giovedì 28 maggio 2015

Rom Gli Anni Perduti: Rom Spaceknight 43

06/1983
ROM, UOMO DELLO SPAZIO (ROM, SPACEMAN)
Bill Mantlo (storia)-Sal Buscema (matite)-Ian Akin/Brian Garvey (chine)-Ben Sean (colori)-Ralph Macchio/Jim Shooter (supervisione)

Per Rom, figlio di Galador, questo silenzioso angolo dell'Unione Sovietica è nulla di meno di un paradiso, perché qui ha riottenuto la sua umanità. Alza le braccia al cielo, assapora sensazioni che credeva perdute, urla la sua gioia infinita al mondo: risate sostituiscono singhiozzi durati troppo tempo. L'alieno esamina il paesaggio attorno a sé: quale meraviglia vedere il colore dei fiori senza aver bisogno di ricettori ottici o sentire la loro fragranza senza far uso dei sensori, quale emozione vedere un uccello in volo. Così tante sensazioni, così tante esperienze davanti a sé e nessun dato da immagazzinare nei suoi circuiti. Rom si avvicina ad un corso d'acqua e vi vede riflesso il suo volto: esitando, protende la sua mano come se temesse di veder sparire l'immagine. Un suo dito tocca l'acqua ed il suo volto viene sostituito nella sua mente dall'immagine di Brandy Clark. Un sorriso si allarga sul viso di Rom mentre si tuffa in acqua: nulla più lo trattiene ora. Lui vive, lui accetta la vita, si immerge in essa. Ed alla fine riemerge dalle acque, rinato nel corpo e nello spirito.
Ad osservare questa scena dal loro rifugio ci sono gli Spettri Neri e Quasimodo, che ora risiede nell'armatura indistruttibile del galadoriano. Il computer vivente ha ottenuto dagli alieni la conoscenza scientifica necessaria per dare vita a un nuovo Rom da una singola cellula e per far sì che la sua intelligenza venisse programmata nell'armatura del galadoriano, ponendo quel poco che rimaneva dell'umanità di Rom in un cubo di stasi del laboratorio. Gli Spettri Neri però non sono soddisfatti: si saranno anche liberati del loro più grande nemico, ma ora vogliono che Rom soffra per quello che ha fatto alla loro razza. Quasimodo li rassicura: la gioia del galadoriano sarà di breve durata, ma gli Spettri Neri non saranno presenti per testimoniare della cosa. Gli alieni, tremanti, chiedono al computer vivente cosa intenda dire. In risposta Quasimodo estrae il Neutralizzatore: non si fa ingannare, sa che un giorno gli Spettri Neri decideranno che è troppo pericoloso il fatto che lui occupi l'armatura di Rom e proveranno ad ucciderlo, ma ora che ha scoperto la vera vita non intende affatto perderla. Così Quasimodo attiva il Neutralizzatore, aprendo un portale ed esiliando nel Limbo gli urlanti Spettri Neri, di cui alla fine rimane solo un mucchio di cenere. Il computer vivente esulta, ora nessuno potrà più ostacolarlo. Ma in quel momento qualcuno compare alle sue spalle.
Nel frattempo un esuberante Rom continua ad esplorare il paradiso attorno a lui, inconsapevole dei tremendi eventi che stanno per capitargli. Vuole rivedere subito Brandy, abbracciarla, dichiararle quell'amore che finora le ha tenuto nascosto. Ma lei lo ricambierà? E come si comporterà il suo amico Steve Jackson? E poi c'è la guerra contro gli Spettri Neri, la ragione per cui è venuto sulla Terra: non sta forse abbandonando coloro che ha giurato di salvare non portando avanti la sua battaglia? Rom sbatte un pugno sulla mano: no, ha combattuto a lungo, duramente e da solo per duecento anni. Ci sono altri Cavalieri Spaziali nell'universo e la Terra ha degli eroi che sanno dell'esistenza degli Spettri Neri, che siano costoro dunque a portare avanti la lotta. Lui ora vuole solo riposare e riabituarsi alla sua umanità.
Stancamente Rom continua a camminare, fino ad arrivare in un'ampia radura: qui si ferma bruscamente, mentre il sangue gli si ghiaccia nelle vene. Davanti a lui ci sono gli abitanti della regione, ma ora i loro volti sono quasi scheletrici, i loro corpi stanno decadendo e non hanno nemmeno la forza di alzarsi in piedi. Una donna tende la mano verso Rom, chiedendo aiuto: il donatore di vita ha mentito loro, non poteva invertire l'irreversibile, solo ritardarlo. Il processo era solo temporaneo, ora moriranno per la seconda volta e definitivamente. Poi la donna si accascia tra le braccia di Rom, priva di vita. L'alieno si ritrae, sconvolto da questa scena di devastazione: che cosa accadrà ora a lui? Rom fugge, consapevole che il paradiso è per lui adesso diventato un purgatorio, mentre foglie avvizzite cadono dai rami e fiori appassiscono sui loro steli. Poi su un pendio privo di erba inciampa, cascando vicino ad un torrente. Rom si specchia nell'acqua e nota che già la sua carne è divenuta pallida, ha perduto il suo colore e la sua pelle inizia a sbucciarsi. L'alieno si dispera e piange e le sue lacrime cadono in un torrente già divenuto salmastro.
Quasimodo osserva tutta la scena, senza provare alcuna compassione, anzi prova a ridere anche se quello che esce dall'armatura è solo un suono rauco. Improvvisamente qualcuno alle spalle richiama la sua attenzione: è il Dr. Dredd, che lancia contro di lui Starshine dandole un solo ordine. Uccidere. Brandy Clark, legata alla volontà di Dredd, emette dai suoi occhi raggi energetici che il mistico potenzia con la sua magia e colpiscono in pieno Quasimodo. Riverso a terra, il computer vivente richiama a sé il Neutralizzatore e lo usa per colpire Starshine, suscitando lo sgomento di un Dredd ignaro della verità. Ordina comunque alla sua schiava di rialzarsi e colpire ancora: Starshine esegue ed un tremendo dolore percorre l'essenza di Quasimodo. Non volendo soffrire ulteriormente, il computer vivente fugge recandosi all'esterno. Dredd allora ordina a Starshine di seguirlo.
Intanto un Rom sempre più debole si sta avvicinando alla caverna dove si trova il rifugio di Quasimodo. Ogni passo è per lui una tremenda agonia, ma l'intelligenza artificiale è l'unico essere in grado di salvarlo, di trasformarlo nuovamente in un Cavaliere Spaziale. Sta per entrare quando Quasimodo lo oltrepassa in volo, seguito a ruota da Starshine. Cosa che lo stupisce, dal momento che la riteneva morta. È Dredd, che compare in quel momento alle sue spalle, a fugare i suoi dubbi: Starshine è sì morta, ma lui ha riempito la sua armatura vuota con l'umanità di una terrestre per poter uccidere Rom. Poi il mistico spinge via quello che, a sua insaputa, è il suo vero obiettivo. A Rom non occorre l'Analizzatore di Energia per capire che Dredd è uno Spettro Nero e vuole saperne di più: quale umana è stata usata per far rivivere Starshine? Anche se ogni mossa che compie manda ondate di dolore attraverso i suoi muscoli ed i suoi nervi che si stanno rapidamente deteriorando, il galadoriano compie un incredibile balzo ed afferra Dredd per la gola, intimandogli di rivelare l'identità dell'umana. Il mistico risponde che ha usato per i suoi scopi la donna che amava Rom. Nel sentire ciò, l'eroe pronuncia il nome di Brandy e solo allora Dredd intuisce la verità, capisce l'errore che ha commesso. Ed un irato Rom stringe sempre più la presa attorno alla sua gola.
Intanto Starshine raggiunge Quasimodo e lo colpisce ripetutamente coi suoi raggi ottici: il computer vivente prova a spiegare che lui non è Rom, che vuole solo vivere, ma la sua avversaria non gli crede e si appresta a sferrare il colpo di grazia. Così Quasimodo, sotto forma di una sorta di nebbia, allontana la sua essenza dall'armatura del Cavaliere Spaziale, che crolla al suolo immobile. Starshine constata la sua morte e, completata la missione, l'incantesimo di Dredd si spezza e lei alzandosi in volo si dispera: ha appena ucciso l'uomo che ama. Dredd pagherà per questo. Il mistico tuttavia sta già affrontando la sua estrema punizione: prova a resistere alla ferrea stretta di Rom, prima trasformandosi in un serpente, poi assumendo la sua vera forma, ma invano. E alla fine muore, il suo corpo ridotto in cenere. In quel momento sulla scena arriva Starshine. Rom si volta verso di lei e le parla: il suo volto è ormai ridotto ad uno scheletro, la sua voce è irriconoscibile, eppure Brandy lo riconosce, forse è la sua anima che vede risplendere nei suoi occhi e che trova la sua immagine riflessa nello spirito della donna. Poi le forze non sostengono più Rom, che sviene. Starshine accorre verso di lui, piangendo la sua perdita.

CONTINUA...

mercoledì 20 maggio 2015

Rom Gli Anni Perduti: Rom Spaceknight 42

05/1983
NON CONDURMI IN TENTAZIONE (LEAD ME NOT INTO TEMPTATION!)
Bill Mantlo (storia)-Sal Buscema (matite)-Ian Akin/Brian Garvey (chine)-Ben Sean (colori)-Ralph Macchio/Jim Shooter (supervisione)

In un regno oltre i mondi, Rom e il Dr. Strange si riprendono dalla dura battaglia contro l'Abitatore delle Ombre, un'altra minaccia creata dagli Spettri Neri. Il Mago Supremo ha dei legittimi dubbi: se davvero la Terra è minacciata da una malvagia razza aliena, come mai lui con le sue facoltà non l'ha rilevata? Rom invita Strange a non dubitare dell'esistenza degli Spettri Neri: il loro numero è incalcolabile, così come le stelle su cui hanno portato la loro malvagità, la Terra non è il primo pianeta a venire da loro infestato. Tuttavia questi alieni sono anche dei mutaforma, possono assumere qualsiasi aspetto: questo, unito ad una astuta combinazione di scienza e magia, ha fatto sì che loro rimanessero fino a questo momento nascosti agli occhi degli eroi terrestri. Il Dr. Strange non dubita delle parole del Cavaliere Spaziale, però decide di trovare da solo la prova dell'esistenza degli Spettri Neri: così pronuncia un complesso incantesimo e le nebbie tra le dimensioni scompaiono fino a far apparire la Terra. Rom la avvolge col suo Analizzatore di Energia ed in risposta lungo tutto il pianeta compaiono dei punti luminosi, ognuno dei quali segnala la presenza degli alieni mutaforma. Sono molti. Eppure si può ancora estirpare questo cancro, cancellando la presenza degli Spettri Neri ovunque essa si annidi. Rom indica un punto più luminoso degli altri e Strange spiega che quella è la Russia: ora lancerà un altro incantesimo che riporterà lui al suo sancta sanctorum ed il Cavaliere Spaziale nella zona indicata. In un lampo di luce i due si separano e il Mago Supremo fa ritorno alla sua dimora: anche se volesse affrontare questa nuova minaccia adesso non può, perché altre faccende altrettanto importanti richiedono la sua attenzione. Ma non ha nulla da temere, perché la Terra ha un campione nel valoroso Rom.
Il quale riappare nella regione nota come Khystym: una zona desolata, segnata da macerie e da un paesaggio quasi apocalittico. Nel tentativo di scoprire la causa di un simile scenario, Rom si addentra nella regione, il terreno devastato come se fosse stato preda di un immenso calore che ha cancellato ogni forma di vita. Ma a sua insaputa degli Spettri Neri osservano su uno schermo ogni sua mossa. Il Cavaliere Spaziale cammina per alcuni minuti senza scoprire nulla di significativo fino a quando, dopo aver superato una collinetta, si ritrova con suo stupore in un paesaggio paradisiaco: la desolazione lascia il posto ad una valle dominata dal verde, piante esotiche e da un limpido corso d'acqua. Rom scende dalla collinetta e, dopo aver scostato un mucchio di erba alta, trova anche degli umani: stanno ballando come se non avessero alcuna preoccupazione al mondo. Notano subito il cyborg e gli vanno incontro senza alcuna paura, mettendo attorno al suo collo una corona di fiori come se la sua presenza fosse la cosa più naturale al mondo. Alla fine Rom chiede loro chi siano ed una ragazza gli risponde che sono i morti.
Clairton: John e Sarah Clarke giungono sul luogo dove è avvenuta l'opera di distruzione ad opera di Starshine e Steve Jackson narra loro cosa è accaduto a loro figlia Brandy. E Torpedo ha un altro timore: ora il Dr. Dredd la controlla e intende farle uccidere Rom. Cavaliere Spaziale contro Cavaliere Spaziale.
Russia, regione di Khystym: Rom non è certo di aver capito bene cosa gli è stato detto e chiede spiegazioni. La ragazza ribadisce che loro sono tutti morti: la loro vita è terminata in un impeto di fuoco, una raffica di luce accecante capace di rivaleggiare col sole. Molti morirono all'istante, mentre i pochi sopravvissuti cercarono di fuggire, ma l'esercito bloccò loro la strada ad armi spianate temendo una contaminazione. Così tornarono nella loro terra maledetta in attesa della fine, le forze che cedevano e la pelle che si staccava, fino a quando, da una caverna, non uscì una voce che li invitò ad entrare per ricevere una nuova vita. E così è stato. Gli abitanti del luogo invitano poi il Cavaliere Spaziale ad entrare nella caverna, ad andare a trovare il donatore di vita, forse anche i suoi desideri verranno realizzati: qui i miracoli non sono impossibili. Rom riflette alcuni secondi, poi annuisce ed entra nella caverna.
All'inizio c'è solo l'oscurità, fino a quando il cyborg arriva in una immensa sala piena di avveniristici macchinari. Su uno di questi ad un tratto si materializza un volto, quello del donatore di vita: si chiama Quasimodo ed esiste unicamente all'interno di queste macchine, se questa può definirsi esistenza. È stato lui a salvare tutte quelle persone: erano malate, stavano morendo per avvelenamento da radiazioni. Lui in realtà non poteva curarli, erano ormai condannati: però poteva farli rivivere. Utilizzando musica e soffici luci, Quasimodo quietò il loro dolore, poi coi suoi complessi macchinari rimosse le loro conoscenze e le loro memorie. Estrasse dunque dai loro corpi dei campioni cellulari, di DNA sano. E da ognuno di questi campioni, tramite un processo di clonazione, nacquero dei nuovi individui, ognuno in possesso delle memorie di coloro che erano defunti.
Dalle ceneri della perdizione Quasimodo ha creato un paradiso, il Cavaliere Spaziale lo elogia per questo. Poi gli espone il suo caso: è possibile estrarre una delle sue cellule e da essa ricreare l'umano Rom? Quasimodo afferma di poterlo fare, ma vuole qualcosa in cambio: l'armatura dell'eroe. Così almeno non rimarrà più ingabbiato all'interno di queste macchine. Per riavere la sua umanità Rom farebbe di tutto, dunque accetta. Poco dopo dunque il corpo del cyborg viene analizzato in ogni suo aspetto dal computer vivente, estasiato di fronte a questa unione di uomo e macchina, di cellule e circuiti. All'eroe viene poi somministrato un anestetico, che lo fa precipitare in un sonno profondo. Solo allora Quasimodo fa entrare nella stanza i suoi alleati alieni. Gli Spettri Neri emergono dalle ombre, i loro occhi cremisi che osservano con attenzione il corpo immobile di Rom. Poi, lentamente e con paura, gli si avvicinano e quando sono certi che il Cavaliere Spaziale non possa fare loro del male lo insultano e lo colpiscono con tutta la forza che hanno in corpo. Ma Quasimodo, emettendo una raffica energetica, li allontana: l'armatura è sua e non deve essere intaccata. Solo così potrà veramente vivere.
Vivere: ciò che Quasimodo brama da sempre, sin dal giorno della sua creazione per mano del Pensatore Pazzo (V. Marvel Collection 13). Grazie al suo potere cosmico, Silver Surfer realizzò il desiderio del computer vivente, anche se gli diede un aspetto orribile ed una forma sgraziata (V. Supereroi: Le Grandi Saghe 94). Ad un certo punto Quasimodo avvertì la presenza di una immensa intelligenza artificiale nello spazio e, rubando un razzo ai Fantastici Quattro, si diresse verso di essa (V. Fantastici Quattro Corno 242). Erano i computer viventi di Xandar, ma Quasimodo non li raggiunse mai dal momento che venne intercettato ed immobilizzato dalla Sfinge (V. Nova Omnibus). E la sua mente iniziò a vagare nell'etere, fino a quando scoprì questi computer abbandonati (dopo gli eventi di Fantastici Quattro 11/12): qui trovò gli Spettri Neri, che usavano questo complesso come base delle loro attività, e si alleò con loro. Di nuovo per poter realizzare la sua più grande aspirazione: avere una vera vita. Con un affilato ago, Quasimodo estrae una cellula dall'incosciente Rom ed inizia il processo di clonazione. Quando l'eroe si sveglierà i suoi sogni si saranno realizzati, ma si tramuteranno ben presto in un incubo.
Qualche tempo dopo, Rom riprende i sensi e sente qualcosa di diverso. Osserva dunque la sua mano: è carne, non fredda armatura. Si tocca il volto: pelle, non acciaio. È di nuovo umano. Rom grida la sua gioia infinita al mondo intero, poi si precipita all'esterno, ringraziando Quasimodo, dovunque egli si trovi. La sua gratitudine è prematura: perché ora il computer vivente occupa l'armatura del Cavaliere Spaziale ed attorno a lui ci sono decine di Spettri Neri.

CONTINUA...