domenica 20 settembre 2015

Non sapevo di essere incinta superhero style (IV)


Negli ultimi tre articoli abbiamo parlato di trame contorte e mal gestite le quali avevano un comune denominatore: la gravidanza di una supereroina. Un tema in generale, quello della nascita e della crescita di un bambino, poco utilizzato nei fumetti supereroistici poiché vi è la convinzione che la presenza di un bambino invecchi troppo un supereroe, la cui lettura delle storie deve rivolgersi in maniera prevalente a un pubblico di adolescenti. Tanto che, quando un supereroe ha un figlio, nella maggior parte dei casi questo sarà soggetto a una innaturale crescita che lo porterà a divenire in breve tempo un adulto, di modo da bypassare così l'ostacolo del tempo che passa e che nei fumetti è dilatato oltre misura.
E quando alla fine questo tema viene trattato, i risultati sono nella maggioranza dei casi non eccelsi (oltre alle gravidanze di Power Girl, Scarlet e Miss Marvel possiamo citare Sins Past, storyline che faceva riferimento anch'essa a una gravidanza indesiderata, quella dei figli di Gwen Stacy e Norman Osborn). Come mai accade questo? Fermo restando che la verità è appannaggio di nessuno, tantomeno di uno come me, ho identificato due motivazioni:
1) Le trame sono scritte da uomini. Sì, può apparire banale, però ci sono sensazioni, emozioni, gioie e dolori associati a una gravidanza che solo una donna può davvero capire e descrivere in maniera efficace. Un uomo può al più intuirle, ma non comprenderle del tutto. E così quando si tratta di dover descrivere questa cosa e farlo nei "limiti" di un fumetto mainstream (perché narrativamente non si può far finta che il personaggio coinvolto non provi qualcosa) si ricorre a convenzioni che alla lunga risultano stantie e prevedibili, tra cui l'inevitabile momento di artefatta disperazione dell'eroina di turno quando scopre di essere rimasta incinta.
2) Le esigenze di spettacolarizzazione. Va da sé che se si mostrasse per molti albi una gravidanza che procede senza problemi e si conclude senza troppi patemi d'animo, con un bambino che poi cresce felice in famiglia, un lettore rimarrebbe deluso. Ecco dunque allora il dover per forza gettare il carico da novanta sul tutto (la gravidanza è innaturale, c'è stata l'immacolata concezione, il padre è così innominabile che non se ne deve parlare, il bambino una volta nato diventa adulto in pochi giorni, il bambino è perseguitato da forze maligne perché in possesso di un potere oltre ogni immaginazione... e via discorrendo). Giuste e inevitabili convenzioni della narrativa supereroistica e fumettistica in generale, ma che se sfruttate più volte alla fine rischiano di risultare ripetitive o, peggio, banali e fini a sé stesse.
Penso che, alla fine, tutto questo sia un cortocircuito: è un argomento di cui non si vuol parlare troppo, e quando se ne parla ci si limita a intraprendere quelle che si ritengono strade consolidate e senza rischi, le quali però rendono l'argomento qualcosa di imbarazzante (affrontare una gravidanza non è esattamente come affrontare un supercriminale, se posso dirlo).
Permettetemi comunque di citare infine una piacevole eccezione: Fantastic Four Annual 6, del 1968. Una storia scritta da due uomini, che parla di una gravidanza problematica e per cui gli eroi devono lottare contro il tempo, ma che come descrizione dei personaggi e gestione della trama non risulta affatto banale, anche se vista con gli occhi disincantati di oggi. E sì, c'è il lieto fine, il miglior lieto fine che si possa concepire. A dimostrazione che a volte, se si presta più attenzione ai personaggi e non a spettacolarizzare a tutti i costi la trama, può anche venirne fuori qualcosa di buono, pensa un po'. Poi Franklin Richards ha smesso di crescere... e lì sono iniziati i problemi.

mercoledì 16 settembre 2015

Rom Gli Anni Perduti: Rom Spaceknight 46

09/1983
BESTIARIO (BESTIARY!)
Bill Mantlo (storia)-Sal Buscema (matite)-Ian Akin/Brian Garvey (chine)-Ben Sean (colori)-Ralph Macchio/Jim Shooter (supervisione)-Bill Sienkiewicz (cover)

I Segugi della Nebulosa Oscura, incitati e frustati da guidatori di slitte dall'aspetto umano ma che in realtà sono Spettri Neri, ululando si avvicinano ai Cavalieri Spaziali ed ai Supersoldati Sovietici. Rom e Starshine si lanciano senza indugio contro di loro: il Neutralizzatore esilia subito nel Limbo una delle bestie, seguito a ruota dal raggio dorato di Starshine, che concede alle creature lo stesso, amaro destino. Rom rimane colpito per come Brandy, in poco tempo, abbia imparato a padroneggiare i poteri della sua compagna defunta: abbassa così la guardia e permette a tre Segugi di accerchiarlo e intaccare la sua armatura e i suoi neurocircuiti.
Stella Nera e Vanguard non sono ancora intervenuti, sconvolti da quanto stanno vedendo e confusi per via degli ultimi eventi. A sbloccarli ci pensa Ursa Major che, pur ferito, riassume la sua forma di orso e si lancia contro una slitta: si libera dei cani resistendo ai loro morsi e attacca il guidatore, nel cui petto affonda le sue mani artigliate. Laynia e Nikolai rimangono esterrefatti quando vedono il corpo del guidatore mutare, trasformarsi in una creatura inumana, riassumendo la sua vera forma aliena per poi diventare cenere che viene dispersa dal vento. Ancora una volta agli eroi sono state offerte solo delle menzogne e, dal momento che questi alieni sono dei mutaforma, potrebbero essersi già infiltrati ai più alti livelli del potere. Stella Nera e Vanguard abbandonano dunque ogni indugio e attaccano coi loro poteri i Segugi della Nebulosa Oscura, volgendo in pochi secondi le sorti di una battaglia che appariva disperata.
Grazie a ciò Rom si rinfranca e si libera dei suoi assalitori, esiliandoli tutti nel Limbo. Starshine invece non ha esitato un secondo: il brivido della lotta la eccita e non prova alcuna pietà per i suoi nemici. I Supersoldati Sovietici si uniscono a loro: la Forza Oscura di Stella Nera impedisce che i cani si trasformino in Segugi; Vanguard lancia le sue armi dalla forma di falce e martello, abbattendo i cani infernali; Ursa Major scatena tutta la sua ferocia contro le creazioni degli Spettri Neri, macchiando di rosso sangue il paesaggio innevato di questa regione. In breve si è formata un'alleanza tra i Cavalieri Spaziali ed i Supersoldati, per cacciare gli alieni mutaforma dalle steppe sovietiche. In pochi minuti dei cani rimangono solo le carcasse e restano solo i guidatori delle slitte: Rom li esamina con l'Analizzatore di Energia, scoprendo quello che già ha intuito, che sono Spettri Neri. I quali vengono tutti spediti nel Limbo. La vista di questa oscura dimensione gela il cuore di Starshine, che viene consolata da Rom, anche se nessuna parola può alleviare l'orrore.
Stella Nera poi indica la base aliena: devono scoprire quale male si annida nel cuore della loro patria. Ursa Major racconta che, quando ha seguito Gremlin nella fortezza, si è imbattuto in una caverna ricoperta di ghiaccio avvolta da nebbie di vapore fumante. Delle macchine pompavano quel vapore e degli uomini, ammanettati e frustrati come bestie, lavoravano su quelle macchine. E al centro di tutto campeggiava un immenso, infernale pozzo, ma cosa vi fosse al suo interno l'eroe russo non sa dirlo poiché è stato scoperto e allontanato dal complesso dai segugi infernali. Mentre Ursa Major affrontava le bestie, però, Gremlin è riuscito a penetrare nelle stanze più segrete della base: non è certo lui il nemico, come affermato da uno stato corrotto e pieno di nemici invisibili.
I due Cavalieri Spaziali e i Supersoldati Sovietici dunque si dirigono verso la base aliena: le distese ghiacciate vengono rapidamente attraversate e le mura del complesso penetrate facilmente, troppo facilmente. Gli eroi arrivano nella caverna indicata da Ursa Major e sono testimoni di un'orribile scena: gli schiavi umani che giacciono morti ai lati del pozzo, mentre un raggio rosso di un macchinario alieno si dirige fin nelle sue profondità. Gli Spettri Neri attivano un altro macchinario e, prima che gli eroi possano organizzare una difesa, una sorta di volta energetica compare attorno a loro: questo campo di forza non li tratterrà a lungo, serve solo a far sì che l'esperimento sul pozzo termini senza interferenze. Infatti poco dopo dal suo centro fumante qualcosa fuoriesce, qualcosa che non camminava sulla Terra da migliaia di anni: mammut, tigri dai denti a sciabola e altri orrori preistorici ritornano in vita e si scagliano contro gli eroi imprigionati, che si difendono come possono. Poiché queste creature non sono aliene, sono davvero animali preistorici che dominavano la Terra nel lontano passato: gli Spettri Neri hanno in qualche modo disgelato i loro resti, li hanno fatti rivivere e resi più selvaggi che mai.
La difesa degli eroi è strenua e a complicare le cose c'è il fatto che le creature continuano a uscire dal pozzo, sembrano non dover finire mai. Gli Spettri Neri esultano: la loro scienza ha creato il campo di forza e la loro magia ha rianimato mostri del passato, queste due cose insieme riusciranno ad uccidere i Cavalieri Spaziali e i loro alleati. Improvvisamente però tutte le creature cadono al suolo prive di vita, decomponendosi rapidamente, mentre anche il campo di forza viene meno. Gli Spettri Neri sono sconvolti: come può essere accaduto tutto questo? La risposta è alle loro spalle: il responsabile è Gremlin, che ha spento i loro macchinari utilizzando gli strumenti scientifici da lui scoperti in questo complesso segreto. Una scienza che la sua mente mutante è riuscita a padroneggiare con facilità. Gli alieni, irati, si preparano a colpirlo con i loro incantesimi, ma vengono preceduti dai Cavalieri Spaziali e dai Supersoldati Sovietici, che utilizzano le loro armi e i loro poteri contro i mutaforma. Alcuni vengono reclamati dal Limbo, altri dalla morte, fino a quando più nessun Spettro Nero è presente in queste distese innevate.
La minaccia è terminata, ma cosa fare della struttura aliena e dei suoi complessi macchinari? Gremlin ha un'idea: invece di distruggere tutto, meglio utilizzare questa struttura come base, di modo da essere certi che nessuno la utilizzi più per scopi malvagi. Inoltre qui i mutanti russi potranno combattere per la loro patria senza l'interferenza dello stato, sarà la casa che non hanno mai posseduto. Stella Nera, Vanguard e Ursa Major sono entusiasti per questa proposta e chiedono a Gremlin di entrare a far parte dei Supersoldati Sovietici: lui accetta. Poi gli eroi russi ringraziano i due Cavalieri Spaziali, che poco dopo si librano in volo, pronti ad andare là dove si annida la malvagità degli Spettri Neri.

FINE

domenica 13 settembre 2015

Non sapevo di essere incinta superhero style (III)

Nel precedente articolo ho citato una gravidanza Marvel che definirei, nel migliore dei casi, fantascientifica a livelli assurdi. E sì, a ben pensarci sono sicuro che niente possa giungere a quei livelli. Niente... anche se ciò che segue ci va molto vicino.

COME SCARLET RIMASE INCINTA DI UN TOSTAPANE

La trama incentrata sulla relazione tra Scarlet e il sintezoide Visione fu una delle più apprezzate dai lettori degli anni settanta e da coloro che conobbero in Italia questa storia grazie alle edizioni della Corno. Forse i lettori di oggi troveranno un po' strana (e uso una parola soft) l'idea di una relazione amorosa tra una donna e un robot considerato che quest'ultimo... ci siamo capiti, no? Ma quelli erano i seventies, gente, certe bellissime follie erano all'ordine del giorno. Se avete acquistato il volume Panini "La Madonna Celestiale" avrete anche letto del matrimonio tra i due.
L'autore che più si concentrò sull'evoluzione narrativa di questa relazione fu Steve Englehart, molto apprezzato in quegli anni un po' sperimentali grazie a numerosi cicli su varie testate Marvel e a una breve ma intensa run di Batman. Dopo quest'ultimo lavoro, Englehart si trasferì in Europa e sparì per un po' dai radar fumettistici. Quando ritornò sulle scene, non si accorse che il fumetto mainstream supereroistico era radicalmente cambiato e rimase ancorato a uno stile ormai non più in voga... in cui forse già una trama come quella dell'amore tra Visione e Scarlet faticava a trovare spazio e credibilità. Serviva dunque una ulteriore evoluzione. E ci fu.
Visione e Scarlet si videro dedicare negli anni '80 una miniserie e una maxiserie. La prima è stata pubblicata anche in Italia, nonché ristampata in tempi recenti, della seconda invece sono editi solo i primi due numeri, durante i quali Visione espresse il desiderio di avere un figlio da Wanda. Il "bello" arrivò dopo.
Ora dobbiamo pensare che il professor Horton fosse uno scienziato che pensava e progettava fin nei minimi dettagli, quindi quando costruì il corpo dell'originale Torcia Umana, che venne decenni dopo prelevato dal Pensatore Pazzo, e che venne poi diviso in due da Immortus, e una copia del quale arrivò infine nelle mani di Ultron (ho già un giramento di testa, sappiatelo), lo avesse dotato anche di quel dettaglio fondamentale così caro a tanti uomini. Chiaro che però...
E così, quando Visione espresse il desiderio di avere dei bambini, Scarlet con molta umiltà, gentilezza e disponibilità gli disse:"Ah bello de' Ultron, sei un essere artificiale: anche se hai il pisello questo non è carico!" (il dialogo me lo ricordavo diverso, devo dire, secondo me è stato modificato a seguito di House of M). Poco dopo però i due vennero rapiti dai Sette di Salem e, nel tentativo di bloccare la magia caotica che costoro stavano per scatenare sul mondo, ci fu questo insolito momento romantico...


... che coincise con una apparizione di quella amabile vecchietta di Agatha Harkness, la quale consigliò a Wanda di usare al meglio quel potere. Chi mentre il mondo sta per finire non ha desiderato di rimanere incinta, chi? E così fu (ah, il mondo è ancora qui per la cronaca). Quindi in pratica Wanda avrebbe usato la magia caotica per rendere fertile Visione e... ma perché la mia mente vuole soffermarsi su questo particolare, dico io? Quando si dice la magia del sesso...
Andiamo avanti, va. Wanda dunque rimase incinta e alla fine della maxiserie ebbe due gemelli di nome Thomas e William. Poi la palla passò a John Byrne, che ne fece tabula rasa. Thomas e William infatti furono classificati come un prodotto di Mefisto e parte dell'anima del demone Pandemonio, scomparendo nel nulla: quella di Scarlet era stata niente più che una gravidanza isterica. Perché, in ultima analisi, gli esseri artificiali non possono procreare!
Sì, poi volendo si potrebbe anche parlare di Avengers Disassembled e Young Avengers, ma penso per oggi di aver dato abbastanza!

domenica 6 settembre 2015

Non sapevo di essere incinta superhero style (II)

Prima che arrivasse Sins Past a mettere tutti d'accordo, quando si parlava di violenza perpetrata nei confronti di un personaggio si citava sempre, inevitabilmente e giustamente, la trama della gravidanza di Miss Marvel, alias Carol Danvers, la quale trovò il suo epilogo nel tristemente famoso numero 200 di Avengers. Che, come tutti i numeri che hanno fatto storia (nel bene e nel male), porta con sé alcuni retroscena.

MISS MARVEL: IL PADRE DI TUO FIGLIO È IL FIGLIO DI SUO PADRE

Con la conclusione della prima serie dedicata a Miss Marvel, il personaggio ricomparve sulla serie Avengers, a quel tempo gestita da David Michelinie e disegnata perlopiù da George Perez. Poco dopo essere entrata a far parte degli Eroi più Potenti della Terra, però, Carol scoprì di essere incinta. Di ben sei mesi. Cosa ancora più sconvolgente per via del fatto che fino al giorno prima non c'era alcun segno di gravidanza e che, in ogni caso, non c'era stato... l'atto primario! Nei tre numeri antecedenti al 200 la gravidanza proseguì in maniera rapida e nell'ultima pagina del nr. 199 il parto cominciò.
L'intenzione originaria di Michelinie era di rivelare che l'innaturale gravidanza di Carol Danvers fosse stata voluta dalla Suprema Intelligenza allo scopo di creare un ibrido umano/kree (cosa peraltro suggerita anche nei numeri finali della prima serie di Miss Marvel). Ma poi accadde l'imprevisto: in un numero di What If...? di poco antecedente, infatti, questa trama era stata già sfruttata, seppur usando Rick Jones al posto di Carol. E quindi? E quindi i piani originari andarono modificati, e pure il prima possibile per via delle scadenze editoriali e del numero con doppia foliazione. Pensate un po', all'epoca c'era una precisa direttiva che impediva a uno sceneggiatore di riciclare trame già apparse su altre serie: mi sa che al giorno d'oggi è stata abrogata.
Per aiutare Michelinie nella stesura della trama, venne chiamato Bob Layton (che con lui aveva collaborato su un lungo e celebre ciclo di Iron Man), e anche George Perez dette il suo contributo, sebbene con ogni probabilità il suo apporto fu minimo. Infine alla sceneggiatura partecipò nientemeno che l'editor capo della Marvel Jim Shooter, anche se poi lui dichiarò di non ricordare dove potesse essere intervenuto. Ora in questa situazione si creò la classica situazione in cui un gruppo di persone doveva prendere una decisione in breve tempo e quindi fu utilizzata la prima idea ritenuta buona che venne loro in mente. Non fu una buona idea.
Duecentesimo numero di Avengers, del 1980: dopo lo shock del parto, Carol Danvers decise di vedere il suo bambino... solo per scoprire che era diventato in poche ore un maschio adulto di nome Marcus! E lui prontamente spiegò tutto: era il figlio di Immortus, nato nel Limbo senza tempo e, quando suo padre scomparve nel nulla, iniziò a provare una profonda solitudine. Oltretutto non poteva andare sulla Terra in quanto, essendo un prodotto del Limbo, ciò avrebbe causato devastanti distorsioni spazio-temporali. Fu allora che Marcus concepì l'idea: non trasferirsi sulla Terra, ma rinascervi accelerando il processo di crescita, di modo da negare le distorsioni. Per il parto occorreva una donna di eccezionale potenza e Carol fu la prescelta: grazie alle macchine di Immortus, Marcus la portò nel Limbo e le diede una... piccola spinta per convincerla ad accoppiarsi con lui. Non chiedetemi poi come da lì sia diventato un feto nel ventre di Carol, la mia mente preferisce non pensarci troppo. Comunque, per riassumere il tutto con una sola parola: stupro, fisico e mentale.
Ma le distorsioni conseguenti non erano state evitate e quindi Marcus doveva tornare nel Limbo, di nuovo in completa solitudine. E Carol cosa decise? Di voler andare con lui (le aveva appena detto di averla violentata, eh). E i Vendicatori cosa fecero? La lasciarono andare, in compagnia dell'uomo che con assoluto candore (il candore di certi stupratori) aveva rivelato a tutti loro di aver abusato sessualmente della loro compagna di squadra. Né ebbero mai dei ripensamenti su questa decisione. BOOM! La fretta di concepire la prima trama utile, il numero eccessivo di sceneggiatori e l'esigenza di spettacolarizzazione avevano causato il disastro. A quell'epoca Internet non esisteva, ma le polemiche furono immediate. E la Marvel si guardò bene dal ripescare per un po' di tempo il personaggio di Miss Marvel. Fino ad Avengers Annual 10, del 1981.
Lo sceneggiatore di questa storia fu Chris Claremont, che aveva sceneggiato anche quasi per intero la prima serie di Miss Marvel e come molti non aveva gradito il trattamento che era stato riservato a Carol (a detta di Shooter c'era anche una piccola rivalità all'epoca tra lui e Michelinie). E quindi facendo parlare Carol a nome suo, espresse il disappunto per quella storia e fece infine dire a Carol che il suo più grande errore era stato quello di fidarsi dei Vendicatori (in senso lato, fidarsi degli sceneggiatori di quella storia). Il personaggio di Marcus comparve solo un paio di volte nei decenni successivi, ma più in generale nessuno fece più riferimento a questa trama, per evitare di dover di nuovo scavare in quella pagina poco elegante dei Vendicatori.
Avengers 200 e Avengers Annual 10 costituiscono comunque numeri storici anche per l'Italia, poiché fu da questi racconti che la Star Comics ripartì con le serie vendicative quando riportò la Marvel in Italia dopo la Corno. Se andate nelle case dei nerd più attempati e trovate la copia malridotta e a pezzi di "Il Destino di Miss Marvel", sappiate che avete di fronte a voi una perla rara.
L'ultima parola su questa vicenda spetta a Jim Shooter, che con molta onestà nel 2011 dichiarò:"Avengers 200 è una farsa" e rimpianse di aver dato l'avallo a questa storia e di vederci il proprio nome stampato sopra, in doppia veste peraltro. Anche i giganti cadono.

venerdì 4 settembre 2015

Rom Gli Anni Perduti: Rom Spaceknight 45

08/1983
PIANGI, MADRE PATRIA (CRY, THE MOTHER COUNTRY!)
Bill Mantlo (storia)-Sal Buscema (matite)-Ian Akin/Brian Garvey (chine)-Ben Sean (colori)-Ralph Macchio/Jim Shooter (supervisione)

Rom ha scavato una tomba e ora si appresta a seppellire il suo defunto clone. Mentre lo posa sul terreno, il Cavaliere Spaziale ripensa alla sua umanità perduta su Galador per via di Galactus. Ora una sua copia carbone è perita sulla Terra, vittima di una falsa promessa del computer vivente Quasimodo. La rabbia investe l'eroe, che alza il suo Neutralizzatore al cielo come a voler gridare il suo dolore alle stelle, poi dirige un raggio cremisi contro la tomba. Starshine si premura di allontanare dalla zona Gremlin: non ha mai visto Rom così preda dell'agonia. Ben presto l'ira svanisce e il clone viene seppellito. Starshine si avvicina allora a Rom, abbracciandolo e dicendogli che comprende il suo dolore. Il cyborg però non capisce perché lei abbia rinunciato alla sua umanità, quando lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per riottenere la sua. Brandy Clark risponde che è divenuta Starshine perché lo ama e sapeva che lui non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti se fosse rimasta umana: per stare accanto al suo amato avrebbe compiuto qualsiasi sacrificio, affrontato qualsiasi pericolo. Rom ricambia l'abbraccio ed una luce intensa e accecante si propaga, muto testimone del loro profondo sentimento. Una luce che affascina persino Gremlin. Poi l'eroe si stacca da Starshine, promettendole che, al termine della guerra contro gli Spettri Neri, entrambi troveranno un modo per riacquistare la loro perduta umanità.
Nel sentire il nome degli alieni, Gremlin si avvicina e chiede spiegazioni. Il cyborg gli rivela dunque l'esistenza di questi vili alieni mutaforma che si sono infiltrati nella società umana. La cosa suscita la curiosità del russo, perché è in grado di spiegargli molte cose: l'Unione Sovietica è sempre stata una nazione sospettosa, convinta che i suoi nemici attendano di invaderla. La paranoia è giunta a livelli tali che si uccidono persino i propri compatrioti, nel timore che nemici esterni possano attraverso loro arrivare nei corridoi del potere. Una paranoia nella maggior parte dei casi autodistruttiva e che ha privato la Russia delle sue menti migliori. Fino a poco tempo fa Gremlin veniva lasciato in pace, poiché lo stato temeva più lui che una nazione straniera: di recente però le cose sono cambiate. Delle spie hanno cominciato a osservare ogni mossa dello scienziato, a monitorare ogni sua ricerca: Gremlin a sua volta ha spiato le spie e ha scoperto un segreto così tremendo, così incredibile da essere stato costretto a fuggire per salvarsi la vita. Il cambiamento che Gremlin ha intuito nei suoi compagni non era dovuto alla loro consueta paranoia: stavano smantellando gli apparati dello stato non per timore di qualche nemico ignoto, ma perché erano loro stessi il nemico. Gli Spettri Neri si sono infiltrati in una società che non esita ad eliminare i propri nemici, per poter uccidere coloro che potrebbero intuire la verità e per destabilizzare la nazione, di modo da facilitare una futura conquista.
Mosca: Nell'edificio che ospita la sede del KGB, il Commissario per la Sicurezza si rivolge a dei suoi compagni: li ringrazia per aver risposto prontamente all'appello, nonostante le divergenze che hanno avuto in passato. Perché sono veri russi, con poteri e abilità uniche, che hanno a cuore gli interessi dello stato. La patria è in grave pericolo: recentemente il Devastatore e le sue Supertruppe sono stati inviati nella Zona Morta, ma non hanno ancora fatto ritorno. Dunque i tre Supersoldati Sovietici dovranno usare i loro poteri per salvare la madre Russia, solo loro possono trionfare in questa impresa. Vanguard perde subito le staffe: l'arroganza del Commissario non conosce limiti, ha chiesto il loro aiuto quando solo poco tempo fa ha cercato di distruggerli perché temeva il loro potere (V. Fantastici Quattro 10/12). Stella Nera calma suo fratello: lo stato li teme perché non è in grado di controllarli, però ora c'è in gioco la salvaguardia del loro paese. Ursa Major annuisce: se la madrepatria è in pericolo, loro devono agire. Il Commissario allora spiega alcuni dettagli della missione: l'Intelligence ha rilevato una insolita attività nella Zona Morta e c'è il sospetto che Gremlin, un nemico dello stato, la stia usando come base per i suoi oscuri piani. Dunque va immediatamente annientato. E su questa sinistra nota il Commissario per la Sicurezza abbandona la stanza e, mentre percorre i corridoi di questo ampio edificio, un sorriso sinistro compare sulle sue labbra e un'ombra aliena viene proiettata su un muro. L'ombra di uno Spettro Nero.
Vanguard nel frattempo non è ancora soddisfatto e si rivolge a sua sorella: ha già dimenticato il loro giuramento di non servire più lo stato? Le loro vite sono state sconvolte e alterate dalle bugie del governo. Per Stella Nera tuttavia non è necessario che tutto ciò le venga ricordato: tutti quelli che hanno potere, per lo stato esistono solo per essere usati, come è accaduto a loro padre Sergei, al quale era stato fatto credere che i suoi figli fossero morti alla nascita insieme a sua moglie. Né l'eroina può dimenticare che, quando si manifestarono per la prima volta i loro poteri mutanti, lei e Vanguard vennero affidati alle cure del Professor Phobos: non per essere allenati, ma per essere spiati e controllati. E molti anni dopo, quando loro padre assunse l'identità della Presenza, lo stato mandò contro di lui i suoi figli, ancora all'oscuro della loro parentela. Ursa Major interviene: lo stato li ha coinvolti in attività abominevoli, ma ora la verità li ha liberati, ora servono solo i loro interessi e quelli della gente comune. Dei loro compatrioti, che non hanno alcuna colpa per le malefatte del governo. Così Stella Nera richiama la Forza Oscura, con la quale avvolge sé stessa e i suoi compagni, facendo svanire i tre nel nulla.
Khystym: Teleportati da Starshine, i due Cavalieri Spaziali e Gremlin approdano in una zona assediata da una violenta tempesta di neve. Qui l'essere deforme indica una fortezza ad alcuni metri di distanza: al suo interno vi ha trovato una scienza molto più avanzata rispetto a quella presente sulla Terra, una scienza così aliena che l'esistenza di questa struttura è nota a pochi in Unione Sovietica. Quella fortezza è certamente una base degli Spettri Neri, anche se Gremlin non è riuscito ad intuire la natura dei loro esperimenti. Rom richiama a sé il Neutralizzatore e direziona il suo raggio cremisi verso la struttura, ma a metà strada esso viene intercettato da una pozza di oscurità apparsa all'improvviso. Da questa oscurità emerge Vanguard che, incrociando le sue armi dalla forma di falce e martello, rimanda il raggio al mittente, stordendo Rom.
I Supersoldati Sovietici avanzano verso i due Cavalieri e Gremlin e dunque Starshine si alza in volo per contrastarli. Stella Nera si lancia contro di lei e così oscurità e luce si incontrano a mezz'aria, l'una che cerca di prevalere sull'altra. La battaglia tra le due eroine sembra avere luogo su due piani differenti: su quello fisico e in qualche lontano regno extradimensionale. Ben presto le energie sfuggono al pieno controllo delle due donne, le quali iniziano a tremare, poiché i loro poteri rischiano di consumarle entrambe. Rom sta per andare in soccorso della sua amata, ma viene afferrato alle spalle da Ursa Major, che inizia a premere con forza contro la sua corazza cyborg. Il Cavaliere Spaziale però, protendendo all'indietro una sua mano, riesce ad afferrare la pelliccia di Mikhail Ursus e ad allontanarlo da sé, solo per essere colpito nuovamente alle spalle, stavolta da Vanguard. Il colpo è stato così devastante che Rom fatica a rialzarsi e Nikolai Krylenko ne approfitta colpendolo una seconda volta con la sua falce, prima che il cyborg possa organizzare una difesa. Contemporaneamente Gremlin decide di allontanarsi dalla zona di battaglia e inizia a dirigersi verso la misteriosa struttura, ma viene notato e inseguito da Ursa Major.
Nel frattempo, nei cieli innevati, Starshine rilascia la luce vivente di cui è composta in tutta la sua furia, avvolgendo Stella Nera nella sua luminosità e rischiando di consumare la Forza Oscura da cui dipende la vita di Laynia Petrovna. Vanguard nota sua sorella in difficoltà e, scagliando il suo martello, colpisce in pieno e con violenza alle spalle Starshine, che precipita ed affonda nella neve. Nel vedere ciò Rom si fa cogliere dall'ira e col Neutralizzatore colpisce Nikolai Krylenko alla schiena. Stella Nera va in soccorso di suo fratello e costruisce davanti a lui uno scudo di Forza Oscura, ma il raggio cremisi dell'arma di Rom si prepara ad annullare la sua energia. In quel momento Brandy Clark riprende i sensi e invita il suo amato a calmarsi: l'eroe ascolta il suo consiglio e, facendo svanire il Neutralizzatore, richiama dal subspazio l'Analizzatore di Energia grazie al quale esamina Stella Nera e Vanguard. Sono umani, eppure hanno dentro di loro energie incredibili, simili a quelle incontrate da Rom qualche tempo fa, quando ha conosciuto gli X-Men (V. All American Comics 38/39).
Stella Nera chiede a Rom e Starshine perchè si siano alleati con Gremlin, un nemico dello stato, e intendano distruggere una strategica base governativa. Il cyborg ribatte che lei e suo fratello sono male informati: Gremlin non è un traditore e quel complesso non è stato costruito da mano umana, ma aliena, e potrebbe significare la fine di questa nazione. In quel momento ritorna Ursa Major che, con voce rotta dal dolore, afferma che Rom dice il vero, che dentro quella base vi sono inimmaginabili orrori: poi, essendo gravemente ferito, riassume la sua forma umana, inginocchiandosi nella neve. Prima che possa essere soccorso, però, dai cancelli della base aliena escono cose orribili, in numero incalcolabile: lupi bianchi che ben presto, emettendo ululati agghiaccianti, si trasformano in una sorta di spettri. Sono creature che Rom conosce fin troppo bene: sono Segugi Albini della Nebulosa Oscura e intendono macchiare col sangue degli eroi le nevi di questa regione. Per la completa distruzione dell'Unione Sovietica.

CONTINUA...