggetto originario di Lawrence Cohen è più improntato verso l'azione che sull'introspezione psicologica. Schumacher sceglie Brad Pitt per il ruolo del giovane avvocato, il quale viene rinominato Kevin Lomax.
Vengono anche progettati i vari set, con la metropolitana di New York concepita come una sorta di inferno dantesco coi vari gironi, e si inizia a pianificare l'inizio delle riprese, ma non si riesce a trovare un attore adatto per il ruolo di John Milton/Satana.
In realtà un interprete perfetto ci sarebbe ed è Al Pacino, a cui viene ripetutamente proposto il progetto, ma l'attore rifiuta per almeno tre volte, in quanto la sceneggiatura non lo convince: in essa il diavolo vi viene ritratto come una sorta di mostro convenzionale, fin troppo classico, le cui motivazioni risultano banali, non venendo approfondite a sufficienza.
Una sceneggiatura, dunque, che ha di certo bisogno di una revisione. Cosa di cui anche Joel Schumacher infine si convince, decidendo pertanto di abbandonare la regia. E col suo ritiro anche la partecipazione di Brad Pitt viene meno.
Dopo aver invano cercato un altro regista e un altro interprete principale, il progetto rimane nel limbo per circa un anno e mezzo, fino a quando accade un evento che lo riporta in maniera imprevista in auge. Il processo a O.J. Simpson.
Il campione di football americano viene messo sotto indagine con l'accusa di omicidio ai danni della sua ex moglie, Nicole Brown Simpson, e di Ronald Lyle Goldman, un cameriere. Per svariate settimane le telecamere e i notiziari, sia americani che internazionali, seguono le udienze di quello che viene definito - con un nome altisonante - il processo del secolo.
Il tutto si rivela una complicata vicenda giudiziaria, anticipata come nel più classico dei film d'azione dall'inseguimento sulle autostrade californiane di Simpson da parte della polizia, ripreso dalle telecamere e trasmesso dai notiziari, prima del suo arresto.
Il processo vede il pool di prestigiosi avvocati assoldato dal campione di football puntare principalmente sulla discriminazione razziale da parte degli organi di polizia e sulla manipolazione o non corretta catalogazione delle prove come tesi di difesa. La sentenza finale dichiara O.J. Simpson innocente, in data 3 ottobre 1995.
Il clamore mediatico suscitato dalla vicenda, in cui gli avvocati di accusa e difesa hanno avuto un ruolo più che rilevante, convincono la Warner Bros. - nelle persone dei produttori Arnold Kopelson e Arnon Milchan - a riesumare il progetto basato sul romanzo di Andrew Niederman e investirvi un budget di 60 milioni di dollari.
Kopelson individua un nuovo regista in Taylor Hackford, il quale decide subito di far revisionare in maniera drastica la sceneggiatura originaria, affidandola alle cure di Jonathan Lemkin e Tony Gilroy.
Costoro mettono da parte i cliché e le scene d'azione descritte da Lawrence Cohen per puntare di più - dietro indicazione di Hackford stesso - sui temi della moralità e del libero arbitrio. Gilroy aggiunge poi di sua iniziativa gli elementi narrativi - non presenti nel libro - che Kevin Lomax sia figlio di John Milton e della nascita dell'Anticristo.
Per il ruolo di Kevin Lomax viene contattato Keanu Reeves. Pur di prendere parte al film, l'attore decide di rinunciare a partecipare alle riprese - nonché a un cospicuo ingaggio di 11 milioni di dollari - di Speed 2 - Senza Limiti (Speed 2: Cruise Control). Per prepararsi alla parte, Reeves frequenta per qualche tempo gli studi di alcuni avvocati difensori.
Il ruolo di John Milton viene proposto nuovamente ad Al Pacino. Stavolta, intrigato dalla nuova sceneggiatura e dai cambi apportati, Pacino sceglie di accettare la parte. L'attore - oltre a leggere il poema di John Milton e l'Inferno di Dante Alighieri - si ispira per il suo personaggio alle interpretazioni di Walter Huston nel film L'Oro del Demonio (The Devil and Daniel Webster) e di Claude Rains in L'Infernale Avventura (Angel on My Shoulder).
Per venire incontro alle richieste del cospicuo ingaggio di Pacino, Keanu Reeves decide di sua spontanea volontà per una riduzione del proprio cachet di 2 milioni di dollari.
Il ruolo della moglie di Kevin, Mary Ann Lomax, viene affidato a Charlize Theron. Per prepararsi alla parte, l'attrice consulta per circa tre mesi uno psicoterapeuta sul tema della schizofrenia.
I piani originari sono di distribuire il film nell'estate 1997, nel mese di agosto, ma il licenziamento di alcuni componenti secondari della troupe causa un ritardo nell'inizio delle riprese, che avviene dunque il 28 ottobre 1996.
Esse si dipanano in varie location della Florida e della città di New York, tra cui anche un grattacielo di proprietà di Donald Trump. Le riprese si concludono il 7 febbraio 1997.
L'Avvocato del Diavolo (The Devil's Advocate) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 17 ottobre 1997. A fronte di un budget di circa 60 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare a livello internazionale quasi 153 milioni di dollari.
Meglio regnare all'Inferno che servire in Paradiso, diceva il poeta John Milton. Questa pellicola, invece, si è limitata a trionfare sulla Terra. E a consentire a Keanu Reeves e Al Pacino di conseguire nuovi successi... ma questa è un'altra storia.

lunedì 25 novembre 2019

A scuola di cinema: Venerdì 13 Parte 2 - L'Assassino Ti Siede Accanto (1981)

Dopo l'enorme e insperato successo della prima pellicola di Venerdì 13, la Paramount intende capitalizzare il più possibile su quello che può risultare un franchise redditizio e dai bassi costi.
Un sequel viene dunque subito messo in produzione pochi mesi dopo l'uscita del primo film e vede lo storico e curioso esordio della lunga striscia di uccisioni da parte di Jason Voorhees.


Dopo aver acquisito dalla Warner Bros. anche i diritti per la distribuzione internazionale, la Paramount si rivolge a uno dei creatori della serie, Sean Cunningham, per un possibile sequel. Cunningham, che ritiene la trama del primo film ormai conclusa e senza più altri sbocchi narrativi, propone di utilizzare il titolo "Venerdì 13" per promuovere ogni anno, in una sorta di serie antologica, una nuova pellicola horror basata sulla superstizione associata a questa data. Ognuna di queste pellicole avrà una trama diversa, personaggi diversi e ambientazione diversa.
Alcuni distributori e finanziatori capitanati da Phil Scuderi, tuttavia, sono di diverso avviso: la scena finale del primo film, con l'improvvisa apparizione dalle acque di Jason Voorhees, seppur solo in una sequenza onirica, si è rivelata sorprendente e dunque il sequel deve essere incentrato su di lui.
Sia Sean Cunningham che Victor Miller, lo sceneggiatore della prima pellicola, la ritengono un'idea insensata e abbandonano la produzione sul nascere. Anche Tom Savini, colui che aveva avuto l'idea di far comparire Jason, è d'accordo con loro, poiché non si capisce come mai in quasi trent'anni Jason Voorhees non sia mai stato avvistato da qualche abitante della zona o non sia mai andato a trovare sua madre, impedendo così la prima scia di omicidi.
Nonostante queste obiezioni, la Paramount decide infine di portare avanti l'idea di Jason come nuovo killer. Due componenti secondari dello staff del primo film - non contrari a questo nuovo sviluppo - vengono dunque scelti come regista e sceneggiatore. Sono Steve Miner, assistente alla produzione e aiuto regista del primo Venerdì 13, e Ron Kurz, il quale aveva apportato alcune revisioni non accreditate alla sceneggiatura di Victor Miller.
In segno di amicizia verso Miner, Sean Cunningham dà una piccola mano nelle fasi iniziali della pre-produzione e del casting, prima di ritirarsi del tutto dal progetto.
Il trattamento originario di Kurz vede protagonista l'unica sopravvissuta alla furia omicida di Mrs. Voorhees, ovvero Alice Hardy, interpretata da Adrienne King. Tuttavia l'agente dell'attrice chiede un compenso troppo alto, che blocca le trattative.
Ogni ulteriore speranza svanisce quando Adrienne King in persona chiede alla Paramount di avere un ruolo minore, poiché in quel periodo, a causa dell'esposizione ricevuta a seguito dell'uscita di Venerdì 13, ha cominciato a essere perseguitata da uno stalker, il quale le ha scattato foto mentre dormiva ed è giunto al punto di irrompere in casa sua puntandole una pistola alla testa.
Del cast originario, ritorna anche Betsy Palmer che - con ogni probabilità per meri motivi monetari - accetta di girare alcune scene davanti a uno schermo nero, che la tengono impegnata per una sola giornata, e di farsi fare un calco della propria testa.
Le riprese iniziano il 3 ottobre 1980, presso le località di New Preston e Kent, in Connecticut.
Il secondo Jason cinematografico è Warrington Gillette. Costui in principio effettua un'audizione per interpretare uno dei protagonisti del sequel, venendo scartato, ma la sua mole e il fatto che dichiari di aver preso delle lezioni come stuntman convincono la produzione ad assegnargli il ruolo dell'assassino.
Gillette tuttavia non ha ancora la necessaria esperienza per filmare gran parte delle scene d'azione, le quali vengono dunque effettuate dalla controfigura Steve Daskewisz. Alla fine Gillette gira poco più di un paio di scene, venendo però regolarmente accreditato come il Jason Voorhees principale.
Daskewicz prende comunque a cuore il proprio ruolo, tanto da rimanere contuso in maniera lieve in un paio di occasioni. A un certo punto, a causa di una scena non coordinata in maniera perfetta, l'attrice Amy Steel lo ferisce con un machete a un dito. Daskewicz viene dunque portato in ospedale, dove gli vengono applicati dei punti. Conclusa l'operazione, l'attore torna sul set per completare le riprese.
Il primo trucco del Jason adulto, dopo l'abbandono di Tom Savini e la non disponibilità di Stan Winston, assunto in origine per sostituire Savini ma che deve poi abbandonare il set in quanto impegnato in un altro progetto, viene affidato a Carl Fullerton.
Il Jason incappucciato - non avendo costui ancora indossato la celeberrima maschera da hockey - diventa un non si sa quanto involontario omaggio al look dell'assassino del film La Città Che Aveva Paura (The Town That Dreaded Sundown).
La Paramount decide infine di accontentare la richiesta di Adrienne King, facendo uccidere il suo personaggio da Jason Voorhees. Cosa, a ben vedere, non richiesta da lei in maniera esplicita, poiché voleva solo una parte minore.
Pur essendo questa la scena iniziale del film, è l'ultima a essere girata, in circa due giorni. Essendo la produzione principale già conclusasi, non c'è un copione e l'attrice è dunque costretta a improvvisare le proprie scene. Ad aggiungere danno alla beffa, il primo ciak della scena dell'uccisione si rivela un disastro e le lascia una lieve ferita alla tempia.
Dopo questo film, Adrienne King sparisce dalla scena pubblica per svariati anni, dedicandosi poi principalmente al doppiaggio e al voiceover.
Le riprese si concludono nel novembre 1980. L'ultima scena prevede un'inquadratura della testa di Mrs Voorhees che spalanca all'improvviso gli occhi e sorride alla telecamera, ma Steve Miner si rende infine conto della sua totale implausibilità e vi rinuncia.
Dopo un accurato lavoro di montaggio volto a evitare un rating vietato ai minori, Venerdì 13 Parte 2: L'Assassino Ti Siede Accanto (Friday The 13th Part 2) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 30 aprile 1981. A fronte di un budget di un milione e duecentocinquantamila dollari, la pellicola arriva infine a incassare a livello internazionale oltre 21 milioni e settecentomila dollari.
La saga di Venerdì 13 consegue dunque un nuovo successo, pur se nettamente inferiore rispetto a quello del primo film, e si prepara ad andare avanti con un ulteriore sequel... ma questa è un'altra storia.

giovedì 21 novembre 2019

A scuola di cinema: L'Inventore Di Favole (2003)

1995: Dopo essersi laureato presso l'Università della Pennsylvania, il ventitreenne Stephen Glass entra a far parte della redazione della prestigiosa e storica rivista New Republic, dapprima come stagista, ovvero a fare da galoppino, rispondere al telefono e controllare la corrispondenza. E in seguito come assistente editoriale.
Grazie alle sue capacità di scrittura e a indubbie capacità oratorie, Glass riesce a veder pubblicati i suoi primi articoli già l'anno successivo. Alcuni di questi causano delle polemiche e le persone coinvolte accusano apertamente Glass di essersi inventato tutto. Il direttore di New Republic, Michael Kelly, difende tuttavia il suo assistito e chiede che gli siano fatte delle pubbliche scuse.
Il successo derivante dagli articoli porta Glass a iniziare a collaborare nel 1997 con altre riviste quali Rolling Stone e Harper's.
1998: Charles Lane diventa il nuovo direttore di New Republic in sostituzione di Michael Kelly. Nel mese di maggio, la rivista pubblica un nuovo articolo di Stephen Glass intitolato Hack Heaven, in cui il giornalista descrive l'incontro tra un giovane e arrogante hacker di nome Ian Restil e i soci di una compagnia denominata Jukt Micronics, i quali intendono assumere il ragazzo come consulente per la sicurezza, dopo che costui è riuscito a penetrare nei loro archivi informatici.
Glass - parlando dei buchi legislativi all'epoca presenti nel sistema americano su questo tipo di accordi volti a incentivare chi comunque commette un atto criminale - conclude l'articolo citando una conferenza - tenutasi presso un hotel di Bethesda - sponsorizzata dalla cosiddetta Assemblea Nazionale degli Hacker, in cui Restil viene acclamato come un eroe.
Ma qualcosa in questo articolo non torna a due giornalisti di Forbes Digital Tool, Adam Penenberg e Kambiz Foroohar. Oltre a non trovare traccia dell'esistenza della Jukt Micronics, i due non riescono nemmeno a confutare i dati forniti da Glass nell'articolo, compresa la conferenza del paragrafo finale, quasi fossero inesistenti.
I due chiedono spiegazioni a Charles Lane, il quale a sua volta interroga Stephen Glass. Costui mostra allora un sito web della Jukt Micronics, seppur alquanto dozzinale, e biglietti da visita della società su cui sono indicati numeri di telefono ed e-mail. Ma ai numeri di telefono rispondono delle segreterie telefoniche e le mail tornano indietro come inesistenti. Il giorno prima, tuttavia, uno dei soci della Jukt Micronics, George Sims, aveva chiamato Lane, dichiarando di non voler commentare l'articolo.
Glass afferma che con ogni probabilità è stato ingannato e si scusa. I giornalisti di Forbes gli credono, Lane no. Chiede dunque di essere accompagnato presso l'hotel dove si è tenuta la conferenza descritta nell'articolo.
Glass lo porta in una lobby dell'Hyatt Hotel a Bethesda, in Maryland: lo spazio sembra alquanto stretto per quella grande conferenza descritta dal giornalista, eppure Glass afferma che c'è stata e di avervi assistito. Lane però scopre che, nel giorno in cui Glass dichiara si sia tenuta la conferenza, la lobby era chiusa.
Poco tempo dopo, inoltre, Lane trova le prove che Glass ha ideato il sito web dell'inesistente Jukt Micronics, ha creato falsi biglietti da visita e ha convinto suo fratello Michael a chiamare Lane fingendosi George Sims. L'intero articolo Hack Heaven è stato inventato di sana pianta. Stephen Glass viene dunque licenziato.
Ma qualcosa ancora non torna a Charles Lane. Indaga su un altro articolo scritto da Glass e capisce che anche questo è stato inventato. Conduce allora un'indagine interna, dalla quale emerge infine che, dei 41 articoli scritti da Stephen Glass per New Republic, almeno 27 sono stati inventati, in tutto o in parte.
Una pagina nera del giornalismo americano, che qualche anno dopo trova la sua via sul grande schermo.


La storia dell'ascesa e caduta di Stephen Glass viene descritta dal giornalista Harry Gerard Bissinger in un articolo che compare su Vanity Fair nel settembre 1998. Tale articolo viene opzionato l'anno successivo da Craig Baumgarten e Gaye Hirsch, della rete televisiva HBO, per ricavarne un film originale da trasmettere sulla TV via cavo. Per scrivere la sceneggiatura viene contattato Billy Ray.
Vi è tuttavia, nel periodo in cui lo scrittore è impegnato nella stesura, un cambio ai vertici della rete televisiva, cosicché, quando la sceneggiatura viene consegnata, il film televisivo su Stephen Glass non rientra più tra le priorità.
Il progetto rimane nel limbo per circa un paio d'anni, fino a quando la Cruise/Wagner Productions acquisisce la sceneggiatura dalla HBO e la sottopone alla Lionsgate, che si dimostra interessata. Billy Ray, che vi tiene molto, chiede e ottiene di poter essere anche il regista: è il suo debutto dietro la macchina da presa.
Billy Ray ne approfitta per compiere anche una piccola revisione alla sceneggiatura, incentrandola maggiormente sul personaggio di Charles Lane. A tal proposito, conduce delle interviste con tutte le persone chiave coinvolte nella vicenda. Prova anche a contattare Stephen Glass tramite i suoi avvocati, ma l'incontro non avviene.
Per evitare problemi legali, Ray deve sottoporre la sceneggiatura agli avvocati della Lionsgate, specificando la fonte di ogni passaggio e ogni dialogo.
Per il ruolo di Stephen Glass, viene scelto Hayden Christensen. Scelta curiosa se si pensa che, nell'articolo di Vanity Fair, descrivendo il suo periodo iniziale in redazione come verificatore di fonti, Bissinger definisce Glass il "Darth Vader dei dettagli".
Le riprese si tengono a Bethesda, Montreal, Los Angeles e Washington tra l'estate e l'autunno del 2002. In fase di montaggio finale, Billy Ray sente che manca un epilogo appropriato e così chiede e ottiene dei fondi aggiuntivi per dirigere una scena in cui Christensen/Glass si rivolge a un'immaginaria classe di studenti.
L'Inventore Di Favole (Shattered Glass) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 31 ottobre 2003. A fronte di un budget di circa 6 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare a livello internazionale poco meno di 3 milioni di dollari. Purtroppo il pubblico non premia questo film.
E Stephen Glass? Dopo aver abbandonato il mondo del giornalismo e aver pubblicato un romanzo intitolato The Fabulist (una sorta di sua autobiografia), sparisce per qualche anno dalle scene, riemergendone quando tenta di perseguire una carriera nel campo legale in California.
Pur lavorando come paralegale per uno studio, gli viene impedito di esercitare la professione di avvocato nei tribunali, poiché secondo la Corte Suprema non offre sufficienti garanzie di affidabilità. Un'ulteriore indagine, condotta durante la sua richiesta di approvazione come legale, porta alla conclusione che Glass abbia falsificato - in tutto o in parte - 42 articoli per le varie riviste con cui ha collaborato tra il 1996 e il 1998.
Chissà se un giorno Stephen Glass diverrà protagonista di un'altra storia.

lunedì 18 novembre 2019

A scuola di cinema: La Ragazza con l'Orecchino di Perla (2003)

1665: Il pittore olandese Johannes Vermeer realizza il ritratto di una ragazza dove spiccano in particolar modo il turbante che usa come copricapo e un orecchino splendente che porta sul lobo sinistro.
Vermeer è quel tipo di artista che ci è noto quasi unicamente per le sue opere, considerato che per vari motivi poche sono le notizie storiche certe su di lui giunte fino ai tempi nostri.
Vermeer realizza quasi 40 opere, ma questa spicca in particolar modo. Non ci è dato sapere quale fosse il nome di quella ragazza o il suo legame con l'artista olandese, ma il dipinto - che negli anni viene nominato Ragazza Col Turbante o, successivamente, Ragazza con l'Orecchino di Perla - acquisisce fama internazionale e oggi, grazie a una celebre pellicola, risulta il quadro più celebre di Vermeer.


Nel 1999, la scrittrice Tracy Chevalier pubblica il suo secondo romanzo, La Ragazza con l'Orecchino di Perla. Il suo romanzo d'esordio, La Vergine Azzurra, ha avuto risultati discreti, ma questo suo nuovo parto letterario si rivela un vero e proprio bestseller.
Una riproduzione del celebre quadro di Vermeer è stata attaccata a una parete della casa di sua sorella per anni e anche l'autrice ne ha posseduto una stampa per molto tempo. Continuando a vedere ogni giorno quest'opera, essa l'ha incantata, tanto da convincerla a incentrare un romanzo sul dipinto.
A tale scopo, Tracy Chevalier compie indagini sul pittore olandese e il periodo storico in cui viveva, per meglio contestualizzare il romanzo dove la ragazza, che lei chiama Griet, è la protagonista. Indagini durate otto mesi e rivelatesi alquanto complicate, poiché poche sono le informazioni sicure a disposizione relative all'Olanda del diciassettesimo secolo.
Prima ancora che il libro sia pubblicato, suscita l'interesse di alcune società di produzione, tra cui la Miramax Films. Accade tuttavia che una copia del libro - anche in questo caso prima della sua pubblicazione ufficiale - giunga tra le mani della sceneggiatrice inglese Olivia Hetreed, la quale ha lo stesso agente di Tracy Chevalier.
La donna legge il libro in una sola giornata e, prima che esso diventi un bestseller, convince suo marito Andy Paterson e il produttore Anand Tucker ad acquisirne i diritti, per circa diecimila sterline, in quanto convinta che possa essere oggetto di un adattamento cinematografico
In un primo momento, l'autrice del libro è tentata di scriverne anche la sceneggiatura, ma poi vi rinuncia. Olivia Hetreed allora si mette al lavoro: dopo aver effettuato anche lei delle ricerche storiche, concepisce la prima bozza, la quale risulta molto fedele all'opera originaria.
Le successive revisioni eliminano invece alcune sottotrame presenti nel libro, per concentrare la storia principalmente sul rapporto tra Johannes Vermeer e Griet. Cambiamenti e tagli che tuttavia non preoccupano Tracy Chevalier, conscia delle differenze tra cinema e narrativa.
Il primo regista scelto per questo progetto è Mike Newell, mentre il ruolo di Vermeer viene affidato a Ralph Fiennes e quello di Griet a Kate Hudson, la quale si rivolge personalmente ai produttori per ottenerlo.
Viene programmato l'inizio delle riprese per ottobre 2001 ma, circa un mese prima, Kate Hudson sceglie all'improvviso di ritirarsi dal progetto, ufficialmente a causa di divergenze creative. Addirittura si vocifera che l'attrice non volesse indossare il soggolo (il copricapo di Griet) e questo, unito a qualche contrasto coi produttori, abbia causato il suo allontanamento.
Con l'abbandono di Kate Hudson, anche Mike Newell decide poco tempo dopo di rinunciare per perseguire altri progetti. Resta dunque Ralph Fiennes, il quale però ha solo una finestra temporale a disposizione, prima di dover partecipare alle riprese di Un Amore a 5 Stelle. Finestra che si esaurisce e così anche lui si allontana.
La pellicola sembra perciò destinata a non essere realizzata, ma alcuni mesi dopo il regista Peter Webber - che fino a quel momento ha diretto solo documentari e un paio di film per la televisione inglese - capita nello studio dei produttori Tucker e Paterson, coi quali ha già avuto qualche contatto in passato, e nota un poster del dipinto di Vermeer. I tre iniziano a parlare della pellicola e, dopo che Webber ha letto la sceneggiatura e dimostrato interesse, il progetto riprende vita.
Mentre revisiona la sceneggiatura insieme a Olivia Hetreed, Webber inizia la procedura di casting per trovare la nuova interprete di Griet. In un primo momento sembra debba essere selezionata Kirsten Dunst, ma costei ha anche la possibilità di poter partecipare al primo Spider-Man diretto da Sam Raimi, e dunque non si lascia sfuggire questa occasione.
Vengono allora tenute delle audizioni a circa 150 attrici di età compresa tra i sedici e i ventiquattro anni. Ne emerge infine vincitrice Scarlett Johansson, all'epoca in procinto di concludere le riprese di Lost In Translation. Per essere il più possibile somigliante alla ragazza del dipinto, l'attrice - dietro indicazione del reparto trucco - si schiarisce le sopracciglia.
Né lei né il regista Peter Webber decidono di leggere il libro di Tracy Chevalier, per non pregiudicare la loro visione del film e dei personaggi come appaiono nella sceneggiatura.
Per il ruolo di Vermeer, viene scelto Colin Firth. Per prepararsi alla parte, l'attore indaga sul periodo storico in cui è vissuto il pittore e visita i musei dove sono presenti i dipinti dell'artista.
Le riprese si tengono in Amsterdam, Belgio e Lussemburgo. Parte di esse vengono girate a Delft, la città dove venne dipinto il quadro.
La Ragazza con l'Orecchino di Perla (Girl with a Pearl Earring) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 12 dicembre 2003. A fronte di un budget di 10 milioni di sterline, la pellicola arriva infine a incassare a livello internazionale poco più di 31 milioni di dollari.
Per il tipo di film e la difficoltà del tema trattato è un esito più che buono e anche Tracy Chevalier rimane soddisfatta del risultato finale. Inoltre permette a Scarlett Johansson, dopo il buon riscontro di Lost In Translation, di continuare su un percorso autoriale che, paradossalmente o forse no, pochi anni dopo le spalanca le porte a ruoli più significativi... ma questa è un'altra storia.

venerdì 15 novembre 2019

A scuola di cinema: Speed (1994)

1985: Esce il film A 30 Secondi Dalla Fine (Runaway Train), basato su un soggetto di Akira Kurosawa, che vede Jon Voight ed Eric Roberts - nella parte di due prigionieri evasi - bloccati su un treno senza macchinista diretto ad alta velocità lungo un binario morto.
Dietro consiglio di suo padre, un giovane sceneggiatore di nome Graham Yost vede la pellicola qualche anno dopo la sua uscita e, prendendo in parte spunto da essa, pensa a una storia che sia ambientata su un autobus su cui è stata piazzata una bomba e che non possa andare sotto una certa velocità. Alcuni anni dopo, ha la possibilità di mettere in pratica quest'insolita idea.


1991: Graham Yost è senza un impiego fisso e cerca, tramite il suo agente, di piazzare alcune sceneggiature, soprattutto per serie televisive e sitcom. Avendo dunque tempo libero, scrive in circa quattro settimane la sceneggiatura di un film intitolato Minimum Speed.
In principio, la storia si svolge quasi unicamente sul bus, il quale deve andare a una velocità minima di 20 miglia orarie, ma un suo amico, Paul Bubra, gli suggerisce di portare la velocità a 50 miglia orarie e Yost accetta il consiglio. Lo scrittore toglie inoltre la parola Minimum dal titolo, consapevole che un film d'azione con questa parola rischierebbe di non attirare pubblico, e nel climax finale fa esplodere il mezzo di trasporto contro l'insegna di Hollywood.
Convinto che ci vorrà molto tempo prima che questo trattamento venga notato, se mai verrà notato, Yost si reca con sua moglie in Oregon per il matrimonio di un amico. Lì pochi giorni dopo riceve una telefonata dal suo agente, il quale lo informa che la Paramount ha acquistato la sceneggiatura.
La casa di produzione vorrebbe come regista John McTiernan, grazie alla sua esperienza nel dirigere film d'azione, ma costui declina in quanto vede il progetto come troppo simile a Trappola di Cristallo (Die Hard), da lui appunto diretto qualche anno prima.
McTiernan suggerisce allora come alternativa Jan De Bont, alla sua prima esperienza come regista, in quanto fino a quel momento ha lavorato come direttore della fotografia, tra cui anche per un paio di film diretti da McTiernan.
Alla fine, tuttavia, la Paramount decide di rinunciare al progetto, convinta che un film di due ore ambientato su un bus non funzionerebbe. De Bont e Yost si rivolgono allora alla 20th Century Fox, la quale si dimostra interessata, ma chiede che siano aggiunte ulteriori scene non ambientate sul bus per rendere la trama più variegata.
Yost inserisce allora la scena iniziale ambientata in un ascensore, dietro suggerimento di De Bont (che era rimasto intrappolato proprio in un ascensore durante la produzione di Trappola di Cristallo), e aggiunge di sua iniziativa la battaglia finale sulla metropolitana modificando l'epilogo originario, convincendo così la Fox a dare il via al progetto.
Per il ruolo del protagonista, Jack Traven, la prima scelta ricade su Stephen Baldwin, ma costui rifiuta poiché pensa che il personaggio sia troppo simile al John McClane di Trappola di Cristallo (ironicamente, la stessa obiezione di McTiernan).
De Bont allora propone il nome di Keanu Reeves, di cui ha apprezzato l'interpretazione in Point Break. Anche Reeves, però, è esitante, visto che la sceneggiatura è ancora in fase di rifinitura.
Un primo, ignoto sceneggiatore effettua una prima revisione, che scontenta del tutto Yost, il quale interviene di persona e la rivede a sua volta in circa tre giorni. Dopodiché, qualche settimana prima dell'inizio delle riprese, essa viene affidata a Joss Whedon per un'ulteriore rifinitura. Whedon interviene in particolar modo sui dialoghi, riscrivendone la maggior parte, d'intesa con Yost. Tale ultimo intervento convince Keanu Reeves ad abbandonare le ultime riserve e accettare infine la parte.
Nonostante questo prezioso e ampio lavoro, tuttavia, Joss Whedon alla fine non viene accreditato in via ufficiale come sceneggiatore.
Per prepararsi alla parte, Reeves passa due mesi in palestra e si allena con alcuni agenti della S.W.A.T. Inoltre, dietro richiesta di De Bont, si taglia i capelli. L'attore esagera tuttavia col suo taglio e la Fox attende qualche giorno perché la sua capigliatura ricresca un po', prima di dare il via alle riprese.
Per il ruolo della protagonista, Annie Porter, in una prima fase della sceneggiatura è una paramedica afroamericana e viene contattata Halle Berry, che però rifiuta. In una successiva revisione diviene un'insegnante di scuola guida. Yost ha in mente per questo ruolo Ellen DeGeneres, che tuttavia non viene contattata dalla produzione. La parte viene infine affidata a Sandra Bullock, la quale decide di prendere lezioni di guida di un autobus.
Il ruolo dell'antagonista, Howard Payne, viene affidato a Dennis Hopper. Il suo casting convince Yost a modificare in corsa la trama originaria che vede come cattivo principale - assistito da un complice - il personaggio di Harry Temple interpretato da Jeff Daniels, che invece nell'ultimo script rivisto da Whedon rimane ucciso, lasciando spazio al solo Hopper, la cui presenza e carisma per Yost risultano credibili e sufficienti a rappresentarlo come unica mente criminale.
Le riprese iniziano il 7 settembre 1993 e si concentrano principalmente nella città di Los Angeles. Un giorno, il regista Jan De Bont nota che un tratto di una interstatale è ancora in costruzione e concepisce una scena non prevista nella sceneggiatura, il salto del bus di una strada interrotta. Per questa scena non viene usata tecnologia CGI e il salto avviene davvero grazie a un'apposita rampa e con dentro il mezzo uno stuntman professionista adeguatamente protetto. Alla fine saranno utilizzati 10 autobus per tutte le riprese.
Nonostante le proteste di De Bont, Reeves insiste per girare anche le scene più pericolose, facendo ricorso alla controfigura solo quando è strettamente necessario. 
Le riprese si concludono il 23 dicembre 1993. All'inizio la Fox pianifica di distribuire la pellicola nell'agosto 1994, data che viene anticipata a giugno a seguito del favorevole riscontro di alcune preview con pubblico selezionato.
Speed viene programmato nei cinema americani a partire dal 10 giugno 1994. A fronte di un budget di 30 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare oltre 350 milioni di dollari.
La carriera di Keanu Reeves all'epoca dell'uscita di questo film è già lanciata, ma si può dire che anche grazie ad esso ha poi preso piena velocità... ma questa è un'altra storia.

martedì 12 novembre 2019

A scuola di cinema: Clerks - Commessi (1994)

1993: Un appassionato lettore di fumetti e amante del cinema, nonché fan sfegatato della saga di Star Wars, lavora come commesso presso un emporio del New Jersey, il Quick Stop Convenience Store, fino a che decide - con un pizzico di follia - di dirigere e produrre un film indipendente. Un film che cambierà del tutto la sua vita. Il suo nome è Kevin Smith.


Nel 1991, Kevin Smith assiste alla proiezione del film indipendente Slacker, diretto da Richard Linklater, ambientato nella città natale del regista in Texas, e ne rimane conquistato, decidendo di provare a fare qualcosa di simile.
Per apprendere i fondamenti del lavoro di regista e sceneggiatore, Kevin Smith si iscrive a un corso della durata di otto mesi presso la Vancouver Film School, ma lo abbandona dopo quattro mesi ritenendo di aver già appreso tutto quello che era necessario.
Lì incontra Scott Mosier e David Klein, coi quali stringe una forte amicizia e che poco tempo dopo si trasferiscono in New Jersey per aiutarlo a sviluppare il suo film, nei ruoli rispettivamente di produttore e direttore della fotografia.
Per portare avanti questo progetto, Smith fonda insieme a Mosier la società di produzione View Askew Productions. Per racimolare il denaro necessario, il regista vende la sua collezione di fumetti, riceve una donazione da parte dei suoi genitori, incassa il premio di un'assicurazione per danni a una sua auto e prosciuga le sue carte di credito.
Ottiene alla fine poco più di 27.000 dollari, motivo per il quale si vede costretto a girare la pellicola in bianco e nero, visto che con un film a colori la post-produzione verrebbe a costare molto di più.
Smith scrive la sceneggiatura del suo film - intitolato in origine Inconvenience - basandosi sulle sue esperienze come commesso del Quick Stop, prendendo ispirazione da sé stesso per il personaggio di Dante Hicks e dal suo amico Bryan Johnson - commesso di un negozio di videocassette di fianco al suo - per il personaggio di Randal Graves.
Nonostante ciò, Smith in origine intende interpretare Randal, ma capisce ben presto che essere il regista e avere al contempo anche un ruolo da protagonista potrebbe rivelarsi fin troppo stressante, così riserva per sé la parte di un personaggio minore, Silent Bob.
Per trovare gli altri interpreti, Smith cerca tra gli attori della scena teatrale del New Jersey pubblicando un annuncio su un giornale. È così che trova Brian O'Halloran, a cui affida il ruolo di Dante, e Marylin Ghigliotti, che si aggiudica la parte di Veronica Loughran, la fidanzata di Dante.
Il personaggio di Randal, invece, viene affidato a Jeff Anderson, un amico di Kevin Smith che aiuta il regista e sceneggiatore nel corso delle audizioni leggendo le parti di vari personaggi durante i provini dei vari attori.
Per il suo migliore amico, Jason Mewes, un operaio edile, Kevin Smith concepisce la parte di Jay, il socio di Silent Bob.
A coprire altri ruoli, infine, vi sono la madre e la sorella di Smith e alcuni suoi amici, un paio dei quali interpretano più di un personaggio. Per tutti loro è praticamente la prima esperienza cinematografica.
Le riprese iniziano il 19 marzo 1993, in New Jersey, presso il Quick Stop Convenience Store e il confinante RST Video. Avendo Smith il suo turno come commesso di giorno, può permettersi di girare solo la notte, al di fuori degli orari di lavoro. Da qui la spiegazione sul perché nel film la serranda rimanga chiusa e ci sia sempre l'illuminazione all'interno.
Ciò lascia al regista, alla fine delle riprese giornaliere, una o al massimo due ore di sonno, prima che debba ricominciare di nuovo il suo turno di lavoro. Stessa cosa per i suoi compagni di pellicola, i quali durante il giorno devono occuparsi di altre faccende e impegni personali. Alla fine, tutti soffrono per qualche tempo di sindrome di privazione del sonno.
Nella versione originaria, la scena finale vede Dante ucciso a sangue freddo da un rapinatore ignoto poco dopo l'orario di chiusura. Smith opta per questo finale principalmente perché non ha idea di come concludere la storia e come sorta di curioso omaggio al film Fa' La Cosa Giusta, di Spike Lee.
Le riprese si concludono il 24 aprile 1993.
Smith riesce a far sì che la pellicola sia programmata durante la manifestazione Independent Feature Film Market che si tiene a New York. Tuttavia il pubblico presente alla sua visione è alquanto scarso. Uno degli spettatori è però Bob Hawk, uno dei componenti del comitato di selezione del Sundance Film Festival.
Hawk inizia a far promozione alla pellicola di Smith, fino a ottenere che sia programmata nell'edizione del 1994 del Sundance Film Festival, dove ottiene un riscontro eccezionale. Subito dopo, Smith e Mosier vengono avvicinati da Harvey Weinstein della Miramax Films, il quale si propone per la distribuzione del film, facendolo programmare anche durante il Festival di Cannes di quello stesso anno.
Smith decide allora - pur non ricevendo pressioni in tal senso dalla casa di produzione - di modificare il finale, concludendolo su una nota più lieta ed eliminando l'uccisione di Dante.
La Motion Picture Association of America (MPAA) classifica in principio il film come vietato ai minori, per via del suo linguaggio ritenuto troppo scurrile. Poiché questo rischia di compromettere in maniera seria gli incassi, in quanto pochi cinema sono disposti a programmare film vietati e di un regista sconosciuto, la Miramax presenta appello facendosi assistere dal prestigioso avvocato Alan Dershowitz e ottenendo infine l'autorizzazione alla visione da parte dei minori se accompagnati da un adulto.
Clerks - Commessi (Clerks) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 19 ottobre 1994. A fronte di un budget iniziale di 27.575 dollari, lievitato a 230.000 dollari a seguito della post-produzione della Miramax, che vi aggiunge le tracce della colonna sonora, il film arriva infine a incassare solo sul territorio statunitense 3 milioni e duecentomila dollari.
Un debutto davvero straordinario per Kevin Smith. L'impiego come commesso ormai alle sue spalle e con una carriera cinematografica lanciata, passa in poco tempo dall'essere un anonimo lavoratore in un emporio a un regista e sceneggiatore conteso dagli studios cinematografici... ma questa è un'altra storia.

sabato 9 novembre 2019

A scuola di cinema: Buffy - L'Ammazzavampiri (1992)

1990: Uno scrittore di sitcom alle prime armi, nonché correttore di bozze spesso non accreditato di svariate sceneggiature, sta cercando - come molti altri giovani scrittori venuti prima di lui - di farsi approvare un proprio progetto personale che possa lanciare la sua carriera.
Tale occasione a un certo punto arriva, quasi in maniera casuale, e anche se non tutto va secondo i piani gli permette infine di iniziare a tracciare una propria strada lavorativa. Il nome di questo scrittore è Joss Whedon.


Mentre è impegnato nella produzione dell'unica stagione della sitcom Fra Nonni e Nipoti, che vede tra i suoi protagonisti anche un giovane Leonardo DiCaprio, Joss Whedon pensa a un'idea che sovverta il classico cliché della donna bionda e svampita sempre in pericolo, con una storia intitolata Rhonda the Immortal Waitress, la quale vede protagonista una cameriera che scopre appunto di essere immortale. Abbandona tuttavia subito quest'idea, poco più che abbozzata, e la rimodella, cambiando il nome e il ruolo della protagonista.
Scrive dunque una sceneggiatura intitolata Buffy The Vampire Slayer, che viene acquistata nell'autunno del 1991 dalla società di produzione Sandollar, fondata da Dolly Parton. Tale sceneggiatura rimane tuttavia nel limbo per alcune settimane, fino a quando non viene notata dalla regista Fran Rubel Kuzui.
Costei - che ha ottenuto molti apprezzamenti nel 1988 grazie al suo primo lungometraggio, Tokyo Pop - lavora insieme a Whedon su una rifinitura della sceneggiatura originaria e, grazie ai suoi contatti e a quelli di suo marito, Kaz Kuzui, riesce a portarla all'attenzione della 20th Century Fox
La quale pone tuttavia delle condizioni: la sceneggiatura deve essere revisionata in maniera ulteriore, poiché il suo tono da commedia dark non è ritenuto dei più adatti e ci sono scene giudicate troppo forti per una pellicola diretta a un pubblico di adolescenti (nel trattamento di Whedon, Buffy non esita a dare fuoco a un'intera palestra, pur di eliminare i suoi nemici). Deve dunque mirare verso toni più leggeri, quasi da commedia pura.
Per il ruolo della protagonista, viene contattata inizialmente - dietro consiglio di Whedon - Alyssa Milano, ma non essendo costei disponibile il ruolo viene affidato a Kristy Swanson, al suo primo ruolo cinematografico di una certa rilevanza.
Per il ruolo del protagonista, Pike, le buone conoscenze di Kaz Kuzui permettono di avere a bordo Luke Perry. Questo tuttavia causa anche problemi di tempistica: essendo l'attore impegnato con le riprese della serie televisiva Beverly Hills 90210, ha solo una breve finestra temporale a disposizione per poter partecipare. La pre-produzione della pellicola deve dunque durare cinque settimane e le riprese al massimo sei settimane, perché possa uscire durante il periodo estivo.
Il film rappresenta anche l'esordio cinematografico per l'attrice Hilary Swank e vede inoltre una breve partecipazione di Ben Affleck, allora alle prime armi.
Vi è poi il curioso caso del personaggio di Amylin. In origine è un personaggio femminile e il ruolo viene affidato all'attrice Joan Chen, la quale però non è disponibile. Viene messo dunque sotto contratto l'attore Paul Reubens e così il ruolo e la sceneggiatura vengono modificati per rendere Amylin un uomo.
Sono previsti anche dei cameo di alcune celebrità, quali David Bowie e Mick Jagger, sotto forma di vampiri, ma per motivi di tempo e soprattutto budget - avendo già la produzione messo sotto contratto due star quali Donald Sutherland e Rutger Hauer - questo non può essere realizzato.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 20 febbraio 1992, concentrandosi principalmente nella città di Los Angeles. Joss Whedon viene assunto come consulente e assistente alla produzione, ma ha già mal digerito i numerosi cambiamenti apportati alla sua sceneggiatura originaria e l'eccessiva ingerenza dei produttori.
A peggiorare le cose, inoltre, sul set lo sceneggiatore ha un pessimo rapporto lavorativo con Donald Sutherland. Pur stimandolo come attore, Whedon non sopporta che costui cambi spesso e volentieri le sue battute, rendendo a suo parere alcune scene incomprensibili per via dei suoi dialoghi, senza che Fran Rubel Kuzui faccia qualcosa per mitigare questa situazione.
Sutherland giunge al punto di far modificare in maniera ulteriore la sceneggiatura quando impone che il personaggio di Merrick, da lui interpretato, sia ucciso, quando invece nel trattamento di Whedon sceglie di suicidarsi.
Frustrato da tutto ciò, alla fine Joss Whedon decide di abbandonare il set per non tornarvi mai più e non avrà mai più alcuna stima professionale per Donald Sutherland.
Le riprese si concludono il 26 aprile 1992.
Buffy - L'Ammazzavampiri (Buffy The Vampire Slayer) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 31 luglio 1992. A fronte di un budget di 7 milioni di dollari, il film arriva infine a incassare a livello internazionale poco più di 16 milioni e seicentomila dollari. Non viene considerato un totale insuccesso, ma di sicuro non è il risultato sperato dalla Fox. Tanto che in breve tempo il film viene dimenticato e il destino della Cacciatrice sembra segnato.
Non è tuttavia questo il vero epilogo. Alcuni anni dopo l'uscita della pellicola, Gail Berman, CEO della Sandollar, la quale è ancora titolare dei diritti, chiede a Whedon se sia interessato a sviluppare Buffy sotto forma di serie televisiva. Per lo sceneggiatore è la possibilità di riscattare quel fallimento da lui non voluto di qualche tempo prima.
Ne approfitta dunque per prendere a riferimento la sua sceneggiatura originaria, senza tenere in alcun conto gli eventi del film, e - con un progetto intitolato all'inizio solo Slayer - utilizzando anche soldi di propria tasca Whedon dirige un corto di circa 25 minuti, che viene inviato all'attenzione di alcuni network televisivi.
Tale corto viene opzionato da WB Network, che manda in onda il primo episodio di Buffy The Vampire Slayer il 10 marzo 1997. Sarah Michelle Gellar sostituisce Kristy Swanson nel ruolo della Cacciatrice.
È solo la prima di sette stagioni che rivoluzioneranno il mondo delle serie televisive e permetteranno a Joss Whedon, pur con qualche rovescio di fortuna lungo la via, di tracciare finalmente quella propria strada iniziata più di un lustro fa.
E col tempo di divenire sia regista che sceneggiatore di film molto importanti... ma questa è un'altra storia.

giovedì 7 novembre 2019

A scuola di cinema: Venerdì 13 (1980)

1971: Esce nei cinema italiani il film Reazione a Catena, diretto da Mario Bava, incentrato su una serie di omicidi violenti e crudeli. La pellicola ottiene buoni riscontri nel nostro paese, a differenza di altri film del regista romano, e viene importata negli Stati Uniti, dove viene intitolata Twitch of the Death Nerve, divenendo oggetto di culto per futuri registi quali Tim Burton o Quentin Tarantino
Il film viene preso a modello da altri registi americani dell'epoca e diviene l'antesignano di un nuovo genere, lo slasher movie.
1978: Esce Halloween di John Carpenter, pellicola grazie alla quale lo slasher movie inizia a mostrare delle potenzialità, arrivando a guadagnare 70 milioni di dollari a fronte di un budget iniziale di poco più di 300.000 dollari.
Gli studios cinematografici iniziano dunque a guardarsi intorno, per capitalizzare su questo genere dai bassi costi e grandi incassi. Una cosa che non sfugge all'attenzione del produttore Sean Sexton Cunningham, responsabile della creazione di una delle più celebri saghe horror di sempre.


Sean Cunningham inizia la sua carriera cinematografica nei primi anni settanta del ventesimo secolo, producendo e dirigendo alcuni film softcore. Nel 1972 collabora con Wes Craven, producendo il film L'Ultima Casa a Sinistra, la sua prima incursione nel genere horror.
Cunningham produce in seguito un paio di commedie, entrambe sceneggiate da un giovane scrittore di nome Victor Miller, ma queste non incontrano il successo sperato.
Cunningham allora, nel 1979, decide di tornare al genere horror, l’unico che fino a quel momento gli abbia dato delle soddisfazioni e che - poiché tutti affrontano certi problemi - gli può consentire di pagare le bollette. Ma visto che Wes Craven si è ormai trasferito sulla Costa Est degli Stati Uniti, decide di portare avanti un nuovo progetto da solo, sia come regista che come produttore, col sempre prezioso aiuto di Victor Miller come sceneggiatore.
Quest'ultimo, nel concepire un nuovo slasher movie che sia d'impatto, si ispira in maniera dichiarata a Halloween, con Cunningham che lo esorta a spingere ancora di più sull'acceleratore, a creare qualcosa che riesca sia a scioccare che a divertire il pubblico.
I due decidono di ambientare il tutto in un campeggio estivo, poiché è una location facile da trovare e Miller ricorda ancora le storie d'orrore che gli raccontava suo fratello, il quale le aveva sentite appunto durante le vacanze estive.
Il primo titolo concepito è A Long Night at Camp Blood, ma Cunningham pensa sia poco incisivo. Ricorda allora un titolo che gli era venuto in mente durante la produzione di una delle sue commedie, Friday The 13th.
Convinto della bontà di questo progetto, e per evitare che altri si approprino dell'idea, Cunningham – con la stesura della sceneggiatura ancora da completare – commissiona a un'agenzia la creazione di un apposito logo e lo fa comparire sulla rivista Variety, tramite uno spazio pubblicitario pubblicato il 4 luglio 1979.
Il tutto attira l'attenzione della Georgetown Productions, la quale si dichiara pronta a investire nel progetto un budget di circa 550.000 dollari. Trovati i finanziamenti, Cunningham aiuta Victor Miller a completare la sceneggiatura, la cui prima bozza viene scritta in poco più di due settimane, ma che diviene oggetto poi di almeno tre revisioni.
All'inizio il nome del ragazzo annegato, la cui morte darà vita alla prima serie di delitti, è Josh Voorhees - un cognome di una ragazza con cui Victor Miller usciva durante il periodo scolastico - ma lo sceneggiatore non ne rimane convinto e lo ribattezza dunque Jason. Inoltre la storia non termina con l'allucinazione dell'ultima ragazza sopravvissuta, che viene trascinata da Jason in fondo al lago.
Cunningham si rivolge a un'agenzia di New York, TNI Casting, specializzata nel campo teatrale, perché cerchi gli otto giovani interpreti della pellicola: la sua richiesta è che non debbano necessariamente essere dei bei ragazzi, ma che risultino comunque credibili nel loro ruolo di componenti dello staff del campeggio, Crystal Lake.
Dell'incarico si occupano Julie Hughes e Barry Moss, i quali iniziano a pescare a piene mani dal mondo delle soap opera. Da qui proviene anche l'interprete più noto del giovane cast, Kevin Bacon, seppur ancora alle prime armi e alla ricerca di un ruolo che possa lanciare la sua carriera di attore dopo la sua apparizione un anno prima in Animal House.
Per il ruolo della madre di Jason, Mrs. Voorhees, viene contattata in prima battuta Estelle Parsons, ma costei rifiuta, dietro consiglio del suo agente che ritiene il film troppo violento. La sceneggiatura viene perciò inviata a Betsy Palmer, una diva della televisione americana che non compare tuttavia sul grande schermo dal 1959.
Betsy Palmer giudica il copione orribile e lo getta nella spazzatura, ma poi ci ripensa, visto che ha bisogno subito di soldi per comprarsi un'auto nuova e la paga proposta, mille dollari al giorno, è proprio quella che fa al caso suo. Si convince inoltre che questo film sarà presto dimenticato dal pubblico e così accetta la parte.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 4 settembre 1979. Vengono effettuate in New Jersey, presso le città di Blairstown e Hope, sfruttando un locale campo boyscout, Campo NoBeBoSco - ovvero Crystal Lake - durante un periodo di pausa autunnale. Location ottimale, poiché molte delle strutture sono già presenti e non occorre molta manodopera. L'autorizzazione a girare le riprese viene garantita solo dopo che è stata fatta una donazione all'associazione dei boyscout statunitensi.
Cunningham sente che manca qualcosa, un colpo di scena finale. Il truccatore e responsabile degli effetti speciali del film, Tom Savini, suggerisce allora di far comparire Jason Voorhees all'improvviso dal lago, ispirandosi all'epilogo di Carrie di Brian De Palma. Nonostante lo scarso entusiasmo al riguardo di Victor Miller, secondo cui Jason è una vittima e non un carnefice, l'idea viene accettata.
Venendo tale idea dal responsabile del reparto trucco, si decide di rendere Jason affetto da una malattia al volto, tale da farlo risultare dunque sfigurato. Il primo Jason Voorhees cinematografico è Ari Lehman, che aveva preso parte a una precedente commedia prodotta da Sean Cunningham, Manny's Orphans, e che si propone personalmente per questo ruolo.
Le riprese si concludono il 3 ottobre 1979.
Il compositore Harry Manfredini si occupa della colonna sonora. Prendendo spunto da una frase pronunciata da Betsy Palmer, "Kill her, mommy", ne storpia in un microfono la pronuncia in Ki Ma, facendo sì che queste due sillabe risuonino come un'eco tramite un apposito macchinario. Effettua il tutto da solo, visto che il budget a disposizione non gli permette di avere un coro.
Quando Frank Mancuso Sr., produttore alla Paramount, nota il film capisce subito che può essere un grande successo e fa di tutto perché la casa di produzione ne acquisisca i diritti di distribuzione, vincendo infine la concorrenza della United Artists e della Warner Bros., anche se quest'ultima se ne assicura la distribuzione sui mercati internazionali.
Venerdì 13 (Friday The 13th) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 9 maggio 1980. A fronte di un budget di 550.000 dollari, il film arriva infine a incassare a livello internazionale quasi 60 milioni di dollari.
È un grande e perlopiù insperato successo che dà vita a un nuovo, redditizio franchise cinematografico... ma questa è un'altra storia.